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Benedicaria

La "Magia" Popolare Siciliana e non solo...

 

Messaggi del 18/03/2014

San Giuseppe a testa in giù per vendere una casa

San Giuseppe a testa in giù per vendere una casa

Nel Medio Evo, in alcuni ambienti popolari, non era cosa strana minacciare verbalmente o anche malmenare “fisicamente” la statua di un Santo, o prendere in “ostaggio” Gesù Bambino per “ricattare” la Madonna, e addirittura prendere a frustate alcune reliquie di qualche Santo, da pellegrini insoddisfatti. Anzi, era considerata una pratica abbastanza efficace, al fine di ottenere il miracolo richiesto. A noi moderni, l’idea farebbe orrore; ma nel Medio Evo, era un trattamento normalissimo, perfettamente in linea con la mentalità dell’epoca.

Ma ancora oggi, questa pratica, non è del tutto scomparsa, anzi, esistono dei Santi che sono “presi di mira” da certi “devoti” un po’ troppo “ferventi” – forse per aver preso troppo alla lettera quel passo del Vangelo, in cui Gesù dice che: “i violenti si impadroniscono del regno dei cieli” (Matteo 11,12) – come per Sant’Antonio da Padova, che viene messo a testa in giù dalle ragazze ancora zitelle, per chiedere la grazia di un marito. O per San Gennaro, che nel Duomo di Napoli, quando il Santo ritarda il famoso “miracoloso” della liquefazione del sangue, il popolo non esita a rimproverarlo ad alta voce, dirigendogli epiteti e parolacce irripetibili, fino a quando non avviene il “miracolo”.

San Giuseppe non è da meno, anzi, viene invocato per assicurare la dolce morte a qualcuno, e nella tradizione magico-religiosa, lui è il Santo Patrono delle questioni immobiliari. Inoltre, San Giuseppe lavoratore, è colui che aiuta le persone a trovare lavoro.

La ragione di tutte queste antiche credenze è dovuta al fatto che lui era un falegname che tramandò il suo lavoro al figlio adottivo Gesù, in modo tale da garantirgli un futuro stabile.

L’usanza era quella di seppellire nel giardino della casa in vendita una statuina di San Giuseppe a testa in giù con la faccia rivolta verso est. Questa usanza era famosa già nel 1930, soprattutto negli Stati Uniti d’America. Questo perchè, molti siciliani approdarono in America in cerca di lavoro.

Il rito seguente è dedicato a San Giuseppe per la vendita di un immobile, va bene anche per le vendite on-line.

Occorrente:

-    1 candela di colore giallo
-    1 palettina; (per scavare la buca in giardino o all’interno di un vaso)
-    1 Statuetta di San Giuseppe;
-    Olio benedetto; per ungere o “vestire” la candela gialla;
   1 immagine o santino di San Giuseppe (se si utilizza un vaso)
  Facoltativo: semi di fiori o chicchi di grano da mettere nel terreno come simbolo di prosperità e riuscita della vendita dell’immobile.

Svolgimento:

Questo Rito viene utilizzato per vendere in maniera rapida un immobile o altri beni.

Se l’immobile ha un terreno o giardino, si potrà scavare una buca abbastanza profonda per poter sotterrare successivamente la statuetta di San Giuseppe. In mancanza, si potrà utilizzare un vaso delle giuste dimensioni che potrà essere collocato all’interno dell’immobile o casa.
 
(Se per motivi di distanza o per qualche altro impedimento si è impossibilitati a celebrare il Rito all’interno dell’immobile stesso o nell’appartamento che si desidera vendere, lo si potrà ugualmente fare nel luogo dove ci si trova. In questo caso, si dovrà preparare un foglietto dove verrà scritto l’indirizzo dell’immobile che si desidera vendere e con questo foglietto avvolgere la statuetta di San Giuseppe che verrà sotterrata. Oppure, bruciare il foglietto sulla fiamma della candela votiva al Santo. O creare un piccolo “Vendesi” con un cartoncino, con tanto di indirizzo e con un bastoncino, piantarlo sul terreno o giardino, oppure, sul terriccio del vaso).

