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Avviso per Alice e per gli interventisti scemi

Post n°657 pubblicato il 21 Novembre 2006 da ad_metalla
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E brava la Sallemi. Sul termovalorizzatore dei rifiuti del Casic si avvicina al fuoco, ma non tanto da bruciarsi. Però Alice (nel Paese delle Meraviglie) non è lei. Semmai è chi pensa, da collega, dandone notizia, di sollevare qualche polverone con l’entità di una convenzione. Truccando l’importo al rialzo, per sollevare stupidi moralismi. Stupidi, perché non si fanno cretini paragoni di stipendio guardando agli asini precedenti, e stupidi perché prima bisognerebbe leggersi il contratto nazionale, che tali importi autorizza. Facciamo questa piccola disgresssione (che i più non capiranno, ma francamente poco ci importa, questo è un blog, un diario personale) solo per richiamare Alice dal Paese delle meraviglie, per un più degno impegno giornalistico, meno bugiardo, magari per spingersi oltre la Sallemi. Un richiamo che vale anche per l’interventista ambientale, il foraggiatore clandestino delle maldicenze di Alice, quel troddione delle immoralità altrui (le sue le tiene ben nascoste... pubbliche virtù, vizi privati) che si guarda l’ombelico. Beota, scemo a non capire che gliela fanno sotto il naso. E torniamo alla questione, seguiteci bene. Siamo all’ennesima privatizzazione soriana. Però in questo caso, come fa notare bene la Sallemi, non si può privatizzare nulla che non sia tuo. E il termovalorizzatore non è della Regione. E neppure del Tecnocasic. E’ del Casic. E se qualcuno vuole mettere le mani sul Casic deve farne di strada.... fino a bussare a Roma. Quindi, c’è da domandarsi, perché l’uscita populista del Governatore ? E si badi bene, tanto più quando le tariffe di smaltimento vengono certificate come congrue dalla stessa Regione. Scrive la Sallemi: “Non si può vendere ma c’è un compratore o, meglio, un imprenditore del settore rifiuti, con casamadre nella Penisola e attività in Sardegna, che al presidente avrebbe detto «la cosa potrebbe interessarci»”. Ma tu guarda. Si può sapere, per grazia, chi è ? Magari è interessato a qualche altro erigendo termovalorizzatore ? Domanda retorica, noi lo sappiamo bene. Ma il punto non è questo. O meglio, il punto è venire a capo di quel 30% in mani di una società, di cui, come scrive la Sallemi, ”le cronache si sono occupate in passato perché nell’isola non si trovava qualcuno che conoscesse i proprietari di tale entità. I cronisti ne persero le tracce a Parigi e nel Lussemburgo, dove l’anonimato societario non provoca sollevazione etiche o giuridiche”. Ora, bisognerebbe aggiornarsi, era nelle mani di questa società. Per cessione di ramo d'azienda, ora dovrebbe essere in altre. Naturalmente siamo stanchi di fare il lavoro sporco per gli altri. E quindi questa volta ci limitiamo a suggerire la soluzione: il padrone, per ora solo del 30 %, è un amante della buona lirica. Della buona musica, del buon teatro. Dove peraltro siede, ma, più di recente, non per godersi lo spettacolo. Una poltrona molto più comoda di quelle istituzionali, che si perdono facilmente. Se è vero che non è possibile trovare pace manco nelle necropoli, è anche vero che a certe società, che si liberano del ramo d'azienda, non basta il castello di Sanluri per nascondersi.

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Soru intende abbattere le tariffe dello smaltimento dei rifiuti mettendo sul mercato gli impianti di Macchiareddu e Ottana. «Casic: ecco perché vendere». Morittu assicura: «E’ prevista la riforma dell’intero sistema». Per l’assessore gli aspetti societari saranno risolti in un secondo momento «Ora bisogna risolvere le inefficienze»


Lo scopo è la tariffa unica regionale per lo smaltimento dei rifiuti con la termovalorizzazione. Lo strumento attraverso il quale il presidente Soru intende raggiungere il risultato è la privatizzazione degli impianti, da Ottana a Macchiareddu. Ma a proposito di quest’ultimo, oltre la cortina dei cellulari strategicamente spenti, è filtrato il dubbio: come si fa a voler vendere il Colosseo?

