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Un blog creato da SunnySmiling il 13/10/2006

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Percorsi, Cammini & Sentieri

 
 

IL TUO SORRISO

P. Neruda

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l' aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l' acqua che d' improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d' argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d' aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell' ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d' improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perchè il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d' autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, delle strade
contorte dell' isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l' aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perchè io ne morrei
.

 

...E ALTRI...

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La memoria del corpo

Post n°40 pubblicato il 13 Febbraio 2007 da SunnySmiling

Che splendida giornata oggi a Milano!
Sembrava quasi primavera...
Il cielo terso, limpidissimo, senza neppure la traccia di una nuvola.
Un sole luminoso, persino leggermente caldo!, e l'aria stranamente pulita, leggera, asciutta, frizzante...
Mettiamoci anche quel soffio di vento che ti secca la pelle e il quadro e' completo...

Non so se siano stati i colori, se siano stati gli odori, o le sensazioni al tatto (del calore, del vento, della pelle secca...) fatto sta che oggi era una di quelle giornate che risvegliano la memoria del corpo.

Tutto questo insieme di percezioni era estremamente familiare, risvegliava memorie lontane e indefinite, che il mio corpo identificava evidentemente con precisione ma la mia mente faticava a individuare...

Era come se si fosse bevuto una cassa di red bull: era energico, reattivo, carico!! E al contempo estremamente placido, quieto, sereno... in armonioso equilibrio.

Mi sono chiesta che cosa stesse pensando, il mio corpo, per reagirmi cosi', tra l'altro senza rendermi partecipe dei ricordi (evidentemente lieti, vivaci e vitali) cui quest'atmosfera lo riportava!

La mia testa ci ha pensato tutto il pomeriggio... inseguiva le reazioni del mio corpo e lo interrogava, gli chiedeva “Cosa”, “Quando” e “Perche’” ogni volta che lo stomaco inspiegabilmente si stringeva, o i polmoni si gonfiavano, o le tensioni delle spalle si rilassavano...

Andava indietro, indietro negli anni la mia testa, a cercare l’origine di questo inspiegabile benessere, assetata di coscienza, di immagini, di fatti, incapace di accontentarsi di pure sensazioni...

Ma non ha recuperato gran che... Troppi ricordi o forse troppo vaghi...

Poi le mie emozioni hanno reclamato un po’ di spazio: forse possiamo fare un po’ di luce dove la memoria non arriva.

Cosi’ ho smesso di cercare. E come ho interrotto quest’affannosa, analitica ricerca, ricordi piu’ chiari hanno cominciato ad emergere...

Ricordi lontani lontani...

di giochi da bimbi dopo una giornata di pioggia, nell’odore dell’erba bagnata, con gli stivali di gomma infangati, addosso il sudore di goffe corse o pedalate sbilenche (ocio che cade... ocio che cade........ OCIO CHE CADEEEEEE - ..... caduta....)

                di ginocchia sbucciate, di odore di terra, di profumo di muschio, di resina sulle mani, di pelle seccata dal vento, di stanchezza sana, dopo un pomeriggio di intensa attivita’...

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Un po’ piu’ avanti, un po’ piu’ grandi, di biciclettate autunnali, per le strade della campagna, lungo i fossati che irrigavano i campi, con il piumino smanicato, i pantaloni larghi e tanti, troppi complessi adolescenziali sulle spalle da sciogliere nel sudore...

Ancora piu’ indietro che ci sia Taranto? Che ci siano le tirate di code al gatto? Che ci siano i fiori strappati in giardino e i rimbrotti della mamma?

O persino Roma? Persino le passeggiate in Piazza Navona? Le sfilate di Carnevale? Il tragitto per raggiungere casa del nonno, davanti alla bicicletta del papa’?

Piu’ recenti sono gli andirivieni dalle palestre, dal corso di chitarra (lo strumento sulle spalle e quella dannatissima salita subito dopo il Carlo Poma), dalle vasche in centro...

Magari c’e’ anche qualcosa di recentissimo... magari una passeggiata in Vernavola con qualcuno... Magari un momento di quiete dopo le tempeste degli ultimi anni... ma le mie emozioni tacciono... non discriminano in maniera cosi’ sottile i momenti passati...

Invece il mio corpo si e’ acceso, prima della memoria, prima dell’emotivita’, e di ciascuno di questi senz’altro porta traccia... senz’altro se ne sovviene... senz’altro mi sollecita a ricordare, se non fatti o emozioni, VISSUTI...

Vissuti incarnati, radicati, profondi, che ti prendono tutto dalla testa ai piedi, dentro e fuori, risvegliano testa e cuore, anche se solo in maniera confusa, vaga... eppure estremamente vigorosa, energica, definita...

Piu’ il tempo passa, piu’ le primavere si accumulano, piu’ e’ difficile ricordare i singoli eventi associati ai primi sentori di primavera di ciascuno dei 23 anni trascorsi, come quelli di questa mattina...

Eppure il mio corpo comincera’ a svegliarsi dalla parte sbagliata del letto,

a farmi venire inspiegabili desideri di corse affannose e pedalate spensierate,

a spiengermi al parco per cercare odore di terra e di muschio, e risate di bambini,

a farmi aprire le finestre al tramonto per respirare l’aria frizzante di un inatteso ancitipo di primavera,

a sbattarmi sul letto con la chitarra in mano e il libro degli arpeggi,

a farmi mettere su il cd di musica classica che ascoltava il papa’ le tarde domeniche d’infanzia, per riposarsi dai lavori in giardino...

Ringrazio che sia cosi’... ringrazio la memoria del mio corpo che custodisce ogni traccia del passato, ogni ragione di questi inspiegabili moti, la ringrazio di farmi vivere l’insieme di tutti questi momenti riassunti in un unico, incognito, inatteso, stato di benessere e rinnovata energia...

 
 
 
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