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Messaggi del 06/12/2010

Tracce di dibattito sul DDL Gelmini.

Post n°164 pubblicato il 06 Dicembre 2010 da VoceProletaria

     Ha suscitato dibattito l'ultimo comunicato di Proletaria Vox sul DDL Gelmini dello scorso 3 dicembre.

    Di seguito si riportano alcune risposte  giunte all'indirizzo di posta elettronica da colleghe e colleghi.

    A tutela della privacy personale, si è avuta cura di cancellare i nomi, i cognomi ed ogni riferimento utile a identificare gli interlocutori.

       
        Care colleghe, cari colleghi,
il DDL Gelmini è stato approvato alla Camera ed ora è previsto il suo ultimo passaggio al Senato.
        Se dovesse essere approvato anche in quella sede, la Riforma dell'Università si sarebbe compiuta.        Sarà così?
 
        Diciamo innanzitutto che il suo iter parlamentare si è finora svolto in un clima di crescente opposizione sociale, e che da riforma (la più) condivisa a livello parlamentare si è infine mutata in paradigma di massima imposizione e sordità politica del governo Berlusconi.
        Persino tra le fila dei più collaborativi sostenitori del Disegno di Legge, in particolare tra i baroni universitari, si sono registrate numerose defezioni, a riprova dell'impopolarità della Riforma.

        Il merito di questo salto di qualità, è bene ribadirlo per l'ennesima (ma affatto inutile) volta, è unicamente del movimento degli studenti e dei ricercatori che NON si sono lasciati abbindolare dalle manovre cooptatrici di CRUI & Co. (leggasi sindacati concertativi e partiti "amici"...).       Questi, la vera e propria "testa" del movimento, scontando la loro indipendenza di giudizio con una mancanza di luoghi "istituzionali"  di raccordo e di confronto (scientemente negatigli), hanno trovato una valida alternativa nei luoghi "reietti"  dalla politica ufficiale: i centri sociali autogestiti (e/o occupati).          Di necessità virtù.
        Sta di fatto che qui, e non altrove, hanno potuto confrontarsi ed organizzarsi i vari coordinamenti di Precari della Scuola, dell'Università, gli studenti, oltre che numerose altre forme di coordinamenti di realtà sociale con cui sono venuti a contatto e con cui sono venuti a contaminarsi vicendevolmente e positivamente.     
         Berlusconi, la Gelmini ed il resto della banda non hanno dunque torto ad indicare in questi luoghi il fulcro delle proteste di questi giorni.   Ciò che per loro è un fattore negativo, per noi è ovviamente l'esatto opposto.
        Proprio a partire dal carattere indipendente ed autonomo dai partiti "tradizionali"  dei centri sociali si è infatti potuto stabilire il salto di qualità di migliaia di studenti molto più consapevoli e coscienti, altrimenti impensabile se "rinchiusi"  in ambiti ancora istituzionali.

        In questo movimento c'è già stata una prima vittoria: è  il movimento stesso che si è costruito.
        Non importa tanto che il DDL sia stato approvato alla Camera. Il modo sofferto in cui è passato porta le tracce indelebili dello scontro ed una grossa ipoteca sull'approvazione definitiva in Senato.

         Unico rammarico, per chi scrive innanzitutto, la totale assenza del personale tecnico amministrativo dalle lotte.
        Quasi che non ci riguardasse affatto...!

Il giorno prima degli esami.
        I tempi della crisi politica dettano ora le battute conclusive.  Non è affatto indifferente la tempistica stretta che, fino a poco tempo fa, avrebbe costretto il voto finale al solo giorno del 13 dicembre p.v., ovvero il giorno immediatamente prima del voto di fiducia sul governo stesso.

        Restando al solo interno del Senato, è  lecito supporre che il DDL non incontrerebbe grossi ostacoli al voto. Le risibili "resistenze"  che i futuristi di Fini hanno opposto alla Camera sono ormai acqua passata, ed inoltre i loro numeri tra i Senatori sono inferiori e affatto determinanti di quelli della Camera, sicché...

        All'esterno del Senato, invece, la musica è tutt'altra...
        Le occupazioni di scuole, università e monumenti storici, non si sono esaurite ed, anzi, si sono ormai propagate per l'intera penisola.    Sono occupazioni che, oltre a restituirci paradossalmente una riscoperta dell'architettura della nostra "bella Italia" e della potenza evocativa e simbolica di questi luoghi, ci dicono che non sarà certo l'approvazione rabbiosa di un governo morente ad imporre una legge ritenuta ingiusta dalla maggioranza della società.