L’impianto nell’area industriale di Cagliari è di proprietà del consorzio industriale, il Casic, mentre la gestione è affidata al Tecnocasic: 70 per cento Casic e il 30 di una società, Città ecologica 2000, di cui le cronache si sono occupate in passato perché nell’isola non si trovava qualcuno che conoscesse i proprietari di tale entità. I cronisti ne persero le tracce a Parigi e nel Lussemburgo, dove l’anonimato societario non provoca sollevazione etiche o giuridiche. Dunque il governatore Soru, in margine a una conferenza stampa, ha sostenuto la necessità di rendere produttivo ed efficiente il sistema Tecnocasic accusato di praticare tariffe eccessive, anche 140 euro a tonnellata di rifiuti contro i 60-70 che saranno possibili a Ottana. Il mezzo per arrivare all’efficienza industriale e gestionale secondo Soru resta la vendita a privati, per definizione portatori di tecnologie, managerialità e, a volte, come nel caso di Ottana, di capitali. Ma la domanda dilagata ieri mattina era: si può vendere una cosa che non appartiene all’aspirante venditore? Indirettamente ha risposto l’assessore regionale all’ambiente, Cicito Morittu: «Questo è un particolare che va approfondito. Gli aspetti societari verranno risolti nel proseguimento della discussione, d’altronde la proprietà su Tecnocasic si intreccia con le vicende dei consorzi industriali, per i quali il consiglio regionale sta elaborando la riforma del sistema causa di inefficienze e costi».

Non si può vendere ma c’è un compratore o, meglio, un imprenditore del settore rifiuti, con casamadre nella Penisola e attività in Sardegna, che al presidente avrebbe detto «la cosa potrebbe interessarci». «Io credo che siamo a un’ ipotesi - dice ancora l’assessore -, ma non c’è dubbio che ci possano essere soggetti imprenditoriali interessati all’operazione. Come nella gara di Ottana. Il nuovo piano regionale rifiuti, in fase avanzata di elaborazione (speriamo di approvarlo entro l’anno dopo il confronto con le autonomie locali e le province) prevede che, per lo smaltimento dei rifiuti, sia l’impianto di Macchiareddu sia quello di Ottana vadano in gara internazionale. L’impianto di Ottana realizzato alle condizioni del bando produrrà benefici in termini di tariffe e lo stato attuale di quello Tecnocasic è di assoluta differenza». Dal Casic trapela che tra oggi e domani ci sarà una conferenza stampa. Trattenuti dall’opportunità politica, tra Casic e Tecnocasic passando per il Comune capoluogo nessuno dichiara nulla. Ma è la faccenda delle tariffe che ingenera parecchio nervosismo: si racconta infatti che le tariffe sotto accusa siano state decise da una giunta passata e rivedute ogni anno con pignoleria somma da parte dei tecnici della Regione. La tariffa in vigore oggi (si ricava dal Buras, il bollettino regionale), è di 112 euro: questa sarebbe gravata dai costi per il trasporto (27, 30 euro a tonnellata) nelle discariche Ecoserdiana, Ecodamp e Villacidro che, negli ultimi sette anni, grazie alla mancata autorizzazione per una discarica di proprietà Casic, continuano a ricevere rifiuti e denari. Le tariffe Tecnocasic sono state anche di 70 euro a tonnellata: ma quando c’era lo sgravio, che dura 8 anni, previsto per i costruttori di impianti fonti di energia rinnovabile. Lo stesso sgravio lo godranno i privati di Ottana, e poi finirà lì. Col rischio, mormorava ieri qualcuno al telefono riacceso all’ultimo momento, che l’agevolazione cessi anche prima perché di recente l’authority per l’energia ne ha proposto la soppressione: l’agevolazione agli imprenditori lo Stato la scarica sulle bollette degli utenti.

Alessandra Sallemi

abstract: La Nuova Sardegna del 21 novembre 2006

 
 
 
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