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Post n°109 pubblicato il 17 Gennaio 2013 da phyjay
Io credo di avere perso completamente un pezzo di me. Mi sento come se un giorno una me abbia detto: "senti, vado un attimo a comprare le sigarette e torno". E poi non è più tornata. E tenendo conto che nessuna me ha mai fumato, è abbastanza sospetto. In più, la me che se n'è andata è quella che mi piaceva di più; quella che è rimasta mi sta veramente sulle palle. Mi ricordo esattamente anche il giorno in cui se n'è andata: era il 18 Luglio 2010 ed è stato l'istante in cui, per la prima volta, ho calato le corna e accettato un compromesso morale, anzi, immorale. Da quel momento, è cominciata la valanga e non si è più fermata e ha travolto tutto. Ho accettato compromessi con lui, con la nostra relazione, con la gente e, peggio di tutto, con me stessa. Solo che io mi vedo e lo so cosa faccio e quello che provo dopo che ho calato le corna e non mi piace, mi fa male, mi fa sentire come sa ad ogni battito di cuore si staccasse una scaglia e fra poco resteranno solo filamenti inutili. Non so come la gente non si accorga di quanto io sia cambiata o, forse, vivo ancora nella scia della me che mi ha mandata a fanculo perché QUELLA era bella e forte e combattiva ed energica; QUESTA è una debole, frignona, arrendevole, imbelle rompicoglioni! O, forse, non se ne accorgono perché mi vergogno talmente tanto di quello che sono diventata che continuo a far finta di essere com'ero e, visto che c'è sempre la mia faccia su questo cuore, chi potrebbe/vorrebbe notare la differenza? E' brutto perdersi, non mi riconosco, non riconosco le mie reazioni alle cose che succedono e quindi non riesco più a valutare le conseguenze e faccio una minchiata dietro l'altra e più ne faccio più cerco di riparare in modi che non sono miei. Chi sono? Mi volevo bene, mi stavo simpatica, sapevo stare con me stessa senza sentirmi sola. Ora, no. Mi sento come il Visconte dimezzato e la mezza parte che è rimasta è quella cattiva. Chissà se qualcuno troverà l'altra e mi aiuterà a ricucirmela addosso. |
Post n°108 pubblicato il 26 Dicembre 2012 da phyjay
Per avermi permesso, una volta tanto, di essere io con te e non tu con me Per la persona che sei (bella o buona, come preferisci) Per la memoria eidetica e la disposofobia e 2001 Odissea nello spazio E anche per il tuo narcisismo
E’ stato come fare l’amore. Quando mi parlavi potevo sentire davvero le tue mani su di me, sui miei fianchi, sulla schiena, fra i capelli. Le tue parole mi accarezzavano e, quando sussurravi, erano sospiri sul mio collo e sulle mie labbra. Forse perché ero a letto, al caldo sotto il mio piumone, con gli occhi chiusi e assonnata, come in un sogno; forse la tua voce dolce, le tue emozioni, la tua nudità; non ti avevo mai sentito così vicino. E, a dirla tutta, mi hai tenuta in uno stato di eccitazione lieve e tenace, che partiva dallo stomaco e si spandeva per tutto il corpo. Per tutto il tempo, ho tremato. E’ stato come fare l’amore. Eri lì con me, seppur lontano…molto forte, incredibilmente vicino. |
Post n°107 pubblicato il 13 Novembre 2010 da phyjay
Ho sempre snobbato le crociere, come se io fossi troppo figa per accollarmi una vacanza adatta a pensionati e coppie smielose in viaggio di nozze. E invece devo ricredermi. Oddio, è vero che ci sono dei lati negativi, come in tutte le cose d’altronde. Ad esempio il fatto che sei chiuso con altre 3000 persone in un ambiente che, per quanto grande, è limitato e non te ne puoi andare da nessuna parte se non lì…una specie di gigantesca prigione luccicante e lussuosa; o anche che sei costretto a vedere i posti che dicono loro, nei tempi che dicono loro, con le modalità che dicono loro e quindi automaticamente ti ritrovi quasi sempre in una bolgia in cui la solitudine non è contemplata; e c’è sempre una fila