Il giorno dopo gli esami.
        La pressione dei partiti di opposizione ha però, per una volta almeno, scombinato i piani del governo, ed è riuscita ad ottenere il rinvio della discussione del DDL in Senato a dopo il voto di fiducia sul governo.
        Il PD e l'IdV, ma anche l'UDC, confidano naturalmente sulla caduta del governo, con l'ovvia conseguenza del "rompete le righe".
        Staremo a vedere se i futuristi lo consentiranno...
        A naso, si potrebbe dire che il DDL sia ormai giunto al capolinea. 
       Se così non fosse, dubitiamo comunque che il DDL Gelmini possa uscire indenne dalla crisi politica della (ormai ex) maggioranza di governo.

         Il problema vero che si presenta ora è piuttosto rivolto al DOPO Berlusconi. 
       Anche se per un breve momento si potrà tirare il fiato, il futuro governo a guida Confindustriale (indipendentemente da chi saranno i suoi  nuovi "rappresentanti politici"), e di nuovo di concerto con i baroni della CRUI, tornerà a presentare un analogo Disegno di Legge.
Oppure si limiterà a "ratificare"  il testo licenziato dalla Gelmini & Berlusconi.
        La "Riforma"  è infatti immanente, poiché "figlia"  della crisi del Capitale.

          La capacità e la possibilità di evitare la padella e la brace dipende, però, dall'intera società e dai lavoratori in primis.
          Impossibile per il solo movimento di studenti e ricercatori, per quanto generoso, avanzato e consapevole, farsi carico di un intero sistema politico.

         Le lotte dell'Università e della Scuola devono essere le lotte di tutti e devono saldarsi alle lotte degli operai e dei lavoratori tutti.
          Nessuno escluso.

Un saluto.                           Proletaria Vox

From: ProletariaVox [ottobre18@email.it]
Sent: 03 December 2010 13:28
Subject: Fwd: DDL Gelmini, il giorno dopo gli esami.


    Caro Proletaria Vox,
permettimi di dissentire dalla tua visione di insieme per alcuni interessanti indicatori che fanno meditare:

   tu stesso scrivi che  si sono registrate numerose defezioni tra i più collaborativi sostenitori del DDL cioè; in particolare tra i _BARONI_ universitari, questo non ti crea curiosità e dubbi sulla analisi di insieme? inoltre perché tecnici e amministrativi non hanno partecipato alla lotta ... forse che hanno una diversa percezione dello stato delle cose?
    ciao  P.

   Caro P.,
in effetti i due punti che hai sottolineato meriterebbero molto più spazio che non queste note en passant che sono riportate nel comunicato, ed hai sicuramente ragione sul fatto che facciano riflettere.

   Tuttavia, pur non potendo dedicare troppo spazio ai due aspetti (ci sono già troppi rimproveri per l'eccessiva prolissità dei comunicati), si può constatare quanto anche certi docenti del nostro ateneo hanno scritto ai vari indirizzi del governo.
    Non so se giunga anche a te la comunicazione di Un………, il giornale informatico di N. L.  docente di …… anche se ormai, credo, in pensione.

    L. è una persona che stimo per la sua intelligenza e con cui abbiamo avuto momenti di collaborazione, anche se per ragioni e con sentimenti particolarmente differenti.
     Ebbene, giusto all'inizio di questo anno, L. ed altri con lui organizzarono un convegno con esponenti del governo e personalità politiche, quasi tutte del centro destra, a vario titolo impegnate sul tema del DDL Gelmini.   Il convegno era teso a mettere in buona luce lo stesso DDL, anche se non mancavano indicazioni e suggerimenti/emendamenti da parte degli stessi organizzatori all'indirizzo dei parlamentari.

     Nel corso dell'anno, come si evince dalle diverse pubblicazioni di Un….., l'atteggiamento di collaborazione (seppure, come detto, arricchita di osservazioni ed emendamenti comunque più che "compatibili"  con lo stesso DDL) si è dovuto arrendere alla sostanziale sordità degli addetti ai lavori, a coloro cioè che stavano redigendo il testo finale del DDL.

    L'atteggiamento della CRUI, infine, è ancor più indicativo ma per ragioni molto differenti.
    Se pensi che, in buona sostanza, il testo del DDL è stato dettato dai rettori (e l'ateneo di …. ha avuto in ciò un ruolo di primissimo piano...) ed ora, contrariamente a poco tempo fa, nessuno di loro si è speso per difenderlo, vuol dire che hanno nasato l'aria di fallimento (del governo) e, abbandonandolo adesso, contano di poterlo "riprendere"  più avanti, magari con un governo più stabile ma dall'identico intendimento sull'Università.

