Creato da MarioStaffaroni il 25/06/2011

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IL TERZO STATO

Post n°19 pubblicato il 12 Dicembre 2011 da MarioStaffaroni

Questa definizione di un'epoca storica socio economica europea, che andava più o meno dal 1500 a 1700, fu usata per la prima volta dai rivoluzionari francesi. Per indicare quegli assetti socio economici che essi volevano cambiare.

 

L'<antico Regime> che governava i più grandi Stati nazionali Europei di allora, aveva un sovrano. Detto Assoluto, perchè faceva il bello ed il cattivo tempo a propria discrezione ai sudditi senza alcun loro controllo. Gli abitanti di quegli Stati non erano cittadini come noi li intendiamo, ma appunto sudditi. Perché potevano solo ubbidire.

La Società europea, allora, sotto di lui, era divisa in Ordini, o Stati. Molto, ma molto simili alle Caste Indù; vi si entrava per nascita e vi si fuoriusciva molto ma molto di rado.

 

Gli Ordini di allora erano:

 

Nobili: vi si entrava per nascita, e vivevano di rendita; erano esenti da legge e da fisco, e consideravano il lavoro una vergogna; perchè vivevano del loro saccheggio interno di altri.

 

Alto Clero: come sopra, allora.

 

Terzo Stato: il più numeroso, eppure senza diritti e che manteneva col suo lavoro, e la ricchezza prodotta, tutti gli altri tramite le tante tasse e balzelli che subiva. Il Terzo Stato era composto dalla Borghesia (chiamata così perchè abitava i Borghi, dove si trovavano i suoi laboratori artigiani e magazzini), cioè tutti coloro che producevano tramite attività, botteghe, commerci, professioni; Contadini, e la nascente Manodopera dipendente. Tutto questo insieme era quasi il 90% della popolazione in quegli allora Stati europei come Francia ed Inghilterra. Ma ogni potere e diritto era di quel 10% che se li era messi tutti sotto i piedi.

CI DICE NIENTE?

 

Poi, in Inghilterr per prima, e poi in Francia, il loro rispettivo Terzo Stato, quello dei senza diritti e che però manteneva tutti, si allearono tra loro; e sbancarono, non senza qualche dissenso dei deposti, e dure lotte, il loro rispettivo MONARCA. Instaurando su quei Paesi, Inghilterra per prima, e poi Francia, la supremazia, anche su re e la Nobiltà, del Parlamento democraticamente eletto.

E siamo all'oggi.

Perché la Democrazia Parlamentare, esercitata tramite le scelte del libero voto personale, se lo sono dati, e offerti poi a tutti nel tempo, il Terzo Stato produttivo di ogni nazione europea. Sottraendo agli Oligarchi di allora l'esclusiva del potere, del fisco, e diritto sull'altrui stessa esistenza.

 

CI RISIAMO?

 

Il sospetto almeno quì in Europa, è grande.

Visto l'assalto in corso alla democrazia reale, visto il saccheggio di ogni bene di chi produce effettuato dal fisco dei nuovi potenti esenti. Visto l'enorme spostamento di ricchezza che queste scelte producono. In italia, oggi, il 10% della popolazione detiene il 47% circa della intera ricchezza nazionale.

Ciascuno tragga le proprie conclusioni.

 

P.S.

Giova credo tenere a mente che la Democrazia, inteso come Sistema di Scelte Collettive affidato alla maggioranza della popolazione che le esprime tramite il suo voto, ricompare in Europa a governare gli Stati, dopo oltre 2000 anni in cui non fu più possibile esercitarlo dal popolo.

Perché scomparve per così tanto tempo la democrazia del voto come forma di governo, e perché oggi è ricomparso?

 

La scelta del modo di governo di una nazione non risulta affatto casuale. Ma discende in via diretta dalle scelte economiche e sociali che vi dominano al suo interno.

Vale a dire che un Sistema democratico a sceta elettorale universale funziona soltanto se la distribuzione della ricchezza entro quella nazione è sufficientemente diffusa. E se la speranza di benessere è altrettanto diffusa. In questo caso, le scelte alternative effettuate con il voto, finiscono comunque per rappresentare e tutelare l'interesse largamente prevalente.

 

Ma se scelgo di concentrare l'intera ricchezza della nazione in un numero sempre più ridotto di mani, lasciando nella indigenza e persino nella miseria fasce sempre più larghe e numerose di nazione, va da se che non posso affidarmi alle decisioni collettive elettorali

Perché quelle altrui decisioni finirebbero per premiare la redistribuzione di ricchezza. Ostacolandone, o impedendone persino l'accentramento in favore di pochi.

Dunque, un Sistema di ricchezza sempre più concentrata, prima o poi si troverà a dover fare i conti con la sua sconfitta elettorale. O con la archiviazione della deemocrazia a favore di Sistemi più ristretti ed autoritari di governo.

 

La società <borghese> sorta dalle rivoluzioni inglesi e francesi aveva naturale la scelta di governo elettorale e la democrazia: perché viveva di una ragionevole aspettativa di distribuzione di ricchezza. E di una crescente aspettativa di miglioramento collettivo.

La Socità degli Oligarchi, beneficiari unici delle Rendite, non può coabitare a lungo con la Democrazia senza mettersi in pericolo nei suoi stessi privilegi.

 

ECCO PERCHE' L'EUROPA ATTUALE UE OPERA CON STRUTTURE SENZA DEMOCRAZIA. Ecco perché l'Italia ha fatto enormi regressi in questi ultimi venti anni nell'esercizio effettivo della democrazia. 

Perché risultano entrambi Sistemi che hanno favorito e agevolato la concentrazione della ricchezza in poche mani.

 

Il processo prevede di incontrare un suo punto critico e di non ritorno sia Comunitario che italiano. 

 

O il processo di indebolimento della Democrazia si inverte e le scelte elettorali collettive invertono il ciclo attuale delle scelte economiche e sociali. O le scelte economiche e sociali attuali valicheranno, a breve, il confine <oltre la Democrazia> per potersi consolidare definitivamente in Nuovo Ordine Sociale dei nuovi Oligarchi.

Credo che, in questo tempo, ci siamo proprio dentro: l'una possibilità o l'altra del <non ritorno>.

 

 

 

 

 

 

 

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