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La neocolonia Italia

Foto di maxbianco1

Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli USA sicuri della presa dell’Italia pensavano a come tenerla sotto il loro tallone d’acciaio. La conquista americana dell’Italia meridionale insediò al potere un ex-generale fascista, Badoglio, e un monarca, Vittorio Emanuele III. Gli Usa vedevano la resistenza partigiana come fumo negli occhi e avanzando verso il Nord cercarono di disperderla ripristinando la vecchia struttura del potere prefascista.

Si trattava di comportarsi come nei metodi neo colonialisti utilizzati a partre dall’800, in America Latina ed Estremo Oriente. trovare un’intesa con i potentati locali e spartirsi con loro le ricchezze del luogo a danno del resto della popolazione.

I notabili locali scelti sono normalmente molto potenti, in grado di corrompere, controllare i media, manovrare in modo da formare dei governi fantoccio, nominalmente locali, così da salvare le apparenze e non mantenere costose truppe di occupazione.

La CIA e il Pentagono provvedono per raggiungere i loro fini a fare public relations, propaganda, corruzioni, infiltrazioni, approcci di quadri militari e di polizia, inquinamenti di campagne elettorali, brogli. Se occorre possono essere eseguiti omicidi eccellenti, attentati provocatori, colpi di Stato.

Il Clero locale, qualunque sia il tipo di religione, viene convinto ad accettare la situazione tramite vantaggi economici e di altro genere.

Se è presente una criminalità organizzata locale viene proteta e coltivata, perché naturale alleata di un sistema fatto di rapine interne ed estere. La psicologia e la cultura, dei locali sono attentamente analizzati da specialisti per trovare a più livelli collaborazionismo mediante tecniche neurolinguistiche, psicotroniche e di controllo del subconscio collettivo. Se i locali tendono all’ingenuità, e vengono mantenuti nell’ignoranza li si può ingannare più facilmente.

In Italia gli USA ottennero facilmente la collusione con i grandi ricchi italiani, grandi capitali, poteri forti e dinastie capitalista. Scontata l’intesa col Vaticano, che ad esempio fornì tramite monsignor Montini della Segreteria di Stato (non a caso futuro papa Paolo VI) informazioni e mappe provenienti dalla nunziatura di Tokio da utilizzare per i bombardamenti terroristici al Napalm della città del febbraio-marzo 1945, che causarono  300.000 morti bruciati.

Il piano Marshall fu varato per evitare che l’Europa distrutta dalla guerra cadesse in mano alla resistenza comunista; un terzo dei fondi del piano sono serviti per pagare le esportazioni americane in Europa mentre altri furono utilizzati per finanziare apparati segreti dello Stato come Gladio che avevano il compito di scatenare colpi di stato, nel caso si fosse ventilata la possibilità di un ingresso per via parlamentare di efficaci opposizioni al sistema americano.

Si decise di controllare l’Italia facendo leva sul Sud, perché psicologicamente e culturalmente adatto. Il Nord si prestava molto meno, al di fuori dei i grandi ricchi, ma poteva essere imbrigliato dal controllo del Sud.

Per controllare con sicurezza  serviva un elemento locale stabile su cui contare. La Mafia rispondeva ai requisti richiesti.

Approfittando delle operazioni belliche la Sicilia venne portata nell’orbita di Cosa Nostra. Lucky Luciano che smerciava eroina del Shangai Cartel e che si trovava in carcere per sfruttamento della prostituzione, fece informare, prima dello sbarco, don Calò (Calogero Vizzini) uno dei pochi boss rimasti in Sicilia, che i liberatori avrebbero messo la Mafia sul trono.

Dopo lo sbarco gli americani posizionarono mafiosi e aspiranti mafiosi in tutte le amministrazioni civili provvisorie. Don Calò e Genco Russo furono nominati sindaci delle città capoluogo dei loro territori. I mafiosi al potere gestivano gli aiuti alla popolazione civile  e gli fu permesso di prelevare merci dai magazzini militari in modo che si impadronissero del mercato nero e del contrabbando delle sigarette americane, con addittivi per accelerare la dipendenza. Inoltre comparve per iniziativa degli americani l’eroina, che poi fu propinata gratis agli scugnizzi napoletani, dei ragazzini e dei bambini, allo scopo di renderli dipendenti e farne degli spacciatori. L’avanzata angloamericana dal sud al nord fu lenta per permettere il consolidamento della mafia tramite situazioni impossibili a guerra conclusa.

Con la scusa della espulsione di elementi indesiderati, gli USA dal 1946 al 1948 trapiantarono in Italia 200 elementi di Cosa Nostra, tutti di buona caratura, fra i quali Lucky Luciano, liberato per “meriti resi agli Stati Uniti“.

Per garantire la Mafia siciliana da persecuzioni dello Stato italiano gli USA imposero di creare la Regione Autonoma Sicilia. La Sicilia non versa una lira nelle casse dello Stato italiano, ma questo deve pagare per la sua presenza nell’isola, per l’ordine pubblico, il funzionamento della giustizia, la burocrazia e la sanità pubblica (sostenute dallo Stato italiano per il 63%). Lo scopo era creare un surplus finanziario per la classe dirigente siciliana, pagato da gli altri contribuenti italiani, che in cambio, salvo rare eccezioni spesso morte ammazzate avrebbe lasciato prosperare la Mafia.

In Italia la Mafia siciliana ha fatto nel tempo il suo dovere. Protetta, ha prosperato ed ha coinvolto uomini politici, anche nazionali perché ha denaro e il denaro conquista il politico.

Quando il governo USA ha ottenuto il controllo anche della cocaina il giro di Cosa Nostra è aumentato enormemente, e di conseguenza è aumentato anche quello della Mafia, la quale a partire dagli anni Settanta ha coinvolto altre organizzazioni criminali del Sud, Camorra, Ndrangheta e Sacra Corona Unita, col risultato di controllare praticamente tutta la politica del Sud e da lì influenzare, inquinare e degradare quella nazionale che si presenta nel Nord con la faccia del governo di Roma.

La Mafia è una questione di politica internazionale e ci sarà in Italia fino a quando sarà una neo-colonia degli Stati Uniti. La sua esistenza è stata prevista in clausole segrete allegate al trattato di resa dell’Italia. Eroici e ingenui poliziotti, carabinieri, magistrati sono morti lottando contro la Mafia, o si sono rovinati la carriera, come il capitano Ultimo che catturò Riina.

Il progetto di colpo di stato di Borghese, le trame di Sogno, il piano Solo, le stragi di Piazza Fontana e di Bologna, la strage dell’Italicus, tutte eseguite da manovalanza fascista rispondevano a una regia dei servizi segreti italiani in connivenza con quelli statunitensi. Destabilizzando l’ordine costituito per meglio rafforzarlo puntavano ad azzerare l’avanzata del movimento operaio dopo il 1968-69 facendolo apparire come responsabile di terribili atrocità.

 

Il problema dell’Italia sono gli americani in casa. Se non ci fossero, e ci fosse un governo nazionale genuino, ogni cosa sarebbe risolta in sei mesi: tanto occorre, ad un governo che lo voglia, per eliminare Mafia e collegati, sanare il Sud e rimettere tutto il Paese in carreggiata. Ma ci sono, e il Paese così com’è adesso, non riesce a difendersene.

 
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