Creato da cinciarella10 il 13/10/2014

L'ODORE DELLA NOTTE

… la notte, secondo l’ora, cambia odore …

 

 

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Il 1° maggio 1891 la Seconda Internazionale rese permanente la “Festa dei lavoratori di tutti i paesi”

 

 


1° Maggio - Il Lavoro

Il 20 luglio 1889 il Congresso costitutivo della Seconda Internazionale, riunito a Parigi, decide che "una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare a effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi". Non resta che fissare il giorno e la scelta cade sul 1° maggio nel ricordo dei "martiri di Chicago".
Due anni prima, il 1° maggio 1886, la città americana è stata teatro di un'imponente dimostrazione operaia per le otto ore. Negli Stati Uniti la lotta per la riduzione dell'orario di lavoro va avanti da molto tempo, ancor prima che l'obiettivo delle "otto ore come limite legale dell'attività lavorativa" venga lanciato dal Congresso della Prima Internazionale, riunito a Ginevra nel settembre 1866. Già ad agosto si costituisce la National Labour Union, prima organizzazione sindacale statunitense a carattere nazionale, che pone le otto ore al centro della propria iniziativa. Di lì a pochi mesi lo Stato dell'Illinois approva una legge che introduce la giornata lavorativa di otto ore, ma con limitazioni tali da impedirne l'estesa ed effettiva applicazione. L'entrata in vigore della legge è fissata per il 1° maggio 1867 e quel giorno diecimila lavoratori danno vita al più grande corteo mai visto per le strade di Chicago.
Anche in Europa l'obiettivo delle otto ore figura nei programmi delle organizzazioni operaie, ma non viene perseguito con la coerenza e determinazione necessarie. Negli Stati Uniti il movimento sindacale è invece deciso a non mollare. Nell'ottobre 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions indica nel 1° maggio 1886 la data limite, al di là dalla quale gli operai americani si rifiuteranno di lavorare più di otto ore al giorno.
Man mano che ci si avvicina a quella scadenza nelle principali città industriali la tensione si fa sempre più acuta. Da un lato scendono in campo le organizzazioni anarchiche e socialiste; dall'altro il padronato, la borghesia, le autorità e la stampa, che agitano lo spettro della Comune di Parigi. Il New York Times denuncia manovre "antiamericane" da parte di immigrati europei, mentre nei piccoli centri la stampa locale arriva a invocare il linciaggio per gli "agitatori". Il 1° maggio 1886 cade di sabato, allora giornata lavorativa, ma in 12.000 fabbriche degli Stati Uniti 400.000 lavoratori incrociano le braccia. Nella sola Chicago, cuore pulsante dell'economia americana, sono in 80.000 a scioperare e a partecipare, vestiti con gli abiti migliori, al grande corteo e al comizio.
Tutto si svolge pacificamente, ma nei giorni successivi scioperi e dimostrazioni danno luogo a gravi incidenti. Lunedì 3 la polizia apre il fuoco contro i dimostranti radunati davanti a una fabbrica per protestare contro i licenziamenti, provocando quattro morti. La sera di martedì 4 si svolge una nuova manifestazione di protesta. Mentre la polizia cerca di avvicinarsi al palco degli oratori per porre fine al comizio, qualcuno lancia una bomba. È il caos: i poliziotti sparano all'impazzata e finiscono per colpire anche i loro colleghi. Alla fine si contano otto morti e numerosi feriti. Il giorno dopo, nella vicina Milwaukee, la polizia interviene contro una manifestazione di operai polacchi: sono altre nove vittime. Una feroce ondata repressiva si abbatte contro le organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori: le sedi vengono devastate e chiuse, i dirigenti percossi e arrestati.
Alla fine la responsabilità di quanto accaduto a Chicago è attribuita a otto anarchici, condannati a morte malgrado non sia stata raccolta alcuna prova della loro partecipazione all'attentato. Due, Samuel Fielden e Michael Schwab, ottengono la commutazione della pena capitale in ergastolo, un terzo, Louis Lingg, viene trovato morto in cella, mentre gli altri quattro, Albert Parsons, August Spies, George Engel e Adolf Fisher vengono impiccati in carcere l'11 novembre 1887. In tutto il mondo i lavoratori avvertono questa esecuzione come un sacrificio offerto alla causa comune e si mobilitano affinché venga riconosciuta l'innocenza dei "Martiri di Chicago". Bisognerà attendere sei anni. Finalmente, il 25 giugno 1893, di fronte a migliaia di persone e delegazioni straniere convenute nel cimitero di Waldheim, viene scoperto un monumento a loro dedicato. Il giorno dopo il governatore dello Stato dell'Illinois riconosce la parzialità del verdetto e firma il "perdono" dei martiri. Il ricordo dei "Martiri di Chicago" è intanto assurto a simbolo della lotta per le otto ore e rivive ogni anno nella giornata ad essa dedicata.

