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Dino Buzzati

Post n°1305 pubblicato il 08 Marzo 2017 da blogtecaolivelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. 

Dino Buzzati, all'anagrafe Dino Buzzati Traverso (San Pellegrino di Belluno16 ottobre 1906 - Milano28 gennaio 1972), è stato uno scrittoregiornalistapittore,drammaturgolibrettistascenografocostumista e poeta italiano. Fin da quando era uno studente collaborò al Corriere della Sera come cronistaredattore e inviato speciale.

Dino Buzzati Traverso nacque presso la villa di famiglia di San Pellegrino, una località alle porte della città di Belluno, il 16 ottobre del 1906. Il padre, Giulio Cesare Buzzati (1862-1920), era un celebre giurista appartenente ad un'illustre famiglia bellunesedi remote origini ungheresi, mentre la madre, Alba Mantovani (1871-1961), veneziana, era la figlia del medico Pietro Mantovani e della nobildonna Matilde Badoer. È il terzogenito di quattro fratelli: gli altri sono Augusto (1903-?), che diverrà ingegnere, Angelina (1904-2004) e Adriano (1913-1983), futuro biologo genetista.

La famiglia Buzzati trascorre le estati nella villa di Belluno e il resto dell'anno a Milano, dove il padre - docente di diritto internazionale - lavora alla neonata Università commerciale Luigi Bocconi, dividendosi tra questa e l'insegnamento alla più anticaUniversità di Pavia. La villa di famiglia e la biblioteca furono fondamentali nella formazione dello scrittore. Nei primi anni della sua infanzia lo scrittore mostra una grande attenzione e sensibilità per le arti figurative e per la musica, imparando a suonare a dodici anni il pianoforte e il violino, abbandonando però in seguito gli studi. Connaturato alla crescita di Buzzati è anche l'amore per la montagna, che lo porterà a scalare e a sognare le montagne per tutta la vita.

Dopo i primi anni, e dopo la morte del padre, a quattordici anni, Buzzati si iscrive al liceo Parini di Milano, dove conosce Arturo Brambilla; i due stringono amicizia e si cimentano anche in duelli di scrittura. Con lui inizierà una fitta corrispondenza che continuerà sino alla prematura morte di Brambilla. In questi anni Buzzati scopre l'interesse per la cultura egizia (nelle lettere con Brambilla si firmerà a lungo Dinubis) e per Arthur Rackham. Terminati gli studi superiori Buzzati inizia a mostrare il desiderio di scrivere un romanzo. Si iscrive a giurisprudenza per assecondare la volontà della famiglia e il 10 ottobre 1928 si laurea con una tesi dal titolo La natura giuridica del Concordato.

Sempre nel 1928, a luglio, entra come praticante al Corriere della Sera, del quale diverrà in seguito redattore e infine inviato.

Il 27 marzo 1933 pubblica sul Corriere il suo primo elzeviroVita e amori del cavalier rospo. Il Falstaff della fauna, che non è gradito da alcune grandi firme del giornale. Nonostante ciò Buzzati continuerà per tutta la sua vita a scrivere elzeviri originali e di alta qualità letteraria.

Tra il 1935 e il 1936 si occupa del supplemento mensile La Lettura. Incomincia soprattutto in questi anni a dedicarsi alla scrittura di racconti brevi, pubblicati anche sulle pagine del Corriere. Nel 1940, anno di uscita de Il deserto dei Tartari, è inviato di guerra ad Addis Abeba per il Corriere. Il giornalista è imbarcato su varie unità della Regia Marina italiana e scrive molte corrispondenze di guerra, che verranno raccolte nel 1992 nel volume Il buttafuoco: cronache di guerra sul mare.

Dal gennaio all'estate del 1942 Buzzati soggiorna in incognito a Messina, come inviato di guerra e operatore militare nella base della Marina di Marisicilia, con il compito di compilare un manuale tecnico "sulla nostra attuale guerra navale", un lavoro di "grande responsabilità e mole". L'opera non verrà mai portata a termine.

Aderisce alla Repubblica sociale italiana e il 26 aprile 1945 è casualmente suo l'editoriale di commento all'inizio dellaLiberazione, avvenuto il giorno precedente. L'articolo esce sulla prima pagina del Corriere col titolo Cronaca di ore memorabili.

Dal 1945, dopo la caduta del Fascismo e la fine della guerra, fino alla morte, scrive articoli di cronaca nera, il settore giornalistico che predilige. I numerosi pezzi giornalistici dedicati da Buzzati agli omicidi e alle tragedie italiane (e non solo) saranno raccolti da Lorenzo Viganò e pubblicati nel 2002 in un cofanetto di due volumi dal titolo La «nera» di Dino Buzzati. Parallelamente alla cronaca nera si dedica alla cronaca bianca, alla cronaca sportiva (principalmente all'alpinismo e allo sci, come è testimoniato dai pezzi raccolti nel libro postumo I fuorilegge della montagna) e soprattutto alla Terza pagina.

