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Dino Buzzati

Post n°1304 pubblicato il 08 Marzo 2017 da blogtecaolivelli

A cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta inoltre Buzzati inizia a scrivere per il teatro, ideando drammicommediefarse emonologhi: del 1953 è il suo unico vero successo in questo campo, Un caso clinico, commedia tratta dal racconto Sette piani e riproposta qualche anno dopo anche al pubblico parigino nella traduzione di Albert Camus. Le opere successive non riscuoteranno un effettivo successo di pubblico ma risultano degli ottimi testi, in grado di mostrarci le varie sfumature della poetica dell'autore, in questo caso prevalentemente satirica: Drammatica fine di un noto musicista (1955), Sola in casa(1958), Un verme al Ministero (1960), I suggeritori (1960), La colonna infame (1962) e altri.

Nel 1960 Buzzati torna alla forma del romanzo e pubblica Il grande ritratto, che riscuote molto successo dal punto di vista tematico, meno da quello letterario: viene affrontato il tema della femminilità, novità rispetto alle tematiche affrontate fino ad allora dall'autore. Esso anticipa il più famoso Un amore (1963), incentrato su una tormentata storia sentimentale, nella quale si riconoscono alcune vicende autobiografiche dello scrittore. Dal romanzo verrà tratto l'omonimo film (1965) di Gianni Vernuccio.

Nel 1965 il narratore pubblica le sue uniche opere poetiche: Il capitano Pic e altre poesie, Scusi, da che parte per Piazza del Duomo? e Tre colpi alla porta. Le ultime due saranno raccolte due anni dopo in Due poemetti di Neri Pozza editore, l'intera produzione poetica nel 1982. Questi componimenti dimostrano l'estrema versatilità letteraria di Buzzati, che trova nella poesia e nel verso libero un mezzo per esprimere le sue consuete tematiche in maniera del tutto originale.

Nel 1966, dopo otto anni, esce una nuova raccolta di racconti, Il colombre e altri cinquanta racconti, seguita due anni dopo da La boutique del mistero, che raccoglie 31 storie estrapolate da tutte le precedenti raccolte: è chiara l'intenzione di Buzzati di raccogliere il meglio della sua produzione novellistica.

Le ultime opere dello scrittore bellunese sono il discusso e celebre Poema a fumetti (1969), opera a metà tra un romanzo e un fumetto, che rielabora il mito di Orfeo ed Euridice in chiave popLe notti difficili (1971), una raccolta di racconti ed elzeviri incentrati sulla morte, e I miracoli di Val Morel (1971), una raccolta di dipinti e brevi commenti imperniati su dei finti miracoli, che nell'invenzione dell'autore sarebbero stati attribuiti a santa Rita dalla tradizione popolare e ispirati alla località di Valmorel di Limana.

Numerose sono le opere postume, che raccolgono per lo più racconti mai pubblicati in volume durante la vita dell'autore ed estratti dalle copie originali del Corriere e di altre testate, tra cui Il reggimento parte all'alba (1985), Lo strano Natale di Mr. Scrooge e altre storie (1990), Bestiario (1991), Le cronache fantastiche di Dino Buzzati (2003), Il panettone non bastò(2004), I fuorilegge della montagna (2010) e Il «Bestiario» di Dino Buzzati (2015). Sono stati editi inoltre dei libri che assemblano opere già pubblicate da Buzzati durante la sua vita: Romanzi e racconti (1975), 180 racconti (1982), Le poesie(1982), Teatro (1985, accresciuto nel 2006), Il meglio dei racconti (1990), Opere scelte (1998), I capolavori di Dino Buzzati(2005).

Tra le principali opere biografiche e critiche dedicate alla vita, alle opere e alla poetica di Buzzati Dino Buzzati (1967) diFausto Gianfranceschi, prima monografia dedicata all'autore, Dino Buzzati: un autoritratto (1973), un libro-intervista prodotto da Yves Panafieu sulla base di alcuni incontri con lo scrittore poco prima della sua morte, Guida alla lettura di Buzzati (1987) di C. Toscani, Il pianeta Buzzati (1992) a cura di N. Giannetto, Dio che non esisti ti prego. Dino Buzzati, la fatica di credere (2006) di L. Bellaspiga e Album Buzzati (2006), un'opera biografica a cura di Lorenzo Viganò, ricca di fotografie in parte inedite. Vi sono poi le introduzioni e i commenti alle opere di Buzzati, firmati perlopiù da Lorenzo Viganò, maggiore studioso dell'opera dello scrittore bellunese, ma anche da Indro Montanelli, amico stretto dello scrittore, Guido Davico Bonino, Giulio Carnazzi, Carmen Covito, Oreste del BuonoFranco Di Bella, Fausto Gianfranceschi, Giuliano Gramigna, Domenico Manzella, Ettore Mazzali, Claudio MarabiniGiulio NascimbeniGuido PioveneDomenico Porzio, Federico Roncoroni, Alberico Sala, Claudio Toscani e Maurizio Vitta.

