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Messaggi del 08/09/2017

x Teo da pubbl su il baggese pag 4 e 5 sett. ott. 2017

Post n°549 pubblicato il 08 Settembre 2017 da acrilmilanese
 

Commissione europea - Comunicato stampa

Unione della sicurezza: La Commissione presenta proposte concrete per adempiere alle priorità in materia di sicurezza 2017

Bruxelles, 7 septembre 2017

La Commissione europea ha riferito oggi in merito alle azioni intraprese per conseguire gli obiettivi stabiliti dal Presidente Juncker nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 2016, volti a rafforzare la sicurezza alle frontiere esterne dell'UE, a migliorare lo scambio di informazioni tra Stati membri, a circoscrivere lo spazio in cui i terroristi operano e a prevenire la radicalizzazione.

A un anno di distanza la Commissione ha presentato proposte per realizzare tutte le priorità relative alla sicurezza stabilite dal Presidente Juncker. La presente decima relazione sui progressi dell'Unione della sicurezza illustra anche i progressi compiuti relativamente ad altri dossier di sicurezza e descrive il proseguimento dei lavori per i prossimi 12 mesi e oltre.

Dimitris Avramopoulos, Commissario responsabile per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato: «L'anno scorso sono stati fatti grandi passi avanti per realizzare un'autentica Unione della sicurezza. Ma gli attentati del mese scorso sono sufficienti - da soli - a dimostrare che dobbiamo ancora fare molto per garantire la sicurezza dei nostri cittadini. Tutte le misure previste dal Presidente Juncker nel discorso sullo stato dell'Unione del 2016 e nel programma di lavoro della Commissione per il 2017 sono state attuate. Ciò dovrebbe essere visto come una solida base per ulteriori azioni comuni nei prossimi anni. Dobbiamo lavorare tutti insieme - istituzioni , agenzie dell'UE e Stati membri - con fiducia per mettere a punto un'efficace e autentica Unione della sicurezza.»

Julian King, Commissario per l'Unione della sicurezza, ha dichiarato: «L'UE sta riducendo lo spazio in cui i terroristi possono operare, rendendo loro più difficile viaggiare, addestrarsi, ottenere denaro, armi ed esplosivi. Abbiamo reso più sicuri i nostri confini esterni, migliorato lo scambio di informazioni sui terroristi e altri criminali, e intensificato i lavori con le imprese di Internet e le comunità locali per contrastare la radicalizzazione. Ma molto rimane da fare, come hanno ancora una volta tragicamente messo in evidenza gli attentati recenti. I cittadini guardano a noi per proteggere e rafforzare la loro sicurezza; lavorando insieme dobbiamo adempiere agli impegni che abbiamo assunto.»

La Commissione ha sostenuto gli sforzi compiuti dagli Stati membri negli ultimi dodici mesi nell'ambito di due pilastri principali: affrontare il problema del terrorismo, della criminalità organizzata e delle risorse che li sostengono; e rafforzare le nostre difese e costruire la resilienza contro tali minacce.

Potenziare la sicurezza alla frontiera esterna

·         Sono oramai entrate in vigore le verifiche sistematiche nelle banche dati di sicurezza di tutti i viaggiatori, compresi i cittadini dell'Unione, che attraversano le frontiere esterne.

·         È stato raggiunto un accordo politico sul sistema di ingressi/uscite dell'UE, che consentirà di registrare i dati di ingresso e uscita dei cittadini di paesi terzi che attraversano le frontiere esterne dell'UE.

·         Sono in corso iniziative volte a istituire un sistema europeo di informazione e autorizzazione per i viaggi (ETIAS) che permetterà di effettuare controlli di sicurezza sui passeggeri che viaggiano in Europa in regime di esenzione del visto prima di arrivare alle nostre frontiere.

Migliorare lo scambio di informazioni

·         La Commissione ha proposto norme volte a rafforzare il sistema d'informazione Schengen (SIS), che si è rivelato il più efficace strumento dell'UE di contrasto della criminalità.

·         Per colmare le lacune nella gestione dei dati dell'UE, la Commissione ha presentato proposte per lo scambio di informazioni sui precedenti penali dei cittadini di paesi terzi attraverso il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziari (ECRIS).

