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Il personaggio. Per la Santanché cena di gala nell'attico milanese
Tra gli ospiti imprenditori e contesse. E lei si scioglie la treccia
La strana festa di Daniela "Sconfitta? No, un successo"
di LAURA LAURENZI
Il personaggio. Per la Santanché cena di gala nell'attico milanese
Tra gli ospiti imprenditori e contesse. E lei si scioglie la treccia La strana festa di Daniela "Sconfitta? No, un successo" di LAURA LAURENZI
BLa strana festa di Daniela/BbrB
MILANO - "Siamo nati per soffrire e dunque soffriamo", sussurra Daniela Santanché seduta sul suo letto king size rivestito da un'immensa coperta di lince. Che casa, che lusso, che sfarzo, e che festa ha imbandito "Danielita" nel suo palazzetto terra-cielo di quattro piani più piscina coperta, 920 metri quadri in zona Magenta, una "Piazza d'Italia" di De Chirico sul caminetto, poltrone di vero coccodrillo australiano, coffee table rivestito di pelle di zebra: sembra di stare a un Billionaire per veri bilionari. Strana festa: che cosa c'è da festeggiare? "No, non mi sento sconfitta. Anzi avverto sulle spalle una grossa responsabilità: quella di avere raccolto un milione di voti, un milione di persone che hanno creduto in me. Sono tante: prova a immaginartele tutte insieme, in una piazza. ". Alle nove di sera sale su al primo piano e va a salutare il figlio, detto dalle cronache Lorenzino il Magnifichino, lo aiuta a fare la cartella, gli dà la buonanotte. Lui le chiede: "Allora mamma vuol dire che andrai meno a Roma?". Lei racconta: "Gli avevo spiegato che la mia era una battaglia molto difficile e stasera gli ho detto: abbiamo un milione di persone che credono nella mamma, e la mamma non ne deluderà neppure una". Da io ballo da sola alla "grande soirée". Arrivano gli ospiti: amici, imprenditori, candidati, qualche contessa, qualche finanziere come Massimo Gatti. Ecco Giancarlo Pagliarini, Roberta Balsamo, Paola Ferrari che ripete: "Daniela è una grande fonte d'energia per tutti noi". Ecco Max Locatelli, l'architetto che ha ristrutturato questa reggia "girandola sulla sensualità di Daniela" spiega orgoglioso, mostrando la piscina tappezzata di vera madreperla, il bagno padronale con i sanitari cromati d'oro e la vasca gigante rivestita di mosaico platino, la poesia di Verlaine riportata nella lunga iscrizione in un fregio che corre per tutta la casa. Se Storace dà a Berlusconi del traditore e del maleducato, lei soffia sul fuoco e incassa con grazia: "Berlusconi ora ha un'altra chance. Gli italiani lo hanno votato e mi auguro che governi bene il Paese. In democrazia funziona così, comanda chi vince". Si definisce "un'inguaribile ottimista". La sua campagna elettorale, dice, è stata "una campagna bellissima, ne sono davvero orgogliosa, sono il candidato premier che ha fatto più incontri e dibattiti, non mi sono mai tirata indietro, ci ho messo la faccia, mi sono battuta come una leonessa". In pantaloni e gilet gessati, camicia bianca, soliti tacchi a spillo, dopo due mesi di treccia e di austera coda di cavallo finalmente si è sciolta i capelli: il vero segnale che la campagna elettorale è finita. Oggi ha posato per la copertina di un settimanale, è andata in ufficio, ha aiutato il figlio a finire i compiti, ha dato un'occhiata in cucina controllando gli ultimi dettagli della faraonica cena. Briatore le ha telefonato dieci volte: "Guarda Daniela che è un successo - le ha ripetuto - Incassa 'sto milione di voti. Una bella responsabilità". Continuano ad arrivare mazzi di rose e ancora altre orchidee. Bianche, come piacciono a lei. "Abbiamo messo insieme un patrimonio di voti. Un milione di italiani sono di destra, credono nella destra e hanno votato il mio partito in un momento in cui i comunisti sono stati cancellati. Un partito che è stato creato in quattro mesi e mezzo, 200 mila voti al mese. Senza soldi, senza aiuti da nessuno. Un bel successo no? dunque