Più che uno svago la pittura fu per Dino Buzzati un secondo mestiere, tanto che arrivò a dichiarare: «Sono un pittore il quale, per hobby, durante un periodo purtroppo alquanto prolungato, ha fatto anche lo scrittore e il giornalista». Le opere pittoriche di Buzzati sono fortemente legate alle atmosfere e alle situazioni dei suoi romanzi e dei suoi racconti: lo stesso autore definì i suoi quadri "storie dipinte", sottolineando con questa espressione la forte carica narrativa delle tele, che spesso presentano scritte fumettistiche o sono divise, proprio come la pagina di un fumetto, in vari riquadri, ognuno dei quali sta a rappresentare un "momento" dell'azione.

Già da bambino Dino disegna molto, soprattutto le sue amate montagne, ma anche soggetti fantastici. Negli anni venti e trenta dipinge alcune tele (Romantica, Il lampione, Primo amore), ma l'occasione di mostrare al pubblico le sue qualità di disegnatore arriva solo nel 1945, quando produce per il romanzo La famosa invasione degli orsi in Sicilia numerosi disegni colorati. È nel 1952 però che dipinge il suo quadro più famoso, Piazza del Duomo di Milano, nel quale il Duomo è raffigurato come una montagna dolomitica con guglie e pinnacoli, circondata da pascoli verdi.

L'attività pittorica di Buzzati diventa rilevante a partire dal 1957, anno in cui inizia a produrre con regolarità numerosi dipinti e disegni di vario genere. Le tematiche dei suoi primi dipinti sono quelle tipiche delle altre opere, soprattutto dei racconti (il fantastico, il destino, l'attesa, il mistero), e lo stile richiama al Simbolismo, alle illustrazioni di Arthur Rackham, alla pittura metafisica di De Chirico e al Surrealismo. A questa prima fase appartengonoUna fine del mondo (1957), Duello notturno (1957), Toc, toc (1957), Gli apriranno? (1958), Adieu (1958) e molti altri dipinti.

Negli anni sessanta Buzzati inizia a sostituire le precedenti tematiche con nuovi argomenti, come la sessualità e il delitto, e nuovi stili, che ricordano il fumetto nero italiano e la pop art. A queste novità si rifanno dipinti quali Il delitto di via Calumi(1962), La vampira (1965), Il circo Kroll (1965), Escalation (1966), Diabolik (1967), Laide (1967), L'urlo (1967), Un utile indirizzo (1968) ecc. Buzzati tuttavia non abbandona le precedenti tematiche: opere come Miraggio (1966), Il Babau (1967),Il vicario di Stinfeld (1967), Gli amici di mezzanotte (1967) ci mostrano personaggi e creature fantastiche, colori più freddi, che richiamano alle atmosfere immaginarie tipiche delle prime opere dello scrittore bellunese.

Le tematiche dell'erotismo, del delitto, della morte e degli sfondi pop ritornano nelle 208 tavole a colori del Poema a fumetti, un'opera singolare che rielabora il mito di Orfeo ed Euridice in chiave moderna. Il volume, edito Mondadori, esce nel 1969, vende benissimo e nel 1970 vince il premio Paese Sera. La critica, anziché dare un giudizio netto, è piuttosto spaesata: il connubio tra letteratura e pittura che opera Buzzati, il forte erotismo e lo stile moderno appaiono ai più bizzarri e incompatibili con la precedente produzione dello scrittore. L'opera è considerata la prima graphic novel italiana e tra le prime nel panorama mondiale.

L'ultimo libro pubblicato dall'autore è I miracoli di Val Morel (1971), una raccolta di dipinti, accompagnati da brevi didascalie, che raffigurano degli immaginari ex voto compiuti nella finzione letteraria da Santa Rita. I dipinti rappresentano la summa dell'intera opera di Buzzati, poiché riprendono e ampliano tutte le tematiche da lui affrontate nel corso della carriera di romanziere e pittore: il destino, il fantastico, l'ironia, l'amore, la perversione, il delitto. L'opera verrà ristampata soltanto nel2012.

Tra le opere postume dell'autore dedicate alla pittura il Catalogo dell'opera pittorica (2006) a cura di Nicoletta Comar, il più completo catalogo dei quadri di Buzzati, e Le storie dipinte (2013) a cura di Lorenzo Viganò, che include la riproduzione di cinquantatre dipinti narrativi, accompagnati da brevi didascalie.

Accanto all'attività di scrittore, giornalista e pittore, Buzzati si dedicò alla musica operistica, dando vita a un sodalizio con il compositore e direttore di orchestra Luciano Chailly, per il quale scrisse quattro libretti. Curò personalmente le scenografie delle sue opere teatrali e dei drammi d'opera e lavorò come scenografo e costumista anche per opere non sue, come i balletti Jeu de cartes di Igor Stravinskij e Fantasmi al Grand Hotel di Luciano Chailly. A questa attività dello scrittore bellunese sono dedicati i cataloghi Maccari e Buzzati al Teatro alla Scala, mostra sesta a cura e con saggio di Giulio Carlo Argan (1990) e Buzzati alla Scala (2006) a cura di Vittoria Crespi Morbio.

 
 
 
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