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Messaggi del 01/08/2014

Cottarelli e Padoan mettono in crisi Renzi il chiacchierone

Post n°1702 pubblicato il 01 Agosto 2014 da accorsiferro
 
Foto di accorsiferro

Il commissario alla spending review svela i trucchi contabili del governo, il ministro ne sconfessa le scelte

di Andrea Accorsi

Le tante chiacchiere e i pochi fatti di Renzi non convincono più nessuno. Prima le bordate di “mister spending review”, Carlo Cottarelli, che ha denunciato come il governo abbia speso 1,6 miliardi che non ci sono, dal momento che devono essere reperiti attraverso tagli alle spese ancora da fare. Ieri ci si è messo pure il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a lamentare come «la situazione economica è meno favorevole di quello che speravamo a inizio dell’anno e questo incide sulla crescita e sui conti pubblici», per poi sollecitare il capo del governo (ma anche l’Europa) in questi termini: «Serve ancora di più uno sforzo sia nazionale che europeo per la crescita».
A dividere Renzi da Padoan, le indiscrezioni sulla squadra di economisti che Renzi avrebbe ingaggiato, scavalcando il ministro. Ma anche l’accordo firmato giusto ieri a Palazzo Chigi con il quale la Cassa depositi e prestiti ha ceduto al gruppo cinese State Grid Corporation of China il 35 per cento della neonata Cdp Reti, la società che detiene il 30% di Snam e alla quale Cassa depositi e prestiti trasferirà anche il suo 30% detenuto in Terna. Valore della cessione, 2,1 miliardi di euro che verranno destinati al sostegno dell’economia nazionale. Si tratta dell’investimento più importante realizzato da un’azienda cinese in Italia e del più importante in Europa.
In sostanza abbiamo venduto ai cinesi, e neanche per una cifra favolosa, un terzo delle reti che riforniscono il Paese di gas ed elettricità. Una operazione che, al di là dei commenti di rito («un auspicio per una strategia di crescita», «una tappa nel processo di integrazione tra Italia e Cina»), non è affatto piaciuta in Via XX Settembre. Secondo quanto rivela Dagospia, infatti, i dirigenti del Tesoro avevano sconsigliato Renzi di disfarsi delle reti dell’energia, considerate un asset strategico, per di più a un Paese che, con buona pace dell’«integrazione» dichiarata, non è nella Ue, non è nella Nato, insomma non è proprio il primo alleato internazionale del Belpaese.
I malumori di Padoan fanno il paio con il caso Cottarelli. E già c’è chi si chiede quanto possa durare l’incarico del commissario dopo le cannonate che ha tirato a Palazzo Chigi. Per capire che aria tira, ecco quanto dichiarato dall’on. del Pd Giacomo Portas: «Cottarelli va sostituito al più presto. La figura del commissario va identificata senza esitazioni».
Ma tra promesse mancate, investimenti senza copertura e svendite discutibili, ad andarci di mezzo, oltre ai conti del Paese, c’è la sua credibilità nei confronti degli investitori stranieri. Non a caso l’Aibe, l’associazione delle banche estere in Italia, manifesta «forte preoccupazione» per il rischio di «un abbandono degli operatori internazionali nella sottoscrizione dei titoli di Stato» a causa del «susseguirsi di delusioni» in tema di riforme e controllo della spesa pubblica.
Per il presidente dell’Aibe, Guido Rosa, «le difficoltà che riscontra Cottarelli nel portare avanti la decisiva questione della riduzione della spesa pubblica e il probabile accantonamento dell’ennesimo tentativo di un severo controllo del debito pubblico, vera palla al piede per la competitività, sono una autentica gelata agostana che rischia di peggiorare notevolmente l’attrattività complessiva del sistema Italia».
C’è anche chi legge nel decisionismo ostentato dal premier sulle riforme costituzionali «un modo per occultare il suo indecisionismo e i suoi ritardi sulle cose che contano»: così Luca Ricolfi su Panorama. «Se Renzi si intestardisce su una riforma che non affronta nessuno dei problemi economici e sociali fondamentali dell’Italia - scrive Ricolfi - probabilmente è perché molti di tali problemi il nostro governo non sa proprio come affrontarli».
Severi anche i giudizi espressi dai parlamentari della Lega. «Cottarelli certifica che Renzi sta facendo buchi di bilancio. Il governo sta facendo saltare in aria il Paese per pagare le campagne elettorali del Pd, vedi provvedimento sugli 80 euro»: parole del capogruppo a Montecitorio, Massimiliano Fedriga, che ha inviato una lettera alla presidente della Camera, Laura Boldrini, «affinché interessi l’ufficio parlamentare di bilancio per smascherare le balle contabili di Renzi. C’è il rischio di una manovra autunnale lacrime e sangue - avverte Fedriga -. Allo stato attuale la spending review non esiste ma il Pd la utilizza per coprire spese: insomma un palese esempio di falso in bilancio. Se questo viene sommato alla crescita che, rispetto alle previsioni del governo, sarà di due terzi inferiore, significa che il Paese a guida renziana si sta schiantando».
In un ordine del giorno presentato ieri e accolto con riserva dal governo, il deputato Filippo Busin ha voluto impegnare l’Esecutivo a pubblicare i 25 documenti prodotti dai gruppi di lavoro sulla spending review. «Cittadini e politica - ammonisce Busin - hanno diritto di sapere dove si andrà a colpire, in che misura e quali sono competenze e settori più esposti agli sprechi. A bilancio - ricorda - sono previsti 4,5 miliardi per il 2014 e 13 miliardi per il prossimo anno di non chiara provenienza, interi provvedimenti sono oggi costruiti su fondamenta ignote e, alla luce della recente denuncia di Cottarelli, viene da dire: traballanti».

dalla "Padania" dell'1.8.14

 
 
 
 
 

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