festeggiamo". Mentana e Sky se la contendono ma la spunta Canale 5, dove annuncia che giammai si alleerà con il Partito delle Libertà: "Tendo proprio a escluderlo". Sorride come se avesse vinto. Pazienza se non andrà in Parlamento: La politica non si fa solo in Parlamento, si fa tra la gente. Per le Europee si riapre la gara". Che cosa le è piaciuto di meno in questa campagna elettorale? "Lo scontro sul voto utile e il voto inutile: poco rispettoso delle persone, ha falsato le regole del gioco. La cosa più bella invece è stata la piazza, andare nelle piazze piene di gente". E la bava alla bocca? "Oggi come allora! Siamo sempre incazzati, siamo sempre con la bava alla bocca!. Alessandra Mussolini ha detto che il suo è un flop. "Flop? La mia è stata una scelta di coraggio per costruire un partito di destra. La sua, beh, la sua è un'altra scelta". Sulle "palle di velluto" degli ex alleati non ha cambiato idea. E' entusiasta dell'imitazione che le ha fatto Paola Cortellesi dalla Dandini: "Ha dimostrato che le donne hanno una marcia in più. Mi ha messo in crisi: riguardandola non capivo se ero veramente io oppure se era lei che mi faceva il verso: un incubo!".
(15 aprile 2008)
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- CRONACA
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L'autore di "Gomorra" e le elezioni: nessuno vincerà se si ignora la criminalità organizzata
"Le mafie dominano un terzo del Paese e condizionano interi settori dell'economia legale"
Se un voto si compra
con cinquanta euro
di ROBERTO SAVIANO
Roberto Saviano
NESSUNO vincerà le elezioni in Italia. Nessuno. Perché finora tutti
sembrano ignorare una questione fondamentale che si chiama
"organizzazioni criminali" e ancor più "economia criminale". Non molto
tempo fa il rapporto di Confesercenti valutò il fatturato delle mafie
intorno a 90 miliardi di euro, pari al 7 per cento del Pil,
l'equivalente di cinque manovre finanziarie. Il titolo "La mafia s. p.
a. è la più grande impresa italiana" fece il giro di tutti i giornali
del mondo, eppure in campagna elettorale nessuno ne ha parlato ancora.
E nessuna parte politica sino a oggi è riuscita a prescindere dalla
relazione con il potere economico dei clan. Mettersi contro di loro
significa non solo perdere consenso e voti, ma anche avere difficoltà a
realizzare opere pubbliche.
Non le vincerà nessuno, queste elezioni. Perché se non si affronta
subito la questione delle mafie le vinceranno sempre loro.
Indipendentemente da quale schieramento governerà il paese. Sono già
pronte, hanno già individuato con quali politici accordarsi, in
entrambi i schieramenti. Non c'è elezione in Italia che non si vinca
attraverso il voto di scambio, un'arma formidabile al sud dove la
disoccupazione è alta e dopo decenni ricompare persino l'emigrazione
verso l'estero. E' cosa risaputa ma che nessuno osa affrontare.
Quando ero ragazzino il voto di scambio era più redditizio. Un voto: un
posto di lavoro. Alle poste, ai ministeri, ma anche a scuola, negli
ospedali, negli uffici comunali. Mentre crescevo il voto è stato
venduto per molto meno. Bollette del telefono e della luce pagate per i
due mesi precedenti alle elezioni e per il mese successivo. Nelle
penultime la novità era il cellulare. Ti regalavano un telefonino
modificato per fotografare la scheda in cabina senza far sentire il
click. Solo i più fortunati ottenevano un lavoro a tempo determinato.
Alle ultime elezioni il valore del voto era sceso a 50 euro. Quasi come
al tempo di Achille Lauro, l'imprenditore sindaco di Napoli che negli
anni cinquanta regalava pacchi di pasta e la scarpa sinistra di un paio
nuovo di zecca, mentre la destra veniva recapitata dopo la vittoria.
Oggi si ottengono voti per poco, per pochissimo. La disperazione del
meridione che arriva a svendere il proprio voto per 50 euro sembra
inversamente proporzionale alla potenza della più grande impresa
italiana che lo domina.
