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Il Can. Diego Mele

Post n°33 pubblicato il 14 Giugno 2007 da mossiaddu
 
Foto di mossiaddu

Uno dei personaggi più esponenti della cultura sarda del 1800 fu il Canonico Diego Mele, nato a Bitti nel 1797 e morto ad Olzai nel 1861. Si laureò in teologia dopo una giovinezza povera e travagliata, e prese gli ordini insieme al condiscepolo e amico Giovanni Spano. Si distinse da subito per il suo criticismo nei confronti della politica e della società dell’epoca, scrivendo diverse poesie aspre e mordaci, tanto che fu costretto a fuggire dal suo paese per le inimicizie che i suoi versi gli avevano procurato.
Fu accusato di “avversare la Legge delle Chiudende e a diffondere il comunismo territoriale”, e fu mandato per punizione, in esilio ad Ozieri presso i padri Cappuccini. Inviato poi a Lodè, a Mamoiada e infine ad Olzai, visse tranquillamente in questo paese sino alla morte.

Egli si fece  portavoce delle tristi condizioni di vita della maggioranza della popolazione, afflitta dalla povertà dilagante e dalle ingiustizie sociali. 


In una sua poesia satirica, nel periodo in cui fu parroco a Oltzai, egli  si fece eco del naturale malumore delle ragazze del paese, sue parrocchiane, che temevano di non trovar marito poiché pare che le ragazze di Ottana le superassero in fatto di bellezza e i giovani da marito di Olzai preferissero queste ultime alle loro compaesane.


Sas bajanas de Olzai:
“In Olzai né fiuda nen bagiana,
non bi'nde cogiat prus: est cosa intesa.
Sa levada nos faghet grande offesa,
però sa chi nos bocchit est Ottana. […]”

Le nubili di Olzai:
“In Olzai né vedova né nubile
Si sposa più: è cosa risaputa.
La leva militare ci fa un grande danno
Ma chi ci uccide è Ottana. […]”

E affrontando lo stesso argomento in un'altra sua poesia:

Viudas e bajanas de Olzai:
“[…]
Tottu contr’a Ottana est sa chimera
sende male a sas feminas comunu:
arribad’a Olzai furistera
homine nessi sind’abbrancat unu,
mancari siat famidu e geunu
o istasidu in mesu sa carrera
chin bona trassa e chin bona manera
si l’abbrancat e toccat a cuddai.
[…]”

Vedove e nubili di Olzai:
“Tutte le maledizioni sono contro Ottana
perché è un difetto comune di quelle donne:
non appena una arriva ad Olzai, da forestiera,
si cattura almeno un uomo,
anche se è affamato e digiuno,
o sfinito in mezzo alla strada,
con abile manovra e buone maniere
lo abbranca e subito parte per far ritorno a casa”

 
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