Creato da: Blog_Magazine

Blog Magazine

Il Blog Ufficiale della Community di Libero

Area personale

- Login

Cerca in questo Blog

 
trova
 

Archivio messaggi

  << Settembre 2024 >>  

Lu Ma Me Gi Ve Sa Do

             1 
 2   3   4   5   6   7   8 
 9   10   11   12   13   14   15 
 16   17   18   19   20   21   22 
 23   24   25   26   27   28   29 
 30             

Guarda le immagini del Mese

I miei Blog Amici

Leggi e diffondi

Scrivi anche tua.gif
 
Citazioni nei Blog Amici: 397

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.

RSS (Really simple syndication) Feed Atom

BlogMagazine

Top 100 Italia di BlogItalia.it e Technorati

Cunctator

Free Hit Counter Code

 

Messaggio N° 779 26-08-2003 - 18:18

Recensione: "La mangiatrice di fichi" di Jody Shields

Parlare di questo libro non è semplice, perché è un giallo e quindi scriverne lungamente toglie la sorpresa che giustamente il lettore si aspetta da questo genere. Visto che, lettura personalissima del romanzo, a me è parso che l'elemento di suspence e di brivido sia solo un escamotage letterario per trattare di altro - la Vienna di inizio '900 - mi premurerò di delineare più in dettaglio queste peculiarità che la storia in sé. Nel settembre del 1910 viene rinvenuto, in un giardinetto pubblico, il cadavere di una giovanissima ragazza, Dora (*). Di buona famiglia, ben vestita, curata nell'aspetto, dapprincipio il caso non si mostra semplice per l'Ispettore - non ne conosciamo mai il nome, per tutta la narrazione rimane solo e sempre l'Ispettore - che si occupa delle indagini. Accanto al corpo non ci sono elementi, non ci sono indizi, né testimoni che abbiano visto qualcuno o qualcosa, nella zona dell'omicidio. Unico indizio è un pezzettino di fico, non digerito, rinvenuto nello stomaco di Dora.


I lati salienti di questo libro sono senz'altro le connotazioni dettagliate dei protagonisti: l'Ispettore, sua moglie, la famiglia della ragazza, i colleghi poliziotti, le loro esperienze e il loro modo di affrontare ogni aspetto della vita in generale. Viene rilevata sin dalle prime pagine l'enorme differenza fra la razionalità e freddezza dell'Ispettore, che segue pedissequamente il manuale System der Kriminalistik di Hans Gross, storicamente uno dei primi prontuari per le indagini scientifiche sui crimini e la totale illogicità e irragionevolezza della moglie Erszebet, la quale, ungherese di nascita, si lascia guidare solo dalla superstizione e da riti appresi dagli zingari. I due, involontariamente, finiscono per mettersi in competizione per la soluzione dell'omicidio della bella Dora. Mano a mano che si prosegue nella narrazione si è letteralmente sprofondati nel clima di questa Vienna borghese, dove convivono di pari passo la razionalità dell'Ispettore - gli studi di Freud sulla psicoanalisi; il manuale di Gross sul crimine - e l'illogicità della moglie - nei caffé si gioca ai tarocchi; lettrici di mano in ogni angolo; divinatori che studiano i sogni e presagiscono il bene o il male -, tutti uniti in un magico e vorticoso valzer, dove ci si attrae e ci si respinge continuamente. E' una Vienna che colpisce per le apparenze così ben mantenute dai ricchi, ma da cui traspare una sensualità fobica, temuta e allo stesso tempo agognata, come tutte le cose proibite di questo mondo. In certi momenti la narrazione diviene persino claustrofobia, tanto avvolge e soffoca in questo clima di perenne sfida fra antagonismi.


Perché leggere questo libro?
Banale dirlo, ma vale la pena sottolinearlo, è molto ben scritto e un capitolo tira l'altro. Oltre a voler sapere chi è l'assassino, come capita in tutti i gialli, qui c'è anche la sfida fra l'Ispettore e la moglie a sostenere il tono acceso del racconto. Chi dei due l'avrà vinta? Chi di loro arriverà prima alla soluzione? Chi ha ragione? L'irrazionalità di Erszebet o l'analisi scientifica dell'Ispettore? Eros o Tanatos? Chiaramente non vi svelo nulla, a voi il piacere di quest'ottima lettura.


Jody Shields, La mangiatrice di fichi,
Sperling & Kupfer Editori,
Milano 2001, 15,96 €


suede68


(*) Per connotare la figura di Dora, l'autrice si è rifatta al libro di Sigmund Freud, Isteria e angoscia. Il caso di Dora, Bollati Boringhieri, Torino, 1974.



Articolo pubblicato da: suede68


© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963