da fare per salire in autobus o entrare nell’idromassaggio o mangiare al buffet. Insomma, in un certo senso troppa vita sociale se vuoi approfittare di tutto quello che la vacanza ti offre. Ma naturalmente puoi fuggire dalla massa e trovare un angolo nella nave che può essere solo tuo o scegliere un momento per scendere dalla nave in cui tutti sono già andati via. Puoi persino riuscire a evitare l’animazione che non è tormentosa e invadente come nei villaggi turistici in cui sei trascinato nella pista da ballo o nei giochi anche se è chiaro a tutti che preferiresti morire piuttosto che alzarti dalla sedia. Quindi sì, sicuramente ci sono degli aspetti negativi, ma devo dire che sono ampiamente compensati. Per esempio sono tutti sorridenti e gentili e disponibili e non in un modo artefatto, ma proprio lo senti che sono tutti deliziosi, dai camerieri al ristorante, al bar, al buffet al personale della palestra, ai musicisti, ai croupier, ai tizi che rifanno le stanze. E proprio loro sono i migliori, sempre di una squisitezza che fa impressione, che non te l’aspetti che siano così sorridenti e la stanza rifatta ogni volta che ne esci. Ti coccolano proprio. Ogni singola persona (quindi ben 3000 cristiani) è considerata speciale e degna di tutte le attenzioni possibili. Poi il cibo: il cibo è tanto, tantissimo, troppo. Puoi mangiare a tutte le ore del giorno e della notte e pare male non farlo, con tutti quei vassoi sempre colmi di prelibatezze; quindi mangi fino a scoppiare e ti sembra lo stesso di avere fame. Immagino sia per questo che hanno creato una delle palestre più belle che abbia mai visto, con tutti gli attrezzi più moderni ed efficienti che stimolano muscoli che non pensavo manco di avere. E naturalmente, non possono mancare piscine, idromassaggi (almeno 7 vasche distribuite in tutta la nave), sauna e bagno turco. Veramente ineccepibile. I posti: naturalmente sono scelti col massimo della cura e nel totale rispetto dei sondaggi di mercato. Sono tutti posti di una bellezza stupefacente e quindi, come globalizzazione impone, totalmente invasi da turisti e negozi per turisti in cui i souvenir sono uguali a quelli che trovi a Parigi (solo che nel magnete c’è scritto Santorini invece che Parigi). Ma questo non toglie che ti godi un panorama da sogno, il mare è ancora cristallino e pieno di pesci, che l’isola e i villaggi sono perfettamente conservati e confezionati per essere mostrati al mondo nel loro splendore e sono sicura che, avendo tempo, si potrebbe trovare un microcosmo in cui ci sono botteghine e vie e piazzole non contaminate dallo sguardo e dalle scarpe da tennis di orde di turisti. Cos’altro? Ah, beh, certamente le persone. La gente che va in crociera non è speciale, ma è abbastanza categorizzabile. Le tre principali categorie sono: i pensionati che amano farsi coccolare e viaggiare senza per forza doversi stancare troppo; le coppiette in viaggio di nozze o in viaggio anniversario o in viaggio rinnovo voti d’amore, insomma, due piccioncini che vogliono avere la vacanza romantica, ma non necessariamente solitaria, rilassante, ma anche vedere posti belli, con l’animazione se sono annoiati e non sanno che fare, ma che può essere rifuggita facilmente se hanno voglia di coccole – sì, decisamente la crociera E’ il viaggio di nozze per eccellenza! Infine le famiglie con figli, i quali sono tutti prontamente sbolognati ai santi animatori permettendo così ai genitori di rilassarsi e prendersi per la mano senza che i figlioli si intromettano nel loro dimenticato, forse ritrovato, amore. Poi ci sono delle categorie meno popolate, ma pur sempre presenti: i gruppi di amici, suddivisi a loro volta in due categorie: coppie che vanno in vacanza con altre coppie amiche e amici-branco (tipicamente 2 max 3 esemplari di sesso maschile) che vanno a caccia; le signore zitelle che hanno