La musica del caso
poesia, arte, filosofia, musica, cinema, cultura
Post n°31 pubblicato il 20 Novembre 2011 da berta1804
|
Post n°30 pubblicato il 20 Novembre 2011 da berta1804
Scritto nel 1973..............sembra scritto oggi, 20 novembre 2011. LA CONVIVIALITA' - IVAN ILLICH - 1973
"L'attuale sistema industriale trova nella sua dinamica la propria instabilità: è organizzato in funzione di una crescita indefinita e della creazione illimitata di nuovi bisogni che, nella cornice industriale, divengono ben presto necessità....Un simile processo di crescita esige dall'uomo una cosa assurda : trovare la propria soddisfazione nel piegarsi alla logica dello strumento." .............................................."Io posso solo congetturare in che modo si arriverà alla crisi, ma non ho dubbi sulla condotta da tenere dinanzi ad essa e nel suo corso. Credo che lo sviluppo si arresterà da solo. La paralisi sinergetica dei sistemi che l'alimentano provocherà il crollo generale del modo di produzione industriale."
|
Post n°29 pubblicato il 02 Novembre 2011 da berta1804
|
Post n°27 pubblicato il 01 Novembre 2011 da berta1804
|
Post n°26 pubblicato il 01 Novembre 2011 da berta1804
Circa un anno fa progettavo e costruivo insieme con l'Associazione culturale Zinghereria di Tarquinia la mia mostra personale dal titolo "Verso L'ipomateria" presso l'Ex Chiesa del Santo Spirito nella magnifica città etrusco-maremmana. Oggi, un anno dopo, conservo ancora dei bellissimi ricordi della mostra. Ricordi concentrati e/o concentrabili in questa foto che mi accingo a pubblicare. Tra un anno tornerò ancora. Rivisitare le emozioni di ieri, con gli occhi di oggi e la lente di domani fa di me un uomo felice.
|
Post n°23 pubblicato il 01 Novembre 2011 da berta1804
|
Post n°22 pubblicato il 27 Ottobre 2011 da berta1804
Ho visto soltanto un pezzo dei funerali di Sic alla Tv:una motocicletta che esce dalla chiesa prima della bara sulle note di Vasco Rossi "siamo solo noi che non abbiamo più santi nè eroi".MAH?????? Consiglio a tutti di leggere questo libro di cui allego copertina e recensione: "La vetrinizzazione sociale" di Vanni-Codeluppi Il concetto di "vetrinizzazione" consente di interpretare in modo unitario numerosi fenomeni sociali. Chiarisce infatti il processo di progressiva spettacolarizzazione e valorizzazione che negli ultimi due secoli ha investito i principali ambiti delle società occidentali: gli affetti, la sessualità, il corpo, l'attività sportiva, i media, il tempo libero, i luoghi del consumo, gli spazi urbani e persino le pratiche relative alla morte. La vetrinizzazione sociale ha avuto inizio con la comparsa nel Settecento della vetrina, che metteva in scena e valorizzava oggetti in precedenza inerti e passivi. L'individuo si è trovato così, per la prima volta, da solo di fronte alle merci e ha dovuto imparare a interpretare il loro linguaggio senza l'aiuto del venditore. Ha dovuto, cioè, abituarsi a leggere la comunicazione visiva, ma anche ad affrontare la vita in solitudine, nella nuova condizione sociale imposta dall'urbanizzazione e dalla modernità. Nel corso del Novecento, i media hanno progressivamente rafforzato il modello di comunicazione della vetrina, passando da un modello di fruizione collettiva (manifesti, cinema, televisione) a uno fondato sul consumo solitario (pay tv, Internet). Con il risultato che tutto oggi viene trasformato in fenomeno da "esporre in vetrina", e per gli individui la vetrinizzazione è diventata difficile da evitare. |
Post n°21 pubblicato il 25 Ottobre 2011 da berta1804
Una confortevole levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno del progresso tecnico. Nulla sfugge a questa non-libertà, tutte le classi, compresa la classe operaia, sono ormai pienamente integrate nel "sistema"; solo fuori del sistema, si potrebbe ancora trovare qualche potenziale rivoluzionario, "al di sotto della base popolare conservatrice", tra gli emarginati, " il sostrato dei reietti e degli stranieri, degli sfruttati e dei perseguitati di altre razze e di altri colori, dei disoccupati e degli inabili" - " è solo per merito dei disperati che ci è data la speranza". La produttività tende a distruggere il libero sviluppo di facoltà e bisogni umani, la pace è mantenuta da una costante minaccia di guerra, la crescita si fonda sulla repressione delle possibilità più vere per rendere pacifica la lotta per l'esistenza. Il fatto che la grande maggioranza della popolazione accetta ed è spinta ad accettare la società presente non rende questa meno irrazionale e meno riprovevole. Gli uomini devono trovare la via che porta dalla falsa coscienza alla coscienza autentica, dall'interesse immediato al loro interesse reale. È possibile far questo solamente se si avverte il bisogno di mutare modo di vita, di negare il positivo e di rifiutarlo. È precisamente questo bisogno che la società costituita si adopera a reprimere, nella misura in cui essa è capace di "distribuire dei beni" su scala sempre più ampia e di usare la conquista scientifica della natura per la conquista scientifica dell'uomo. Nella società industriale avanzata, l'apparato tecnico di produzione e di distribuzione funziona non come la somma di semplici strumenti, che possono essere isolati dai loro effetti sociali e politici, ma piuttosto come un sistema che determina a priori il prodotto dell'apparato produttivo, tendente quindi a diventare totalitario in quanto determina non soltanto le occupazioni, le abilità e gli atteggiamenti socialmente richiesti, ma anche i bisogni e le aspirazioni individuali. In tale modo esso dissolve l'opposizione tra esistenza privata ed esistenza pubblica, tra i bisogni individuali e quelli sociali.
