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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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           "ANCHE I PRETI SI POTRANNO SPOSARE"

Post n°371 pubblicato il 04 Dicembre 2006 da bargalla

                       immagine

Quasi tutti i preti che conosco, anzi che conoscevo (visto che nel frattempo sono diventato felicemente anticlericale e praticamente apostata) pur essendo allo stato civile dichiaratamente celibi, nella realtà dei fatti convivevano e continuano a vivere more uxorio con perpetue facenti funzione di mogli allupate e con segretari pederasti tuttofare.
Insomma lor monsignori sono l'esempio forse meno evidente, ma non per questo meno calzante, di quelle coppie di fatto che uno Stato laico vorrebbe regolamentare e che invece la gerarchia ecclesiastica nel nome di una morale bacchettona e dogmatica osteggia fortemente richiamandosi a norme comportamentali e dottrinarie (sarebbe meglio definire dottrinali) che loro stessi violano per primi.

Il solito discorso della pagliuzza e della trave: inforcano gli occhiali e magari puntano anche il telescopio per vedere meglio la pagliuzza nell'occhio del fratello e non si accorgono della trave che acceca il loro.
Questi bastardi dentro e figli di puttana fuori, hanno un concetto molto deviato del "sinite parvulos venire ad me" e nel chiuso delle canoniche e nei cosiddetti e impenetrabili sacri palazzi apostolici, ne combinano di cotte e di crude, fra loro sempre più spesso sorge qualche orco in talare che compie sull'altare dell'innocenza la più turpe delle nefandezze.
Castrati mentali li definisco io, questi evirati nell'anima (qualche pazzo anche nel corpo, come quell'Origene della chiesa delle origini che per fare un voto di castità che non permettesse rimorsi di sorta si evirò nel vero senso della parola) condannano, sospendono a divinis i preti uxorati, che per il solo fatto di essersi sposati con una donna (sacrilegio!) diventano figli di un dio minore, scomunicano latae sententiae un arcivescovo sposato, Milingo, che ordina altri vescovi anch'essi sposati e poi, dando il massimo rilievo alla loro ipocrita condotta, coprono e proteggono con mafiosa omertà i preti pedofili. 
Sono uomini con tutti i pregi e i difetti che la natura umana comporta, è stato affermato, a emendabile discolpa, da chi è chiamato da altri suoi consimili ad essere per loro pastor et episcopus e fa uno strano  effetto leggere, stento quasi a credere, che il prossimo prefetto della congregazione per il clero, in pratica il ministro vaticano dei preti, per combattere la pedofilia e la crisi delle vocazioni, in un'intervista ad un quotidiano brasiliano pubblicata ieri, si è detto disponibile a presentare un "disegno di legge" per ridiscutere e abrogare "l'obbligo di praticare la castità del celibato" per i preti della chiesa cattolica, che non è un dogma ma una norma disciplinare, alla quale i preti sono obbligati,udite, udite, insieme alla povertà (sic) e all'obbedienza, così come riportato  al n. 15 del catechismo della chiesa cattolica.
In effetti, l'effetto era troppo strano, perché un lancio dell'agenzia Ansa delle ore 14:45 di oggi rettifica il cardinale pensiero: "Vaticano, cardinale Hummes: la questione del celibato dei preti non è all'ordine del giorno". Contrordine, reverendi: "anche i preti si potranno sposare..." resta solo un verso di una fortunatissima canzone di Lucio Dalla.
Preti! Li chiamo così, quasi con una punta di soddisfatto disprezzo.
Non riesco proprio a chiamarli Sacerdoti, ho un'idea troppo sacra dell'etimo che Sacerdos suggerisce per definire "preti" un branco di parassiti dello spirito che predicano malissimo e razzolano peggio.
Una proposta sensata e "divina" che poteva scardinare, uno dei tabù eretti Oltretevere da una casta di misogini e di sessuofobici che interpretano il sesso come peccato, è stata fatta cadere nel vuoto.
Rimarrà solo il pio intendimento di un cardinale brasiliano in vena di aperture post conciliari, come quella sull'uso dei preservativi per combattere la diffusione dell'aids, che in questi giorni sta animando il dibattito in seno alla curia vaticana.
A proposito, c'è una commissione della santa inquisizione, di dotti, medici e sapienti, tutti col pallino della teologia, che sta per diffondere un documento-vademecum di oltre 200 pagine sull'aids e sull'uso del profilattico. Anche in questo caso si registra una quasi inversione di rotta, come prevenzione predicavano la castità, ora hanno indossato il "dispositivo di protezione individuale" hanno visto che funziona e si sono convertiti al profilattico.
Che bisogno c'è di un altro documento pontificio, mi chiedo, basta leggere le istruzioni per l'uso riportate sulla confezione del preservativo per risolvere una questione che sta scomodando fior di teo-fanfaroni, magari stanno cazzeggiando su quale modello consigliare e suggerire con tanto di vaticaneggiante motivazione, se quello ritardante e stimolante o quell'altro indurente, multicolor e al gusto di fragola e banana.
Vanno tutti bene, reverendi padri, basta che non siano bucati!
Ma fateli scopare questi preti, come Natura comanda, ammesso e non concesso che ci sia ancora qualcuno che non lo faccia!
Tantissimi di loro si consumano venerando anche il dio onan e trasgredendo oltre al sesto, anche il nono e il primo comandamento.
Se questi fragili uomini avessero avuto sin dagli anni della loro formazione nei seminari (altri luoghi di perdizione!) l'aspettativa di una normale vita sessuale, di sposarsi e di procreare, come da comandamento divino, ricordate il "crescete e moltiplicatevi" quanti fra quelli "deviati" si sarebbero salvati servendo ugualmente il Vangelo?
La castità apparente, come tutte le apparenze, non vale niente, a mio sommesso parere neanche quella effettiva, è qualcosa di innaturale che si reprime con grande sofferenza, anche e soprattutto dell'Anima.
E non mi si venga a dire che questa è ascesi, dato che in certe religioni orientali, l'orgasmo è visto come la sublimazione dell'umano che solo in quell'attimo di puro godimento partecipa del Divino e di quell'Amore "che move il sole e l'altre stelle".

 
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