Post n°474 pubblicato il 05 Marzo 2014 da Kastania
Tornando a casa vedo un manifesto: Rita Pavone in concerto, grande rispolvero dopo tanti anni di inattività. E penso a quanto mi piacerebbe lasciare immediatamente tutto quello che sto facendo, correre a teatro ed accaparrarmi degli ottimi posti. Tornare a casa e sventolarti sotto il naso quei biglietti, eh sì, proprio per la Zanzara che ti piaceva tanto da ragazzo, proprio per lei che mi facevi sentire di continuo quando ero piccola. Mi avevi insegnato praticamente tutte le sue canzoni, immagino anche per una rivincita su nonna che invece non la poteva soffrire. |
...e la domenica mattina ti ricordi improvvisamente perchè erano anni e anni che non uscivi a bere con certe amiche. E maledici il fatto che, armi alcoliche in pugno, siano venute loro a trovare te. E benedici subito dopo il fatto che certe amiche esistano.
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Post n°470 pubblicato il 09 Ottobre 2013 da Kastania
...e d'improvviso la radio decide di passare un pezzo che ti riporta a tanti anni fa, ad una di quelle estati in cui pensavi che la vita sarebbe stata bellissima, semplice, esattamente quella che sognavi. E ti trovi a pensare a quante persone non sono più al tuo fianco, a quelle strappate dal destino o a quelle che ti hanno deluso così in profondità da solcarti la pelle. Poi pensi a quelle che non avresti mai incontrato se le cose non fossero mai andate così. I ricordi sono sempre struggenti, ma vivere di rimpianti non fa per me. |
Post n°469 pubblicato il 05 Luglio 2013 da Kastania
Spavento...è davvero un tempo lunghissimo quello trascorso lontano da qui. Eppure sembra volato. Forse, quando il lutto ti assorbe, il nero che vedi ogni giorno cancella anche le sensazioni di stupore. Solo ora, a sprazzi, comincia a diradarsi un pochino questa cappa. Più di un anno dopo.Chissà quanto tempo ci vorrà prima che la vita torni quella di prima, o quasi. In un certo senso, sono stati mesi in cui ho osservato la mia vita dall'esterno. Come un'estranea, una passante, cercando di fermare i battiti quando erano troppo dolorosi. Ora forse sono pronta per riaffacciarmi timidamente in palcoscenico, ritrovare un ruolo da protagonista. |
Post n°468 pubblicato il 10 Settembre 2012 da Kastania
Questa settimana per combattere il nervoso che fa venire il continuo andirvieni con una Segreteria Studenti che non brilla per organizzazione e celerità, mi sono buttata sulla cucina. E ho deciso di provare, accanto alle ricette consolidate, anche qualche nuova idea. L'antistress più apprezzato che ci sia, visto che ogni volta che sollevo mia madre dal dover cucinare, poco poco mi erigerebbe una statua.
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Fa uno strano effetto pensare che le vacanze siano definitivamente concluse, strano perchè tra il caldo pazzesco (Beatrice di 'sta cippa, hai fustigato l'autostrada solo mentre tornavo a casa!), le zanzare incazzate nere e il sudore che scorre copioso certo non si sente ancora rassicurante profumo d'autunno. Così per mettere la testa avanti veloce di qualche settimana leggo, leggo, leggo. Forse le stagioni si sentono prima col cuore che col barometro. |
..già pronta la valigia, mi appresto agli ultimi tre giorni di mare di questa pazza, calda, afosa, bollente estate. Sto vivendo ancora un tempo sospeso. Dopo la morte di mia nonna qui in casa è stato tutto un susseguirsi di caos, lacrime, dolore, leggera ripresa. E poi daccapo. Non so se ora ne stiamo venendo fuori veramente, o se semplicemente la vita stia solo riprendendo il naturale sopravvento. Vedremo. Ma comunque sia bisogna fronteggiare giorno dopo giorno, non aspettarsi troppo da sè stessi. Ancora una pausa, quindi, un po' di coccole per il mio povero cuore martellato.
