Un Faro Nella Notte

Ho visto "Soffio" qualche settimana fa. Non mi è piaciuto particolarmente. L'ho trovato un po' povero, un po' insignificante. Bellissima (perché altamente teatrale e geometrica) la scena finale. Solo quella.

Sì, Monnalisa, tecnicamente ti devo dare ragione: la storia è un po’ improbabile e alquanto surreale e la sceneggiatura povera. Ma anche se, obiettivamente, rilevo gli aspetti oggettivi, le lacune, le inesattezze, la povertà di contenuti, quando guardo un film, non mi siedo mai in poltrona in qualità di critico letterario (lascio il compito a chi è nel settore e a chi ha più cultura e conoscenza di me), ma solo come “contenitore” di emozioni da vivere. Io ho bisogno di “entrare” nell’anima dei protagonisti, vivere le loro emozioni, i loro pensieri, le loro azioni e i loro perché scatenanti.
Io in “Soffio” ero dentro la protagonista, nel suo dolore chiuso per il tradimento del marito, nei suoi silenzi in casa e nel suo cantare, invece, in carcere, nella sua passione verso un uomo impossibile, nella sua disperazione/amore nel voler farlo morire tra le sue braccia con un lungo bacio soffocante… Ero nella gelosia del compagno di cella del protagonista, nella sua sofferenza nel sentirsi messo da parte, nella sua disperazione/amore, identica a quella della donna, nel farlo morire tra le sue braccia, nelle loro lacrime finali.
Io il film l'ho vissuto... Io ho realmente sofferto con tutti loro.
Riconosco, pertanto, l’assoluta soggettività di un mio giudizio.

A volte il soffio che ci spinge a quanto non avremmo mai immaginato arriva per strade impensabili.... si dice che in cinese non esiste il termine "crisi" e si rende come rischio + opportunità. Credo che ogni crisi, come quella che descrivi nel film, possa essere anche un punto di partenza per prendere coraggio, per prendere coscienza. A presto!

Nel ricambiare la visita che hai fatto al mio spazio, scopro (anche se di fretta perchè lavoro) un bel blog. Ti lascio il mio saluto e l'augurio di una felice giornata. Andre

Ti ringrazio, anche se più che un blog io lo definirei un block-notes dove poter fissare appunti di sensazioni e frammenti di emozioni...
Ho l'abitudine di lasciare sempre le porte aperte... Puoi tornare quando vuoi... :-)

Deliziosa l'immagine del block notes. Premetto che non ho visto il film e quindi non poss esprimere un giudizio su di esso. Però posso dire, riprendendo le annotazioni che hai fatto tu, che sono persona che alle parole urlate preferisce il silenzio delle parole non dette. A volte lo considero un pregio, altre un limite. Ti auguro una felice domenica. Un sorriso. Andre