·         La Commissione ha presentato un nuovo approccio dell'UE per conseguire l'interoperabilità dei sistemi di informazione per le frontiere e la sicurezza.

·         Il nuovo regolamento Europol, entrato in vigore a maggio, fornisce all'Agenzia gli strumenti necessari per diventare più efficace, efficiente e trasparente. L'Agenzia è stata inoltre rafforzata e dotata di maggiori risorse.

Chiusura dello spazio in cui operano i terroristi

·         La direttiva sulla lotta contro il terrorismo introduce la configurazione di reato di atti quali il finanziamento del terrorismo, l'addestramento o i viaggi a fini terroristici, oltre a rafforzare i diritti delle vittime del terrorismo.

·         La nuova direttiva sulle armi da fuoco è stata adottata per un migliore controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi e per impedire ai criminali e ai terroristi di accedere alle armi più pericolose. La Commissione ha intensificato la lotta contro il traffico illecito di armi da fuoco, in particolare nei Balcani occidentali.

·         La Commissione ha avviato la revisione del regolamento UE sui precursori di esplosivi, per rafforzare le restrizioni e i controlli delle sostanze che possono essere usate per fabbricare esplosivi artigianali.

·         Il nuovo gruppo sugli obiettivi non strategici offre una piattaforma per la condivisione e lo scambio di buone pratiche sulle modalità atte a proteggere gli spazi pubblici.

·         Per contrastare il finanziamento del terrorismo, la Commissione ha presentato 3 proposte per completare il quadro giuridico sul riciclaggio di denaro, i flussi illeciti di contante e il congelamento e la confisca dei beni.

Prevenzione della radicalizzazione

·         La Commissione ha continuato a lavorare con le piattaforme Internet attraverso il forum dell'UE su Internet per limitare l'accesso a contenuti terroristici e ha avviato il programma di responsabilizzazione della società civile per promuovere una contronarrazione online. L'unità UE addetta alle segnalazioni su Internet presso Europol ha segnalato 35 000 elementi di contenuto terroristico online negli ultimi 2 anni, di cui l'80-90%, è stato eliminato.

·         La Commissione ha continuato a sostenere la prevenzione e lotta alla radicalizzazione a livello nazionale e locale, segnatamente attraverso la rete di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione (RAN) e tramite la creazione di un gruppo di esperti ad alto livello sulla radicalizzazione.

Oltre a illustrare in dettaglio le modalità del proseguimento dei lavori nei suddetti ambiti nell'anno a venire, l'odierna relazione fornisce anche una valutazione preliminare delle prospettive per il futuro a seguito del parere espresso dalla Corte di giustizia sull'accordo tra il Canada e l'Unione europea sul trasferimento e sul trattamento dei dati del codice di prenotazione (PNR). La relazione passa inoltre in rassegna i progressi realizzati nella lotta contro la criminalità informatica e nella sicurezza dei trasporti.

Contesto

La sicurezza è una priorità politica fin dall'inizio del mandato della Commissione Juncker – dagliorientamenti politici del presidente del luglio 2014 fino all'ultimo discorso sullo stato dell'Unione del 14 settembre 2016.

L'agenda europea sulla sicurezza orienta le attività della Commissione in questo settore definendo i principali interventi intesi ad assicurare una risposta efficace dell'UE al terrorismo e alle minacce alla sicurezza, comprendente la lotta alla radicalizzazione, il rafforzamento della sicurezza informatica, il blocco delle fonti di finanziamento del terrorismo e il miglioramento dello scambio di informazioni. Nel periodo intercorso dall'adozione l'Agenda sono stati registrati notevoli progressi nella sua attuazione, che hanno posto le basi per un'Unione della sicurezza autentica ed effettiva. I progressi realizzati sono descritti nelle relazioni che la Commissione pubblica periodicamente.

La prossima relazione sui progressi dell'Unione della sicurezza sarà presentata nell'ottobre 2017.

