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La verità delle parole sta nelle azioni successive
Post n°1701 pubblicato il 11 Settembre 2013 da ad_metalla
Son le parole del padrone mio: "Io non conosco", dice lui, "né casa, né moglie, né padrona". Sicché il compito affidato alla mia lingua, sulle spalle me lo riporto a casa grazie a colui e alle sue bastonate. Son'io in terra, in cielo o all'inferno? Sogno, o son desto? pazzo oppure in senno? Da essi conosciuto, e a me dissimulato! Dirò che sono quel che dicon loro, e, così seguitando, alla ventura in questa nebbia vado. (William Shakespeare, “La commedia degli equivoci”, atto secondo).
di Massimo Manca Sarà forse per colpa dei rumors che mi giungono da Roma, però resta il fatto che stanotte mi sono visto a leggere un editoriale di Umberto Aime sull’Unione Sarda. Incredulo pigliavo il telefono per chiamare subito un collega della Nuova: “Ciao carissimo, come stai… dimmi, ho in mano L’Unione, ma che storia è mai questa?”. “Massimo – mi rispondeva il collega – è una storia più che preannunciata, non so dirti però se a buon fine”. Le prime avvisaglie si sono registrate lo scorso luglio, con la decisione dell'editore e del consiglio d'amministrazione dell'Editoriale La Nuova Sardegna SpA di trasferire la sede legale della società a Roma, e la fusione per incorporazione della società editoriale nel gruppo di controllo Finegil-L'Espresso. Per altri, invece, la lunga marcia di avvicinamento di Zuncheddu al Gruppo l’Espresso deve essere retrodata quanto meno alla nomina di Anthony Muroni a direttore del principale quotidiano sardo, non escludendosi la conseguente buona stampa per la coppia Michela Murgia & Francesca Barracciu. Sarà. Le trattative, così almeno pare, sarebbero a buon punto esul filo d’arrivo. Le uniche difficoltà – in via di superamento – sarebbero legate alla quantificazione dei debiti maturati dal giornale, o per meglio dire del tentativo di caricare quelli immobiliari sulla parte editoriale. Se l’operazione venisse chiusa, per la storica redazione della Nuova Sardegna si prospetterebbe un trasferimento a Roma: non si sa con quali conseguenze – che comunque non saranno indolori – anche se la società ha più volte ribadito che “nulla cambierà in futuro e a tutti i livelli nell'autonomia gestionale e professionale de La Nuova Sardegna”. In attesa di riscontrare conferme, o magari qualche stizzita smentita, ci sarebbe da fare un’ultima considerazione: come reagirà l’establishment politico di viale Trento? Insomma, se con l’approssimarsi delle elezioni regionali i rumors dovessero trovare conferma, la situazione per il centrodestra si farebbe difficile. Per questo motivo alcuni pensano che l’operazione nulla sia di più che un semplice fuoco di paglia, un azzardo di Zuncheddu per ottenere tutte quelle attenzioni finora non pienamente soddisfatte. Per altri, invece, l’editore di Burcei sarebbe stanco di buttar via soldi, avendo raggiunto la consapevolezza che nei palazzi della politica regionale nessuno voglia aiutarlo così tanto e quanto lui vorrebbe. Chissà, forse la prossima notte mi vedrò a leggere l’editoriale di Muroni sulla Nuova Sardegna. |
Post n°1700 pubblicato il 31 Luglio 2013 da ad_metalla
Pubblicato il 29 luglio (scritto il 25). QUI! Un provvedimento inusuale, sorprendente. Del tutto in controtendenza, almeno in Sardegna: un ambientalista, Stefano Deliperi, è stato chiamato a far parte del Consiglio direttivo del Parco naturale regionale Molentargius-Saline di Cagliari e Quartu Sant’Elena, uno dei tesori dell’ambiente isolano che però, ancora oggi, stenta a decollare per le periodiche carenze di risorse e mezzi, ma soprattutto per una gestione operativa che negli anni ha mostrato più ombre che luci. Il provvedimento risale allo scorso 10 giugno, quando l’organo di indirizzo e controllo politico, all’unanimità, ha sostituito l’ex direttore generale del comune di Cagliari, Francesco Cicero, dimissionario da circa un anno. La decisione di avvalersi delle competenze di Deliperi è tuttavia maturata prima, più esattamente il 30 aprile, quando l’Assemblea del Parco ebbe a deliberare senza però avere preventivamente acquisito l’indispensabile autorizzazione della Corte dei Conti. Il nullaosta, richiesto il 7 maggio, è arrivato nel tempo record di 2 giorni, a dimostrazione che quando la pubblica amministrazione vuole può essere anche velocissima. Massimo Manca
Poi il colpo di scena.... Molentargius, bloccata la nomina di Deliperi. Manca il sì della Corte dei conti Sfuma la nomina di Stefano Deliperi nel Consiglio direttivo del Parco Molentargius. Le delibere con cui l’Assemblea del Parco aveva nominato l’ambientalista nel Consiglio direttivo dell’area umida protetta, pur regolarmente adottate e recentemente pubblicate nell’albo pretorio dei comuni consorziati, anche con l’acquisizione dell’autorizzazione di Giuseppe Mullano (dirigente della Corte dei conti), non sortiranno effetti concreti.