Ungere la candela gialla con Olio benedetto utilizzando due metodi:

- il primo è quello di partire dal basso verso l’alto, o dal centro verso l’alto e nuovamente dal centro verso il basso. Questo gesto verso l’esterno, servirà per propiziare velocemente la vendita.

- il secondo è quello di partire dall’alto verso il basso, o dal basso verso il centro e dall’alto verso il centro. Questo gesto propiziatorio verso l’interno, servirà ad attirare verso l’immobile o la casa, possibili acquirenti.

Se si utilizza un vaso, incollare all’esterno, l’immagine o santino di San Giuseppe e inserire la candela gialla unta con l’Olio benedetto dentro il terreno del giardino o del vaso e accendere la candela.

San Giuseppe a testa in giù per vendere una casa 2


Prendere la statuetta di San Giuseppe in mano e recitare la seguente Preghiera:

O San Giuseppe,
Tu che hai insegnato a Nostro Signore
il mestiere di carpentiere,
e facesti in modo
che egli fosse sempre adeguatamente alloggiato,
ascolta seriamente la mia supplica.

Ti chiedo di aiutarmi adesso,
come hai aiutato il tuo figlio adottivo Gesù,
e come hai aiutato molti altri
in materia di alloggi.

Vorrei vendere questa [casa / proprietà]
(che si trova… dire la città e la via)
in modo rapido, semplice e redditizio.

E ti prego di esaudire il mio desiderio
portando a me un buon compratore,
desideroso, conforme e onesto
e fa si che nulla impedisca
la rapida conclusione della vendita.

Caro San Giuseppe,
so che faresti questo per me
dalla bontà del tuo cuore
e nel tuo tempo debito,
ma la mia necessità è molto grande ora
e quindi devo farti fretta
a nome mio. (oppure: nel nome di Gesù, tuo figlio adottivo!)

San Giuseppe,
sono in una posizione difficile
con la testa nelle tenebre
e soffro come Nostro Signore ha sofferto,
fino a che questa [casa / proprietà] non sarà venduta.

Poi, San Giuseppe, ti prometto,
davanti alla croce e a Dio Onnipotente,
che io ti riscatterò
e riceverai la mia gratitudine
e un posto d’onore nella mia casa.
Amen.

San Giuseppe a testa in giù per vendere una casa 3

Dopo aver recitato la Preghiera, sotterrare la statuetta di San Giuseppe a testa in giù (insieme al foglietto con l’indirizzo dell’immobile da vendere, se il rito non viene fatto sul posto) all’interno della buca scavata precedentemente nel terreno del giardino o nel vaso verso est (il volto del santo deve essere rivolto ad est) coprendola del tutto. Lasciare che la candela bruci e si consumi totalmente fino a quando non si spenga da sola.

A questo punto, facoltativamente, è possibile seminare dei chicchi di grano o semi di fiori nel terreno e innaffiarli.

Infine, quando la proprietà sarà venduta, si dovrà dissotterrare la statuetta di San Giuseppe e ripulita, la si terrà in un posto d’onore, magari creando un altarino dedicato al santo, questo dovrà essere assolutamente fatto come ringraziamento a San Giuseppe.

 
 
 

Rito della “Vampa” di San Giuseppe

Post n°109 pubblicato il 18 Marzo 2014 da benedicaria
 

Rito della

Gran fermento tra bambini e ragazzi che di casa in casa percorrevano le anguste vie del centro storico e i brulicanti quartieri popolari di Palermo.

Nei vicoli, negli slarghi e nelle piazze, tutti affaccendati ad accumulare vecchio mobilio, assi, tavole, oggetti e materiale di ogni genere facilmente combustibile sacrificati per il rito del fuoco.

