C'è una moda stupida che si è diffusa da qualche tempo prima negli Stati Uniti e in Inghilterra, e poi in varie città del mondo, generando un certo allarme tra le forze dell'ordine: lo chiamano Knockout Game, ma con giochi e scherzi ha ben poco a che fare, visto che si tratta nient'altro che di aggressioni con pugni ad ignari passanti. Il divertimento di questo "gioco" in voga tra i teenagers sarebbe sfidare qualcuno a stendere con un solo pugno uno sconosciuto: il risultato sono già alcuni morti e numerosi feriti negli Stati Uniti, dove è iniziato il tutto. Purtroppo anche in Italia si sono registrati alcuni gravi episodi, e dopo una prima vittima si teme che il fenomeno possa dilagare. E l'Italia non è un'eccezione. I bulli in azione a Roma, Milano, Venezia, Napoli, Brescia, Genova, Torino fanno capire che una pericolosa emulazione si sta registrando ovunque: scuole, centri commerciali, una strada, qualsiasi location va bene per colpire rapidamente e poi sparire nel nulla. Generalmente la bravata prevede sempre che qualcuno del gruppo filmi l'aggressione, tanto che sul web proliferano i video delle bravate. Lì dove però non arrivano i tutori della legge, può accadere che ci pensino le stesse vittime a proteggersi e a restituire pan per focaccia ai presunti buontemponi. Come nel caso di una donna che ha iniziato a prendere a pugni il suo aggressore, incitata anche dal fidanzato nel soddisfare il suo bisogno di vendetta. La vicenda ha avuto come contorno l'immancabile video, che ha ricevuto molte visualizzazioni sul web, e non sono mancate le approvazioni per la vendetta della donna, a dimostrazione di come vi sia un'assoluta esasperazione per questa stupida moda dilagante.
Possibile che debba essere la giustizia fai-da-te l'unica soluzione per risolvere il problema? La speranza è che il Knockout Game si riveli una moda passeggera, e che presto, sul web come altrove, spariscano immagini e notizie riguardanti queste aggressioni senza motivo, figlie della noia e dalla sciocca volontà di emulare le bravate altrui.
Un'altra chicca di merd@ di toro che gli americani ci stanno regalando da quando hanno invaso con la loro cultura la nostra.
Per evitare ogni spirito di diffusione ed emulazione, si deve sapere che è un gioco ( ma io direi un crimine) sicuramente mortale. Meno se ne parla meglio è. Perché di gente idiota ne abbiamo tanta, troppa.
E la cosa più pericolosa ancora, è che l’assurda pratica si sta diffondendo tra gli adolescenti italiani che, complici l’alcol e la cannabis, si cimentano in questa prova tanto insensata quanto violenta. L’obiettivo è mandare al tappeto uno sconosciuto con un solo pugno. L’idea arriva dagli Usa? E da dove se non da lì?
E la cosa più pericolosa ancora, è che l’assurda pratica si sta diffondendo tra gli adolescenti italiani che, complici l’alcol e la cannabis, si cimentano in questa prova tanto insensata quanto violenta. L’obiettivo è mandare al tappeto uno sconosciuto con un solo pugno. L’idea arriva dagli Usa? E da dove se no?
L’ultima moda comincia in strada, finisce in ospedale e lascia segni che possono essere indelebili. Ad esempio c’è una ragazza, italiana, 30 anni, con il setto nasale frantumato che una sera, in un orario tranquillo (erano le nove d’un lunedì) in un luogo affollato e trafficato (piazzale Loreto) è caduta a terra. Sangue e urla. E nulla di sua proprietà, dalla borsetta al computer, dal cellulare al portafoglio, che è stato portato via. Un colpo secco in volto e la fuga dell’aggressore. Roba da pugili e non da rapinatori. Un colpo preciso da knockout.
Sul knockout game ci sono state indagini, che rimangono difficili. Prendiamo il caso in questione. Una delle caratteristiche degli agguati è che ci siano dei testimoni, che i posti siano affollati: la violenza dev’essere «ammirata», documentata, filmata magari da un complice con un telefonino per riversare le immagini su Internet. Scegliere piazzale Loreto, dando per scontato che non sia stata un’aggressione a scopo di rapina oppure la vendetta di un conoscente della ragazza, come peraltro non pare ai carabinieri che hanno raccolto la denuncia, ha «preteso» una scelta precisa; è stato messo in conto il rischio legato alla presenza di telecamere esterne, ad esempio delle banche. I carabinieri sarebbero in possesso di una «diretta» della scena: al momento poco cambia.
C’è un ragazzo che sbuca da una macchina e sullo slancio colpisce la 30enne. D’accordo. Però chi è quel ragazzo? Come riuscire ad acquisire elementi per arrivare alla sua identità? Può aver commesso magari l’errore di esser sceso nella stazione del metrò di Loreto e di essere rimasto «memorizzato» nei filmati delle telecamere dell’azienda dei trasporti. Può essere. Ma potrebbe non bastare. La vittima ha affidato il racconto alla voce di un amico. Lei fa sapere che proprio non se la sente, che ormai - giura - ha paura a passeggiare per strada perfino in pieno giorno e lui ricostruisce: «Camminava dietro ad altre due ragazze che parlavano tra loro. Quelle hanno svoltato a un angolo e la mia amica ha proseguito. Ha notato un’ombra sgusciare dalle macchine parcheggiate e s’è ritrovata al suolo» E' pazzesco
Condivido, meglio non farlo diventare famoso, considerando che molta gente poi si fa trascinare è diventa qualcosa di pericolosissimo. Si può tranquillamente chiamare crimine, perché il gioco non ha nulla a che fare con questa roba. In America e in Inghilterra è popolare, non per forza lo deve diventare in Italia. Abbiamo molti problemi, se proprio dobbiamo imparare dagli altri non prendiamo solo le cose peggiori.
C’è il video delle telecamere di piazzale Loreto e potrebbe esserci in giro il video girato da un complice. Ma il confronto con l’America è ancora fortunatamente impari: negli Stati Uniti la moda è diventata una mania e la mania un vizio, ci sono centinaia di immagini di ragazzi e adulti colpiti, incapaci di difendersi, le mani che si muovono tardive per coprire le parti del corpo doloranti.