   Quella dei rettori è una scelta tattica.   Per i docenti come L., invece, è stata la mera constatazione di non poter incidere su piani che venivano elaborati altrove, nonostante il loro impegno collaborativo.
     E'  questo, in altre parole, ciò che si cerca di riportare nel comunicato.

    Sull'assenza del personale T.A. da ogni vicenda, senza che ci sia stato neanche un sussulto di protagonismo, è forte il rammarico.
     E su questo, forse più che sul ruolo dei docenti, si potrebbe e si dovrebbe dire molto di più.
     Non nascondo che esistano mille buoni motivi per diffidare di azioni che, purtroppo spesso, sono state strumentalizzate ed utilizzate per fini che poco avevano a che spartire con gli interessi dei lavoratori universitari. Figurati, l'abbiamo denunciato e scritto tante di quelle volte che ho perso il conto...  e'  ciò che hanno fatto certi partiti e sindacati troppo "amici"  dei rettori di cui sopra ad ispirare la diffidenza.
     Ma, detto questo ed assegnate tutte le attenuanti di questo mondo, oggi resta visibile soltanto la grande apatia ed indifferenza della maggioranza dei colleghi per tutto ciò che riguarda l'Università nel suo insieme e che non sia di immediata e particolarissima pertinenza personale.
    L'individualismo estremo alla "io speriamo me la cavo"  impera.

    Ci sono anche altri motivi e tantissimi altri motivi di riflessione su questo e, per quanto mi appassioni a ragionare con te, è davvero tardi ed io devo smontare.

    Un saluto.             Virginio Pilò

 

    Non condivido la considerazione secondo la quale questa riforma è figlia della crisi del Capitale.     La riforma è un necessario corollario ideologico di una destra   che sta cambiando i  rapporti  nella fabbrica e nel welfare.  E' una scelta non il prodotto di una crisi, una scelta non ineluttabile, alla quale è possibile opporne una diversa ed alternativa.
    Non è il derivato "oggettivo" di un processo di crisi.
P.  A.

    Probabilmente stiamo dicendo la stessa cosa, seppure con parole differenti.
    Per spiegarmi meglio, posto che la crisi del Capitale NON è riconducibile ai soli ultimi tre anni (ed è, a ben guardare, il prodotto finale di almeno 30 anni di "caduta tendenziale del saggio di profitto", poi eluso - ma solo temporaneamente - con la finanziarizzazione dell'economia, etc...), i cambiamenti di rapporti che tu dici sono, appunto, i prodotti dell'ideologia (ma non solo della ideologia...) della destra.
    Naturalmente, noi non vediamo come "oggettivi"  questi processi, tutt'altro...
   Anzi, a seguire fino in fondo la nostra analisi (quella marxista, non altra...), la presunta "oggettività”  delle "soluzioni"  del Capitale non fa altro che aggravare le stesse condizioni di crisi.
   L'oggettività di cui siamo invece convinti si riassume ancora oggi - ed oggi più che mai - in quel  "vecchio"  e quanto mai attuale slogan: "Socialismo o barbarie".
   Solo questa soluzione, infatti, evita la "comune rovina delle classi in lotta".

   Un cordiale saluto.          Virginio Pilò

 

    Non male come analisi, ragazzi. 
   Attenzione però a non fare di ogni erba un fascio. A cominciare dal mondo dell'impresa, il quale non ha nessun vantaggio a veder sparire dal bilancio dello Stato la voce Istruzione e Università.
    G. B.

    Acuta osservazione, la sua.
   E'  infatti vero che i "costi"  di cui l'impresa non vuole farsi carico verranno comunque scaricati sulla contribuzione dei lavoratori dipendenti, e non della fiscalità generale.
   Oggi come ieri, questo vale per l'Istruzione così come per il resto.   
  Basti citare qui l'esempio della previdenza di certe categorie superprivilegiate che, a fronte del fallimento delle loro rispettive casse previdenziali, sono state gentilmente accollate all'INPS, ovvero a noi lavoratori dipendenti...
  E' infatti l'IRPEF, molto più che la tassazione indiretta, a mantenere  la macchina statale, ovvero il "welfare"  dell'impresa.
   Ma ciò non è in contrasto con gli intenti riformatori, tutt'altro... crediamo piuttosto ne siano il naturale complemento.