Per ulteriori informazioni

Comunicazione: Decima relazione sui progressi dell'Unione della sicurezza

Comunicazione: Agenda europea sulla sicurezza

Scheda informativa: Un'Europa che protegge

Scheda informativa: Un'agenda europea sulla sicurezza – stato dei lavori

IP/17/3082

Contatti per la stampa:

Informazioni al pubblico: contattare Europe Direct telefonicamente allo 00 800 67 89 10 11 o per e-mail  .. a cura di www.acraccademia.it

 
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x Teo da pubbl su pag 7 e 8 de il milanese sett ott. 2017

Commissione europea - Comunicato stampa

L'UE lancerà un'Alleanza globale per un commercio libero da tortura

Bruxelles, 7 septembre 2017

La Commissaria UE per il Commercio Cecilia Malmström ha annunciato oggi che l'UE lancerà un'Alleanza internazionale per un commercio libero da tortura.

L'iniziativa, frutto di uno sforzo congiunto con Argentina e Mongolia, mira a porre fine agli scambi di merci utilizzate per la pena di morte e la tortura e sarà lanciata ufficialmente il 18 settembre nel corso della settimana dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

L'Alleanza per un commercio libero da tortura è un'iniziativa congiunta di paesi di tutto il mondo intesa ad arrestare gli scambi di merci utilizzate per la tortura e la pena di morte. Nonostante il diritto internazionale vieti la tortura in qualsiasi circostanza, gli strumenti utilizzati per infliggere dolore e morte sono tuttora commercializzati in tutto il pianeta. Tra questi figurano manganelli chiodati, cinture a scarica elettrica e aste che tengono bloccata la vita o un arto infliggendo shock elettrici, nonché sostanze chimiche e sistemi di iniezione automatici utilizzati per l'esecuzione di sentenze capitali.

"L'unico fine di questi prodotti è infliggere dolori atroci e uccidere esseri umani. Non possiamo permettere che siano commercializzati come fossero merci qualsiasi. È giunto il momento di intraprendere azioni concrete per dire una volta per tutte 'basta' a questo commercio esecrabile", ha dichiarato la Commissaria Malmström.

"Le norme dell'UE in questo campo hanno ottenuto risultati positivi, ma i produttori di queste merci cercano di eludere la legislazione. Più paesi aderiscono, più la nostra cooperazione sarà efficace. Nella mia carriera di Commissaria e deputata al Parlamento europeo, ho incontrato in varie occasioni vittime di tortura: rifugiati, detenuti politici, condannati a morte. Credo fermamente che la politica commerciale possa contribuire a rafforzare i diritti umani in tutto il mondo", ha aggiunto la Commissaria Malmström.

In occasione del lancio dell'iniziativa, che si terrà il 18 settembre presso il quartier generale delle Nazioni Unite ed è frutto dello sforzo congiunto di UE, Argentina e Mongolia, i paesi aderenti firmeranno una dichiarazione politica comune (il sito web dell'Alleanza – www.torturefreetrade.org – è già online). Nella giornata inaugurale è attesa complessivamente l'adesione di circa 50 paesi membri delle Nazioni Unite in tutto il mondo (Africa, America, Asia ed Europa). L'Alleanza potrebbe costituire una base per ampliare la cooperazione a livello dell'ONU in questo campo.

I paesi che parteciperanno all'Alleanza aderiranno ai suoi quattro punti d'azione:

·         adottare misure per controllare e limitare le esportazioni di queste merci;

·         dotare le autorità doganali di strumenti adeguati. L'Alleanza istituirà una piattaforma per monitorare i flussi commerciali, scambiare informazioni e identificare i nuovi prodotti;

·         mettere a disposizione assistenza tecnica per aiutare i paesi a redigere e attuare norme che vietino questo commercio;

·         scambiare pratiche per la realizzazione di sistemi di controllo e applicazione efficienti.

L'UE è impegnata nella tutela dei diritti umani e nella lotta contro la tortura e per l'abolizione della pena di morte. La sua legislazione severa sugli scambi di merci utilizzate per la tortura o la pena di morte ha già ottenuto successi: è anche grazie ad essa che i farmaci utilizzati per le iniezioni letali sono diventati più costosi e difficili da reperire.

La legislazione dell'UE si applica tuttavia solo in Europa. Dal momento che i produttori e i commercianti di queste merci cercano di eludere le norme dell'Unione, più numerosi saranno i paesi che si impegnano a vietarne l'esportazione, più efficaci risulteranno le azioni intese ad abolire questo commercio. L'Alleanza rappresenta un modo per intraprendere azioni concrete e iniziative specifiche per porre fine agli scambi di queste merci su scala globale, rendendo il loro reperimento molto più difficile.