deciso di tentare un ultimo colpo di coda; infine ci siamo io e M, una coppia non coppia che si è ritrovata seduta in un tavolo di sposini, non considerati dai freschi amanti perché non coppia e non considerati dai single perché pur sempre insieme. E poi – gggesù – M! Cosa avrebbe fatto se fosse andato senza di me o con uno della sua specie? Ecco, lui forse sarebbe uno dei pochi che, pur nella crociera, sarebbe stato capace di essere solo. Finalmente, in questa vacanza, ho dato un nome a lui, e quindi anche a quelli della sua razza, con un acronimo (di cui vado molto orgogliosa) che sintetizza i tratti fondamentali della sua interazione con la società:
S = Snob T = Timido A = Asociale N = Nerd C = Comunista
Poi ne ho trovato un altro che descrive lui in senso stretto, e anche di questo vado molto orgogliosa, soprattutto tenendo conto che gli aggettivi si sono aggiunti uno dopo l’altro in ordine sparso a partire dal suo primo passo mosso a Venezia fino ad un’ultima caratteristica rivelatasi in terra ellenica. Al contrario STANC è stata una creazione estemporanea ispirata da Dubrovnic e da una discussione a proposito dell’animatrice tettona e di quella simpatica ma bruttina (…maschi). Ad ogni modo è stato sentenziato che M è uno SCROLL, ovvero Scassaminchia, Cacasotto, Rincoglionito, Ossessivo, Lento, Leccaculo. Detto questo, aggiungerei giusto qualche considerazione sulle mie giornate e sui posti che abbiamo visto:
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Post n°106 pubblicato il 21 Ottobre 2010 da phyjay
E’ possibile che il problema stia tutto nel modo in cui sono fatta. Ho bisogno di spazio, non mi piace dover rendere conto e organizzare il mio tempo in funzione di qualcuno che non sia “Io”, non mi piace che qualcuno viva in funzione mia, non mi piace essere responsabile di qualcuno, non mi piace essere dipendente da qualcuno o che qualcuno dipenda da me. Ho bisogno di attenzioni, tante tantissime attenzioni e, se sono sola, dedico il 100% di me a me e ho tutte le attenzioni che mi servono, ma se sto con qualcuno ho questo infausto vizio di dedicarmi quasi completamente all’altro e ben poco a me, il che renderebbe necessario che l’altro saturi il mio bisogno con le sue attenzioni, cosa che, essendo gli uomini fatti in una certa maniera, è geneticamente impossibile. Quindi succede che mi ritrovo in catastrofica carenza di attenzioni, che porta a smania, che porta a frustrazione, che porta a tristezza, che porta a rabbia, che porta a irrazionalità e isteria, che porta alla rottura della relazione. Indi per cui dovrei stare sola. A quanto pare non sono progettata per essere una mezza mela. Sarò un limone o un pompelmo...facciamo un pompelmo, ché a volte se ne trova qualcuno dolciastro. |
Post n°105 pubblicato il 08 Settembre 2010 da phyjay
Che “Sex and the city 2” sia una ciofeca epica è stato già detto e ridetto in varie salse, quindi non lo ripeterò. Però, alla fine di questo secondo film, ho avuto una rivelazione (probabilmente un po’ a scoppio ritardato, ma che posso farci? Sono lenta): è un telefilm/film maschilista. Quattro donne di successo che rompono le palle per 10 anni facendo le fighe e tirandosi a lucido per cosa? Uomini. 10 serie di caccia all’uomo, finché non sono finite maritate con figli che, a quanto pare, è l’aspirazione di ogni donna, dalla casalinga disperata alla scrittrice/avvocatessa/manager/criricadarte di successo. Sarà che mi sono persa qualche dettaglio per strada, ma mi pareva che la serie fosse cominciata con una orgogliosissima dichiarazione d’indipendenza delle donne: “Carrie e le sue amiche giurano di smettere di preoccuparsi di trovare l’uomo perfetto e di cominciare a fare sesso come gli uomini”. Beh, ad eccezione di Charlotte, naturalmente. Ma almeno lei è una ragazzina romanticheggiante che sogna matrimoni e figli fin dalla prima