E ALLORA? COSA FARE? QUALI SPERANZE?
Nella dimensione umana DOVRA' prevalere la Dimensione Estetica!!!! La permanenza dell'arte intesa come dimensione insopprimibile e fondamentale della convivenza sociale. La società come opera d'arte. L'arte e l'estetica, la bellezza in tutte le sue forme e la creatività umana restano l'unico antidoto contro questa insopportabile realtà e rappresentano le uniche armi non soggette al mercimonio della produttività controllante e dominante.
|
Post n°20 pubblicato il 23 Ottobre 2011 da berta1804
Caro Stefano, si avvicina il Natale e presto i negozi del centro saranno affollati di padri eccitatissimi che giocheranno la commedia della generosità annuale essi, che hanno atteso con gioia ipocrita quel momento in cui potranno comperarsi, contrabbandandoli per i figli, i loro trenini preferiti, i teatri dei burattini, i tiri a segno per frecce e i ping pong casalinghi. lo starò a vedere, perché quest'anno non è ancora il mio turno, tu sei troppo piccolo, e i giocattoli Montessori non mi divertono più che tanto, forse perché non provo gusto a metterli in bocca, anche se l'avvertenza mi comunica che non mi andranno giù. No, debbo aspettare: due, tre, forse quattro anni. Poi verrà il mio turno, passerà la fase dell'educazione materna, tramonterà l'era del. l'orsacchiotto e sarà il momento in cui incomincerò a plasmare io, con la dolce sacrosanta violenza della patria potestas, la tua coscienza civile. E allora, Stefano... Allora ti regalerò fucili. A due canne. A ripetizione. Mitra. Cannoni. Bazooka. Sciabole. Eserciti di soldatini - in assetto di guerra. Castelli con ponti levatoi. Fortini da assediare. Casamatte, polveriere, corazzate, reattori. Mitragliatrici, pugnali, pistole a tamburo. Colt, Winchester, Rifles, Chassepots, novantuno, Garand, obici, colubrine, passavolanti, archi, fionde, ha. Ilestre, palle di piombo, catapulte, falariche, granate, baliste, spade, picchi, ramponi, alabarde e grappini di arrembaggio; e pezzi da otto, quelli del capitano Flint (in memoria di LongJohn Silver e di Ben Gun). Draghinasse, di quelle che piacevano a Don Barrej o, e lame di Toledo, di quelle che ci si fa il colpo delle tre pistole, da stendere secco il marchese di Montelimar,o la mossa del Napoletano, con cui il barone di Sigognac fulminava il primo bravaccio che tentasse di rapirgli la sua Isabella; e poi azze, partigiane, misericordie, kriss, giavellotti, scimitarre e verrettoni e bastoni animati, come quello con cui John Carradine moriva folgorato sulla terza rotaia, e chi non se ne ricorda peggio per lui. Sciabole d'arrembaggio da far impallidire Carmaux e Van Stiller, pistole arabescate che Sir James Brook non ebbe mai (sennò non si sarebbe dato per vinto di fronte alla sardonica ennesima sigaretta del portoghese); e stiletti dalla lama triangolare, come quello con cui, mentre la giornata moriva assai dolcemente a Clignancourt, il discepolo di Sir Williams diede morte al sicario Zampa, consumato che ebbe il matricidio sulla vecchia e sordida Fipart; e pere d'angoscia, di quelle che furono introdotte nella bocca del carceriere La Ramée mentre il duca di Beaufort, i peli ramati della barba resi più fascinosi dalle lunghe cure di un pettine di piombo, si allontanava a cavallo pregustando le ire del Mazarino; e bocche da fuoco caricate a chiodaglia, da sparare coi denti fatti rossi dal betel, e fucili dal calcio di madreperla, da da impugnare su corsieri arabi dal pelo lucido e dal garretto nervoso; archi rapidissimi, da far diventar verde lo sceriffo di Nottingham. e coltelli da scalpo. come ne ebbe Minnehaha o (tu che sei bilingue) Winnetou.