Fermento nei giorni prima del 18 marzo; la tradizione vuole infatti che nel pomeriggio di quel giorno, con il rito delle “vampe”, si annunci la festa di S. Giuseppe.

Le vecchie facciate delle case vengono rischiarate a giorno da giganteschi falò e spesso le cataste assumono tali dimensioni e le fiamme diventano così alte che è necessario l’intervento dei vigili del fuoco; tanto è vero che ogni anno le autorità cittadine tentano invano di proibire l’usanza.

Disposti a cerchio intorno al fuoco i ragazzi girano intorno alle fiamme e, a fiamme quasi esaurite, saltano sulla brace, cantando e gridando un tonante “Viva San Giuseppe”. Altri, con un continuo via vai, cercheranno di alimentare ancora il fuoco per non farlo morire.

Al di là delle pur validissime interpretazioni antropologiche, la notte delle vampe è un momento di  grande aggregazione, che vede gli adulti impegnati a tenere lontano dal fuoco i più piccoli, mentre la grande folla si riunisce per guardare affascinata la propria roba che brucia.
In Sicilia le feste del fuoco sono antichissime e, in diversi periodi dell’anno, vengono ancora oggi celebrate cerimonie nelle quali il fuoco è il principale protagonista.

Esse, secondo antichissimi riti, sanno di magico, perché connesse al culto del sole e nel contempo rivestono funzione di purificazione, bruciando le influenze dannose.

Questo rito, a Palermo ,si attribuisce ad un’origine remotissima connessa al culto del sole; infatti il rito coincide con una data astronomica: l’equinozio di primavera.

Con il fuoco si vuole scacciare il freddo e la magra stagione, salutando l’arrivo della primavera e la imminente stagione dell’abbondanza.

Riscaldati e stanchi, nessuno rinuncia a gustare il dolce tradizionale palermitano, le "sfinci” di San Giuseppe, dolcissimi babà ripieni con crema di ricotta e gocce di pistacchio.

(liberamente tratto da: www.palermoweb.com/panormus )

RITO DELLA "PICCOLA VAMPA" DI SAN GIUSEPPE

Questo piccolo rito viene celebrato la sera o la notte della vigilia della Festa di San Giuseppe. Chi non ha la possibilità di partecipare o di preparare la tradizionale “Vampa” di San Giuseppe in campagna, nella piazza del quartiere, della borgata del paese o in città; può ugualmente farlo simbolicamente anche dentro casa, utilizzando un piccolo calderone di rame e mettendo all’interno dei piccoli rami, un piccolo cero acceso e dei carboncini per bruciare dell’incenso all’interno del calderone.

INVITATORIO

Sia benedetto il nostro Dio
per le grandi cose che ha compiuto
in San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria.
R. Benedetto nei secoli il Signore.


LETTURA DELLA PAROLA DI DIO

Primavera
Per san Giuseppe, sposo di Maria Vergine, patrono della Chiesa

Dal libro del profeta Isaia (26,1-9)

In quel giorno si canterà questo canto nel paese di Giuda:
Abbiamo una città forte;
egli ha eretto a nostra salvezza
mura e baluardo.
Aprite le porte:
entri il popolo giusto che mantiene la fedeltà.
Il suo animo è saldo;
tu gli assicurerai la pace,
pace perché in te ha fiducia.
Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna;
perché egli ha abbattuto
coloro che abitavano in alto;
la città eccelsa
l'ha rovesciata, rovesciata fino a terra,
l'ha rasa al suolo.
I piedi la calpestano,
i piedi degli oppressi, i passi dei poveri.
Il sentiero del giusto è diritto,
il cammino del giusto tu rendi piano.
Sì, nella via dei tuoi giudizi,
Signore, noi speriamo in te;
al tuo nome e al tuo ricordo
si volge tutto il nostro desiderio.
La mia anima anela a te di notte,
al mattino il mio spirito ti cerca,
perché quando pronunzi i tuoi giudizi sulla terra,
giustizia imparano gli abitanti del mondo.


Salmo 85 (84), 9 -14

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.