   Un cordiale saluto.           Virginio Pilò

 

    Gentile ProletariaVox,
nella sua relazione ha dimenticato i ricercatori non precari dell'Università, noi, i ricercatori a tempo indeterminato, che da aprile hanno speso una gran fetta della loro vita per sensibilizzare le coscienze di chi all'interno dell'Università riuscendo con grande fatica a far aprire tavoli di discussioni sul DDL Gelmini e non solo all'interno dei Consigli di Facoltà, di Assemblee straordinarie di Facoltà, di dibattiti con gli studenti universitari, di incontri con Rettori, di lezioni in piazza allo scopo di per far capire a tutti la gravità della situazione.
   Noi non abbiamo colori politici e non sventoliamo bandiere perché riteniamo che la nostra sia una battaglia per salvaguardare le future generazioni, i poveri e i ricchi, la borghesia e il proletariato dal rischio più grande dell'indifferenza e della non consapevolezza.
   Le ricordo che il DDL Gelmini è uscito dalla 7a Commissione ed è sbarcato in senato grazie alla non opposizione e all'indifferenza di tutti, è arrivato alla Camera con il voto anche del PD, la nostra beneamata sinistra, è stato approvato alla camera con il voto di Fini (Futuro e Libertà). 
   Ho seguito le dichiarazioni di voto e c'era da imparare sui giochetti di corridoio dei nostri parlamentari, anche di chi si permette ora di cavalcare l'onda di una protesta che è partita sulla pelle di noi ricercatori a tempo indeterminato, non precari, la cui protesta fatta di richieste concrete, di ipotesi di miglioramenti, di proclami vari è rimasta senza nessuna risposta.

   Cordialmente,   M.  D.B.

    Gentile D.B., buongiorno.

   Condividiamo tutto ciò che lei ha qui ricordato, tanto più le osservazioni sulle responsabilità politiche sul DDL.

   Lei ha perfettamente ragione a rivendicare i giusti meriti dei ricercatori che, come lei, hanno svolto un ruolo di primissimo piano nell'informazione e nella mobilitazione contro il DDL.
  Basti qui ricordare la più recente protesta con il rifiuto degli incarichi didattici a testimonianza di un livello davvero alto di coscienza e perfino di "radicalità”  finora mai espresso dalla categoria.
   Anche nei nostri comunicati, peraltro, abbiamo voluto manifestare la nostra solidarietà a tali proteste e non sto qui ad elencare quante volte abbiamo sottolineato la venefica "trasversalità”   parlamentare di patronage del DDL, e quante volte anche il vostro prezioso apporto abbia contribuito ad illuminare la questione.
………………
   Ci perdoni dunque l'omissione contenuta nell'ultimo comunicato, affatto voluta.

   Per quanto riguarda le domande inevase ai ricercatori, e non solo ad essi, crediamo di trovarci appena all'inizio di un percorso che potrebbe svilupparsi positivamente ed aprire nuovi spazi positivi di discussione e di intervento, oppure no e chiudersi definitivamente con la possibile caduta di Berlusconi ed il ritorno "silenzioso e strisciante"  della riforma una volta garantita la nuova necessaria "stabilità”   di governo.
   Per il momento, forse, un punto lo abbiamo segnato.  Aspettiamo di vedere domani, se Berlusconi sarà sfiduciato o meno...

   Ad ogni modo, comunque vada, ancora una volta toccherà a noi ed alle persone più attente e coscienti tenere alta la guardia ed informare tempestivamente e capillarmente sulle sorti dell'Università.

   Un cordiale saluto.         Virginio Pilò

 

   Caro Nino,
sono proprio d'accordo con le tue valutazioni e indicazioni, ma purtroppo il livello della coscienza e delle lotte è ancora estremamente basso per fare fronte all'attacco furibondo che stanno conducendo contro i lavoratori, per farci tornare indietro di 50 anni.

Ti saluto con affetto,  A.

   Carissima A.,
non immagini che piacere mi faccia ritrovarti su questi schermi.

   Ti dirò... dalle risposte che sono giunte proprio a quest'ultimo comunicato mi sono sorpreso del grado di partecipazione - e anche di coscienza - della "comunità”  universitaria.  Non credevo...

   Il mio cruccio (ancora una volta) è che sembra che la faccenda riguardi principalmente i docenti ed i ricercatori "illuminati", e quasi mai i tecnici amministrativi.

   Un caloroso saluto.           Nino

 
 
 

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