Mai come in questi anni la politica in Italia viene unanimemente
disprezzata. Dagli italiani è percepita come prosecuzione di affari
privati nella sfera pubblica. Ha perso la sua vocazione primaria:
creare progetti, stabilire obiettivi, mettere mano con determinazione
alla risoluzione dei problemi. Nessuno pretende che possa rigenerarsi
nell'arco di una campagna elettorale.
Ma nel vuoto di potere in cui si è fatta serva di maneggi e interessate
miopie prevalgono poteri incompatibili con una democrazia avanzata. E'
una democrazia avanzata quella in cui 172 amministrazioni comunali
negli ultimi anni sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa? O dove
dal '92 a oggi, le organizzazioni hanno ucciso più di 3.100 persone?
Più che a Beirut? Se vuole essere davvero nuovo, il Partito Democratico
di Walter Veltroni non abbia paura di cambiare. Non scenda a
compromessi per paura di perdere.
Il governo Prodi è caduto in terra di camorra. Ha forse sottovalutato
non tanto Clemente Mastella, il leader del piccolo partito Udeur, ma i
rischi che comportava l'inserimento nelle liste di una parte dei suoi
uomini. Personaggi sconosciuti all'opinione pubblica, ma che negli atti
di alcuni magistrati vengono descritti come cerniera tra pubblica
amministrazione e criminalità organizzata. Nel frattempo il governo ha
permesso al governatore della Campania Bassolino di galleggiare
nonostante il suo fallimento nella gestione dell'emergenza rifiuti. E
non ha capito che quella situazione rappresenta solo l'esempio più
clamoroso di quel che può accadere quando il cedimento anche solo
passivo della politica ad interessi criminali porta allo scacco.
Tutto questo mentre il centrodestra guidato da Silvio Berlusconi
assisteva muto o giustificatorio ai festeggiamenti del governatore
della Sicilia Cuffaro per una condanna che confermava i suoi favori a
vantaggio di un boss, limitandosi a scagionarlo dall'accusa di essere
lui stesso un mafioso vero e proprio.
La questione della trasparenza tocca tutti i partiti e il paese intero.
Inoltre molta militanza antimafiosa si forma nei gruppi di giovani
cattolici i cui voti non sempre vanno al centrosinistra. Anche questi
elettori dovrebbero pretendere che non siano candidate soubrette o
personaggi capaci solo di difendere il proprio interesse. Pretendano
gli elettori di centrodestra che non ci siano solo soubrette e a sud
esponenti di consorterie imprenditoriali. E mi vengono in mente le
parole che Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993 rivolse dalla collina
di Agrigento alla Sicilia e all'Italia ferita dalle stragi di mafia:
"Questo popolo... talmente attaccato alla vita, che ama la vita, che dà
la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà
contraria, civiltà della morte... Mi rivolgo ai responsabili... Un
giorno verrà il giudizio di Dio". Parole che avrebbero dovuto crescere
nelle coscienze.
È tempo di rendersi conto che la richiesta di candidati non compromessi
va ben oltre la questione morale. Strappare la politica al suo connubio
con la criminalità organizzata non è una scelta etica, ma una necessità
di vitale autodifesa.
Io non entrerò in politica. Il mio mestiere è quello di scrittore. E
fin quando riuscirò a scrivere, continuerò a considerare questo lo
strumento di impegno più forte che possiedo. Racconto il potere, ma non
riuscirei a gestirlo. Non si tratta di rinunciare ad assumersi la
propria responsabilità, ma considerarla parte del proprio lavoro.
Tentare di impedire che il chiasso delle polemiche distolga
l'attenzione verso problemi che meno fanno rumore, più fanno danno. O
che le disquisizioni morali coprano le scelte concrete a cui sono
chiamati tutti i partiti. È questo il compito che a mio avviso resta
nelle mani di un intellettuale. Credo sia giunto il momento di non
permettere più che un voto sia comprabile con pochi spiccioli. Che
futuri ministri, assessori, sindaci, consiglieri comunali possano
ottenere consenso promettendo qualche misero favore. Forse è arrivato
il momento di non accontentarci.
Nel 1793 la Costituzione francese aveva previsto il diritto
all'insurrezione: forse è il momento di far valere in Italia il diritto
alla non sopportazione. A non svendere il proprio voto. A dare ancora
un senso alla scelta democratica, scegliendo di non barattare il
proprio destino con un cellulare o la luce pagata per qualche mese.
