C'ho l'angoscia!!

.....Applico alla vita puntini di sospensione......

 

.....MUSIC FROM THE DEAD.....

Don't know why I feel this way
Have I dreamt this time, this place?
Something vivid comes into my mind
And I think I've seen your face
Seen this room, been in this place
Something vivid comes again into my mind...

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Volvér. Tornare.

Post n°245 pubblicato il 29 Marzo 2007 da dadodavd

E quello lì parla, parla, scrive, scrive....la lavagna è già piena di puttanate bianche e polverose. E io me ne sto qui rintanato dietro il monitor di questo pc e penso:
"ora scrivo un post. Bene. Già. Ma cosa scrivo?
......
vado a braccio, allora.."
Questo sole è discreto come i torinesi: fa capire che c'è perchè c'è scritto sul contratto, che deve esserci, ma non vuole esporsi più di tanto, lo fa con il freno a mano tirato.
Stamattina c'è il sole ma non splende più di tanto.
Un sole spento.
E ritrovo in me l'amore, viscerale, per tutto ciò che riguarda la mia terra, la mia città, le mie origini, le mie RADICI.
Mi collego ad internet..e per prima cosa dò un rapido sguardo ai portali web della mia città, mi informo su cosa succede, che tempo fa, come va la campagna elettorale per le imminenti elezioni del sindaco.
E' come un bisgono, quello di tenermi informato per non restare indietro, come se facessi finta di essere lì.
E' amore o è l'Amore?
Forse entrambi.
La mia ragazza mi manca, mi manca come l'aria che respiro, e guardo il calendario contando i giorni che mi separano da lei. Ma mi accorgo che quei pochi giorni che restano da passare qui mi separano anche da altro.
Tornare.
Volvèr.
Tornare, non solo da lei e dalle persone che amo e che mi amano.
Tornare a CASA.
E' un concetto diverso da quello di abitazione, non è solo il posto dove abito.
"A House still doesn't make a home", cantavano gli U2.
Casa è qualcosa di astratto, è un sentimento, un centro di gravità, un modo di essere, un'identità.
E intanto Pino Daniele canta: "Prendo il treno e torno a casa, c'è qualcuno che mi aspetterà....back home....back to my roots..."
E intanto pregusto i momenti del ritorno, il treno che viaggerà, io che dormirò poco e mi sveglierò a Foggia, come al solito.
Già.
Non so perchè, ma quando dormo in treno mentre torno a casa, ogni volta mi sveglio quando il treno si ferma alla stazione di Foggia. Automaticamente.
E lì il sonno passa via subito, quando senti aria di casa il sonno ti passa per forza. E mi godo (nel vero senso della parola) quell'oretta di viaggio che mi separa da casa, con il sole che comincia a far capolino dietro i monti del gargano, e io che me ne sto con la faccia appiccicata al finestrino, ancora stordito dal sonno, a guardare le distese di campi di grano e ortaggi che gradualmente lasciano il posto a vigne e ulivi, vanto e tradizione millenaria dei luoghi in cui sono cresciuto. Un passaggio a livello di tanto in tanto, qualche contadino che ha già cominciato un'altra dura giornata di lavoro nei campi, un cane che abbaia contro il treno, uno stormo di uccelli che si alza in volo confuso e spaventato al suo passaggio. Aria fresca del mattino, aria pulita, aria di campagna, aria di Casa. L'amico treno corre veloce tra scenari che conosco a menadito ma che non smettono mai di stupirmi per i colori, gli odori, le sensazioni che mi scatenano ogni volta che mi ci imbatto. E poi la stazione di Barletta, con i suoi palazzi e i suoi cavalcavia, primo segno di civiltà dopo chilometri di paesaggi rurali. Scendo, cambio binario e aspetto la littorina che mi porta a Canosa. Il viaggio nel viaggio.
Se fossi un turista resterei stregato dall'itinerario.
Il vecchio trenino con motore a gasolio (che io amorevolmente chiamo "caffettiera") parte puntuale alle 7 e 40, gremito da studenti di scuola agraria e qualche pendolare. Io prendo posto vicino al finestrino, quello di sinistra, e mi gusto quei 20 minuti di poesia tra luoghi carichi di fascino e di storia. I binari si snodano sinuosi tra colline e vallate che portano ancora il ricordo dei fiumi di sangue versati quando Annibale sconfisse l'esercito romano nella battaglia di Canne del 2 agosto del 216 A.C., quando il vicino fiume Ofanto, l' "Aufidus" raccontato da Orazio, fu colorato di rosso. E' veramente suggestivo passare per quei luoghi, all'ombra di colonne, capitelli e antiche costruzioni, e provare a immaginare le scene di quei momenti, lontani millenni, ma sempre vivissime nei ricordi di chi, come me, è appassionato di storia e di archeologia. E ogni volta mi perdo, faccio viaggi con la mente, e quasi non mi accorgo che stiamo per arrivare a Canosa, quando il trenino curva per aggirare la collina dell'acropoli, con i maestosi ruderi del suo castello, e giunge in stazione.
Le porte si aprono: sono a casa.
Ed è solo l'inizio: tornare a casuccia attraversando le strade della periferia, passando per il mio liceo, respirare l'aria così familiare di quei luoghi, assistere a gesti, abitudini, dialetti, così tipici e così unici, non ha prezzo.
Passeggiare tra quei vicoli, su quei ciottoli così pieni di storia, la MIA storia, non ha prezzo.
Lasciarsi sedurre dalla storia di cui è intriso ogni centimetro della mia città, i suoi palazzi, i suoi templi, le sue tombe, la sua archeologia, non ha prezzo.
Sorridere dei ricordi che ti ritornano in mente ad ogni passo, ad ogni particolare, ad ogni angolo, non ha prezzo.
Incontrare gente che non vedevi da secoli e scoprire che è come se non ti vedessi da ieri, non ha prezzo.
Scoprire che tutto si evolve ma che le cose più belle rimangono le stesse di sempre, non ha prezzo.
Posare finalmente la valigia a terra dopo aver chiuso la porta di casa e sentir provenire dalla cucina l'odore del caffè che mi ha preparato la mamma, non ha prezzo.
E tornare a posare gli occhi su quegli occhi che troppo a lungo ho guardato in foto..beh, neanche questo ha un prezzo.
Essere in un posto e sentirlo suo,sentirselo cucito addosso, sentirsi a casa non ha prezzo.
Io credo che un uomo possa visitare ogni angolo del mondo, girare per le strade più lunghe e lontane, vedere le cose più strane e affascinanti ma sono convinto di una cosa: che vale la pena di partire solo se poi è così bello TORNARE.
Manca poco....
Ciao gente.
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