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Un blog creato da ciemmetre il 10/01/2007

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Cars

Post n°722 pubblicato il 09 Dicembre 2015 da ciemmetre

Gli uomini hanno una particolare empatia nei confronti dei mezzi meccanici; questa si tramuta in amore assoluto o in odio perverso, non ci sono mezze misure.

Mio padre fu un grande comico, pace all'animaccia sua. Ebbe la capacità di conquistare automobili che nessun altro essere vivente e pensante avrebbe mai usato in vita sua. La prima fu una orrenda Simca 1500 a tre volumi. un gigante francese a livrea bianca ghost. Si presentò con quel macigno a quattro ruote sotto casa, raggiante che ancora l'ex proprietario si sganasciava dalle risate. domare quella vacca di macchina su salite ed erte giuliane fu tutto un sudare e bestemmiare, e soprattutto consumare. Ma vivaddio! In Jugoslavia nè spesa, nè "petrol" perchè la mia terra è l'Italia....cazzo!

L'auto ansimava e sudava come il padrone e la moglie, mia madre, frenava anche da ferma quella stramaledetta macchina. Poi, il dolore infinito, la puzza d'olio e il fumo bianco. La guarnizione di testa dopo sei mesi in vacca. Esborso garantito per un cadavere di macchina da gettare in porto. Invece no; vestito nuovo e la vacca torna in pista. Interni larghi in finta pelle su cui sudare d'estate e urlare da bimbi assatanati e prendere per il culo il guerriero incazzato. Passano tre mesi ed il bue cede in centro, muore e non ingrana, non avanza nemmeno a calci nel culo o a sputi sul parabrezza. Scatola del cambio. Il guerriero decide di sopprimere l'animale e sono giorni di immensa tristezza e risate sguaiate in camera nostra...piccoli bastardi.

Mia madre, annoiata ripete che non vuole vedere più una Simca in casa, perchè se entra, va via lei. Padre rassicurante.

Così rassicurante che si ripresenta con una Simca 1200, a due volumi. Il nostro viso terreo diviene lo sfondo della sua gioia, mio fratello; il maggiore, esordisce dicendo "Non è per tutti, non è per tutti, dioboe (interiezione friulana)"

Il gioiello è di un orrido arancione, e anche se devi fare un rapina la stradale va sul sicuro, con una macchina così brutta e appariscente, solo un mona può tentare l'atto in questione. Ma il vitello è bravo, si comporta bene su salite e discese, sopporta bene curve e neve, incorna il vento e mansueto torna nella stalla senza colpo perire. Ci serve per quasi dieci anni senza mai lamentarsi con consumi minimi ed una educazione senza pari. Ma è brutta, orribile a vedersi. Sovente penso che le cose abbiano una propria vita e che per ripagare un certa sgraziata visione, facciano di tutto pur di ingraziarsi il destinatario di tanta orrore. Dieci anni si disse, poi la morte per fusione, pistoni e cilindri divennero un solo organismo e "la cosa" ebbe il giusto riposo e le risate sguaiate che l'accompagnarono......ragazzi bastardi

Arrivò lei bella come un sogno, una linea sontuosa e il corpo sfuggente, un'auto troppo "car" per tutti noi, una Volkswagen Scirocco...poteva essere un 1300? mah!! Nobile nella corsa, fluida e rapida, lenta di ripresa ma costante. Una bella livrea azzurra su un bilanciamento sapientemente introdotto sul mezzo. Un sogno troppo breve. La panza del vecchio non entrava nell'abitacolo e sbuffando e sbatacchiando portiere e nervi, la regalò a mio fratello anziano che se la portò a casa sua. Era una bella donna, un flebile ricordo di una sgommata in cotile e lei che scappa via e la sordida antipatia per l'anziano che si pappava mezzi chili di pasta...per forza cazzo che poi non riesci a sederti, panzone.

Arrivò anche l'alfa 33, ma era solo una pallida memoria delle alfette e delle giuliette che sfrecciavano in certi film di cui abbiamo memoria. Questa aveva l'andatura borghese e unilineare e un colore bordeaux che faceva molto "riconciliamocicolmondo"

Non misi piede in quell'auto, giravo su un motorino sgangherato. Lavoravo da qualche anno e andare col vecchio mi metteva ansia e nevrastenia. Quell'automobile fu solo un spazio occupato al mio motorino, non mi disse mai nulla e continua tutt'ora non dirmi nulla.

l'ultima, prima del decesso paterno fu una Talbot, il cui nome sembrava più il nome di una marca di sigarette che un brand automobilistico. Di colore rosso, inappropriato per un'auto brutta come quella. E in giorno di giugno sorse un conflitto tra due adulti incattiviti: io e mio padre.

Ad una richiesta in cui mi venne richiesto se la scelta fosse di mio gradimento, risposi nella maniera opposta. Ma quella risposta nascondeva vecchi attriti. Feci rilevare che la competenza in tema di automobili era piuttosto carente, molto carente. E che di sicuro il risparmio sulla seconda mano non avrebbe portato a scelte convenienti o di misura; insomma come dire; non è per tutti, lascia perdere. Quella sera furono fuoco e tempesta. Ma di fronte mio padre non aveva più un bimbo, ma un uomo che da lì a qualche mese si sarebbe sposato e sarebbe andato via.

Qualche mese dopo in un giorno di agosto sarebbe andato sul lavoro di mattina per non tornare mai più; ma questa è un'altra storia. e quell'automobile finì in un deposito a morire dopo aver servito fedelmente per qualche anno, senza lode e senza infamia.

Non c'è nessuna morale è solo una storia, una storia vera, in cui rido e sorrido e in cui il velo del dramma è ormai scomparso perchè interiorizzato. Restano queste storie di auto rombanti e strombazzanti che ci hanno accompagnato ed infedelmente tradito. Un auto per il colmo della beffa non potrò mai condurre

e anche questa è un'altra storia.

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