(.......................................................................) Stefano, figlio mio, ti regalerò fucili. Perché un fucile non è un gioco. È lo spunto di un gioco. Di lì dovrai inventare una situazione, un insieme di rapporti, una dialettica di eventi. Dovrai fare pum con la bocca, e scoprirai che il gioco vale per quel che vi inserisci, non per quel .che vi trovi di confezionato. Immaginerai di distruggere dei nemici, e soddisferai a un impulso ancestrale che nessuna barba di civiltà riuscirà mai ad ottenebrarti, a meno di far di te un nevrotico pronto all'esame aziendale attraverso Rorschach. Ma ti convincerai che distruggere i nemici è una convenzione ludica, un gioco tra i giochi, e imparerai così che è pratica estranea alla realtà, di cui giocando ben conosci i limiti. Ti ripulirai di rabbie e compressioni, e sarai pronto ad accogliere altri messaggi, che non contemplano né morte né distruzione; sarà importante, anzi, che morte e distruzione ti appaiano per sempre dati di fantasia, come il lupo di cappuccetto rosso, che ciascuno di noi ha odiato senza che di qui sia nato un odio irragionevole per i cani lupo. Ma forse non è tutto qui, e non sarà tutto qui. Non ti concederò di sparare le tue colt solo a titolo di sfogo nervoso, di purificazione ludica degli istinti primordiali, rimandando a dopo, a depurazione avvenuta, la pars construens, la comunicazione dei valori. Cercherò di darti idee già mentre spari nascosto dietro una poltrona. Anzitutto non ti insegnerò a sparare agli indiani. Tiinsegnerò a sparare ai trafficanti di armi e di alcool che stanno distruggendo le riserve indiane. E agli schiavisti del sud, per cui è inteso che sparerai come uomo di Lincoln. Non ti apprenderò a tirare sui cannibali congolesi, ma sui mercanti d'avorio, e in un momento di debolezza forse ti insegnerò a cuocere in pentola il dottor Livingstone, I suppose. Giocheremo dalla parte degli Arabi contro Lawrence, che oltretutto non mi è mai sembrato un bel modello di virilità per i giovanetti dabbene, e se giocheremo ai Romani staremo dalla parte dei Galli, che erano Celti come noi piemontesi e più puliti di quel Giulio Cesare che dovrai ben presto imparare a guardar con diffidenza, perché non si tolgono le libertà a una comunità democratica dando per tutta mancia, dopo la morte, gli orti da andarci a passeggiare. Staremo dalla parte di Toro Seduto contro quel ripugnante individuo che fu il generale Custer. Dalla parte dei Boxers, naturalmente. Dalla parte di Fantomas piuttosto che da quella di Juve, troppo ligio al dovere per rifiutarsi, all'occorrerenza, di manganellare un algerino. Ma qui sto scherzando: ti insegnerò, certo, che Fantomas era cattivo, ma non verrò a raccontarti, complice della corruttrice baronessa Orczy, che la Primula Rossa era un eroe. Era uno sporco vandeano che dava noie al buon Danton e al purissimo Robespierre, e se giocheremo tu prenderai parte alla presa della Bastiglia. Saranno giochi formidabili, pensa, e li faremo insieme! Ah, volevi farci mangiare brioches? Avanti, signor Santerre, faccia rullare i tamburi, tricoteuses di tutto il mondo, sferruzzate gioiose! Oggi si gioca alla decapitazione di Maria Antonietta! Pedagogia perversa? Chi parla? Lei signore, che sta facendo film sull'eroe Fra Diavolo, grassatore se mai ve ne furono al soldo degli agrari e dei Borboni? Ha mai insegnato a suo figlio a giocare a Carlo Pisacane, o ha permesso all'istruzione elementare e al poetastro Mercantini di farlo passare agli occhi dei nostri piccoli come un biondo idiota gentile da imparare a memoria? E lei, lei che è antifascista si può dire dalla nascita, ha mai giocato con suo figlio ai partigiani? Si è mai acquattato dietro il letto fingendo di essere nelle Langhe e gridando attenzione, da destra arriva la Brigata Nera, rastrellamento, rastrellamento, si spara, fuoco sui nazi?! Lei regala a suo figlio i legnetti da costruzione e lo manda con la domestica a vedere i fIlm razzisti che esaltano la distruzione della nazione indiana. Così, caro Stefano, ti regalerò dei fucili. E ti insegnerò a giocare guerre molto complesse, in cui la verità non stia mai da una parte sola, in cui all'occorrenza si debbano organizzare degli otto settembre. Ti sfogherai, nei tuoi anni giovani, ti confonderai un poco le idee, ma ti nasceranno lentamente delle persuasioni. Poi, adulto, crederai che sia stata tutta una favola, cappuccetto rosso, cenerentola, i fucili, i cannoni, l'uomo contro l'uomo, la strega contro i sette nani, gli eserciti contro gli eserciti. Ma se per avventura, quando sarai grande, vi saranno ancora le mostruose figure dei tuoi sogni infantili, le streghe, i coboldi, le armate, le bombe, le leve obbligatorie, chissà che tu non abbia assunto una coscienza critica verso le fiabe e che non impari a muoverti criticamente nella realtà.