puntata, quindi che poi finisca sposata con un pelato e peloso ebreo, adotti una bambina cinese, ne sforni una tutta sua e assuma una baby-sitter lesbica con due tette da oscar play-boy non stupisce nessuno (matrù come suona razzista sta frase: ci mancano i neri e i terroni poi ho fatto l'en plein!!). Ma che Miranda, avvocatessa in carriera con ambizioni di socio fondatore, si ritrovi felicemente sposata e figliata con un monopalla che le ha messo le corna perché lei pensava solo al lavoro e non si depilava l’inguine da mesi con conseguente moquette respingi-uomini, questo mi irrita un po’. E che Carrie finisse a guardare un film in bianco e nero romanticamente distesa con l’uomo che l’ha torturata per 10 serie essendosi pure sposato con una modella (e il vero interrogativo è dove cazzo gli è venuto in mente di tornare con quel cesso ambulante di Carrie, perché, checché se ne dica, Louis Vuitton e Chanel non migliorano quel naso ondulato e quell’espressione fastidiosissima di ingenua pompinaretta che, ritrovandosi un pene in bocca, esclama: “uh, com’è finito qui? Sarò precipitata dalle mie Manolo Blahnik e mi sarò appesa a questa sporgenza dei tuoi pantaloni e, mentre tentavo di rialzarmi, mi si sono incastrati i capelli e già che ero lì…beh sai com’è, avevo da scrivere un articolo per la mia rivista, mi serviva materiale…”), insomma, che questa si maritasse anch’ella con uno che non ne voleva sapere neanche a brodo di matrimoni (forse per questo era già stato sposato due volte?) dopo 10 anni di trombate a destra e a manca per affermare la sua femminilità (?) e indipendenza (o dipendenza?)…beh, questo mi ha proprio fatto girare le palle. L’unica che resta fedele al suo credo, il più sublime e nobile ideale, il sesso sacrosanto e benedetto, con o senza sentimenti –chi se ne fotte- quella è Samantha! Certo anche lei cade vittima di sbandate amorose, ma siamo comprensivi per favore! Chi non crollerebbe innamorata fra le braccia di un figo come Smith Jerrod? Bello come il sole che scintilla sul mare, passionale come un vulcano in eruzione, romantico come la dichiarazione di Harry a Sally, innamorato come Francisco ed Evangelina e non rompiballe o geloso come…come nessuno, credo…insomma, praticamente perfetto (come Mary Poppins). Sarebbe come dire: prendo una coppa cioccolata, pistacchio, nocciala, ci metta pure una spruzzatina di creme caramel, ma per favore, la panna dietetica. No no, qui l’amore ci stava tutto, come la panna non dietetica e volendo anche una colata di cioccolato fondente caldo…ma sto divagando. Dicevo, sì, dicevo che qui l’amore ci sta tutto. E quindi vada per l’amore, temporaneo certo, che alla fine così è, volente o nolente. Temporaneo. E così sia. Ma almeno non ha bisogno di anello al dito e figli per sentirsi una donna coi fiocchi -il signore la benedica. Che poi poverella è l’unica a cui fanno capitare una tragedia greca come il cancro. E dove? Al seno. Voglio fare finta di non associare questo dettaglio ad una punizione divina per i suoi lussuriosi comportamenti, anche se il tumore potevano farglielo venire da un’altra parte, che so allo stomaco magari, ma insomma, non facciamo queste polemiche che potrebbero sembrare antireligiose e invece, per carità di dio, non sia mai, non sono il tipo! Ma torniamo a quest’eroina dei nostri tempi, Samantha, che molla un uomo davvero perfetto come Smith per tornare a essere schiava dell’unica cosa per cui abbia senso mettersi le manette ed essere frustata: il sesso! Mi piace ricordala nei momenti di suo maggiore splendore, con le tette al vento e in posizione vitruviana, la schiena inarcata indi poter allargare la cassa toracica fino al limite massimo consentito dalle sue fragili costole e spiegare la voce in tutta la sua sonorità orgasmica! Sì, sì sì sì ahhhhhhhhhhhh.
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