Nel 1949 è inviato dal Corriere al seguito del Giro d'Italia, all'epoca la manifestazione sportiva più seguita nella penisola. Gli articoli scritti in quell'occasione saranno pubblicati in un libro postumo del 1981Dino Buzzati al Giro d'Italia.

Dal 1950 al 1963 è vicedirettore della Domenica del Corriere. In realtà è un direttore ombra: è lui infatti a guidare i collaboratori del periodico e a occuparsi dell'impaginazione, della grafica, dei titoli, degli argomenti da trattare (sport, cinema, musica leggera, tv, politica). Nelle sue mani il settimanale incrementa eccezionalmente le vendite, sfiorando non poche volte il milione di copie.

Nei primi anni sessanta è inviato del giornale per brevi periodi in Giappone, a Gerusalemme, a New York e Washington, inIndia, a Praga. Alcuni degli articoli scritti durante questi viaggi saranno inclusi in Cronache terrestri, una raccolta di un centinaio di brani giornalistici di vario genere (cronaca, sport, cultura, società), pubblicata poco dopo la morte dell'autore. Quelli scritti in occasione del viaggio di Paolo VI a Gerusalemme verranno raccolti invece in Con il papa in Terrasanta, Henry Beyle, 2014.

Nello stesso periodo inizia a occuparsi stabilmente d'arte, fino ad assumere nel 1967 l'incarico di critico d'arte del Corriere(anche se, per sua stessa ammissione, le sue non sono vere e proprie critiche, bensì resoconti sulle principali novità artistiche, narrate con una lingua semplice e priva di tecnicismi).

Nel 1965 Buzzati scrive una serie di articoli dal titolo In cerca dell'Italia misteriosa, nei quali si occupa di eventi all'apparenza paranormali, visioni, apparizioni e fatti di spiritismo dell'Italia del dopoguerra. I dieci articoli e altri scritti dello stesso genere verranno raccolti nel volume I misteri d'Italia, uscito postumo nel 1978.

L'attività giornalistica di Buzzati verrà apprezzata soprattutto dopo la sua morte, con la pubblicazione di numerose antologie dedicate alle varie tipologie del suo giornalismo. La principale caratteristica dei suoi servizi ed elzeviri è sicuramente quella di trasformare dei semplici fatti di cronaca in racconti fantastici e poetici, dando vita a un sapiente connubio tra giornalismo e letteratura.

Nel 1933 esce il suo primo romanzo, Bàrnabo delle montagne, al quale segue dopo due anni Il segreto del Bosco Vecchio. Da entrambe le opere saranno tratti film a opera di registi italiani: il primo girato da Mario Brenta nel 1994, il secondo daErmanno Olmi nel 1993. Alla fine degli anni trenta Buzzati inizia a pubblicare racconti fantastici e surreali sul Corriere e su altre testate giornalistiche. Il 9 giugno 1940 Buzzati pubblica il suo più grande successo, Il deserto dei Tartari, scritto l'anno precedente (il titolo originale doveva essere La fortezza, poi cambiato su suggerimento di Leo Longanesi, che lo pubblica da Rizzoli[13]), dal quale nel 1976Valerio Zurlini trarrà il film omonimo. Nel 1949 il romanzo esce in Francia e riscuote un lusinghiero successo.

Nel 1942 Buzzati pubblica I sette messaggeri, volume che raccoglie i suoi migliori racconti, usciti negli anni precedenti su varie riviste e giornali. Negli anni seguenti lo scrittore pubblicherà prevalentemente raccolte di racconti fantastici: del 1949 èPaura alla Scala e del 1954 Il crollo della Baliverna. Da queste prime tre raccolte Buzzati estrarrà i racconti più rappresentativi e, insieme ad altri testi, li pubblicherà nel volume Sessanta racconti (1958), che vincerà il Premio Strega. Sempre nel 1958 pubblica Esperimento di magia. 18 racconti. Non mancano in questo periodo pubblicazioni di altro genere: un romanzo per bambini illustrato dallo stesso autore (La famosa invasione degli orsi in Sicilia, 1945), una raccolta di racconti e riflessioni brevissime (In quel preciso momento, 1950), un libro di valutazioni satiriche (Egregio signore, siamo spiacenti di...1960, con illustrazioni di Siné).

 
 
 
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