Cronache

Era già da un po’ di tempo che anche in questo spazio parlavo della necessità di sostituire la mia moto per prenderne una che consentisse alla cara mogliettina di seguirmi nelle mie “scorribande” senza doversi sottoporre a tour de force  impressionanti, che, oltre a comportare frequenti e sempre più prolungate soste per farle riprendere forza nelle gambe, le lasciavano numerosi fastidi articolari. Ora non vorrei che si pensasse che la mia dolce metà stia messa male fisicamente (anzi di difende benino), ma la verità “vera” è che la mia attuale moto (una Kawasaki Z750 S) non è molto sensibile alle necessità del passeggero e questo si vede costretto a stare con le gambe quasi a livello delle orecchie e viaggiare in tale posizione per parecchi chilometri, può essere faticoso anche per una “pischella”.

Indagini condotte nei mesi scorsi mi avevano portato ad individuare nella categoria delle sport tourer la moto più adatta e tra queste la Honda VFR mi sembrava quella con le carte più in regola per soddisfare la nostra esigenza. La prova pratica fatta andando con la moto dell’amico Pasquale (appunto una VFR V-tec), ha confermato le ipotesi avanzate ed in un paio di occasioni di viaggi un po’ più impegnativi del solito (Laghi di Monticchio  e Matera), la dolce metà si è dimostrata a proprio agio affrontando i viaggi senza alcun problema e soprattutto senza “lamentele”.

Ed è stato così che oggi sono salito in sella ad una VFR, esposta da qualche mese dal mio concessionario di fiducia (sono tre le moto che sino ad oggi ho acquistato da lui), per un prova su strada che mi consentisse serenamente (e perché no, pacatamente) di decidere se l’ipotizzata, ed anche accertata, soluzione per mia moglie, non costituisse invece un problema per me.

Infatti alcuni parametri realizzativi costituiscono importanti differenze tra i due motoveicoli che potrebbero condizionare fortemente la scelta: primo fra tutti il peso (la VFR pesa almeno 30 chili più della mia) e secondo parametro le dimensioni; infatti manovrare la VFR per spostamenti a motore spento o nel traffico risulta essere cosa non troppo semplice.

Una volta in sella ho subito avvertito un lieve disagio legato principalmente al fatto che la guida è molto spostata in avanti e quindi il peso del corpo si scarica quasi tutto sui polsi. Le manovre a motore spento sono risultate effettivamente un po’ faticose, ma nulla di trascendentale (certo in due le cose non miglioreranno, ma mia moglie è a dieta e quindi il problema diciamo che non si pone), mentre mi ha subito stupito la maneggevolezza in marcia e la facilità a scendere in piega ... anzi inizialmente ho avuto l’impressione che scendesse fin troppo facilmente.

Dopo qualche chilometro fatto in totale apprensione ed estrema tensione, il carico sui polsi si è iniziato a far sentire troppo e confesso di essermi un pochino scoraggiato; man mano che si macinavano i chilometri però, sono riuscito a trovare posizioni via via più comode, fino ad arrivare a rendere il vivo dolore iniziale, una lieve dolenzia. Insomma la moto si è rivelata un autentico capolavoro e dopo una ventina di minuti in sella ho iniziavo a sentir un feeling  sempre più forte, ma nello stesso tempo mi sono però sentito un “traditore” … la mia dolce compagna di avventure (e purtroppo disavventure … e forse proprio per questo le sono ancor più legato) per qualche minuto è passata in secondo piano ed ancora peggio è stato il risalirci in sella: non la sentivo già più mia!

Domani finalizzerò l’acquisto, ma per il momento si è deciso di comune accordo (con la padrona di casa) di tenerle entrambe … almeno finché non si troverà una buona occasione per venderla; ma sino ad allora continuerà a farmi compagnia nei miei viaggetti, magari alternandosi con la sorella maggiore che presto si schiererà al suo fianco.

Buona giornata a tutti e … lamps agli amici bikers