Creato da cinciarella10 il 13/10/2014

L'ODORE DELLA NOTTE

… la notte, secondo l’ora, cambia odore …

 

 

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Landini day

 

 


Unions, Landini e la sfida al renzismo. "Il premier peggio di Berlusconi". E in Piazza del Popolo con lui Civati, Bindi, Rodotà ed ex grillini

E' il Landini day. La manifestazione della Fiom a piazza del Popolo, oltre 25mila presenti, consacra la leadership del leader della Fiom. Che arriva prestissimo all'appuntamento di piazza Repubblica, prima delle 14, per dare inizio a un torrenziale comizio contro Renzi che si concluderà solo alle 18.30. "Le nostre proposte hanno più consenso nel Paese di quelle del governo", esordisce il leader Fiom davanti ad una selva di telecamere. Risultati delle elezioni e sondaggi non dicono questo, ma è chiarissimo che l'obiettivo di Landini è proprio quello di drenare consensi da quel 40,8% del Pd alle europee 2014.
Consensi di lavoratori, di gente che non voleva l'abolizione dell'articolo 18 che, ricorda il leader delle tute blu Cgil, "è una proposta che non è mai stata votata dagli italiani". Landini dal palco annuncia che "noi siamo qui per dire che non ci fermiamo fino a quando le leggi sul lavoro non saranno cancellate", ma di messaggi per il premier, con cui una volta aveva un feeling, sono molteplici. "Ci siamo stancati di balle, spot e slide", grida Landini, che definisce questo governo "peggio di quelli di Berlusconi" e avverte: "Senza di noi questo paese non si cambia, si peggiora. Noi siamo la parte sana e onesta del Paese".
Piazza del popolo è gremita di bandiere rosse, dalla Fiom ai tanti partitini della sinistra radicale, molta gente resta assiepata sulle scalinate del Pincio, il colpo d'occhio è notevole. Sul palco sfilano delegati, precari, studenti, e poi i professoroni Rodotà e Zagrebelsky (intervento letto dalla presidente di "Libertà e Giustizia" Sandra Bonsanti) che fanno a pezzi l'Italicum e le riforme costituzionali, e poi la "buona scuola", oltre naturalmente alle politiche sul lavoro. Landini ironizza sui 79mila nuovi posti di lavoro vantati dal premier. "Lo sapete, questi sono stati assunti ma hanno ancora l'articolo 18 fino a marzo. Ecco noi vogliamo che sia così anche in aprile, maggio, giugno. E ci batteremo, ne faremo il centro della battaglia sui contratti".
E' una sfida a 360 gradi al renzismo, una sfida tutta politica, "perchè bisogna andare oltre le frontiere classiche del sindacato", avverte Landini col felpone rosso Fiom, "se vogliamo fare davvero il nostro mestiere che è quello di cambiare la società". "Il governo l'ha fatta la sua coalizione sociale con la Bce, Confindustria e la finanza, ora noi dobbiamo fare la nostra, unire quello che il governo sta dividendo". "Lo possiamo fare solo noi", grida Landini, e sembrano credergli i politici che si sono uniti all'appuntamento, da Sel a Rifondazione, più