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RICEVO E GIRO A VOI LETTORI

Post n°27 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da emmegisinda
 
Tag: tutti

ASCOLTANDO I “RAGAZZI”

 

Oggi, assistendo ad un’assemblea indetta dagli studenti, ho sentito tanti di loro parlare. Parlare di problemi grandi, molto più grandi di quanto loro stessi siano. Ho ascoltato voci calme, voci molto meno calme, voci pacate, voci arrabbiate ma tutte dicevano la stessa cosa: NO AI TAGLI.  Ho pensato: cosa vuoi che ne sappiano dei tagli e di cosa significhino? Che abbiano i genitori, una zia, una parente che lavora nella scuola e parlino perché a loro volta sentono questi parlarne? Che siano stati indottrinati da qualcuno? Sono di sinistra? Sono di destra? Di centro? Questi pensieri mi hanno indotto ad osservare con più attenzione i loro volti, il loro abbigliamento, il loro look per poterli meglio identificare, etichettarli. Osservo il primo che ha parlato: età circa 16 anni, jeans strappati come si usa adesso, maglietta colorata, orecchino, barbetta appena pronunziata, occhi limpidi, gel nei capelli irti. Sarà sicuramente di centro. Osservo un altro che ha parlato per secondo: età circa 17 anni, jeans pulito ben tenuto, maglietta bianca, viso pulito, occhialini scuri, niente orecchini, ben pettinato. Questo sarà sicuramente di destra. Ne osservo un altro, una ragazza:  stivaletti, pantacalze nera, minigonna marrone, camicetta scura,  pilsing, poco trucco, viso pulito, capelli lisci neri. Centrosinistra? Un altro ancora: diciassette anni o poco più, jeans larghi, strappati in qualche parte, maglioncino marrone, barbetta incolta, capelli lunghi ricci raccolti sulla nuca, un toupet. Di sinistra, indubbiamente. Ancora una ragazza: circa diciotto anni, robusta, alta, pantaloni e maglietta, o forse tuta ginnica, marrone, niente pilsing, niente trucco, capelli raccolti sulla nuca, pelle nera. Indubbiamente non di destra. Potrei descriverne tanti altri ancora, tutti diversi tra loro: per estrazione sociale, provenienza, livello culturale, preparazione, aspetto… Un gruppo abbastanza variegato, eterogeneo. A questo punto è ovvio che mi sono chiesto cosa li unisse, per qual motivo coesistevano tanti giovani per molti motivi diversi tra loro. Quello che li univa era lì, sotto i miei occhi e non lo vedevo. Non vedevo quello che questi ragazzi avevano visto, non potevo vederlo perché credevo che non fossero abbastanza maturi per saper parlare di Libertà, Democrazia, civiltà, futuro…. Ecco futuro, hanno detto che i tagli indiscriminati che il governo fa nella scuola sono un attacco al futuro ed il futuro sono loro i nostri giovani che, spesso, non conosciamo, non comprendiamo. Hanno spiegato che tagliando il personale della scuola, questa avrebbe perso di qualità. Il personale più giovane, quasi tutto precario, molto più anagraficamente e ideologicamente più vicino a loro e quindi, capaci di avere un rapporto quasi “alla pari”non sarebbe stato più riassunto. Che l’età media dei docenti si sarebbe innalzata d’un balzo verso l’età pensionabile, con un notevole divario generazionale, con mentalità molto diverse tra docenti ed alunni. Hanno detto un grosso N O ai tagli che ci riguardano perché loro sono il nostro futuro e noi lo siamo per loro. Dio, quanto hanno ragione, quanto vero c’è in questa affermazione! Mi sono accorto di vivere in un mondo che non conosco. Mi rendo conto che sono intossicato da tutte le “balle” che la tv ci racconta:

Il governo risolve il problema della spazzatura di Napoli. Bene, finalmente qualcuno che faccia finalmente qualcosa!

Il  governo manda i soldati nelle città per dare sicurezza ai cittadini! Era ora che qualcuno si occupasse di ciò.

Il governo manda altri soldati sul territorio per contrastare la criminalità! Uffa  ecco che qualcuno prende provvedimento!

Il governo combatte con l’esercito la malavita organizzata, combatte il racket! Adesso sì che torna lo Stato!

Oggi ho capito che sono tutte balle e che i provvedimenti sbandierati ai quattro venti, altro non sono che propaganda, solo propaganda, vuota propaganda.

Il governo non si rende conto di quello che i  ragazzi hanno ben chiaro: la scuola elementare con i suoi maestri  E’ L’AVAMPOSTO DELLO STATO, là si parla di legalità, di diritti, di rispetto delle persone, di cosa è il bene comune, di società. Là i bambini imparano a conoscere lo Stato e, se questi adesso si trova a dover riconquistare il territorio, vuol dire che non ha investito abbastanza nella scuola elementare dove l’imprinting sui nostri figli è maggiore, è lì che si forma il tessuto sociale di domani. Se così fosse stato, adesso lo Stato non sarebbe stato costretto ad occuparsi di spazzatura o di riconquistare il territorio dalla criminalità.

Questi discorsi mi hanno fatto comprendere, con molta paura, che i nostri ragazzi sono capaci di pensare e meglio di me! Ed hanno ragione quando dicono che il governo li vuole ignoranti perché HA PAURA di coloro che sono capaci di pensare.

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