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Lettera aperta di Enzo Belloni

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La lettera aperta di Enzo Belloni

Post n°3 pubblicato il 25 Aprile 2007 da maurizio.massari
 

Credo siate tutti al corrente della disposizione che rende obbligatorio, dall'anno sportivo 2008/2009, la qualifica di allenatore per tutte le categorie giovanili d'eccellenza, e probabilmente sarete pure a conoscenza del dibattito (ed anche delle proteste) che il suddetto provvedimento sta provocando...

La questione non è di poco spessore...
Di seguito trovate l'accorata lettera aperta di Enzo Belloni sull'argomento; ho deciso di pubblicarla perché ne sono rimasto molto colpito. 
Credo sia necessario studiare soluzioni sul retroattivo, a mio avviso, come è stato fatto con i Preparatori Fisici quando si è resa necessaria una specifica qualifica tecnica di ruolo, insediando una commissione tecnica che prenda atto delle richieste di "abilitazione d'ufficio" da parte di chi abbia svolto negli ultimi 3, o 5, o 10 anni attività specifica di settore giovanile...
Che prevalga il buon senso!!!
Da parte mia, per rispetto a ciò che ha fatto come istruttore giovanile nella sua carriera, sono disponibile a lustrare le scarpe di Enzo Belloni con la mia tessera di allenatore nazionale datata 1987 in via Vitorchiano. E vorrei non essere il solo!!!!
Saluti a tutti!
Maurizio Massari

Lettera aperta

 

 Presidente Federale FIP

 Presidente CNA

 Segratario Generale FIP

 Consiglio Federale

 Presidenti Comitati Regionali

 


Mi chiamo Enzo Belloni e da anni - con il brevetto di Allievo Allenatore - alleno squadre giovanili, comprese quelle Eccellenza nel settore della Scavolini-Gruppo Spar.
.
Le confesso che da quando mi hanno riferito che a partire dalla stagione sportiva 2008 - 2009, per l'iscrizione a referto nei Campionati giovanili d'Eccellenza sara' indispensabile il patentino di Allenatore, pur immaginando le ragioni che stanno alla base del provvedimento e riguarderanno certamente la maggiore preparazione richiesta a chi allenera' i giovani, Le confesso che ho provato e provo un moto di ribellione per una serie di ragioni che adesso provo a spiegarLe (inizio da quelle che in fondo considero meno importanti):

- il percorso per diventare allenatore non e' dei più' agevoli perche' vuol dire "sacrificare" anche nel periodo estivo la famiglia, se cosi' non fosse mi sarei - da tempo - iscritto al Corso

- due estati nelle quali chi lavora deve anche "sacrificare" un bel po" di giorni di ferie, oltre ai costi dello stesso, che ritengo alti per chi pianifica il sostentamento della propria famiglia, e non fa l’allenatore di professione; nemmeno ha velleità di allenare prime squadre.

- non c'e' nemmeno la possibilita' di pianificare l'impegno: la scadenza fissata costringe fin da questo luglio a iscriversi al primo anno per poter completare a luglio 2008 il corso (le faccio presente che ho saputo di questa nuova direttiva dopo il 10 marzo scorso, data nella quale era prorogata la presentazione della domanda della ammissione al corso)

- per chi come me aveva gia' programmato le proprie vacanze, dopo un anno di lavoro, allenamenti, partite, tornei disputati in occasione di ogni ponte, a Natale e Pasqua, per l'intero mese di giugno, una vera beffa . Per altro il nostro coinvolgimento nel settore giovanile va al di là del puro e semplice allenare, poiché siamo impegnati in molti progetti legati alla solidarietà (che potrà vedere nel sito
www.scavolini-gruppospar.it – sezione programma giovani – e nel sito www.basketbees.it legato al nostro minibasket).

 

Facendo un discorso più generale

 

Le devo dire che non comprendo come una nuova norma debba avere un effetto retroattivo, e come si possa stabilire che una nuova norma che vale per “allenatori” di settore giovanile non sia successiva ad una riforma dei corsi allenatori, in considerazione del fatto che ora si tratta di dare una competenza, immagino, non più una tessera o licenza, che dir si voglia!

La tessera, o patentino, o licenza per chi vuole allenare in serie superiori e senior, credo sia corretto che si ottenga da un corso, che abbia un costo, perché permette di allenare squadre semi professionistiche di fatto.

Ma perché si deve pagare per allenare giovani? Gli aggiornamenti dovrebbero essere gratuiti per chi vi partecipa (o solo con piccoli costi di iscrizione), perchè nella maggior parte dei casi gli istruttori di settore giovanile sono a rimborso spese.

Diverso è un master, che qualifica ed impegna a livello superiore: un po’ come per i corsi post universitari.

- si corre il rischio di non consentire a persone di provata esperienza (per altro io ho sostenuto anche il Corso per allenatori di Settore Giovanile, qualche anno fa!) la possibilita' di allenare in questi campionati, selezionando non gia' in ragione della qualita' ma del tempo libero.

Come probabilmente accadrà, saranno i più giovani ad accedere al corso, poiché aperti ad un percorso iniziato da poco.