|
Post n°19 pubblicato il 23 Ottobre 2011 da berta1804
Il pensiero di oggi è per la scuola, l'educazione, l'omologazione e la società condizionata/ante....insomma il pensiero di oggi ruota attorno ai soliti e fondamentali interrogativi - Quale libertà e quali possibilità di essere liberi esistono all'interno della condizione umana? Ecco cosa scrive il filosofo-pedagogista Ivan Illich nei suoi due libri più famosi intorno al tema della scuola e dell'istruzione.......erano gli anni 70 ed i libri in questione sono "Descolarizzare la società - 1971" e "Distruggere la scuola - 1972".
Il male fondamentale della società contemporanea sta nel mito dell'uguaglianza che alimenta e formalmente proclama da un lato, e la effettiva disuguaglianza che produce dall'altro. Inevitabilmente la scuola è il centro di produzione dell'ideologia oppressiva e mistificante del potere politico e socio-economico: poiché non è possibile riformarla, bisogna abolirla. Per questo l'attuale è l'era della "descolarizzazione": la cultura non è che una merce, venduta in un luogo chiamato scuola, distribuita dagli insegnanti, consumata dagli allievi che ne restano indottrinati e condizionati. Il vero programma della scuola, occulto dietro quello apparente, è di inculcare la passività e di indurre al consumo "obbligatorio e competitivo" di una cultura fittizia e mistificante a fini di promozione e successo sociale. Poiché la scuola tende ad autoaccreditarsi come unica fonte di acculturazione per un efficace inserimento in un apparato economico fondato sul profitto e sullo sfruttamento, essa costituisce il cuore del sistema di riproduzione sociale. Con la sua eliminazione l'intero sistema entrerà in una crisi irreversibile da cui potrà emergere una società più libera: il progetto pedagogico si intreccia fino all'identificazione con quello di rivoluzione politico-sociale. In alternativa alla scuola si potranno proporre momenti formativi immersi nel sociale, cosicché l'individuo sia educato a contatto con l'esperienza, in un modo più diretto, umano e libero. Occorre sostituire alle aule e algli ambienti scolastici tradizionali strutture aperte: luoghi appositi per l'apprendimento formale (biblioteche, laboratori ecc.) e per l'apprendimento diretto tramite l'esperienza (botteghe, fabbriche ecc.).; iniziative e strumenti per mettere in contatto chi insegna e chi desidera imparare, anche per poter effettuare scambi di competenze; libera socializzazione mediante la formazione di gruppi di lavoro; creazione di un "annuario degli educatori" per la scelta degli esperti di cui avvalersi in base ai propri bisogni. L'intero progetto auspica la creazione di una "nuova convivialità" come fonte di democrazia, presuppone cioè che la società diventi luogo di scambio, di confronto e di contatti in modo che gli individui possano, attraverso anche un uso non alienante e più critico dei mezzi di comunicazione, liberamente scegliere tra diverse offerte formative nei modi e nei tempi rispondenti alle loro esigenze.
|
Post n°18 pubblicato il 12 Ottobre 2011 da berta1804
Ho trovato questa analisi di Mariapaola Fimiani sul pensiero di M.Foucault (grande filiosofo, saggista e definizione che più mi piace "archeologo del sapere") in relazione al potere tratta dal libro La microfisica del potere". Un'analisi che mette in luce come il potere per essere tale debba servirsi di strade capillari e non maestre, di un'architettura di controllo a "panopticon", di una speciale disposizione di sorveglianza, dove tutti sono visibili da un punto, il quale, da parte sua, si sottrae alla visibilità: chi è osservato non può mai, a sua volta, osservare chi osserva. Vorrei condividerla con voi...................
"Foucault riassume con forza la necessità di avviare l'analisi del potere per altre vie, rispetto a quella tracciata dalla tradizione. Enuncia, così,lo spostamento dalla concezione del potere come potere repressivo, come potere d'interdizione, a quella di un potere produttivo, amministratore, che opera e manovra piuttosto che obbligare e impedire. Il potere non reprime ma sollecita. Esso s'infiltra nei corpi, nelle anime, nelle vite, attraversa le molecole dell'intero corpo sociale, secondo procedure che non si lasciano immediatamente afferrare, come gli strumenti di una riconoscibile sovranità, ma conservano una loro invisibilità e un loro anonimato. Le tecniche del potere microfisico sono dispositivi multipli di controllo e di disciplinamento dei punti micrologici del tessuto sociale.