© 2008 by Roberto Saviano
Published by arrangement with Roberto Santachiara Literary Agency
(15 marzo 2008)
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- ascendente Goldrake - ha visto lo sfacelo di una classe politica
senescente e vetusta, apparentemente spazzata via dal pool di Mani Pulite. Ancora ricorda le monetine lanciate su Craxi ed il filo di bava che pendeva dalla bocca tremante di Forlani
durante gli interrogatori. Svezzata con tali orrori, era quasi naturale
che sconfinasse nel più ovvio qualunquismo. Fortunamente, ma solo per
il fatto di aver fatto rinascere in molti un attaccamento alla Cosa
Pubblica sempre più vilipesa, è sceso in campo il Piazzista della Libertà che, volenti o nolenti, ha forgiato la Nuova Italia [come dimostrava Nanni Moretti ne Il caimano].
La classe operaia, sempre più disperatamente ancorata all'aspirazione verso uno status "borghese", va a braccetto con le siure impellicciate che distribuiscono tartine canticchiando "Silvio, Santo Subito…". I giovani sono attratti dai manganelli della Destra più reazionaria
e dalle pistole ad acqua che Bossi cerca di svendere dal suo
gerontocomio. Ora, amici, ci troviamo ad un bivio: qui non è più
questione di "destra" e "sinistra". E' divenuto fondamentale impedire
che l'anomalia Berlusconi governi nuovamente l'Italia, tenendo sotto il giogo Fini e imboccando Bossi
all'ora del brodino. E' il Piazzista delle Libertà che ci ha portati
non più a votare per un ideale, ma solo a scagliarci l'un contro
l'altro armati. Tolta questa piaga dal Paese, forse, rimboccandoci
TUTTI le maniche, potremo vedere di far qualcosa per questa Italia,
sempre più simile all'Argentina. Giusto con qualche Reality Show in
più. Per queste ragioni, e per altro ancora, il mio Blog non vota per Berlusconi.
Conte Nebbia
Alcuni altri Firmatari [con mille scuse a chi non è citato]:
rearwindow06, Aivlis77, aleike, Alice64, Amalteo, Angi69, Antigone26,
argeniogiuliana, Bellatrix74, Catpoet, Chiccama, Chirieleison,
coaloalab, compagnidiviaggio, copperhead, Damiani, Darix73, deha, Dora
Forino, DreamLady, EdoEleStorieAppese, FamChinaski, fenicesulmare, Fioco Tram, Giuba47, heyhonan, HistoriaVbc, ilcanedisatana, ilmurodipeppe,
Isa71, losteyeways, LucFaccenda, Macca, madworlds, MagoSilvan, Mauro
Piadi, meryem, molengai, muroalieno, Nuriape, palmarola, PaulTemplar,
pears, PF1, piccolaJo, Raindog78, Senzabussare, SimonaCWords, Sirablog, Smillapiffi, Sophie71, snakeandladders, stevemcqueen, tuile, vadoinbici, Watkin
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Questo powerpoint, avuto da Alessandro Calderan di San Donà di Piave (che ringrazio) ti fa capire la sostanziale differenza tra un governo di destra ed uno di sinistra:
clicca qui (differenza tra la destra e la sinistra)
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I cassonetti della spazzatura a Roma sono di 3 colori: grigio, bianco e blu.
Il grigio e' per la spazzatura comune.
Il blu e' per la plastica, il vetro e l'alluminio.
Il bianco e' per la carta.
Non tutti lo sanno.
Per questo motivo sopra anni fa c'era spiegato cosa mettere e non mettere in ogni cassonetto.
Non capisco perche' allora ci continuano ad appiccicare sopra manifesti.
Uno straniero o un ragazzo, ad esempio, nuovi alla raccolta differenziata romana,
non sapranno dove buttare una lattina o della carta pur avendo la buona volonta' virtuale per buttarle nel luogo deputato.
Credo che soprattutto in queste cose relativamente nuove l'informazione e' fondamentale.
E' triste, ma l'unica alternativa sarebbe che il comune riappiccicasse sopra dei cartelli con le spiegazioni, magari anche pregando di non coprirle nuovamente.