Link all'articolo: QUI! P.S. Ricapitolando: |
Post n°1699 pubblicato il 31 Luglio 2013 da ad_metalla
Cos'è il Genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione |
Dunque ci siamo. Nuovamente. L’altro giorno un quotidiano sardo titolava: "Sardegna, c’è già profumo di rally". Nulla di più sbagliato, la titolazione corretta sarebbe dovuta essere: "Rally, c’è già profumo di soldi". Questa, naturalmente, nel giornale che mi piacerebbe leggere tutti i giorni e che al momento non esiste. Si, perché diciamocelo pure cari colleghi: è ora di finirla. Di finirla di sparare a palle incatenate sugli scontrini del caffè dei grillini chiudendo però gli occhi sulle tante, troppe porcate e spese inutili di cui si pontificano mai dimostrati vantaggi. E per il turismo e per l’economia e per l’occupazione della Sardegna. Lo so, è sempre piacevole essere invitati a sbafo per seguire il rally in sontuosi hotel a 5 stelle. Ed è bello far parte di un circo che ti riempie di inutili omaggi e false carinerie. Che ti riempie anche la pancia al ristorante, lo so. Però, scusate, a tutto c’è un limite: non si può stare perennemente col piede in due staffe. Da una parte ci riempite la testa con ridicoli forum, trasmissioni televisive e inutili dibattiti sulle miserie dell’Isola e, dall’altra, chiudete gli occhi sui quattrini pubblici che ogni anno vengono graziosamente elargiti al Rally di Sardegna? Vogliamo finalmente parlarne? Dalle indiscrezioni che mi giungono alle orecchie pare che gli organizzatori abbiano chiesto 1milione e 500mila euro. Che sarebbe come dire 1.400 euro per chilometro percorso dalle macchine. Pare – dico pare – che la giunta regionale sia disposta a concederne non più di uno. Da qui la decisione degli organizzatori di ridurre il rally a due sole giornate. Sempre troppi i quattrini, dati i tempi. E sono soprattutto uno sputo in faccia a chi non riesce più a sopravvivere. Certo, ci vorrebbe coraggio, quello che pare manchi in viale Trento. Il coraggio di dire no. E questo mi fa pensare. Mi chiedo, infatti, se da quelle parti non abbiano sufficiente intelligenza per capire la portata che potrebbe avere una decisione di questo tipo dinanzi all’opinione pubblica. “Signore e signori, vi abbiamo convocato per comunicare che non finanzieremo, quest’anno, il Rally di Sardegna e che utilizzeremo il milione di euro preventivato per soccorrere le persone che si trovano in difficoltà”. Sarebbero applausi. Titoloni sui giornali. Ecco, così io la vedevo. E invece no, non sarà così. Saranno gamberoni arrosto, cappellini, portachiavi, comode stanze d’albergo e strette di mano, con le solite veline di contorno. E niente applausi, se non l’eco di puzzolentissimi motori tra le nostre montagne. La Sardegna vi guarda e voi le sputate in faccia. Non è bello. |
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