ps: il libro "la microfisica del potere" attualmente non è edito da nessuna casa editrice italiana, non si trova a comprare nè in libreria nè su internet....forse perchè è un libro scomodo, molto scomodo al potere. Chi avesse notizia su dove/come è possibile acquistare una qualsiasi edizione di questo libro è pregato di contattarmi. |
Post n°17 pubblicato il 01 Settembre 2011 da berta1804
a settembre mi ritrovo a pensare al ciclo continuo della vita...ma perchè? eterno ritorno, eterno fluire, eterno ritrovar-si. Settembre è il mese che fa da specchio all'intero calendario, caleidoscopio del tempo trascorso rimanda le immagini frammentate del passato e le ricompone precise nel futuro...che spero mi riserverà tanti altri settembre.
Ahi settembre mi dirai quanti amori porterai Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull' età,
|
Post n°16 pubblicato il 01 Settembre 2011 da berta1804
|
Post n°15 pubblicato il 14 Agosto 2010 da berta1804
Sii paziente verso tutto ciò Rainer Maria Rilke
|
Post n°14 pubblicato il 13 Agosto 2010 da berta1804
Una giornata d'estate in mezzo a tante facce diverse..........svariate forme di possibilità umane; C'è chi ride, chi guarda, chi beve, chi mangia, chi gioca, chi suona, chi nuota, chi bacia, chi corre, chi sta fermo, chi sta in piedi, chi è sdraiato, chi non vede, chi vede troppo, chi è timido e si nasconde dietro il suo viso da mostrare, chi è pazzo, siamo tutti pazzi, chi è bello, siamo tutti belli, chi balla, siamo tutti in ballo perchè siamo felici di RE-INCONTRARCI, di vivere un segmento piccolissimo del tempo che ci è concesso. INSIEME. Uomini, donne, bambini, mezzi uomini, mezze donne, bambini, animali, pesci, acqua nell'aria e acqua nell'acqua, luce, sole, buio, prima caldo poi tremendemente freddo; Fortuna che il fuoco non serve solo a cuocere in estate: Il fuoco Scalda......quando si è capaci di scavalcarla, l'estate. STELLE. ???........ mai viste eppur c'erano!!! suoni, chitarre, VINO, tanto vino, cibo, erba, prato, follia, fantasia, dolori addominali per il troppo ridere, dolori per la troppa umidità, dolori per la mancanza di qualcuno che non è potuto venire perchè ALTROVE. e poi parole, frasi, senso e controsenso, controsensi, contropenso. RISVEGLIO. Siamo ancora tutti...ci contiamo e continuiamo il gioco........... GRAZIE SAN LORENZO per la prima volta non ho visto le tue stelle in cielo.....ma in terra. PIANTATE e MORTALI...... UOMINI....... POSSIBILITA' UMANE. 10 Agosto 2010 Alberto Giovannini |
Post n°13 pubblicato il 31 Luglio 2010 da berta1804
In Tempi Moderni 1936 si capiva già, e molto bene, dove avrebbe portato il progresso tecnologico. Si capiva che la tecnologia non sarebbe servita a rendere l'uomo più libero, a snellire il lavoro fisico, ad aumentare la produzione in funzione di un arricchimento della società TUTTA, ma semplicemente a rendere l'uomo ancor più schiavo, ad arricchire sempre più i padroni, a rendere più veloce e fulminante il delirio della produzione capitalistica. FUMO NEGLI OCCHI e lacrime. Come magnificamente riportato nella bellissima pellicola di Chaplin è l'uomo stesso a rimanere ingoiato nagli ingranaggi delle macchine rotative. Quell'uomo sono io, siete voi, siamo noi tutti ...74 anni dopo nulla è cambiato...tutto è semplicemente peggiorato. Non c'è forse più il fumo negli occhi ................ma rimangono le lacrime |
Post n°12 pubblicato il 30 Luglio 2010 da berta1804
Un particolare numero sembra determinare la lunghezza dei fiumi che formano meandri. Il prof Hans Stolum, uno scienziato della terra dell'università di Cambridge, ha calcolato il rapporto tra la lunghezza effettiva dei fiumi dalla sorgente alla foce e la loro lunghezza in linea d'aria. Anche se il rapporto varia tra un fiume e un altro, il valore medio è leggermente superiore a 3, cioè la lunghezza effettiva è circa 3 volte maggiore della distanza diretta in linea d'aria. In realtà il rapporto è circa 3,14 , che è il valore approssimato di pi greco ossia del rapporto tra la circonferenza e di diametro del cerchio. Da "L'ultimo teorema di Fermat" di S. Singh, editore Rizzoli
Spero che questo piccolo viaggio tra scienza, natura e numeri vi abbia appassionato. Io ho entrambi i libri che ho citato e quando ho letto "L'ultimo teorema di Fermat", mi sono subito ricordato della citazione di Baricco (che lessi qualche anno prima) e sono rimasto affascinato da come una cosa curiosa come questa possa essere raccontata in due modi così diversi ma al contempo appassionante. E' per questo che ho voluto rendervi partecipi di questa mia piccola digressione matematica. Come avrete notato nessuno dei due scrittori ha spiegato ancora come mai sembra esserci questa relazione tra fiumi e pi greco. Io penso che la soluzione sia potenzialmente semplice ma al contempo non così intuitiva come si può credere. Ovviamente, come noto, un fiume non compirà mai un tragitto in linea retta, bensì un percorso più o meno tortuoso (sinuosity) che potrà dipendere da diversi fattori, come le asperità del terreno, la sua