tante altre sigle (si fa vedere anche Ingroia). Ci sono anche Fassina, Civati, Bindi e Pollastrini della minoranza Pd, e poi alcuni ex grillini. Una galassia di sinistra che per ora viaggia in mondi distanti e neppure paralleli, ma che riconosce alla Fiom la forza di interpretare un pezzo di paese. "Dobbiamo costruire ponti", avverte Pollastrini. "Renzi sbaglia a trattare questa piazza come la solita parata", dice Fassina.
Lo stato maggiore della Cgil, Camusso in testa, se ne sta in fondo al palco, preoccupato di questo movimentismo di Landini, che rivendica l'autonomia del sindacato ma anche il suo ruolo politico, cita Di Vittorio e Ingrao, che "appena eletto alla guida della Camera andò dagli operai di Terni a ricordare che loro sono i costituenti della repubblica". "Ci sono stili e stili", incalza, riferendosi a Renzi, e giù sfottò sul premier gasatissimo da Marchionne, "gli operai Fiat sono assai meno gasati...". C'è anche un momento satirico, quando Landini parla dei microchip negli scarponi degli operai Fincantieri (alla testa del corteo) e sorride: "Sapete dove ve lo dovete mettere il microchip?". La piazza esplode di applausi e risate, lui chiude citando Neruda e Papa Giovanni XXIII che invitava a "camminare insieme.".
"Dobbiamo riprendere il cammino, e prendere il meglio di ognuno di noi", è il messaggio che invia ai compagni della Cgil, a partire da Camusso, con cui scambia un bacio sulla scaletta che porta al palco. Lei non sembra entusiasta della situazione, e si limita a replicate al leader degli industriali Squinzi che aveva parlato di "manifestazione politica". "In questa piazza ci sono i lavoratori metalmeccanici iscritti alla Cgil, che giustamente sono in lotta perchè la legge delega sul lavoro riduce i diritti e perchè vogliono rinnovare il contratto di lavoro", mette a verbale la leader Cgil. Landini dal palco ringrazia tutti, a partire da Camusso, ma poi lancia anche un fendente: "Per essere davvero autonomo un sindacato deve avere un suo progetto anche fuori dai luoghi di lavoro, mentre in passato c'è stata scarsa autonomia dai partiti e dai governi". E' un messaggio chiaro a quella parte della Cgil che non vorrebbe rompere con Renzi. Landini l'ha già fatto, la sua piazza anche, e infatti fioccano i cartelli contro il premier, "noi non ci arrenziamo", e anche altri più triviali con "La Leopolda è una zoccola", che poi vengono fatti sparire.
Ma il succo resta, e così tra canti operai, Guccini, De Gregori, i 99 posse e Bella ciao nel finale prende forma una sinistra di popolo che incensa "Ro-do-tà" e sogna di sfrattare il rottamatore da palazzo Chigi. Una sinistra con molti no, dalla scuola alla Tav, dall'Italicum alla riforme costituzionali. "Un modello plebiscitario, autoritario", grida l'anziano professore dal palco. Landini dietro di lui si spella le mani. E Rodotà confessa: "La nostra è un'impresa ardita...".

