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Messaggio N° 1081
29/03/2004 - 21:19:17

Recensione: "Il circolo Dante" di M. Pearl

Digiland vi segnala il Forum
"
L'ultimo libro che ho letto..."
per discutere di questo argomento!

Boston 1865.
L'America è ancora sconvolta dalla fine della Guerra Civile, sta uscendone lentamente dagli orrori, trascinandosi dietro reduci sbandati che faticano a reinserirsi in società.
Come se non bastasse, esiste il problema sempre più pressante dell'immigrazione e, inoltre la segregazione razziale.
In questa Boston un po' cupa, dall'atmosfera buia che può ricordare, come qualcuno ha scritto, il clima dell'Alienista di Carr, il poeta Longfellow fonda il Circolo Dante, per tradurre la Divina Commedia, con sede nella sua casa di Cambridge.
Lo aiutano nell'opera i poeti  Holmes e  Lowell, l'editore  Field, lo storico  Greeen.
Questi personaggi si faranno conoscere a poco a poco e impareremo ad affezionarci a loro attraverso i loro dialoghi eruditi, la profonda amicizia e rispetto che li unisce, e anche la vena di  sottile ironia che pervade i loro incontri.
L'atmosfera a casa Longfellow è calda, raccolta, sobria, trasmette quasi un senso di pace.
Lui stesso è una persona squisita, come dimostra la tenerezza che traspare nei dialoghi con la figlioletta, mentre le parla dell'amore o mentre ricorda con rimpianto la moglie morte.
Il circolo Dante si trova ben presto a dover affrontare il superamento di ostacoli rappresentati dal comitato direttivo della vicina università di Harvard. La Commedia è, infatti, considerata piena di superstizioni, immorale, e papista, quindi uno scandalo nell' America protestante e conservatrice.
Il Circolo Dante è un romanzo erudito, che cerca di coinvolgere il lettore nel mondo di Dante, provando a  farne riscoprire la poesia. Pearl è un autore giovane, al suo esordio, che cerca di alzare la tensione del romanzo, creando un thriller ben congegnato, proiettandolo però nella realtà americana di fine 800.
In questa Boston, la morte era una "visitatrice frequente" per consunzione, malattie infantili febbri, parti, ma un omicidio particolare  ha il potere di attirare l'attenzione della gente per la sua efferatezza. . Un magistrato viene ritrovato morto ricoperto da larve e vermi.
Ad indagare è l'agente Nicola Rey, un negro, un eroe del reggimento dei negri durante il conflitto e primo membro di colore assegnato al dipartimento di polizia, uno dei pochi uomini onesti in una polizia che ricorre a qualunque espediente per effettuare arresti e giustificare uno stipendio.
Infatti, molti dei detective scelti erano " mascalzoni"  che servivano per fornire informazioni sui criminali  tramite il ricatto e  l'intimidazione.
Rey si trova quindi a dover combattere contro poco di buono che fanno il suo stesso lavoro e che inoltre, lo emarginano per il colore della sua pelle.
Ma è solo dopo il secondo omicidio che l'agente Rey, tramite alcuni indizi raccolti sui luoghi dei delitti, prende contatto con  Il circolo Dante per avere informazione dai membri illustri che ne fanno parte.


Gli studiosi, collegano gli omicidi ai castighi inflitti nell'inferno di Dante e si trovano quindi a dover affrontare, loro malgrado un assassino e  solo tramite la loro conoscenza dantesca riescono, correndo rischi, a scoprire infine l'assassino e finalmente a fermarlo.
Il circolo Dante non è propriamente un giallo, ma la trama è ben sviluppata e anche abbastanza avvincente.
Lo scrittore riesce ad alzare la tensione ad ogni capitolo, assaporando  quasi  la lentezza che porta allo scoprimento di nuovi indizi e di pene inflitte alle vittime  talmente efferate che risultano ancora più disumane,  per il contesto in cui vengono scoperte.
Sicuramente è un ottimo affresco dell'America di fine 800, una descrizione del poeta Lonfellow, della sua casa di Cambridge, della sua vita quotidiana e di quella dei suoi colleghi, nonché dei loro scontri con il conservatorismo religioso e letterario, che cerca di limitare la letteratura americana alle opere nazionali.. Anche la descrizione dei personaggi secondari è curata, l'analisi psicologica dell'assassino è convincente.
Non è sicuramente un libro da "divorare" bensì da leggere piano piano, quasi assaporandone la poesia.
Mi è piaciuto, è riuscito lentamente a coinvolgermi.
Qualcuno lo ha trovato lentissimo, con dialoghi assurdi, lunghi e pesanti, altri meraviglioso e coinvolgente.
Credo valga la pena leggerlo se non altro per gustarne la poesia e l'ottima narrazione
Ad ognuno, poi spetterà giudicarlo secondo i propri gusti letterari.



Articolo pubblicato da: Inoui

Inviato da: Blog_Magazine Commenti: 0



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