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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete " La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Credo sia il momento giusto, il momento più opportuno perché il nostro governo presentasse all'Unesco la legittima richiesta: attestare che la "Cucina Italiana" sia considerata patrimonio dell'Umanità, protetta e certificata. Stiamo parlando da tempo di vermi, grilli e farine non affini alla nostra tradizione e alla nostra cultura. Dopo l'approvazione della commissione, tutto l'incartamento approntato sarà trasmesso all'apposito ministero dell'UNESCO e per la fine del 2025, se non vi saranno intoppi e pregiudizi, dovremmo ottenere la giusta "citazione". Coldiretti esulta e mi sembra giusto: materie prime fondamentali prodotte nel nostro territorio, piatti esclusivi ispirati dalla nostra tradizione, dai nostri usi, costumi, consumi, dalla nostra cultura, sono connotati e identificabili come parte della nostra millenaria storia. Nel concorrere alla presentazione della nostra cucina, scendono in campo anche la gestualità e la manipolazione, oltre alla relazione tra chi appronta e chi condivide, confrontandosi su ciò che si mangia. Insomma, la nostra forte potenzialità è nelle nostre tante regioni: ognuna ha storie da raccontare, ricette antiche da presentare, lavorazioni artigianali e industriali rispettose di ambiente e territori. La terra poi, fornisce ciò che le spetta se trattata a dovere, se coltivata con amore, se curata con grande esperienza dai nostri coltivatori. Cibo e vino, sono i nostri assi vincenti: insieme sono la base della buona, esaltante e variatissima cucina italiana. Ogni zona del paese ha i suoi fiori all'occhiello e credetemi, quando c'è amore e rispetto per la terra e per il cibo, allora si vince...facile. Speriamo bene, noi valiamo!
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Lui oggi si diletta con i "Lego", costruisce ponti e gioca con i sogni. Noi da piccoli, abbiamo giocato con il "Meccano" nr. 5: negli anni '50 era il massimo per noi ragazzi, ottenere l'antesignano del "Lego" e mettere su qualche audace costruzione senza rompere gli zebedei a nessuno. L'idea del ponte sullo stretto non è in discussione in quanto tale, è in discussione il momento e la fretta per realizzarlo subito, anzi no, prima di subito: ORA! Sappia il comandante senza gradi che il nostro paese, specie sulle grandi strade che attraversano l'Italia, vive pericoli quotidiani che meriterebbero più attenzioni prima che ci scappi il morto! Una sola galleria su cinque è nella norma, tutte le altre necessitano di cure e interventi, prima che crollino all'improvviso e incominci il solito gioco dello scaricabarile! Attenzione parlo solo di gallerie, ma potrei citare strade che hanno problemi seri, strade dimenticate, lavori abbandonati e fermi, come cattedrali nel deserto. Il ponte ci sta bene, ma al momento data la situazione, dedicarsi a qualcosa di più urgente non sarebbe male e aiuterebbe il paese. Forza capitone.....facci vedere che qualche volta sei attento ai caxxi del paese e non solo ai tuoi!
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E' notizia recente che merita di essere sottolineata, anche se non vi sia niente di nuovo sotto il sole. Il ristorante della Camera dei Deputati riservato agli Onorevoli, ha dovuto aumentare il prezzo del menù completo: da 13 euro, passerà dal 27 marzo, a 15 euro! Sarò più preciso per evitare azzardate conclusioni: per pranzare al ristorante gli onorevoli ricevevano un bonus "partecipativo" di 10 euro, cioè l'amministrazione contribuiva al saldo del conto, con il bonus. Ebbene questo bonus sarà ridotto a 8 euro, pertanto il pasto completo di buvette, passa da 13 euro a 15 euro. Pertanto, il povero onorevole tirerà fuori di tasca sua 7 euro che con gli 8 euro offerti dalla Camera (cioè noi), può sfamarsi e placare l'appetito. Inoltre aggiungo che per ragioni squisitamente politiche, la "Coop Cirfood" che si preoccupava della gestione, al 31 dicembre cederà il suo servizio alla nuova Coop...di destra. Infatti grazie alle conoscenze del cognato della Meloni, tutto il cibo che si consumerà, viaggerà a kilometro zero: tutta roba genuina del Lazio con buona pace di tutti. Che dirvi? Siamo fortunati noi cittadini: abbiamo tanti problemi, tante situazioni difficili da affrontare e da risolvere, ma i soldi non bastano mai. Meno male che i questori abbiano deciso di aumentare il costo del pranzo completo di 2 euro, pensate come sia stato difficile per loro, prendere questa decisione che ha procurato un problema inguinale: per lo sforzo sostenuto, è scesa l'ernia a tutti per la pesante decisione presa. Buon appetito alla faccia nostra, signori onorevoli.
