Creato da: Blog_Magazine

Blog Magazine

Il Blog Ufficiale della Community di Libero

Area personale

- Login

Cerca in questo Blog

 
trova
 

Archivio messaggi

  << Settembre 2024 >>  

Lu Ma Me Gi Ve Sa Do

             1 
 2   3   4   5   6   7   8 
 9   10   11   12   13   14   15 
 16   17   18   19   20   21   22 
 23   24   25   26   27   28   29 
 30             

Guarda le immagini del Mese

I miei Blog Amici

Leggi e diffondi

Scrivi anche tua.gif
 
Citazioni nei Blog Amici: 397

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.

RSS (Really simple syndication) Feed Atom

BlogMagazine

Top 100 Italia di BlogItalia.it e Technorati

Cunctator

Free Hit Counter Code

 

Messaggio N° 505 15-01-2003 - 11:42

I TENENBAUM (dvd)

di Wes Anderson, con Gene Hackman, Gwyneth Paltrow, Ben Stiller.


Negli anni ’70 sognavo di far parte della FAMIGLIA BRADFORD. Una sana e solida famigliona americana che tutte le mattine si radunava in giardino per cimentarsi in una piramide umana sulla cui vetta troneggiava Nicholas, stucchevole ultimogenito, passato alla storia per un agghiacciante caschetto modello vaso da notte, incubo delle madri e vanto dei barbieri del periodo. Ancora mi sfugge il senso di tale tracotante esibizione fisica, che nella mia fantasia si tramutava in una simbolica alza bandiera umana, ma i miei occhi colmi di ammirazione si velavano di cupa tristezza al pensiero di scoprirmi orfano di cotante attenzioni. In poche parole avrei voluto anch’io un esercito di parenti allegri e spensierati con i quali affrontare una vita in rosa tutta tarallucci e vino dove i problemi, al massimo, sono legati allo scandalo di un fratello col culo al vento che copula con Phoebe Cates (beato lui) in Paradise. 


In ogni caso crebbi, e male, nella convinzione che i rapporti familiari si riducessero ad una elementare equazione: TANTI FRATELLI = POCHI PROBLEMI.


Io, che di fratelli avevo solo una sorella un po’ rompicoglioni, mi sentivo in qualche modo defraudato e sognavo repentine adozioni di massa o improvvise filiazioni conigliesche da parte dei miei genitori che, per tutta risposta, scelsero la separazione rosicchiando ulteriormente il piedistallo su cui poggiavano le mie pelose gambette storte ed i miei sogni alla “otto bastano”.


Per ridimensionare le mie aspirazioni scelsi, negli anni ’80, una serie numericamente meno impegnativa dal sano ed inequivocabile titolo positivo/costruttivista HAPPY DAYS, dove lo standard uomo/donna-bambino/bambina-gallino/gallina mi tranquillizzò sul fatto che, nella vita per essere felici, non è necessario vivere in un albergo e che il numero, al massimo, lo fanno gli amici. Ma sarà per il fatto che quella famiglia era troppo uguale – per carattere e fisiognomica – a quella del mio compagno di banco (il Supergiovane: e chi altri senno’), che anche i Cunningham mi diventarono stretti e così, negli stessi anni, mi costrinsi al ripescaggio di una nuova famiglia meno convenzionale: GLI ADDAMS.


Inutile raccontare, con tali maestri di normalità, il periglioso cammino che mi condusse, da perfetto alienato con disturbi psicotici, ad attraversare l’età d’oro dei paninari con gli anfibi ai piedi, il golf nero della nonna e i Joy Division nel mangianastri, fino alla soglia dell’università Patavina con i Cure e gli Smiths nel walkman ed una spilla “no future” appuntata sulle chiappe.


Spenta la tivu’ a riaccendermi speranze e fantasia ci penso’, nei ’90, complice la pantera ed una nuova coscienza di classe, un’insolita tribù tutta letteraria, spostando il baricentro della mia mitologia personale dalla prosperosa America alla sovversiva Europa e precisamente in Francia, Parigi quartiere Belleville. I più accorti avranno già capito che sto parlando dei Malaussène che però nel giro di quattro libri mi lasciarono nuovamente orfano, sperduto in una caotica vita da studente fuori sede tra un appartamento occupato ed un centro sociale da difendere. Per riportarmi alla “loro” normalità amici e parenti, al quinto anno fuori corso, mi rinchiusero in una comunità terapeutica chiamata LAVORO dove venni nutrito a pane e Friends, allo scopo di recuperare qualche pensiero global e costruttivo. Poi il nulla.


Fino ai Tenenbaum la più strampalata ed anarchica famiglia di inizio secolo. Come non perdersi nelle pare e nelle tare di quel manipolo di geni riusciti e mancati, attratti e stipati nelle loro stanze ad immagine e somiglianza nella casona materna? E così lo spirito di Nicholas Bradford si è risvegliato in me, reclamando il suo posto in cima a questa nuova sgangherata piramide che poggia sull’indiscutibile talento di un cast eccezionale in ogni ruolo e sfumatura.


NOTA DI DEMERITO: Al sottoscritto che all’approssimarsi del mezzo del cammin di nostra vita annovera tra i suoi miti un ragazzino con il vaso da notte in testa


NOTA DI MERITO: Finalmente dei personaggi che non devono inanellare una banalità dietro l’altra per corrispondere ad un Tipo rassicurante sul quale modellare nuove certezze.
 
Superpollo
 



Articolo pubblicato da: Superpollo


© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963