pendenza e i vari ostacoli che si potranno incontrare lungo il tragitto. Se disegniamo il percorso di un fiume qualsiasi confrontandolo con quello che avrebbe dovuto avere in teoria per percorrere la strada più corta (ovvero, compiendo un moto inerziale e unidimensionale, in linea retta), avremo un percorso che sa un po' di moto caotico di tipo browniano. E ora, entra in ballo la teoria delle probabilità (in particolare il concetto che asserisce che la frequenza tende ad assumere valori prossimi alla probabilità teorica), poiché maggiore è la lunghezza del percorso, e quindi della linea retta AB, maggiori sono le probabilità che il percorso che percorrerà il fiume sia della stessa lunghezza nella parte superiore della linea (area viola) e nella parte inferiore (area verde). Inizialmente ho subito pensato, in uno slancio di semplicismo, che in un fiume idealmente infinito, se uniamo tutti i micro-percorsi delle due aree, avremmo avuto (almeno per come riuscivo ad immaginare) che le due parti si potevano trasformare in due semicerchi uguali che messi insieme, ovviamente, formavano un cerchio. A questo punto, in nostro aiuto, interviene la geometrica euclidea che ci insegna che la circonferenza di un cerchio è pari a: C=2 * π * r Dato che 2r altro non è che il diametro del cerchio e, nel nostro caso, la lunghezza della linea retta AB, 2r = AB E' evidente che, per fiumi idealmente infiniti, e in pratica molto lunghi, il rapporto tra Circonferenza (lunghezza reale del fiume) e il diametro (la linea retta ideale AB) sia proprio uguale a pi greco! C/2r = π = 3,14 Questo per un fiume idealmente infinito; ovviamente lo stesso può avvenire, con uno scarto di errore minimo, per fiume molto lunghi (come il Po, il Mississipi o il Rio delle Amazzoni), mentre potrebbe non verificarsi per i fiumi più corti. Ma questa non è una legge: è solo una probabilità che si verifichi perché se un fiume molto lungo attraversa una zona morfologicamente ricca di ostacoli da una sola lato di quella famosa area che traccia la nostra ipotetica linea retta, i nostri calcoli potrebbero non tornare. Infatti, lo stesso scienziato Hans-Henrik Stolum citato da Simon Singh affermava che il rapporto di pi greco si trova più comunemente in quei fiumi che scorrono attraverso pianure che hanno un dislivello molto tenue, come i fiumi in Brasile o nella tundra siberiana. Il problema, però, risulta molto più complesso di questa mia prima intuizione che, per quanto affascinante e semplice non è scientificamente esatta. .....MA A ME PIACE PENSARLA COSI', ANZI A NOI PIACE PENSARLO ANCORA DIETRO AL MOTORE MENTRE FA CORRER VIA LA MACCHINA A VAPORE = C/d = C/2r Pi è un numero irrazionale e trascendente. Ecco le sue prime 999 cifre decimali. Le prime 999 cifre di pi greco. 3.141592653589793238462643383279502884197169399375
|
Post n°11 pubblicato il 28 Luglio 2010 da berta1804
Chi abbraccia una donna è Adamo. La donna è Eva. J.L.BORGES |
Post n°10 pubblicato il 28 Luglio 2010 da berta1804
Immaginate una strada di notte,una strada di notte d'inverno, una delle tante di una qualsiasi metropoli del mondo., una strada dove corrono macchine, camion, luci e clacson, immaginate di percorrere quella strada fino al termine, fine all'ultimo lampione, fino all'ultimo semaforo, fino all'ultimo stop e di fermarvi soltanto per delle piccole pause, per bere e per pisciare! Entrate in un bar e chiedete del burbon secco senza ghiaccio perché fuori fa già abbastanza freddo e le mani della tua donna quando ti ha lasciato in fondo alle scale erano molto più fredde del ghiaccio...scasch...giù te lo bevi di un sorso e quando lo stai già chiedendo un altro ti accorgi di un tipo piegato su un piano, con un cappello in testa e molto fumo attorno, un contrabasso alle sue spalle ed altri due o tre musicisti vicino a lui quasi nascosti. Cosa vorresti che suonasse? Cosa ci vorrebbe per farti muovere le dita sul bancone, cosa dovrebbe cantare per farti muovere i piedi e scaldarli finalmente, scaldare le tue gambe, scaldare il tuo viso fino a farlo sorridere! Io lo so cosa ci vorrebbe! Un pezzo lento ma ben ritmato, un pezzo di blues, un blues notturno, un blues metropolitano, un blues che ti rimetta in moto in questa notte ancora lunga e tutta da percorrere. Questo pezzo sarebbe perfetto:
Sweet Little Bullet From A Pretty Blue Gun La cameriera è bellissima, si muove tra i tavoli come una macchina all'autoscontro del luna park, fa di tutto per non lasciarsi toccare eppure continua a girare, ad attirare l'attenzione, adora farsi guardare, è la moneta che più la ripaga e non quei 4 spicci che le da il padrone a fine giornata. Vorrei prenderla sulle mie braccia e portarla fuori, lontano di qui, con la mia macchina, la mia cadillac gialla, ma sono troppo vecchio e anche troppo ubriaco per farla innamorare di me, per farla divertire, per farle vedere una parte diversa di mondo, un mondo a colori che non si deve intuire, dove il cielo è azzurro e il prato è verde, come i suoi occhi, proprio come i suoi occhi........................