RESPONSORIO

Dopo la lettura della parola di Dio si possono recitare le seguenti invocazioni:

Benediciamo il Signore
a lui onore e gloria nei secoli.

Opere del Signore                                
R. Benedite il Signore
Angeli del Signore                                 
R. Benedite il Signore

Sole e luna                                               
R. Benedite il Signore
Astri del cielo                                           
R. Benedite il Signore

Fuoco e calore                                          
R. Benedite il Signore
Notti e giorni                                            
R. Benedite il Signore

Luce e tenebre                                          
R. Benedite il Signore
Folgori e nubi                                           
R. Benedite il Signore

Figli dell'uomo                                         
R. Benedite il Signore
Santi del cielo                                           
R. Benedite il Signore

Benediciamo il Signore
a lui onore e gloria nei secoli.


Prima della formula di benedizione, tutti pregano per qualche momento in silenzio

Segue la preghiera del Signore:

Padre nostro…

(Si accende il piccolo cero e l’incenso all’interno del calderone)

Poi, con le braccia allargate si pronuncia la preghiera di benedizione:

BENEDIZIONE DELLA “VAMPA” DI SAN GIUSEPPE

Sii benedetto, Dio Padre onnipotente:
tu in principio hai creato la luce
e hai acceso nell'uomo,
fatto a tua immagine,
la scintilla del tuo amore;
con una colonna luminosa
hai guidato il tuo popolo errante nel deserto
verso la terra promessa;
nella pienezza dei tempi
hai mandato il tuo Figlio
a portare nelle nostre tenebre
l'ardente luce della verità e della grazia,
e dopo la sua gloriosa ascensione
hai effuso la fiamma del tuo Spirito
sulla Chiesa nascente.
Benedici questo fuoco (Vampa) nella festa di San Giuseppe
e fa' divampare nei nostri cuori
il desiderio della Primavera e
l'incendio della tua carità.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.


Oppure:

Sii benedetto, Signore nostro Dio:
tu hai dato agli uomini il tuo Figlio,
splendore dell'eterna gloria,
e la fiamma viva del tuo Santo Spirito;
benedici questo fuoco (Vampa) nella festa di San Giuseppe;
fa' che diveniamo portatori di luce
e costruttori di un mondo rinnovato nella Primavera tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

(in un piccolo foglietto di carta si potrà scrivere una preghiera, un'intenzione, una grazia che verrà bruciata nella "Vampa" di San Giuseppe perchè venga ascoltata ed esaudita)

BENEDIZIONE

Il Signore misericordioso,
per intercessione di San Giuseppe,
sposo della Beata Vergine Maria e nostro patrono,
ci illumini e ci comunichi il fuoco di una nuova Primavera del suo Spirito,
perché possiamo vincere le suggestioni del male
e gustare la forza del suo amore.
Amen.


(liberamente tratto dal Benedizionale, a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Ed. Vaticana)

 
 
 

Rosario in siciliano a San Giuseppe

Post n°108 pubblicato il 18 Marzo 2014 da benedicaria
 

Rosario in siciliano a San Giuseppe

 

Rosario in siciliano a San Giuseppe

 

Posta 

In siciliano:


San Giusippuzzu fustivu patri
fustivu virgini comu la matri
Maria la rosa Giuseppi lu gigghiu
datini aiutu di pani e cunsigghiu
e a la fini di la morti me
lu nomu di Gesù, Giuseppi e Marè.


In italiano:

San Giuseppe foste padre
foste vergine come la madre
Maria la rosa Giuseppe il giglio
dateci aiuto di pane e consiglio
e alla fine della morte mia
il nome di Gesù, Giuseppe e Maria.


Grani

In siciliano:


San Giusippuzzu nun m'abbannunati
nta li bisogni e nicissitati.
Binidittu e ludatu sia
lu nomu di Gesu, Giuseppi e Marè.


