TANKA VILLAGE
Atahotels pronta a demolire l’abuso
Proprio laggiù, a due passi, il sette ottobre si sono ritrovati autorevoli magistrati del Consiglio di Stato, giudici del Tar, l’assessore regionale all’urbanistica, tecnici e ambientalisti per discutere in un qualificatissimo convegno sugli effetti delle norme contenute nel nuovo piano paesaggistico della Sardegna. Mai avrebbero potuto immaginare che un gruppo immobiliare turistico importante come l’Atahotels, con un vicepresidente come Paolo Ligresti, avevano costruito senza autorizzazione una grande tensostruttura destinata a meeting vistamare all’interno del Tanka Village. Una struttura abusiva a tutti gli effetti, perchè se è vero che i permessi erano stati chiesti all’ufficio regionale tutela del paesaggio è altrettanto vero che nessuno ancora li aveva concessi. Comunque ritardavano ad arrivare, forse anche perchè dopo l’arresto e il rinvio a giudizio dell’ex direttore Lucio Pani in quell’ufficio la prudenza è cresciuta esponenzialmente.
Costruire abusivamente significa commettere un reato ambientale ed è per questo che il pubblico ministero Andrea Massidda ha aperto un fascicolo intestandolo al Tanka Village di Villasimius e ha affidato al nucleo ispettivo di vigilanza ambientale della Forestale il compito di andare a fondo nell’indagine. Per adesso risultano iscritti al registro degli indagati i dirigenti del villaggio e della società proprietaria, il direttore generale del villaggio si chiama Tonino Cavaletto. Ma niente porta ad escludere che nei prossimi giorni il magistrato chieda al gip il sequestro giudiziario della sala convegni all’aperto. Nel frattempo l’Atahotels ha comunicato informalmente al comune di Villasimius che a fine stagione la struttura sarà demolita del tutto. Sparirebbe dunque il corpo del reato ma non il reato ambientale.
La vicenda è chiara nella sua semplicità: il Tanka Village è da decenni un punto di riferimento internazionale per il turismo d’alto bordo e per quello legato ai congressi. E’ fra i lussuosi bungalows di Villasimius che si riuniscono ogni anno medici, giuristi, operatori dell’impresa e persino il Milan calcio per fare il punto sul marketing collegato all’attività sportiva. Il gruppo che fa capo al facoltoso finanziere Ligresti, origini socialiste che risalgono ai tempi aurei di Bettino Craxi, vorrebbe allargare la geografia del villaggio con uno sterminato campo da golf. Un’iniziativa in corso, sulla quale gli ambientalisti si sono già espressi con toni piuttosto critici. Ma si sa che nel tumultuoso terreno del turismo d’elite chi non investe rischia di rimanere tagliato fuori dal mercato. E Atahotels - otto hotel per clientela business, quattro resort per le vacanze e nove residence - è un’azienda che certe dinamiche le conosce a menadito. E’ recentissima infatti la realizzazione di un centro benessere, c’è il progetto del green, mancava la tensostruttura destinata a ospitare centinaia di convegnisti in uno spazio naturale invidiabile, il mare da una parte e la vegetazione ineguagliabile di Villasimius dall’altra. Mancava e c’era fretta di metterlo in piedi, al punto che persino l’autorizzazione dell’ufficio regionale tutela paesaggio è stata ritenuta superflua. La conferma è scritta nei documenti che si trovano all’esame del magistrato: quando gli ispettori della Regione sono andati al Tanka per capire se quel progetto poteva essere baciato dal nullaosta, si sono trovati davanti agli occhi l’opera già bell’e fatta. Uno schiaffo in faccia all’autorità, un atto grave cui poteva seguire soltanto una denuncia alla procura.
La denuncia è partita puntualmente insieme a una determinazione firmata dall’ufficio per ordinare la demolizione. Subito l’ispezione della sezione del Corpo Forestale di Castiadas e via all’inchiesta giudiziaria.
(m.l.)
abstract: La Nuova Sardegna del 13 ottobre 2006