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Prime note dopo il terremoto...

Post n°893 pubblicato il 27 Febbraio 2013 da VoceProletaria

Prime note dopo il terremoto...

di Sandro Targetti,  25.02.2013

Dopo le elezioni siciliane, avevamo capito che ci sarebbe stato un terremoto... e questo terremoto è tuttora in corso e sta travolgendo anche noi, anche Rivoluzione Civile, una storia improvvisata, priva di quella radicalità e di quella credibilità,  soprattutto di quel radicamento sociale necessari per raccogliere anche sul piano elettorale un consenso adeguato.

Al di là del programma condivisibile (anche se sfumato e generico su vari aspetti), troppe storie contraddittorie, troppa ambiguità anche nei rapporti col centrosinistra con quei continui appelli al dialogo, troppi piccoli apparati mossi dall'unico obiettivo di rientrare in Parlamento.

Emblematico il fatto che nel pieno di una crisi drammatica prodotta dal capitalismo, si dovesse ricorrere ad una lista civica, ad un magistrato, oscurando la visibilità non solo della sinistra comunista e anticapitalista, ma anche dei principali movimenti di opposizione sociale. Debole e poco incisiva anche la capacità di unire concretamente la critica al ceto politico dominante alla questione sociale, di praticare in modo coerente l'alternatività al PD a livello nazionale e a livello locale, non qualche mese prima delle elezioni, ma come scelta di fondo che dovevamo fare almeno fin dal congresso di Chianciano, dopo la batosta della Sinistra Arcobaleno.
Tutti questi limiti sono stati poi amplificati dalla concreta formazione delle liste elettorali, avvenuta sulla base del manuale Cencelli.
Qualcuno ha sperato nel voto di opinione, ma il meccanismo non è scattato, perché il voto di protesta e di opinione si è orientato verso chi veniva percepito (anche se magari a torto) come fuori dal sistema e capace di dare uno scossone al sistema politico.

Ovviamente questo epilogo è il frutto non di errori tattici compiuti negli ultimi mesi ma di una linea contraddittoria, ondivaga, opportunista e talvolta anche settaria, tenuta dal PRC e dalle altre formazioni di sinistra.

Il terremoto ha sottratto voti in modo particolare al centrosinistra ed al PD, che pensava di avere già in tasca la vittoria, mentre il populismo della destra (sicuramente sottovalutato) ha recuperato molti consensi fino a circa il 29%, giocando strumentalmente sui disastri provocati dal Governo Monti.

Penso che questo risultato che sicuramente produrrà ingovernabilità e  metterà alla prova lo stesso consenso ottenuto dal M5S, non debba rimettere in discussione, fra noi, l'alternatività al PD (non è escluso che qualcuno nel partito pensi già a questo!), ma ci obblighi a ripensare tutta la linea politica ed il gruppo dirigente per affrontare su basi nuove le questioni prioritarie del programma, del radicamento sociale, della promozione di nuove lotte e movimenti, terreni decisivi per ricostruire la credibilità e l'indipendenza di una sinistra comunista e anticapitalista, nonché la sua capacità di lavorare sulle contraddizioni che inevitabilmente si apriranno (anche nel M5S).

Nonostante il chiaro dissenso politico espresso nel partito, abbiamo lavorato e sperato di eleggere una rappresentanza in parlamento (pur peccando di idealismo, in quanto non era chiaro in questa concreta situazione quale sarebbe stata la base materiale di questa affermazione) perché siamo consapevoli che questa ennesima sconfitta elettorale certamente non aiuterà a ripartire su basi nuove, produrrà anche demoralizzazione e disimpegno in ampi settori sociali. E' probabile inoltre che all'interno del partito qualcuno sia già con le valigie in mano e pensi a qualcos'altro.

In questa difficile situazione, abbiamo il compito di capire il nuovo contesto prodotto dal terremoto, riproporre con forza con un supplemento di analisi e di maggiore chiarezza le questioni di fondo che da anni sosteniamo dentro e fuori il partito (e oggi quanto mai attuali!), impedire il disimpegno e la dispersione di tante esperienze collettive (circoli, presenze nei movimenti, nei luoghi di lavoro, elaborazioni, competenze..), rilanciare la necessità di un ampio schieramento anticapitalista e l'attualità della rifondazione-ricostruzione di un partito comunista, non come obiettivi astratti, ma come strumenti concreti per invertire la tendenza e ricostruire una rappresentanza del conflitto sociale, se pensiamo che questo ruolo non possa essere svolto dal M5S.

Anche in vista di un possibile congresso straordinario del PRC, annunciato dal segretario Ferrero in caso di sconfitta elettorale, credo che dobbiamo ragionare su tutto ciò nei territori e nella prossima assemblea nazionale del doc3, prevista nel mese di marzo, e fare un salto di qualità da mozione congressuale a vera e propria area comunista, politico-programmatica, come emerso anche nell'ultima assemblea del 27 gennaio scorso. Credo che abbiamo, anche noi, qualche responsabilità in più, sia dentro che fuori il PRC.
Ovviamente ci saremo. Invito tutti i compagni/e a promuovere riunioni locali e far circolare valutazioni e contributi.

A presto, saluti comunisti, Sandro Targetti

 

 
 
 
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