In italiano:

San Giuseppe non abbandonatemi
nei bisogni e nelle necessità.
Benedetto e lodato sia
il nome di Gesù, Giuseppe e Maria.

 

Salve Regina del Rosario a San Giuseppe

 

In siciliano:

Diu vi salvi Giuseppi
cu Cristu e cu Maria,
sta bedda cumpagnia
da Diu fu data.

A tia fu cunsignata
Maria la virginedda,
sta spusa tutta bedda
a tia tuccau.

Lu Diu ca s’incarnau
pi patri a tia eleggiu
pi sempri t’obbediu
cu gran rispettu.

E dunqui fusti elettu
pi Diu essiri santu
tu sì lu miu avvocatu
e protetturi.

E dunqui sti primuri
l’accettu cu piaceri
nun haiu chi timìri
in vita e morti.

In vita avrò la sorti
arricurrennu a tia
sarà cuncessu a mia
ogni favori.

In morti avrò l’unuri
di aviriti in mia assistenza
e poi godiri cuntentu
in Paradisu.

Godìri lu to visu
Giuseppi cu Maria
cu Gesu in cumpagnia
eternamenti.

Ludatu sempri sia
lu nomu di Gesuzzu
di Giuseppi e di Maria.

In italiano:

Dio vi salvi Giuseppe
con Cristo e con Maria
questa bella compagnia
da Dio fu data.

A te fu consegnata
Maria la verginella
questa sposa tutta bella
a te toccò.

Il Dio che s’incarnò
per padre ti elesse santo
per sempre ti obbedì
con gran rispetto.

E dunque fosti eletto
per Dio essere santo
tu sei il mio avvocato
e protettore.

E dunque queste premure
le accetto con piacere
non ho cosa temere
in vita e in morte.

In vita avrò la sorte
ricorrendo a te
mi sarà concesso
ogni favore.

In morte avrò l’onore
di averti in mia assistenza
e poi godere contento
in Paradiso.

Godere il tuo viso
Giuseppe con Maria
con Gesù in compagnia
eternamente.

Lodato sempre sia
il nome di Gesù
di Giuseppe e di Maria.

(Tratto da: A Cruna. Antologia di Rosari Siciliani, di Sara Favarò. Ed. Città Aperta)

 
 
 

San Giuseppe “u’ santu di puvireddi” in Sicilia

Post n°107 pubblicato il 18 Marzo 2014 da benedicaria
 

San Giuseppe “u’ santu di puvireddi” in Sicilia

Tra le immagini devote del popolo palermitano e siciliano, quella di San Giuseppe conserva una nutrita devozione per questa figura patriarcale, considerato “padre di provvidenza”.

La consuetudine vuole che i devoti onorino il Santo prodigandosi in opere di carità.

Proclamato patrono universale della Chiesa da Pio IX e da Giovanni XXIII incluso nel canone della Santa Messa, egli è il Padre, il capostipite, l’artigiano, il protettore degli orfani e degli indigenti, il nume tutelare della famiglia, la guida indiscussa del nucleo sociale fondamentale, il capo della Sacra Famiglia.

Non a caso la sua è sempre stata la Festa dei poveri. Una tradizionale e simbolica “tavulata” anima ancora oggi il fervore di tutti i fedeli: viene infatti imbandita una gran tavolata sulla quale sono presentate le più svariate vivande, prevalentemente composte dai piatti tipici che da sempre hanno contraddistinto la cucina povera e genuina della mensa contadina.

L’iconografia pittorica ci mostra una figura saggia, con la fluente barba bianca, spirante rassegnazione, come doveva probabilmente essere l’aspetto degli antichi contadini, aspetto che la cultura popolare sente vicina a sé, intendendolo provveditore di tutti i bisogni. In un braccio tiene il figliolo, quasi a mostrarlo compiaciuto, in mano all’altro braccio un giglio bianco “gigghiu di S.Ciusieppi” (adonis cupariana). La leggenda attribuisce a Giuseppe il prodigio della fioritura del bastone che teneva in mano, sulla cui cima sbocciò il giglio.