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(ASCA) - Roma, 14 mar - Abolizione dell'Ici sulla prima casa
e delle tasse su successioni e donazioni; introduzione del quoziente familiare;
un piano casa per costruire alloggi peri giovani; la reintroduzione dei bonus
bebe' per sostenere la natalita' e la graduale e progressiva riduzione dell'Iva
su latte, alimenti e prodotti per l'infanzia. Sono questi i punti del programma
della famiglia del Pdl presentati oggi in una conferenza stampa a Montecitorio
da cinque donne: Mara Carfagna, Beatrice Lorenzin, Eugenia Roccella, Barbara Saltamartini
e Giorgia Meloni. Insieme a Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini il 28 marzo a
Roma firmeranno il ''patto perle donne per l'Italia''. Carfagna ha sottolineato
che il Pdl ''e' l'unico soggetto titolato a parlare di famiglie. Noi, al
contrario della sinistra, diciamo no alla cultura sessantottina''. Per la deputata
azzurra ''fare un figlio oggi e' un atto di eroismo,noi vogliamo che si
trasformi in un atto di generosita' verso la societa'''. Eugenia Roccella,
organizzatrice del family day, ha ricordato la battaglia condotta contro i Dico
''non solo perle coppie omosessuali, ma anche per quelle eterosessuali, perche'
il matrimonio e' un impegno vero e nei Dico non aveva valore. E soprattutto -
ha sottolineato Roccella – non tutelava i figli''.
Cer/sam/alf141356 MAR 08NNNN
I bonus bebe’ verrebbero dati a tutte le famiglie che
nell’anno 2009 avranno un bambino. Nel 2006 ad esempio, il governo di
Berlusconi aveva deciso che si sarebbe dato 1.200 euro per bambino. Il ricco
imprenditore che guadagnava 100.000 euro l’anno e lo spazzino che guadagnava
5.000 euro l’anno avevano tutti e due un aiuto totale di 1.200 euro per ogni
figlio fatto nascere nel 2009.L’abolizione dell’ICI gia’ esiste per le famiglie
italiane con basso reddito. Berlusconi vorrebbe toglierla anche a chi ha
reddito alto e piu’ di una casa. Per il quoziente familiare si puo’ leggere qui
sotto:
http://www.nens.it/articoli/analisi/23.Il%20quoziente%20familiare.pdf
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Sono triste per il fatto che sono stati fatti sforzi (catalizzatore, ecc.) per diminuire l'inquinamento dei veicoli, ma non altrettanto e' stato fatto per diminuirne i consumi.
Tra l'altro un'inchiesta di quattroruote riportata da Repubblica con tanto di blog
denuncia lo scandalo dei falsi consumi dichiarati dalle case produttrici.
Le scorte di petrolio ormai cominciano a scarseggiare ed anche Montezemolo ex patron della Ferrari ha dichiarato che in Italia serve anche una politica di riduzione dei consumi energetici. E gli industriali che fanno? continuano a sfornare auto e moto di cilindrate decisamente inutili (meta' dei modelli di motociclette e' sopra ai 500 cc.).
Se lo Stato ha a cuore i problemi energetici dovrebbe ipertassare moto sopra i 750 cc ed automobili oltre i 2000 cc. in misure del 300 % rispetto ai veicoli di cilindrata inferiore.
Oppure ci si potrebbe basare non dico sulla potenza di tali mezzi - che puo' anche essere giustificata qualche volta dal peso del veicolo stesso - ma dalla velocita' massima:
ipertassiamo auto e moto che superano i 200 km/h
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Mi smentisca chi non crede che fare sport prepara alla guida,
specialmente quando sono coinvolte la visione periferica e la coordinazione occhio-mano, nonche' - perche' no? Puo' preparare per una eventuale ed involontaria caduta.
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Inviato da: siupostar
il 11/10/2011 alle 18:43
Inviato da: Gianni Miradoli
il 06/01/2010 alle 18:20
Inviato da: GUARNOTTA Salvo
il 06/01/2010 alle 11:40
Inviato da: Anonimo
il 11/01/2009 alle 22:07
Inviato da: Anonimo
il 09/12/2008 alle 23:08