ALL THE WORLD IS A GREEN Un tipo mi guarda male, non so per quale motivo, ma in questo mondo notturno c'è sempre qualcuno pronto a litigare con te, a prenderti a pugni, è una sorta di legge non scritta, quando meno te lo aspetti ti trovi con il naso rotto sanguinante, un fazzoletto bianco che qualcuno ti allunga da dietro le spalle e tutto passa....ma questa è la notte metropolitana con le sue regole e gli attori sono sempre gli stessi, taxisti, prostitute, papponi, alcolizzati, banditi e metronotte,vecchi miliardari allo sbando e malati di mente, uomini soli che fumano, sputano, bevono e si illudono, si illudono che il mondo non è poi così cattivo se riescono a starci ancora in piedi, ad attraversarlo, ma non sanno che loro sopravvivono in questo mondo semplicemente perché le regole di questo paese di merda così vogliono, perché prima di essere uomini queste persone sono clienti, consumatori, sono prodotto interno lordo, la loro disperazione si trasforma in denaro, denaro che passa dalle tasche dei molti alle casseforti dei pochi. E' questo il mondo della metropoli, un supermercato di illusioni
Me ne devo andare, lascio nelle mani del barista due dollari di mancia e sono già fuori sulla mia macchina, l'unica cosa che mi è rimasta, 4 ruote, un volante e l'acceleratore da spingere con il piede. La notte non è mai buia qui in città, le luci dei locali ti segnano la rotta da seguire, il vento soffia sempre nella stessa direzione e ti spinge ad andare oltre, a percorrerla tutta la città, fino all'ultimo semaforo, fino all'ultimo stop, fino all'ultimo lampione. Dal finestrino il panorama è sempre lo stesso, uomini e donne senza volto traboccanti di disperazione, si scambiano di tutto, soldi, droga, baci..... si scambiano tutto, meno che l'affetto! Vorrei fuggire da qui, ma non so proprio dove andare, i miei pensieri mi rincorrono ma io invece di scappare li aspetto e cerco di cambiarli, di farli tornare buoni. Faccio un gioco, il gioco delle domande. È un gioco che faccio fin da quando ero piccolino, faccio delle domande e le lascio andare nella mia mente, non cerco delle risposte, chi ha detto che le domande debbano avere sempre delle risposte, le mie domanda senza
risposte servono ad allegerire la mia vita, a farla scivolare via meglio ...e allora mi chiedo??
*C'è uno scarico in fondo all'oceano? Che cosa direbbe un giornale all'idea di diventare cartapesta? Davvero Ella Fitzgerald è riuscita a rompere un bicchiere con la voce?