Pur se la Bibbia non dice molte cose sulla figura e sulla vita di Giuseppe, ne immaginiamo il carattere mite e silenzioso, l’onestà, la laboriosità e la disponibilità. Sappiamo anche che visse a Nazareth, cittadina della Galilea, dove si guadagnava da vivere esercitando l’arte del falegname.

Sceglie come compagna della sua vita Maria, una ragazza di sani principi religiosi e sociali e dal comportamento irreprensibile. Dopo aver scambiato la promessa di matrimonio, si accorge che Maria è incinta; come uomo prova grande sconforto ma, aiutato dall’Angelo del Signore, è rassicurato, scoprendo così il compito che Dio gli affida: diventare padre di Gesù.

La sacra famiglia diventa esempio di modello universale; egli, dopo aver assolto egregiamente il compito della custodia, del sostentamento e dell’educazione di Gesù, muore in modo silenzioso, all’inizio dell’attività pubblica di Gesù, ma la sua memoria rimane come una scia luminosa fra i fedeli dei primi secoli cristiani.

Il culto, le leggende, le canzoni tramandatesi lungo i secoli pongono l’accento sul ruolo meraviglioso svolto da Giuseppe, ruolo che si riscontra nella fantasia popolare , così varia e ricca d’intuizioni. Si rappresenta spesso in scene della natività di Gesù, dell’adorazione dei pastori e dei Magi, della fuga in Egitto, ed in tutte le immagini viene sempre effigiato da canuto.

La devozione dei palermitani, e non solo, non sfugge alla centralità del Santo, e né è esempio la grande diffusione del nome, Giuseppe o Giuseppina, con i quali i nostri nonni hanno chiamato i loro figli e figlie. In ogni casa dedita al culto del Santo è presente un altarino con tanto d’effige, dedicato al Santo lavoratore. In occasione della sua festa l’altarino verrà addobbato con amorevole cura, per perpetuare l’eterna richiesta di protezione del focolare domestico e della famiglia da ogni avversità.

La celebrazione del 19 Marzo, giorno dedicato a San Giuseppe, risale al 1479, a Roma, e nel 1621 fu inserito nel calendario romano universale. Fino al 1977, anno in cui venne abolita, fece parte dello stuolo di festività religiose nazionali. Ma, nonostante la sua abolizione è sempre gran festa e la devozione esplode, manifestandosi con cerimonie e riti e sacre rappresentazioni che a distanza di pochi chilometri da un paese altro, mutano nella coreografia e negli atti.

A Palermo (ma non solo) la sera della vigilia è illuminata dalle “vampe”. Dovunque, nei rioni popolari, ove lo spazio lo consente, si preparano enormi falò in cui si lasciano bruciare tutte le cose vecchie di casa.

Piccoli pani, detti “cene di san Giuseppe”, si confezionano in quest’occasione e, una volta benedetti, vengono distribuiti ai fedeli.

E’ Santo Patrono di diversi paesi della Sicilia (e non solo) e a Lui sono dedicate chiese e cappelle in tutte le diocesi dell’isola, particolarmente in quelle di Palermo e Trapani.

Tipica pietanza per l’occorrenza è la “pasta con le sarde” e i finocchietti di montagna accompagnata con un po’ di mollica “atturrata” (tostata), definita, un tempo, “il cacio dei poveri”.

(liberamente tratto da: www.palermoweb.com/panormus )

 
 
 

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a mia nonna Concetta e a mia mamma Domenica, memorie storiche e depositarie della Benedicaria siciliana.

 

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Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; ut non pereamus in tremendo iudicio.

 

LE FASI LUNARI

"Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo" (Qoèlet 3,1)

- LUNA NUOVA (Luna nera): in questo periodo si può pregare per la nascita di qualcosa di nuovo e che ancora non c'è.

- LUNA CRESCENTE: in questo periodo si può pregare per la crescita di qualcosa o per incrementare qualcosa che è al suo nascere.