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(premessa ai lettori: questo non sarà un post breve. Non ci posso fare nulla, ho bisogno di sfogarmi e di analizzare tutto il casino che mi frulla nel cervello. Perciò, se non vi va un filosofeggiare sui massimi sistemi, raus) Io sono figlia unica. E'una condizione che non mi è mai pesata (specialmente quando assisto a certe scaramucce!), anche perchè per una bella fetta della mia vita ho avuto una sorta di sorella.. putativa. Nonostante non vivessimo vicine,e fosse ancora lontana l'epoca delle mail, di FB o della messaggistica istantanea, era la persona che sentivo più vicina al mondo. Ci dicevamo tutto, quello che facevamo, quello che pensavamo, quello che sognavamo di fare. Le poste italiane hanno un enorme debito di riconoscenza nei nostri confronti, dico solo che ero l'unica persona della mia via che il postino chiamasse affettuosamente per nome. E' stato così fino a una decina di anni fa. Proprio quando si avvicinava l'età più bella (o più ingrata, bisogna valutare più punti di vista!), ecco il patatrac. E fosse almeno stato un vero patatrac. No, uno stupido fraintendimento. E poi un diluvio di orgoglio, testardaggine, mutismo.Nessuna delle due fece il classico primo passo. Le cose erano destinate a restare immobili a lungo. Ci vedevamo soltanto al mare, e le mie vacanze, che fino a quel momento erano quasi sempre di circa sei settimane,da quell'anno in poi furono radicalmente ridimensionate: soprattutto dalle condizioni via via sempre più critiche di mia nonna, sono arrivata a fare anche solo 5 giorni in un anno. Se ci penso, adesso, mi viene una rabbia che vorrei spaccare un muro a mani nude. In qualche modo anche il destino, oltre a noi stesse, ha tramato contro di noi. Sono contenta di aver riallacciato questo rapporto naturalmente, ma anche molto triste. Mi chiedo che genere di rapporto sarà ora il nostro. Non faccio i salti di gioia al pensiero che sia un'"amicizia" intesa alla social network, non dopo quello che in passato ci ha legate: entrare in contatto con la vita di un altro attraverso qualche foto, ricetta, aforisma.. Che senso ha questo,se alle spalle ci sono state radici profonde? un conto sono le conoscenze superficiali, o addirittura soltanto virtuali. Quante risate mi sono fatta con persone conosciute qui su Libero! ho ricevuto consigli preziosi, consolazione. Ma non so davvero chi ci fosse al di là dello schermo, della tastiera. Allo stesso tempo, non si può pensare di riprendere una simile amicizia come se niente fosse. E non lo dico per orgoglio ferito o chissà che. Credo che se si decide di lasciar perdere il passato lo si debba fare davvero,abolendo ogni recriminazione. Marlene Dietrich diceva che se perdoni un uomo poi non puoi riscaldargli i suoi errori per colazione: in amicizia questa massima vale anche di più, ed è assolutamente reciproca. Lei parte perfino un pochino più avvantaggiata di me. Mi ha detto di aver scoperto tempo fa questo blog, e di avervi curiosato un pochino. Meglio un pochino che niente: io di lei proprio non ho più saputo nulla. E non ho mai cercato di fare nulla per rimediare, lo ammetto. Non chiedevo mai di lei alle amicizie comuni, per esempio. Certo, ero molto presa da una vita per nulla facile, anzi proprio dolorosa (solo adesso mi rendo conto di quanto ho vissuto fuori dal tempo e dallo spazio, non solo in relazione a questa storia),ma non era l'unico motivo. Non potevo più sentire senza innervosirmi certe canzoni, che avevano fatto parte della nostra adolescenza, avevo perfino rinchiuso in un enorme scatolone tutta la nostra corrispondenza (peraltro trattenendomi a stento, in un accesso di rabbia, dal dare tutto alle fiamme in un rogo purificatore.. eh sì, lo sapete, sono sempre stata un po' melodrammatica!). Per me era stato veramente un trauma. Ed ora.. ora non so. Mi sento come una barchetta in mezzo al mare in tempesta, che non sa dove andrà a finire. Sarà la fragilità emotiva che da un paio di mesi mi accompagna. Sarà che invecchiando forse divento più saggia, chi lo sa. Vorrei davvero riuscire pian piano a ritrovare quella sorella perduta. La davo per perduta per sempre, ma forse mia nonna dal Cielo mi sta dicendo che solo quando si arriva lassù le cose sono irreversibili. Mentre siamo quaggiù, meglio impegnarsi a fondo per avere il meglio da questa pazza vita, anche quando sembra molto, molto difficile. |
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