*Da un'intervista a Tom Waits
No mi sa che stanotte non serve, non mi rilassano nemmeno le mie domande! So io di cosa ho bisogno, ho bisogno di bere, e lì davanti a me c'è il miglior locale della città con della bella musica e più di 100 marche di whisky diverse. È giunta l'ora di fermarsi di nuovo. L'aria di questo locale è fantastica. Tutto sembra a posto, la gente è composta, elegante, e il modo in cui sorride il proprietario fa pensare che stanotte gli sono passati molti bigletti verdi tra le mani, il sigaro cucito in bocca è ancora spento forse aspetta il momento più opportuno per dedicarsi al gusto del tabacco, un cubano di 30 cm tra le labbra è segno di potere e il potere qui dentro è lui. Le ragazze lo sanno bene ed ordinano champagne come fosse acqua minerale. Ma dove lo mettono tutto questo champagne, mi sono sempre chiesto, queste femmine secche come alici?......ehh...... .naturalmente non ho mai cercato la risposta! Vanno a avanti a champagne e coca, è impossibile incontrarle di giorno perché di giorno loro dormono, si nascondono dentro le loro case per uscire soltanto la notte a succhiare il sangue dei loro simili più stupidi. Che strano modo hanno le donne di interpretare il loro ruolo di animale debole e sensibile. Ti pugnalano alla schiena prima ancora che tu ti sia voltato. Il mio giro deve continuare, non posso fermarmi a lungo nemmeno qui, devo arrivare all'ultimo stop della città, me lo sono promesso devo andare avanti ancora un po'......... Esco dal locale, esco dalla porta di servizio e........... cazzo la mia macchina non c'è più! In questo paese ti fottono via ogni cosa se non stai attento e stasera io sono tutto fuorchè attento. Domani dovrò avvertire la polizia, l' assicurazione e soprattutto la mia ex moglie, domani è venerdi ed avevo un appuntamento con mio figlio per portarlo a scuola e poi al parco. Cazzo ma perché tutto gira storto, chiamo un taxi, il mio viaggio deve continuare e se non lo posso fare con la mia macchina, la mia cadillac gialla, lo farò con quella di qualcun altro. Il tassista è indiano però ha una bella macchina, gli spiego che voglio percorrere le vie della città fino alla fine, perlomeno fino all'alba e lui accetta pensando che sia pazzo, io lo guardo e gli dico: "non sono pazzo"! sono semplicemente solo in questo mondo
Ha cominciato a piovere, le gocce d'acqua scivolano sul finestrino in modo scomposto, l'aria calda della macchina mi aiuta a non sentire freddo, l'autista indiano mi fa alcune domande a cui non rispondo, non mi piacciono le risposte, mi tengo le sue domande e le unisco alle mie, alle innumerevoli mie domande per continuare il gioco che tiene a bada i miei nervi, così mi chiedo: Quale è il sistema migliore per evitare che il pane diventi secco? Quale è il sinonimo di sinonimo? Adamo aveva un ombelico? Come si fa a sapere se una parola nel dizionario è scritta sbagliatà? Le pallottole sanno a chi sono destinate?
All'improvviso vedo una cosa che mi distrae dal mio gioco mentale, una cadillac gialla ci sorpassa, c'è un uomo al volante, curvo, stanco, ma rapido nel sorpasso e veloce nell'andatura, urlo al tassita di raggiungerlo o perlomeno di seguirlo e lui mi fa cenno col capo spingendo sull'acceleratore. Lo seguiamo per tutta la città, bruciamo semafori, saltiamo gli stop, usciamo di strada più di una volta ma gli stiamo addosso. Poi a un certo punto... pffui....scompare, svanisce nel traffico dell'alba. L'altra metà della città si è svegliata, si è messa in moto, la parte buona della società ha issato le vele per andare a lavorare, a produrre la parte mancante di prodotto interno lordo, riempiranno gli uffici, le banche, le assicurzioni, i fast food, riempiranno gli ospedali, le fabbriche, le concessionarie di auto e di moto, riempiranno i supermercati, gli alberghi, le palestre, le poste. Si muoveranno, bruceranno, calpesteranno ogni angolo della città, faranno rumore sotto la luce del sole, si ameranno si odieranno, si arricchiranno o perderanno tutto, ma quel che conta è che resteranno soli, ciò che avviene nella metropoli di notte si ripete in altro modo nella metropoli di giorno .........resteranno esseri totalmente soli anche loro alla ricerca di un ultimo lampione e di un ultimo stop.
................................................Invitation to the blues
Vi è piaciuta la storia? é una domanda! Non voglio una risposta, vi ho già detto che non mi piacciono le risposte, vi ho fatto soltanto una domanda! Vi è piaciuta la storia? Cosa avete fatto mentre la ascoltavate? Avete piccchiettato le dita sulla tastiera del vostro computer? Vi siete addormentati? Avete sognato? Avete girovagato per casa in attesa che finisse questo strazio? Beh non importa quel che avete fatto, ciò che conta è che la storia si è compiuta, ora siete liberi, liberi di uscire, di tornare a casa, di riabbracciare vostra madre o vostra moglie, di preparare la cena o di ordinare una pizza, siete liberi di prendere la vostra macchina, di partire, siete liberi di cercare la vostra giusta direzione, il vostro ultimo lampione, il vostro ultimo stop... Alberto Giovannini
|
Post n°9 pubblicato il 28 Luglio 2010 da berta1804
I was doing time in the universal mind. |
Inviato da: cherytamtam
il 22/10/2010 alle 21:04
Inviato da: filodineve
il 22/09/2010 alle 11:19
Inviato da: SO_FASI
il 06/08/2010 alle 17:16
Inviato da: DonZaukerVsCaganano
il 30/07/2010 alle 18:14
Inviato da: berta1804
il 28/07/2010 alle 11:02