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Rivoluzione a venire.

Post n°847 pubblicato il 16 Gennaio 2013 da VoceProletaria

Rivoluzione a venire.

        Care colleghe, cari colleghi, benritrovati su questa Terra.
        Scampati alla profezia dei Maya, superate le luculliane (si fa per dire...) feste natalizie - ma ci sono stati anche operai, come quelli della Rockwell, che le hanno passate barricati in miniera...! -, di nuovo ci siamo e... ci risiamo.

Panettone, spumante e politica.
        In assoluta controtendenza rispetto alle abituali e riposanti  feste di fine anno, abbiamo assistito e siamo stati bombardati da continui annunci della "ultima ora"  su composizioni e scomposizioni delle prossime coalizioni elettorali per le imminenti elezioni politiche del 23 e 24 febbraio, resesi necessarie dopo le dimissioni di Monti.

         [La millimetrica precisione della data prescelta per le dimissioni ha già causato un morto eccellente, ovvero il Referendum sul Lavoro (Art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e Art. 8 della Riforma sul Lavoro), poiché a causa di "tempi tecnici",  conseguenti proprio alla fine della legislatura, le oltre 600.000 firme raccolte con tanta fatica sarebbero ANNULLATE!   Pensare che sarebbero stati sufficienti pochi giorni in più di vita del governo Monti per scongiurare l'annullamento...  Resta ora in piedi una flebile speranza legata alla prossima legislatura, potenzialmente in grado di accettare comunque le firme e indire il Referendum.   Già... la prossima legislatura...!  Ma di questo argomento ci occuperemo con maggior attenzione nei giorni futuri. Troppo importante per liquidarlo in poche battute. Per il momento ci limitiamo a riportare sul blog http://blog.libero.it/VoceProletaria/view.phpun un articolo del Manifesto sulla vicenda.]

        E qui veniamo al "bello"  della politica di Palazzo, ovvero le tragicomiche all'italiana.

La pelle dell'orso.
         Tanti, troppi politologi con tanto di laurea, studi professionali e cattedre prestigiose avevano sentenziato la fine politica di Berlusconi.   Grazie anche a questi annunci il comico genovese del Vaffa aveva iniziato un'ascesa apparentemente irrefrenabile. Sempre grazie a questa presunta eclissi pareva ormai certa e garantita la vittoria di Bersani, "rigeneratosi"  dopo le salvifiche primarie e con un baricentro politico notevolmente spostato a destra grazie a Renzi.  Una competizione, dunque, tra sole destre politiche.
         Naturalmente non dimentichiamo certo il poeta di Terlizzi con la zeppola, ormai cooptato e già "silenziato"  (senza neanche dover attendere la sollecitazione di Monti) da Bersani col suo annunciato inciucio programmato col centro di Monti, Casini e Fini.  Sappiamo che le "narrazioni sognanti"  sono destinate a svanire fin dal 25 febbraio p.v., ovvero un minuto dopo la chiusura dei seggi.
        Sullo sfondo si stagliava il volto austero e "pastorale"  del Santo Europeo per eccellenza, il prof. Monti.
        Al di fuori di questo teatrino prefigurato restavano i soggetti in cerca di autore, ovvero IdV e Lega Nord per quanto riguarda quelli attualmente in Parlamento e tutti i partiti della sinistra precedentemente espulsi  dal Parlamento con le elezioni del 2008.

La realtà, diversa dai desideri.
        Le cose, invece, girano in altro verso, per quanto non sarebbe stato neanche difficile prevederne una buona parte.

        Proviamo allora a ipotizzare ciò che potrebbe accadere alla luce di quanto velocemente già accaduto in pochi giorni di rimescolamento delle carte.
       
        Intanto bisognerebbe suggerire ai politologi di cui sopra di cambiar mestiere: era prevedibile che Berlusconi si ripresentasse e neanche tanto sottotono... E infatti, come da copione, appena "rientrato in campo"  subito rioccupa la scena da protagonista.
        La partita elettorale su chi indosserà la maglietta da premier della prossima legislatura, in barba ai desideri di quei politologi, sarà ancora una volta tra Berlusconi e il PD. Come negli ultimi vent'anni, insomma...
        
