QUEENS OF THE STONE AGESong for the deaf
Ovviamente con tutti questi propositi di stroncature incipienti eccovi la vostra prima nuova GRRREcensione con un bel 5 stellette.
E non c'è niente da fare: sono tre giorni che ascolto questo disco e da qualsiasi parte lo si prenda è lì, monolitico massiccio, duro, incazzato e grandioso.
Questi sono dischi che ti riconciliano con la musica.
Sia ben chiaro qua siamo nel rock più pesante, anzi direi più denso che possiate pensare. Senza scadere in manierismi heavy metal o nu metal o da finti incazzati...
Se avete stampati nella testa dischi come Dirt degli Alice in Chains, Ten dei Pearl Jam, Nevermind dei Nirvana questo ciddì è imperdibile.
Qua ci sono dei signori musicisti con due palle quadre a testa da far paura, a partire dai due signori titolari principali del progetto Queens of the stone age, ad un batterista che ritorna a fare il suo dovere dietro i tamburi dopo che anni fa aveva lavorato con un certo Cobain fino ad una voce che sembra salire dagli inferi, l'incommensurabile Mark Lanegan, che esplode fuori in maniera prepotente in due delle perle dell'album: Hangin' tree e Song for the deaf.
Tutto il disco salta da ritmi martellanti a tamburi battenti a bassi e chitarre fumiganti in un delirio che oscilla (strano a dirsi) in maniera incredibilmente varia tra il dark ed il grunge ed il pop ed il metal ed echi orientali....
NOTA DI MERITO: All'ironia dei nostri personaggi che alla fine del disco mettono due hidden track che appaiono con tanto di titolo in copertina: della serie hidden 'sto par de ciuffoli! Tra parentesi, la prima, Mosquito song è una ballatona acustica meravigliosa.
NOTA DI DEMERITO: Minchia, i testi! Adesso mi tocca cercarli in internet.
DA TENERE: La copertina con il solito "Parental Advisory Explicit Content" che fa già direttamente parte del disegno di copertina.
DA BUTTARE: Niente, neanche il prezzo, visto che gli ho mollato 15.90euro, ma forse lo trovate anche a meno.
Gioda
Articolo pubblicato da: Gioda
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