Creato da baciamiancora2006 il 07/09/2006

"IL MIO TANGO"

....si alzi il sipario...va in scena la vita....

 

 

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 L'OGGETTO DEL PECCATO NON è UNA MELA

Post n°81 pubblicato il 06 Luglio 2007 da baciamiancora2006
Foto di baciamiancora2006

- Cristo Santo, Mà, guarda che mi è venuto fuori!!!-

- Che modi d'espressione...zappatore primitivo, chissà la pianti di perdere tempo coi cavalli...-

- Mà, tu non capisci...queste sono stimmate!!!!-

- Ho una figlia tutta scema...-

Sù sù, pensa jess, perchè proprio le caviglie?

Perchè son state le caviglie forse, l'oggetto del mio peccato??

- A proposito, il 25 agosto scendono tutti da milano per il matrimonio...-

- agosto?? Mà, hai detto AGOSTO?????? -

- Figlia mia non è che alle Tremiti hai preso troppo sole e viene fuori a scoppio ritardato? -

AGOSTO AGOSTO AGOSTO

Tutto è cominciato una sera d'Agosto, mentre lavoravo e scrivevo di fantasia, con me che sorseggiavo un the caldo in un bar. Poi il Suo arrivo. Lui era diverso dagli altri. Lui non voleva abbordarmi con uno di quei mezzucci squallidi. Lui sembrava non avesse nemmeno notato la mia presenza. Era un uomo sulla trentina, trentacinque al massimo. Era ben vestito, in un completo grigio gessato, camicia bianca dal collo celeste chiaro e cravatta in tinta. Lo osservavo da lontano. Tutto mi incuriosiva di quell'uomo. Il modo che aveva di passarsi le mani fra i capelli corvini, le dita che scorrevano lentamente fra le pagine di un libro forse. Poi l'ho visto d'un tratto alzare lo sguardo e guardarmi dritto negli occhi, come a voler dire - basta giocare a nascondino, so a cosa stai pensando-. Mi sentivo nuda, e imbarazzata, così ho lasciato sul tavolo il conto e sono uscita di tutta fretta dal bar chiudendo la calura e la vergogna per quello sguardo fugace, strette nel cappotto. Le strade di New York non mi erano mai sembrate così poetiche quanto allora. E nevicava quel giorno, quanto nevicava. Immersa nei pensieri proseguivo senza meta distratta fra la gente. E quella distrazione l'ho pagata cara. Un piede messo male su una leggera coltre di ghiaccio, et voilà, ho ritrovato la realtà su un'algida nuvola di neve. Sentivo il gelo penetrarmi nelle ossa. Solo allora, alzando lo sguardo ho incontrato ancora i Suoi occhi. Sembrava leggermi dentro mentre mi diceva - Tutto bene, signorina?- Era stato alle mie spalle per tutto il tempo. Mi aiutò a rialzarmi, ma avevo una caviglia dolente e l'altra slogata. Ricordo ancora quell'istante, di quando mi cingeva per sorreggermi e aveva il cappotto aperto. Ho avvertito il calore del suo corpo vigoroso. E il suo odore forte, penso mi abbia quasi ubriacata.  Sentivo le gambe via via, venire meno. Si offrì gentilmente di accompagnarmi al mio appartamento, ed io, stupita di averlo invitato a salire, per asciugarsi, per offrirgli un caffè bollente. Riscaldava il suo corpo davanti al fuoco vivo del camino, sorseggiava il suo caffè, e mi osservava col suo sguardo penetrante mentre io massaggiavo le caviglie. Lo vidi avvicinarsi, avvertivo  la distanza fra noi diminuire vertiginosamente, e sapevo che in quel momento stava varcando altro che una misera soglia immaginaria.....

- Mà, è un segno di Dio. Vuole dirmi qualcosa, lo so.....-

- Si, di startene a casa tua e di smetterla di massacrare la vita pure a quelle povere bestie...-

    

jess(con la bua alle caviglie...mannaggia alla caviglie mannaggia ;)

 
 
 
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SCAMBI EMOZIONALI

Postumi



frontale senza rispetto per le terga
fuga dall'unica sodomia
di spiagge isolate
senza grani
incuneandosi tra sentori
di malumore
quel velo
si lacera per riformarsi
sorta d'eterna verginità

di enjamber

 

SCAMBI EMOZIONALI

Perifrasi

lento schiudere
di parentesi simmetriche
e caparbie flutti
di salinità crescente
scorrono in aiuto
alla germinazione
di piaceri inconsueti
la mano scopre un volto
per saziarne un altro

di enjamber

Danzando lenti
si lascia a speranza
il sentiero di destra
come se il suo accettare fosse
implicito
lei non si butta
su ogni vita
su ogni invito...

di enjamber

 

SCAMBI EMOZIONALI

Viaggio a Nord ovest
 
 
 
 
È morta e breve la vostra pianura,
 così l’abbiamo sognata dal treno dei caci
E delle sedute strette,
Intercettata da troppe case
E macchine in tripla fila.
Era il ’56 e il Polesine
Ancora indugiava sotto
I terrori di ogni piena
La luce di novembre filtrava a fatica
 tra nebbie e rovi esausti.
Era lunga la terra solcata di scoline,
Enorme dopo l’aratura dell’alluvione.
Scesi dal treno che univa Bari
Alla nebbia tendevano lo sguardo
Verso né  mare né monti,
Solo lembi di terra a perdita d’occhio
I figli del tavoliere scoprirono
Un’aria di inquietudine
Come se lo spettro dell’infinito
Aleggiasse su quei campi attoniti.
Avevano sognato bene tutto
la sola data era sbagliata.
Tornassero ora nulla sarebbe fuori posto
Con capannoni ammassati su case
Tenute grandi come un orto e
Macchine che si sorpassano
Lungo canali fetidi.
Non occorre che la cornea di un vecchio
Per abbracciare tutto l’orizzonte
Circondato dai nuovi colli di discariche
L’acqua ospita solo gamberi alloctoni
E digiuni di plastica eternit e cfc.

di enjamber

 

SCAMBI EMOZIONALI

Una Maria


Maddalena fu donna
Cui non bastò l’amore
Portatele un nazzareno
che faccia di lei
ciò che ho fatto di quell’albero
la sera che mi rifiutò
che la porti nella polvere
nel succo dei suoi occhi di vento
che la faccia strisciare
serva di ignoti pezzenti
che la privi di essenze trucchi e vesti
che la ricopra di sangue ed acqua
dal trono dei tarli
che si conceda un solo orgasmo in morte
che la lasci invecchiare dimentica e una
che un sorriso ebete d’estasi l’appaghi

 

 
 
 
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SCAMBI EMOZIONALI

Ostranjenje


gocce grosse e tonfe
sciaguattano sulla polvere
e su scarpe
cedevoli tacchi quadri
di recente lucidatura
beige
un cielo di stenti frolli
fa del porfido tazza
senza manico
so che quella era casa mia

di  enjamber

 

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