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Come sapete la delegazione cinese con a capo XI Jinping, è a Mosca per l'importante incontro con Putin. La folta delegazione, è alloggiata presso l' "Hotel di Mosca" con l'ovvio e scontato apparato di sicurezza perché gli ospiti stiano sereni e tranquilli. Per la cena il menù offerto da Vlad ai cinesi, era composto da queste portate: antipasto frutti di mare provenienti dall'Estremo Oriente, frittelle con quaglie e funghi, zuppa di pesce storione con torta e infine, sorbetto di melograno. Non posso esprimermi su questo menù, ossia, non conosco tutta 'sta roba quindi mi taccio. Potrei parlare dell'antipasto di frutti di mare, ma questi signori, non credo lo abbiano gradito crudo come noi baresi facciamo di solito...e solo con roba fresca nostrana, senza provenire da lidi lontani. Comunque, ha colpito molto una dettaglio che pare non sia sfuggito a chi sia attento in questi casi. C'è stata infatti, una consegna di 18 sacchetti di carta tipici per alimenti, con il logo molto noto del fast food KFC di Mosca: trattasi di una catena multinazionale americana che è sita di fronte all'hotel dei cinesi. Nel pomeriggio quindi i cinesi rintanati nel loro albergo, hanno provveduto a mangiare con molto appetito, pollo fritto all'americana. Nasce quindi la domanda: cosa hanno mangiato oltre quanto elencato per la cena della sera precedente? Non hanno gradito? Oppure non è stato abbastanza sufficiente? Bella domanda vero? Sapere che si siano rivolti a un ristorante americano fa notizia, sapere se abbiano gradito la cucina russa, un po' meno, visto quello che abbia elencato più su!
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Dopo 53 anni, il classico e noto logo "I love NY", dove il love era contraddistinto da un cuore rosso, la grande mela cambia stemma per sostituire "I" (io) con "We" (noi). Un mutamento necessario dato il tempo trascorso e dovuto anche a scelte politiche e sociali nuove e distinte. Il "We" è più inclusivo, è apertura per tutti e chi ha dovuto preoccuparsi della modifica, ha pensato bene di non stravolgere il vecchio e famoso logo con una piccola, ma importante sostituzione. Fondamentalmente ciò che sia cambiato a New York lo si nota subito: differenze sostanziali tra affari e lavoro, differenze abissali tra ricchi e poveri. Il sociale, l'inclusione, la parità e il rispetto, sono oggi i grandi assenti nella grande metropoli americana. Con il "We" si tende a richiamare tutti per contribuire al cambio epocale della città, troppi personalismi, troppi divisioni sociali e le etnie ingrandiscono sempre più con i nuovi arrivati. Mah, non so se basterà il cambio della prima persona singolare e della prima persona plurale del tempo presente del verbo amare, i problemi sono tanti, sono pressanti e gli USA sono esposti seriamente in tutto il mondo. La gente vuol cogliere segnali ben diversi politicamente e socialmente, ha bisogno di ordine e serenità. Spero sia sufficiente il cambio del logo: oltre cinquant'anni fa, andava benissimo, ma oggi una...modifica era impellente.
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