Contesto

Uno degli obiettivi della politica estera dell'UE è promuovere il rispetto dei diritti fondamentali. Il suo impegno ad arrestare la tortura e abolire la pena di morte comprende dal 2005 misure intese a prevenire gli scambi di merci che potrebbero essere utilizzate per la pena di morte, per la tortura o per altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti.

L'UE ha stabilito elenchi di prodotti vietati e istituito un meccanismo di intervento rapido per far sì che possano essere banditi anche i nuovi prodotti. Si è inoltre dotata di regole per i controlli all'esportazione per impedire che prodotti medicinali inseriti negli elenchi siano utilizzati per la pena di morte e vieta la fornitura di servizi di intermediazione riguardanti le merci inserite negli elenchi e la fornitura di assistenza tecnica a paesi terzi. L'anno scorso l'Unione ha reso ancora più stringente la normativa per includere il divieto di transito di tali merci attraverso il suo territorio e i suoi porti e il divieto di promuoverle, ad esempio nel corso di fiere commerciali.

Per ulteriori informazioni

Sito web dell'Alleanza per un commercio libero da tortura, che comprende informazioni sui suoi obiettivi e la possibilità di registrarsi all'evento inaugurale.

Su EbS sono disponibili 
video e foto scaricabili, comprese immagini di strumenti di tortura e un'intervista con la Commissaria Malmström.

IP/17/3088

Contatti per la stampa:

Informazioni al pubblico: contattare Europe Direct telefonicamente allo 00 800 67 89 10 11 o per e-mail .. a cura di www.acraccademia.it 

 
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x Teo da pubbl. su pag 6 e 8 di acr torino sett e ott 2017

Commissione europea - Comunicato stampa

Le autorità per la tutela dei consumatori e la Commissione europea esortano Volkswagen a finalizzare la riparazione di tutti i veicoli interessati dallo scandalo delle emissioni.

Bruxelles, 7 septembre 2017

Oggi le autorità per la tutela dei consumatori dell'UE e la Commissione europea hanno inviato una lettera congiunta all'amministratore delegato di Volkswagen con la quale esortano il gruppo a riparare rapidamente tutti i veicoli interessati dallo scandalo del “dieselgate”.

L'iniziativa fa parte di un'azione coordinata delle autorità per la tutela dei consumatori dell'UE, intesa a garantire che il gruppo Volkswagen rispetti il diritto dei consumatori in seguito allo scandalo e si dimostri proattivo nei confronti dei consumatori interessati. Le autorità per la tutela dei consumatori in tutta l'UE continuano a ricevere segnalazioni che molti dei veicoli interessati non sono ancora stati riparati.

Dopo gli incontri con la Commissaria Jourová nel 2016, Volkswagen si era impegnata a riparare tutti i veicoli interessati entro l'autunno 2017. Oggi le autorità per la tutela dei consumatori dell'UE, sotto l'egida dell'autorità olandese per i consumatori e i mercati (ACM), esortano Volkswagen a confermare entro un mese che questo piano sarà mantenuto. Esse chiedono la piena trasparenza su questo processo, inclusa una relazione dettagliata su quanto sia stato fatto e quanto resti ancora da fare. Volkswagen dovrebbe garantire di risolvere qualsiasi eventuale problema successivo alla riparazione, in quanto la Commissione ha chiesto che tutti i veicoli interessati del costruttore siano resi pienamente conformi alle norme di omologazione.

La Commissaria Jourová ha dichiarato: “Sono soddisfatta di vedere che le autorità per la tutela dei consumatori preposte al rispetto del diritto dell'UE sono unite di fronte a Volkswagen e che insistono affinché le nostre richieste siano rispettate. Agendo insieme le autorità per la tutela dei consumatori possono garantire che il diritto dell'UE in materia di consumatori sia rispettato in tutta l'Unione. Questo assume un'importanza particolare quando si tratta di affrontare problemi paneuropei, quale è il caso di VW, che interessa oltre otto milioni di consumatori in diversi Stati membri. Con l'odierna posizione congiunta, i consumatori dell'UE possono essere certi che sia le autorità per la tutela dei consumatori degli Stati membri, sia la Commissione europea sono dalla loro parte e che eventuali mezze misure non saranno accettate.”