La prima volta

Circa dieci mesi intercorrono tra la decisione assunta dall'Internazionale il 20 luglio 1889 e la sua pratica attuazione il 1° maggio 1890. In vista dell'impegnativa scadenza le organizzazioni dei lavoratori intensificano l'opera di sensibilizzazione sul significato di quell'appuntamento. "Lavoratori - si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 - ricordatevi il 1° maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l'Internazionale!".
Monta intanto un clima di tensione, alimentato da voci allarmistiche: la stampa conservatrice interpreta le paure della borghesia, consiglia a tutti di starsene tappati in casa, di fare provviste, perché non si sa quali gravi sconvolgimenti potranno accadere. I governi dei vari paesi, più o meno liberali o autoritari, mettono in allerta gli apparati repressivi.
In Italia il governo di Francesco Crispi usa la mano pesante, attuando drastiche misure di prevenzione e vietando qualsiasi manifestazione pubblica sia per la giornata del 1° maggio che per la domenica successiva, 4 maggio. In diverse località, per incoraggiare la partecipazione del maggior numero di lavoratori, si è infatti deciso di far slittare la manifestazione alla giornata festiva. Del resto si tratta di una scommessa dall'esito quanto mai incerto: la mancanza di un unico centro coordinatore a livello nazionale - il Partito socialista e la Confederazione generale del lavoro sono di là da venire - rappresenta un grave handicap dal punto di vista organizzativo. Non si sa poi in che misura i lavoratori saranno disposti a scendere in piazza per rivendicare un obiettivo, quello delle otto ore, considerato prematuro da gran parte dei dirigenti del movimento operaio italiano o per testimoniare semplicemente una solidarietà internazionale di classe.
Proprio per questo la riuscita del 1° maggio 1890 costituisce una felice sorpresa, un salto di qualità del movimento dei lavoratori, che per la prima volta dà vita a una mobilitazione su scala nazionale, per di più collegata a un'iniziativa di carattere internazionale. In numerosi centri, grandi e piccoli, si svolgono manifestazioni, che fanno registrare quasi ovunque una vasta partecipazione di lavoratori. Un episodio significativo accade a Voghera, dove gli operai, costretti a recarsi al lavoro, ci vanno vestiti a festa.
"La manifestazione del 1° maggio - è il commento di Antonio Labriola - ha in ogni caso superato di molto tutte le speranze riposte in essa da socialisti e da operai progrediti. Ancora pochi giorni innanzi, la opinione di molti socialisti, che operano con la parola e con lo scritto, era alquanto pessimista". Anche negli altri paesi il 1° maggio ha un'ottima riuscita: "Il proletariato d'Europa e d'America - si compiace Frederick Engels - passa in rivista le sue forze mobilitate per la prima volta come un solo esercito. E lo spettacolo di questa giornata aprirà gli occhi ai capitalisti". Sulle ali dell'entusiasmo si decide di rinnovare l'appuntamento per l'anno successivo. Il 1° maggio 1891 conferma il successo della mobilitazione e induce la Seconda Internazionale a rendere permanente la "festa dei lavoratori di tutti i paesi".

dal Libro  "La primavera della democrazia"
di Giuseppe Sircana
prefazione di Maurizio Landini (Meta Edizioni, 2014)

B u o n   1°  M a g g i o

 
 
 
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CINCIARELLE



 

I POETI LAVORANO DI NOTTE



I poeti lavorano di notte
quando il tempo
non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

Alda Merini, da "Destinati a morire"

 

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DANZA DELLE STREGHE


Le streghe non si vedono,
ma le streghe ci sono
Nel buio si radunano,
in riva a fiumi e laghi
Corrono senza un frullo,
volano senza un suono
Non le sentono gli uomini,
non le vedono i maghi.

Le streghe sono magiche,
le streghe sono donne
Incendiano le tenebre
con le risa e la danza
Fanno ruotar mantelli,
le favolose gonne
Finché dura la notte,
finché ne hanno abbastanza.

E gli umani le cercano,
le vogliono vedere
Curiosi delle favole,
stupiti delle grida.
E furtivi si accostano,
chini nelle ombre nere
Tremanti di paura,
ubriachi di sfida.