- LUNA PIENA: in questo periodo si può pregare per ogni tipo di coronamento, compimento, fecondità, piena realizzazione.

- LUNA CALANTE: in questo periodo si può pregare per far decrescere qualcosa, eliminare degli ostacoli, pregare per la purificazione e la liberazione.

 

LA BIBLIOTECA DI BENEDICARIA

Biblioteca della Benedicaria

- Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i riti dell'anno, di Alfredo Cattabiani. Ed. Mondadori.

- Lo Stivale Magico. Magia Popolare e Stregoneria del buon paese, di Andrea Bocchi Modrone. Ed. Il Crogiuolo.

- La Stregoneria in Italia. Scongiuri, amuleti e riti della Tradizione, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- Guida alle Streghe in Italia, di Andrea Romanazzi. Ed. Venexia.

- I Guaritori di Campagna. Tra magia e medicina, di Paola Giovetti. Ed Mediterranee.

- I Benandanti, di Ginzburg Carlo. Ed. Einaudi.

- Patri, Figliu e Spiritu Santu. Viaggio alla scoperta delle preghiere dialettali recitate a Gangi, di Roberto Franco e Salvatore Germana. Ed. Arianna.

- Nnomini Patri, Figghiu e Spiritu Santu. Antiche preghiere in dialetto siciliano, di Antonina Valenti. ilmiolibro.it.

- A Cruna. Antologia di Rosari Siciliani, di Sara Favarò. Ed. Città Aperta.

- Pasqua. Dalla terra il cielo. Simboli, numeri, misteri, preghiere e riti popolari in Sicilia, di Sara Favarò. Ed. Le Nuove Muse.

- Chisti lodi e chisti canti. Antiche preghiere siciliane delle Madonie, Nebrodi e dintorni, di Giuseppe Calmieri. Ed. Kalós.

- Dalla terra al cielo. Raccolta di antiche preghiere gelesi, di don Lino di Dio.

- Il Libro della Magia Popolare Siciliana – Anonimo.

- Magia Cristiana, di Antonello Faro. Ed. Primordia.

- Ninne nanne, detti, cantilene, tiritere, preghiere siciliane e i miei ricordi, di La Quercia di Palatolo. Dante Edizioni.

- La Magia Astrale delle Candele, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia Astrale degli Incensi, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia delle Campagne e la Stregoneria dei Pastori, di Eliphas Levi. Centro Editoriale Rebis.

- Il ramo d'oro. Studio sulla magia e la religione, di James Frazer. Ed. Bollati Boringhieri.

- Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, di Giuseppe Pitrè.

- Antico Trattato di Magia Bianca, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Magia Purificatoria, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Potere Segreto della Preghiera, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro Magico di San Pantaleone. Centro Editoriale Rebis.

- L’Enchiridion di San Giacomo, Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- La Magia Astrale degli Angeli, di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Invocazioni e Preghiere agli Angeli, di di Pier Luca Pierini R. Centro Editoriale Rebis.

- Il Grande Sacramentarlo Magico, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Vero Libro dei Segreti Meravigliosi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Il Libro dei Salmi, di Abate Julio. Centro Editoriale Rebis.

- Preghiera dei Giorni, a cura del Monastero di Bose. Ed. Qiqajon.

- Benedizionale, a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Ed. Vaticana.

 

I MEGALITI DI ARGIMUSCO

La Stonehenge siciliana

Alla "Vergine Orante" dei Megaliti di Argimusco

I Padri ti videro in spirito come una grande montagna, o Genitrice di Dio, dalla quale si staccò una pietra che rovesciò gli idoli dei demoni.
Una pietra angolare, non tagliata da mano d’uomo, si staccò da te, o Vergine, montagna non tagliata: Cristo che riunisce le nature separate.
Il profeta ti vide sotto l’aspetto di un monte, o Vergine senza macchia; da te si staccò una pietra gloriosa che salva veramente l’universo.

 

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