Racconti nel cassetto: La musica e il mareNessun rumore, nessun suono, nemmeno il mio respiro. Sospeso lascio il mio corpo libero di seguire una direzione qualsiasi, perdendo il senso dello spazio. E' una musica densa, lenta e soffice quella che mi scorre nelle vene, ogni muscolo del mio corpo prende parte a questa danza subacquea. Dopo ore su quel divano ad assorbire liquidi e morbidi suoni che senza sosta, ma ordinatamente, uscivano dalle casse dello stereo. E poi una corsa. Sulla spiaggia ciottolosa, lo schizzare dell'acqua, e ancora avanti, fino a che il mare aveva già tutte le mie gambe, e la mia forza era poca cosa davanti all'immenso. Cado nell'acqua e scivolo senza pensieri. Rivestito d'acqua scendo un paio di metri, umido scudo dal mondo asciutto. Solo musica dentro me, la musica del divano di pochi minuti prima, che ancora scorre. Scivola sulla mia pelle l'acqua, mi accarezza, mi abbraccia, mi stringe. Il mio corpo gira, si capovolge, si attorciglia, non capisco dove è sopra e dove sotto. Vuoto dentro di me riempito dal denso liquido della musica, acqua tutt'intorno. Mi lascia danzare, il mare, fino a che il mio respiro resiste. Poi quasi come se avesse capito che ero al limite, il mare mi spinge in alto, mi aiuta a risalire, per respirare. Continua ad abbracciarmi e a sostenermi, mentre respiro. Mi guardo intorno, c'è solo il mare, e su di lui galleggiano, serene, briciole di sole, cadute dal cielo azzurro di questo agosto pomeriggio.
Articolo pubblicato da: Corrado Boldi Cotti
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