         La Lega Nord, inizialmente (a parole) riottosa, è già stata ricondotta a casa ed è di nuovo in coalizione col PDL; gli altri cespuglietti che si erano montati la testa con le loro ambizioni (Meloni, Crosetto, etc...) sono già sulla via del pentito ritorno; i soliti fascisti (Storace, così come Larussa & i suoi camerati), se non sono già dentro, presto rientreranno nei ranghi e agli ordini di Berlusconi; idem per gli autonomisti meridionali di Miccichè..
        Il vecchio centrodestra è di nuovo tutto in pista.
       
        La tecno-destra di Monti, molto più supponente di quanto le sarebbe lecito pensare, non riesce ad attrarre il target che pure si era prefissa, ovvero il "centro moderato"  ancora presente nella riserva del PDL.
        Lo "sfondamento", se pure ci sarà, avverrà principalmente a scapito di Bersani, vero serbatoio dell'aspirante "nuova tecno-destra".  Con la ininfluente alleanza di Fini e nonostante il prezioso sigillo vaticano portatogli in dono da Casini, più qualche altro rivolo di iperliberisti come Giannino, Zingales & co., Monti può giusto aspirare a diventare un "ago della bilancia"  di craxiana memoria, capace cioè di essere determinante nella composizione del prossimo governo. Ed è questo, tutto sommato, il vero obiettivo di Monti che ad arrivare primo non deve averci mai davvero pensato.
        Sarebbe dunque sciocco credere che Monti sia antagonista di Bersani. In questo momento gli è soltanto competitore, proprio per poter essere subito dopo il suo partner più stretto e autorevole.
       
        La destra appena un po'  più moderata e velata da "narrazioni civili", ovvero il PD con l'appendice vendoliana, sente ancora la vittoria in tasca. E, con tutta probabilità, così sarà. Ma...

        Non crediamo, tuttavia, che la vittoria del PD+SEL possa essere così netta come loro dicono e sperano. Anzi...
        Non basta, infatti, a Bersani mostrare l'icona di cicciobello Renzi per ripararsi a destra.   Man mano che passa il tempo sembra piuttosto concretizzarsi, se non il "pareggio"  come il 2006, almeno un buon secondo posto di Berlusconi, ad una distanza non troppo grande dal PD di Bersani.  La tanto invocata autosufficienza è ben là da venire...
       
        Sembra infatti questa la strategia di Arcore: non aspirare neanche al primo posto, ma piazzarsi a poca distanza da un PD che, a causa dell'insufficienza autonoma di proporre un proprio governo, sia costretto ad allearsi con Monti, vero dominus della partita politica (anche se "incompreso"  dal responso elettorale).
       
        In poche parole, Bersani apparirà "obbligato"  (per quanto lo desideri comunque e... "a prescindere")  a chiamare in soccorso Monti e garantirgli un ruolo di primo piano, se non addirittura un premierato più gradito all'Europa delle banche e dei poteri forti.     La destra europea, col raggruppamento dei Popolari a Strasburgo in testa, esulta.

Capitale politico volatile.
         Tempo pochi mesi e Berlusconi potrà così godere di un rapido dissolvimento del gradimento ora accordato a Bersani, proprio per l'attuazione delle politiche ancor più amare dettate dalla lugubre "agenda Monti".   Il lavoro sporco della macelleria sociale, tra quello appena iniziato nell'ultimo anno e quello ancor più pesante che si profila, non sarà più imputabile ad un governo "tecnico"  e "super partes", bensì pienamente "politico"  e suggellato dal voto, dunque piename responsabile del malessere sociale che si paleserà con maggior virulenza di quanto visto finora.

        Va da sé che in questo scenario sarebbe altrettanto ovvia la dissoluzione di Vendola e SEL, sciocchi portatori d'acqua proprio a quei poteri che, a parole, dicono di voler combattere. ...e ben gli sta, tiè!

