Creato da catman101 il 14/02/2010

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ABBANDONO...SEGNO DI INCIVILTA'

Post n°34 pubblicato il 04 Giugno 2010 da catman101
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lettera di un cane abbandonato

Ti sto ancora aspettando, perché so che tornerai a prendermi. Mi Hai messo qui solo per farmi sgranchire un po’ le zampe, perché il viaggio che mi hai fatto fare era davvero interminabile.
Poi sei risalito … e … no!!! Non puoi esserti dimenticato di me, non può essere così. Si, sono certo che tra un attimo sarai qui!
Mi siedo sul bordo della strada … ho paura delle macchine che passano veloci ma cerco di pensare a te e ai nostri giochi, ai momenti bellissimi e anche ultimamente ai tuoi nervosismi verso di me.
Ma sarai stato arrabbiato per altri motivi, io a te non ho mai fatto nulla!
Forse quella è la tua macchina, che gioia, lo sapevo che tornavi a prendermi.
Sono trascorsi tre giorni e sono ancora qui!
Sto morendo di dolore, di fame, di sete, di tremenda solitudine.
I miei occhi non vedono più lontano; seguono ora soltanto il battito del mio cuore stanco che sta lasciandomi per sempre.
Eppure so che tornerai e resisto in segno della mia fedeltà verso te, perché tu sei il mio padrone, e non puoi essere cattivo.

Un cane abbandonato

                         §§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Ho riportato quanto pubblicato nel blog QUATTRO ZAMPE, raccogliendo il loro invito a contribuire alla diffusione del messaggio contro l'abbandono. Anche la lettera del cane abbandonato è riportata integralmente. Una lettera, a mio avviso, grondante un ottimismo oramai prossimo all'oblio eterno..quando si tratta di animali.  C'è di peggio, ovviamente, come l'abbandono di neonati nei cassonetti, l'abbandono degli anziani in ospizi lager. Appare incredibile come, tutt'oggi, nonostante la tutela da parte della legge Italiana la "moda" perdura. Non che ci voglia una legge per questo, per niente, solo e soltanto un pochino di sana coscienza e amore per il prossimo. Perchè è così difficile? quale cuore è capace di abbandonare un essere vivente, cane, neonato, anziani, a sè stesso? mandandolo incontro ad una morte certa, prematura e orribile? Forse non è in possesso di un cuore..ma di una pietra.  Per me, si tratta di omicidio, non so per voi. L' AIDAA è prodiga nel pubblicare bollettini di informazioni, nessuno è foriero di buone notizie.  In verità, ho scarsa fiducia sui risultati che potrebbero produrre un volantino affisso su un tabellone pubblicitario..che non ha mai cambiato il modo di essere di nessuno. Ma dobbiamo comunque provarci, sempre.  Il mio RESTA CON ME.

Scusate amici, aggiungo altro.

E' un errore multare un veterinario che supera i limiti di velocità per salvare un animale

23 aprile 2010. Ancora una volta è prevalsa l’ottusità di chi non vuole riconoscere che il veterinario prima di tutto è un medico. Non per niente la facoltà si chiama “medicina veterinaria” e non semplicemente “veterinaria”, anche se, spesso per sintesi si parla di veterinario tout court e non di medico veterinario.
Un po’ come si parla di medico e non di medico chirurgo. Perché questa premessa? Tranquilli, nessuna rigurgito di corporativismo verso una classe di professionisti, che in tanti anni di attività pubblica, non ho certo esentato dalle critiche, anche pesanti, quando necessitava. La premessa mi serve per introdurre quanto accaduto l’altro giorno in Commissione Lavori Pubblici del Senato dove è stato discusso e respinto un emendamento che chiedeva per i veterinari analoghe agevolazioni a quelle dei medici (umani) circa il codice della strada.
L’emendamento in causa, presentato da una decina di senatori (prima firmataria Silvana Amati) in sostanza chiedeva che nel nuovo codice stradale fossero introdotte norme specifiche per quanto riguarda gli interventi d’emergenza dei medici veterinari. Ora, anche un semplice privato, se sventola fuori dal finestrino della macchina un fazzoletto bianco e corre oltre i limiti di velocità, difficilmente verrà fermato dalla polizia, anzi, con ogni probabilità, la “pantera” gli farà strada fino all’ospedale per facilitargli il soccorso a qualcuno che sta molto male e magari, per controllare, a termine corsa, che non si trattasse del furbacchione con le pizze calde in auto.
I senatori chiedevano dunque che il privato o a maggior ragione il veterinario, che si trovasse a trasportare un animale in condizioni critiche, potesse avvalersi dell’eccezione prevista nel codice della strada per i casi d’emergenza. Nulla da fare. Se il cane sta morendo, chi lo trasporta deve fare i 50, altrimenti può essere pesantemente sanzionato sia dal punto di vista amministrativo che dal punto di vista penale, oltre ai punti persi sulla patente. Poi magari ricorrerà al giudice di pace, ma intanto rimane il fatto che il medico veterinario non può superare i limiti in caso d’emergenza. E vi assicuro che quando ti chiamano perché c’è un parto che sta andando male o un cane che sta zigzagando sulla tangenziale in cerca del padrone, hai altro da pensare che al limite di velocità
Il legislatore, ancora una volta, non ha capito che quella del veterinario è una figura medica a 360 gradi che si occupa principalmente di curare pazienti animali, ma inevitabilmente ha a che fare tutti i giorni con malattie trasmissibili (a volte gravi e letali) dagli animali all’uomo, con incidenti che coinvolgono uomini e animali e che quindi la sua corsa può essere vitale per il cane ma anche per il bambino. Poi ci sarà anche il veterinario che corre con le pizze calde in macchina, ma questo capita qualche volta anche alla polizia con tanto di lampeggiante e sirena. Questione di teste e di civiltà.

Oscar Grazioli 

 
 
 
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