Il tuo cuore è un gabbiano che vola libero nei cieli della vita. Lascialo andare senza paura, ti saprà condurre alla felicità.
Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose.
TONY69
Un cuore buono è sempre dove dev’essere… dove si trovano coloro che ne hanno bisogno.
Ho il cuore consumato..nel BENE o nel MALE…è un cuore che ha lottato! E sempre lotterà!! Eggià!…Perchè è quel piccolo puntino rosso che ti dà la forza di combattere e di schivare i colpi della logica..a costo d’ inseguire una chimera o un ideale che forse mai raggiungerà..
L'infinito è nel cuore dell'uomo, e non altrove.
Non è mai arido il cuore dell’uomo che ama il suo prossimo e si prodiga per gli altri.
Datevi il vostro cuore, ma non lo date in custodia uno dell'altro. Perché solo la mano della Vita può contenere i vostri cuori.
Nel cuore le cose non finiscono mai.
Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
La vera grandezza non è nella forza ma nel cuore.
Se vuoi sbagliare, vai dove ti porta il cuore.
I cuori non saranno mai una cosa pratica finché non ne inventeranno di infrangibili.
o il cuore consumato..nel BENE o nel MALE…è un cuore che ha lottato! E sempre lotterà!! Eggià!…Perchè è quel piccolo puntino rosso che ti dà la forza di combattere e di schivare i colpi della logica..a costo d’ inseguire una chimera o un ideale che forse mai raggiungerà..
Se hai paura della morte, non ascoltare il tuo cuore battere la notte. tony69!!!
Dona una carezza a chi ti è vicino, perché possa conservarla gelosamente nel suo cuore per tutta la vita.
Chi punge un occhio lo farà lacrimare; chi punge un cuore ne scopre il sentimento...
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Post n°15 pubblicato il 21 Ottobre 2014 da tony6988
Tanti tanti anni fa, in un terra lontana e grigia, viveva un giovane di belle speranze di nome Pierre. Pierre era amato e benvoluto tanto era cordiale e ben educato nel suo sostare di fronte al locale notturno per cui lavorava. Cercava di convincere i passanti ad entrare nel locale ma per qualche oscura ragione i passanti preferivano trattenersi a parlare con lui piuttosto che entrare nel locale, nonostante l'inclemenza del clima o il sonno che ricordava al mondo l'ora tarda.
Lì, sul marciapiede, Pierre accoglieva con un sorriso sia i dereletti che sfuggivano alla gogna, sia i rampolli di buona famiglia che ingannavano il tempo. Ma, povero Pierre, ben poche persone si incamminavano verso la soglia della taverna, che non riusciva mai a riempirsi. Un brutto giorno la padrona del locale intuì la ragione della scarsa clientela ed uscì a chiedere spiegazioni a Pierre. Alla vista della padrona gli uomini che si stavano trattenendo lì a parlare si dileguarono nella nebbia e Pierre si ritrovò improvvisamente solo. La padrona lo colpì aspramente col manico della ramazza, fino a lasciarlo con gli abiti stracciati e sanguinante sul marciapiede mentre la nebbia lo avvolgeva. Dopo alcune ore Pierre riprese conoscenza e si scoprì adagiato su un giaciglio di paglia.
Uno dei derelitti cui aveva tenuto compagnia lo aveva raccolto e portato al sicuro. Ancora dolorante per gli ematomi che gli coprivano il viso, Pierre fece per levarsi ma non ci riuscì. Il suo nuovo amico lo continuò ad aiutare, spargendo sul suo viso un unguento perlato che sarebbe servito a coprire le abrasioni. Pierre riconobbe che la causa del suo dolore era il suo buon cuore che spingeva quelle anime sole verso di lui. Decise che sarebbe stato opportuno cambiare nome ora che sarebbe stato diverso: Pierrot, pensò che andasse bene per avere un legame col passato ma anche per cercare un futuro.
Siccome non era in grado di essere crudele, decise che il suo aspetto sarebbe dovuto essere abbastanza triste da tenere lontane le persone che una volta cercavano la sua compagnia. Così, sopra l'unguento chiaro si fece disegnare una lacrima da una goccia di pioggia e fuliggine. Nel frattempo il vagabondo gli aveva ricucito gli abiti con delle stoffe bianche e nere che l'avrebbero riparato dai rigori della stagione. Ritornò a passeggiare nelle vie della città in cerca di un lavoro e di un posto dove stare. Ma fin dai primi momenti capì che il risultato della trasformazione si stava rivelando diverso.
Le persone che prima si trattenevano con lui per condividerne l'allegria, ora non lo riconoscevano ma comunque si fermavano a chiedergli perché fosse così triste, cercando di fornirgli delle risposte o dandogli dei suggerimenti. Si rese conto che queste anime sole che vagavano nella nebbia vedevano la propria tristezza specchiarsi nel suo sguardo e cercando di aiutarlo non facevano altro che aiutare se stesse, espellendo il proprio dolore mentre immaginavano una spiegazione per il suo. Pierrot comprese che non sarebbe potuto sfuggire al suo destino e restò a camminare lungo i marciapiedi perdendosi nella nebbia. il battito del cuore...tony69 |
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