Creato da guarneri.cirami il 18/07/2009 |
Racconti&altro
Le storie di Alberto Guarneri Cirami: i suoi romanzi, i suoi racconti e il suo teatro.
LA RICETTA DELLA FELICITA’ |
LETTERE A DULCINEA Non fu una buona idea far visita quella sera al professore. Mi propinò infatti una lezione di letteratura inglese,che molto aveva a che fare con la mia vita. Ero fiacco, senza idee e entusiamo, senza motivazioni, senza speranza! Quella visita non fece che peggiorare il mio stato. Neppune il calice di vino che il professore, con spirito caritatevole, mi offrì a fine serata, insieme ad un piatto di ceci, fave abbrustolite,noci e lupini, rallegrò il mio cuore.Secondo il professore specie i lupini mi avrebbero fatto bene, se è vero che gli stessi soldati delle invincibili legioni romane ne facevano largo uso. I lupini insieme al vino, a parere del professore, mi avrebbero reso più forte e più longevo, al pari di quei mitici legionari romani. Troppo tardi però, perchè io avevo perso la mia battaglia con Dulcinea. Lei era partita e di lì a qualche mese avrebbe sposato il Mauro, il suo bel carabiniere di Crema. Che strazio per il mio cuore vedere le loro foto felici. Ma a che mi sarebbe servito poi diventare più forte e longevo se non potevo avere l'amore di Dulcinea, e se non ottenendolo non l'avrei poi dimenticata!? Vivere cento anni con quel pensiero, come un assetato nel deserto,mi sarebbe stato francamente impossibile! Preferivo di gran lunga andarmene prima, o perdere semplicemente la memoria per cancellare il suo nome e i suoi occhi dalla mia anima. Tuttavia decisi di non manifestare apertamente questi pensieri al professore. Volevo apparirgli sereno e distaccato, ma non era facile imbrogliare il mio amico. Speravo però che il professore non accennasse in alcun modo al mio caso. Speranza subito disillusa. Alberto Guarneri Cirami Nella foto di Elio Pedi il folletto Puck interpretato da Irene Tetto in Sogno di una Notte di Mezza Estate (una produzione Buio in Sala) |
Quando non c’è più la speranza è come abitare una casa vuota priva di finestre da cui poter guardare lontano… Come vivere prigioniero tra mura altissime senza un varco da cui vedere il cielo… E’ come se una notte scura prendesse possesso per sempre dei tuoi occhi e della tua anima cancellando ogni forma ogni colore del mondo attorno a te precipitando il tuo cuore in un pozzo nero senza fondo…
Solo se tu, mio sogno venissi ad abitare la mia casa i muri avrebbero finestre ed in luogo del tetto un cielo stellato proteggerebbe i nostri sogni palpitando sul tuo corpo di sabbia dorata mia regina… Palpitando sulla segreta isola del nostro amore… Così che la luna ed il vento porterebbero il mare fino al nostro giaciglio di fiori di zagara e petali di rosa… Così che noi saremo conchiglie ognuno sul cuore dell’altro come echi d’infinito…
Solo se tu, mio sogno venissi ad abitare la mia casa apparendo lì sulla soglia all’improvviso come un roveto ardente a cacciar via lo scuro ed il freddo di queste stanze vuote io ti sentirei dentro come la gioia dell’aurora come il colore il profumo d’una rosa come la voce il canto la risata di Dio a infrangere il silenzio che ora attanaglia l’anima…
Tu, però, non verrai mai mio amore… Così che lo scuro regnerà sovrano nel gelido cuore della mia casa ed il vecchio soffitto dipinto con le sue ninfe e i suoi dei deriderà il mio giaciglio vuoto… Così che i muri non avranno occhi per guardare il cielo…
Alberto Guarneri Cirami
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