Ma le streghe li sentono,
corrono sulle sponde
Sopra le acque fuggono,
gioiose equilibriste
E per gli umani restano
i cerchi delle onde
Come gonne che ridono:
"Le hai viste? Non le hai viste?"

Bruno Tognolini
da Melevisione
Il libro nero di Strega Salamandra
Giunti Junior Editore

 

BIANCA TRA LE FOGLIE

 

RIMA DELLA RABBIA GIUSTA



Tu dici che la rabbia
che ha ragione
È rabbia giusta
e si chiama indignazione
Guardi il telegiornale
Ti arrabbi contro
tutta quella gente
Ma poi cambi canale
e non fai niente
Io la mia rabbia giusta
Voglio tenerla in cuore
Io voglio coltivarla
come un fiore
Vedere come cresce
Cosa ne esce
Cosa fiorisce
quando arriva la stagione
Vedere se diventa
indignazione
E se diventa,
voglio tenerla tesa
Come un'offesa
Come una brace
che resta accesa in fondo
E non cambia canale
Cambia il mondo

Bruno Tognolini
da "Rime di Rabbia", Salani Editore

 

FILASTROCCA LIBERA




Libero, libera, liberi tutti
Libero l'albero e libero il seme
Liberi i belli di essere brutti
Le volpi furbe di essere sceme
Il fiume libero d'essere mare
Il mare libero dall'orizzonte
Libero il vento se vuole soffiare
Liberi noi di sentircelo in fronte
Libero tu di essere te
Libero io di essere me
Liberi i piccoli di essere grandi
Liberi i fiori di essere frutti
Libero, libera, liberi tutti

Bruno Tognolini,
da Rima rimani, Salani 2002

 

SCONGIURO CONTRO IL NAZISMO FUTURO




Gli abbiamo detto
che la rabbia non è bene
Bisogna vincerla,
bisogna fare pace
Ma che essere cattivi
poi conviene
Più si grida, più si offende
e più si piace
Gli abbiamo detto
che bisogna andare a scuola
E che la scuola com'è
non serve a niente
Gli abbiamo detto
che la legge è una sola
Ma che le scappatoie sono tante
Gli abbiamo detto
che tutto è intorno a loro
La vita è adesso,
basta allungar la mano
Gli abbiamo detto
che non c'è più lavoro
E quella mano
la allungheranno invano
Gli abbiamo detto
che se hai un capo griffato
Puoi baciare 
maschi e femmine a piacere
Gli abbiamo detto
che se non sei sposato
Ci son diritti
di cui non puoi godere
Gli abbiamo detto
che l'aria è avvelenata
Perché tutti
vanno in macchina al lavoro
Ma che la società sarà salvata
Se compreranno
macchine anche loro
Gli abbiamo detto tutto,
hanno capito tutto
Che il nostro mondo è splendido
Che il loro mondo è brutto
Bene: non c'è bisogno di indovini
Per sapere che arriverà il futuro
Speriamo 
che la rabbia dei bambini
Non ci presenti
un conto troppo duro

Bruno Tognolini
da "Rime di Rabbia", Salani Editore
 

I PIEDI
---------------------------------

 

Salgono i piedi per la salita, 
passo per passo finché è finita.
Scendono i piedi per la discesa,
giù verso il basso
che il passo non pesa. 
Piedi leggeri, passi pesanti, 
lungo i sentieri
che portano avanti. 
Passi di marcia rivoluzionaria: 
testa per terra, piedi per aria. 

Bruno Tognolini
da "Rimelandia" 
Il giardino delle filastrocche
Mondadori Newmedia

 

DANZA ARABA

 

JAZZ

 

TEATRO



"Il mio scopo non è insegnarvi a recitare, il mio scopo è aiutarvi a creare un uomo vivo da voi stessi. Il materiale per crearlo dovete prenderlo da voi stessi, dalle vostre memorie emotive, dalle esperienze da voi vissute nella realtà, dai vostri desideri e impulsi, da elementi interni analoghi alle emozioni, ai desideri e ai vari elementi del personaggio che impersonate ... Imparate ad amare l'arte in voi stessi e non voi stesse nell'arte."

Konstantin Sergeyevich
Stanislavskij

 

CINEMA

"Il cinema è composto da due cose: uno schermo e delle sedie. Il segreto sta nel riempirle entrambe." Roberto Benigni

 

GENERALE



Generale,
il tuo carro armato
è una macchina potente.
Spiana un bosco
e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un carrista.

Generale,
il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d'una tempesta
e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un meccanico.

Generale,
l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.

Bertolt Brecht

 

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