        Fuori dal coro, apparentemente, cerca di collocarsi il Grillo che cerca di raccogliere la rabbia e un malcontento generale e trasversale. Dopo la pagliacciata delle parlamentarie, dove resta il mistero di come effettivamente siano state regolate, sempre di più emerge il lato populista di questo movimento.  Ha un bel dire, Grillo, di ergersi ad "assicurazione"  contro il pericolo di un arrivo in Italia di gruppi neonazisti come Alba Dorata in Grecia mentre i suo consiglieri a Bologna votano ordini del giorno in solidarietà ai fascisti di Casa Pound.  Se è questa la sua "assicurazione"...
         L'inseguimento raffazzonato di Grillo, inoltre, su temi da tempo rappresentati da Berlusconi, come l'accarezzamento alle piccole e medio imprese, non riesce infatti a nascondere l'incultura politica e l'improvvisazione di cui sono portatori i suoi futuri probabili parlamentari.
        Detta in spiccioli, i populisti alla Grillo non hanno neanche la minima possibilità di competere col populista per eccellenza - e per emittenza - Berlusconi. Al confronto col nano di Arcore appaiono piuttosto come i suoi pidocchi.

        Il ritorno ancor più forte di Berlusconi, e ancora di più di quanto sia oggi stesso ipotizzabile, è dunque da tenere in alta considerazione.  Quella stagione, nonostante le promesse di "nuova era"  implicite nella profezia Maya di fine anno, almeno in Italia è ancora presente.       Per i nostri fini, tuttavia, la scena cambia comunque di poco... sempre destra è.

Quarto Stato, quarto polo.
         Nessuna speranza, dunque, di scongiurare il peggior ritorno al passato...?  Non proprio.

        Il "quarto polo", infatti, è nato e porta in effigie la stilizzazione del "Quarto Stato"  di Pellizza da Volpedo, simbolo italiano di lotta proletaria.
        La lista di Rivoluzione Civile, con Ingroia candidato premier, rappresenta ad oggi l'unica vera chance per provare ad iniziare a smontare questo immondo teatrino.    

        Con ciò non vogliamo dire che Rivoluzione Civile sia esente da imperfezioni, anzi... La rapida accelerazione degli eventi e la costrizione dei tempi hanno favorito fenomeni di riciclaggio, opportunismo e contraddizioni interne che, temiamo, possono lasciare dei segni spiacevoli su un percorso che comunque appare promettente. Molto più promettente, in ogni caso, di chiunque altro si approcci a voler riportare la rappresentanza dei ceti deboli e vessati in Parlamento. 
        Va infatti detto che, pur apprezzando la ripresentazione della nobile falce e martello con le insegne del PCL, non ci pare di scorgere alcuna possibilità reale di ingresso in nessuna delle due camere parlamentari per nessuno di questi stimati compagni, proprio per la liberticida legge elettorale ed i suoi criminali sbarramenti.  Peccato.

         La rappresentanza dei lavoratori, dunque, intrecciandosi strettamente a quella dei movimenti di lotta come la No Tav, o contro gli inceneritori più inquinanti e le opere di davastazione ambientale, nonché alle più importanti espressioni di lotta alla Mafia ed ai suoi "collegati" politici e non, trova oggi la concreta possibilità nella lista di Rivoluzione Civile di ri-entrare in Parlamento e iniziare un percorso di cambiamento del quadro politico istituzionale sicuramente lungo e difficile, comunque reale e possibile.

         Con l'augurio, quindi, di un successo elettorale per Rivoluzione Civile, su questi per ora ci fermiamo e nei prossimi gorni volentieri ci soffermeremo.

        Per ora è più che abbastanza; molto altro è stato caricato sul blog, tra i cui report piace segnalare un lucido commento politico di Pietro Ancona circa la presentazione di Ingroia, e la disamina diffusa da Wu Ming sulla "perizia"  più che farlocca a favore dei marò italiani in India compiuta nientedimeno che dai fascisti di  CasaPound (sic!).

Un saluto.        p. ProletariaVox - Virginio Pilò

 

 
 
 
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