Le autorità della rete di cooperazione per la tutela dei consumatori attendono un riscontro da Volkswagen in merito ai seguenti punti, ad esempio:

·         Trasparenza e comunicazione: Volkswagen dovrebbe informare i consumatori individualmente e senza indugio. Volkswagen dovrebbe comunicare ai consumatori informazioni sufficienti per consentire loro di adottare decisioni ben informate. In linea con la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, le informazioni dovrebbero includere:

o i motivi chiari e precisi per cui il veicolo deve essere riparato;

o cosa comporta la riparazione;

o cosa bisogna fare per far riparare il veicolo;

o cosa può succedere o succederà se il veicolo non è riparato;

o in quali Stati membri i veicoli che non sono stati riparati smetteranno di essere considerati conformi e quando.

·         Informare i proprietari di veicoli di seconda mano e i consumatori che non si rivolgono ai concessionari Volkswagen: Volkswagen dovrebbe massimizzare gli sforzi per informare i consumatori che hanno comprato i loro veicoli o che ne eseguano la manutenzione al di fuori della rete concessionaria Volkswagen (per es. veicoli d'occasione o acquistati direttamente presso gli importatori).

·         La misura utile a creare un clima di fiducia: Le autorità per la tutela dei consumatori hanno accolto con favore la misura annunciata dal gruppo Volkswagen, che offre una garanzia per la riparazione. Oggi le autorità della rete di cooperazione per la tutela dei consumatori hanno chiesto a Volkswagen di comunicare attivamente queste informazioni a tutti gli interessati, senza limitare la misura ad alcune parti del veicolo o a un periodo dato e di rendere giuridicamente vincolante la garanzia che le prestazioni complessive dei veicoli resteranno invariate dopo la riparazione.

·         Sostegno ai concessionari durante il processo di riparazione: Sebbene la responsabilità di garantire la conformità di omologazione spetti ai costruttori, nell'ambito della direttiva sulla vendita e sulle garanzie il venditore è responsabile di eventuali difetti al momento della consegna dei beni. Le autorità chiedono a Volkswagen di avvalersi di tutti i mezzi disponibili per agevolare il lavoro dei concessionari.

·         Proroga del processo di riparazione: Le autorità per la tutela dei consumatori dell'UE chiedono a Volkswagen di confermare l'intervallo temporale entro il quale tutti i veicoli saranno riparati. Se il processo di riparazione si protrae oltre l'autunno 2017, Volkswagen dovrebbe impegnarsi a prorogare il periodo di riparazione gratuita del software per il tempo necessario a rispettare il dovere di garantire che tutti i veicoli siano conformi al diritto dell'UE in materia di consumatori.

Prossime tappe

Le autorità per la tutela dei consumatori chiedono a Volkswagen di rispondere alla domanda entro un mese e di impegnarsi in un dialogo a livello europeo. Spetterà a ciascuno Stato membro decidere il proseguimento dell'azione se Volkswagen non reagirà a questa posizione comune o se non si raggiungerà un accordo. Le autorità possono adottare le azioni appropriate alle circostanze locali, compresa un'azione di esecuzione laddove necessario.

Contesto

Il regolamento UE sulla cooperazione per la tutela dei consumatori mette in collegamento le autorità nazionali per la tutela dei consumatori nell'ambito di una rete di esecuzione paneuropea, grazie alla quale un'autorità nazionale di uno Stato membro può chiedere alla propria omologa di un altro Stato membro di intervenire in caso di violazione transfrontaliera di una norma UE di tutela dei consumatori.

La cooperazione è applicabile alle norme a tutela dei consumatori che disciplinano vari ambiti, quali ladirettiva sulle pratiche commerciali sleali, la direttiva sui diritti dei consumatori o la direttiva sulla vendita e sulle garanzie.

Nell'ambito della rete di cooperazione per la tutela dei consumatori le autorità riesaminano regolarmente le questioni di interesse comune per la tutela dei consumatori nel mercato unico e coordinano la loro sorveglianza del mercato nonché le eventuali azioni di esecuzione. La Commissione agevola lo scambio di informazioni fra le autorità e il loro coordinamento.

Per maggiori informazioni

Politica dei consumatori dell'UE

IP/17/3102

Contatti per la stampa:

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