Andrea Carugati
L'Huffington Post
Sabato 28 Marzo 2015

 
 
 
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CINCIARELLE



 

I POETI LAVORANO DI NOTTE



I poeti lavorano di notte
quando il tempo
non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

Alda Merini, da "Destinati a morire"

 

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DANZA DELLE STREGHE


Le streghe non si vedono,
ma le streghe ci sono
Nel buio si radunano,
in riva a fiumi e laghi
Corrono senza un frullo,
volano senza un suono
Non le sentono gli uomini,
non le vedono i maghi.

Le streghe sono magiche,
le streghe sono donne
Incendiano le tenebre
con le risa e la danza
Fanno ruotar mantelli,
le favolose gonne
Finché dura la notte,
finché ne hanno abbastanza.

E gli umani le cercano,
le vogliono vedere
Curiosi delle favole,
stupiti delle grida.
E furtivi si accostano,
chini nelle ombre nere
Tremanti di paura,
ubriachi di sfida.

Ma le streghe li sentono,
corrono sulle sponde
Sopra le acque fuggono,
gioiose equilibriste
E per gli umani restano
i cerchi delle onde
Come gonne che ridono:
"Le hai viste? Non le hai viste?"

Bruno Tognolini
da Melevisione
Il libro nero di Strega Salamandra
Giunti Junior Editore

 

BIANCA TRA LE FOGLIE

 

RIMA DELLA RABBIA GIUSTA



Tu dici che la rabbia
che ha ragione
È rabbia giusta
e si chiama indignazione
Guardi il telegiornale
Ti arrabbi contro
tutta quella gente
Ma poi cambi canale
e non fai niente
Io la mia rabbia giusta
Voglio tenerla in cuore
Io voglio coltivarla
come un fiore
Vedere come cresce
Cosa ne esce
Cosa fiorisce
quando arriva la stagione
Vedere se diventa
indignazione
E se diventa,
voglio tenerla tesa
Come un'offesa
Come una brace
che resta accesa in fondo
E non cambia canale
Cambia il mondo

Bruno Tognolini
da "Rime di Rabbia", Salani Editore

 

FILASTROCCA LIBERA




Libero, libera, liberi tutti
Libero l'albero e libero il seme
Liberi i belli di essere brutti
Le volpi furbe di essere sceme
Il fiume libero d'essere mare
Il mare libero dall'orizzonte
Libero il vento se vuole soffiare
Liberi noi di sentircelo in fronte
Libero tu di essere te
Libero io di essere me
Liberi i piccoli di essere grandi
Liberi i fiori di essere frutti
Libero, libera, liberi tutti

Bruno Tognolini,
da Rima rimani, Salani 2002

 

SCONGIURO CONTRO IL NAZISMO FUTURO




Gli abbiamo detto
che la rabbia non è bene
Bisogna vincerla,
bisogna fare pace
Ma che essere cattivi
poi conviene
Più si grida, più si offende
e più si piace
Gli abbiamo detto
che bisogna andare a scuola
E che la scuola com'è
non serve a niente
Gli abbiamo detto
che la legge è una sola
Ma che le scappatoie sono tante
Gli abbiamo detto
che tutto è intorno a loro
La vita è adesso,
basta allungar la mano
Gli abbiamo detto
che non c'è più lavoro
E quella mano
la allungheranno invano
Gli abbiamo detto
che se hai un capo griffato
Puoi baciare 
maschi e femmine a piacere
Gli abbiamo detto
che se non sei sposato
Ci son diritti
di cui non puoi godere
Gli abbiamo detto
che l'aria è avvelenata
Perché tutti
vanno in macchina al lavoro
Ma che la società sarà salvata
Se compreranno
macchine anche loro
Gli abbiamo detto tutto,
hanno capito tutto
Che il nostro mondo è splendido
Che il loro mondo è brutto
Bene: non c'è bisogno di indovini
Per sapere che arriverà il futuro
Speriamo 
che la rabbia dei bambini
Non ci presenti
un conto troppo duro

Bruno Tognolini
da "Rime di Rabbia", Salani Editore
 

I PIEDI
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Salgono i piedi per la salita, 
passo per passo finché è finita.
Scendono i piedi per la discesa,
giù verso il basso
che il passo non pesa. 
Piedi leggeri, passi pesanti, 
lungo i sentieri
che portano avanti. 
Passi di marcia rivoluzionaria: 
testa per terra, piedi per aria. 

Bruno Tognolini
da "Rimelandia" 
Il giardino delle filastrocche
Mondadori Newmedia

 

DANZA ARABA

 

JAZZ

 

TEATRO



"Il mio scopo non è insegnarvi a recitare, il mio scopo è aiutarvi a creare un uomo vivo da voi stessi. Il materiale per crearlo dovete prenderlo da voi stessi, dalle vostre memorie emotive, dalle esperienze da voi vissute nella realtà, dai vostri desideri e impulsi, da elementi interni analoghi alle emozioni, ai desideri e ai vari elementi del personaggio che impersonate ... Imparate ad amare l'arte in voi stessi e non voi stesse nell'arte."

Konstantin Sergeyevich
Stanislavskij

 

CINEMA

"Il cinema è composto da due cose: uno schermo e delle sedie. Il segreto sta nel riempirle entrambe." Roberto Benigni

 

GENERALE



Generale,
il tuo carro armato
è una macchina potente.
Spiana un bosco
e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un carrista.

Generale,
il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d'una tempesta
e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un meccanico.

Generale,
l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.

Bertolt Brecht

 

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