Allora mi chiedo, perché non legare la possibilità di allenare il settore giovanile (in toto, e non solamente nei campionati di eccellenza, non capisco la differenziazione) solo per coloro che partecipano a delle continue riunioni di aggiornamento organizzate in ogni regione (come credo sia già progettato) e che abbiano una continuità superiore e durata nel tempo, più dei corsi organizzati a Bormio!

 

Credo sia veramente difficile in 15 giorni per un vostro istruttore comprendere la reale capacità di un allievo, che per forza di cose (se ragazzo giovane, come accade nella maggior parte delle situazioni) maschererà le sue conoscenze nella compiacenza verso i propri istruttori, o che, come nel mio caso, abbia allenato da più anni, abbia formato più giocatori che calcano i palcoscenici di serie superiori, abbia partecipato a più finali nazionali, abbia vinto più titoli giovanili, tornei, campionati ecc... Concedeteci la possibilità di aggiornarci svolgendo un servizio sul territorio, attraverso gli organi periferici del CNA, e non attraverso una regolamentazione che sembra più vessatoria che altro.

 

Con il più grande rispetto apro e chiudo una parentesi: mi sento comunque colpito perché facente parte di un settore verso il quale generalmente si avverte poca sensibilità e considerazione. Noi istruttori che da decenni operiamo per i giovani dobbiamo sottostare a regole che spuntano dall’oggi al domani e che non ci vengono spiegate a fondo, quando a più alto livello (vedi serie A e casi di allenatori che stanno in panchina fuori dalle regole o con regole inventate ad hoc….) si può fare qualsiasi cosa in barba ai regolamenti. E’ la base che deve dare un esempio, o sono i vertici che dovrebbero farsi carico di questo?



Gentile Presidente, al di la del fatto che la Societa' per la quale alleno non affiderebbe mai una propria squadra giovanile a chi, pur in possesso di tutti i patentini di questo mondo, non dimostrasse  tutti i giorni competenza, serieta' e passione,

 

LE CHIEDO

 

Se non di cancellare il provvedimento e di organizzare un percorso formativo diverso, almeno di renderlo efficace per quei giovani che iniziano adesso il percorso dei vari corsi di Allievo Allenatore e di Allenatore di Base (che in partenza sapranno già cosa li aspetta per poter allenare certe categorie).

L'occasione mi e' gradita per inviarLe i più' cordiali saluti.

Enzo Belloni

 
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Commenti al Post:
juanlu
juanlu il 26/04/07 alle 08:58 via WEB
mi permetto di suggerire un'ipotesi di lavoro: si parla spesso a livello CNA, e a ragione veduta, di "formazione". Nell'ambito della formazione esistono degli strumenti che potrebbero essere applicati a casi come questi e che fungano appunto da spartiacque tra la necessità di qualificare e il buon senso, richiamato da più parti. Questi strumenti sono: il BILANCIO DI COMPETENZE per l'accertamento, chiamamolo così, e le cosiddette UNITA' FORMATIVE CAPITALIZZABILI, ovvero quei "mattoncini" che costruiscono il percorso formativo moderno, flessibile e personalizzabile, soprattutto, teso a "dimostrare" e non solo acquisire il "sapere", il saper fare" ed il "saper essere". Credo che questo potrebbe essere uno spunto di discussione, potrebbe essere una "buona prassi" mutuabile dall'ambito della formazione professionale. Tutta da elaborare, sia chiaro, da modellare ed applicare al sistema, ma che potrebbe essere una soluzione "certificata", non di comodo, per i casi come quello di Belloni. Con rispetto Giovanni Lucchesi
(Rispondi)
 
davidecast
davidecast il 26/04/07 alle 18:23 via WEB
in primo luogo, io ci sono, con quello che posso dare e tutta la voglia di ricevere e imparare. Caro Gio, tanto per avere un interlocutore, ma mi rivolgo a tutti, spero di non dire cose troppo scontate, ma a mio modo di vedere le cose il problema va posto anche in altri termini.Mi pare ottimale il tuo suggerimento di recuperare da altri contesti (altre professioni, università ecc.)il riconoscimento delle esperienze sul campo. credo anche che il percorso formativo di chi si occupa di ambito didattico, nel senso più ampio possibile, vada differenziato. questo mi pare sia una delle spinte dell'apg. Sarebbe forse meglio una formazione mirata per chi si occupa di settore giovanile e una altrettanto specifica per chi si occupa di adulti, perchè queste sono due categorie che hanno esigenze diverse. un po' quel che accade da alcuni anni nelle università, dove è nata la facoltà di scienze della formazione , obbligatoria per l'insegnamento alle scuole primarie, ben diversa dalla ssis, necessaria per insegnare, ad esempio alle superiori.A quanto ne so questo sistema fa un po' acqua, trova tutte le difficoltà di un progetto nuovo, ma a me sembra che il principio di fondo sia buono: Formazione diversa per formatori diversi. scusate se ho un po' divagato con esempi di ambito diverso, ma mi pare che il problema vada considerato anche da questo punto di vista. solo un pensiero, ciao a tutti.Davide Castrianni
(Rispondi)
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