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La rabbiaoperaiagiustae sola

Post n°191 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da circololenci

Maurizio Zipponi
Torino, manifestazione contro quattro omicidi di operai mentre altri tre combattono tra la vita e la morte. Nel corteo tra i lavoratori della ThyssenKrupp e i loro familiari c'è rabbia e dolore contro tutto e tutti.
Sono soli, disperati per il dramma, soli quando l'azienda gli comunicò la chiusura della fabbrica, soli quando per tirare avanti qualche mese devono accettare orari di lavoro disumani, soli quando non si fa più prevenzione e non si investe sugli impianti, soli quando pian piano i compagni di lavoro se ne vanno, i più esperti, quelli che conoscevano il pericolo dell'acciaio fuso.
Non possono più ascoltare comizi dal palco, discorsi di responsabilità, promesse o progetti politici semplicemente perché quando la vita non vale niente e chi ti uccide rimane impunito e comanda non puoi che lanciare un urlo lungo, insistente, assordante e poi chiuderti nel silenzio per non permettere a nessuno di entrare dentro il tuo dolore.
Siamo sull'orlo del baratro. Un filo dopo l'altro che lega la solidarietà con le forme dell'organizzazione sindacale e politica si sta spezzando. Lo Stato non esiste se non contro i lavoratori. Sento per la prima volta un brivido pesante un serio pericolo per la democrazia.
Un intero corpo sociale è espulso: precari e operai sono fuori e chi li uccide può dormire tranquillo.
Quando ci fu l'indulto arrivarono molte critiche tra cui quella che si sarebbero scarcerati anche coloro che avevano violato le norme di sicurezza. Andai subito a vedere, non c'era e non c'è un solo imprenditore in carcere per aver ammazzato un operaio.
Nemmeno quell'imprenditore di Bergamo che diede fuoco a che gli chiedeva la paga arretrata, nemmeno chi ha spostato il cadavere di un ragazzo dal cantiere alla strada per simulare un incidente.
1.300 morti, mi chiedo: è tutto fatalità, imprudenza, suicidi o ce ne è almeno uno che è stato ucciso per violazione di norme di sicurezza? Almeno per uno che ci sia un processo e qualcuno che va in galera. No, oggi non c'è. Il Governo, il Parlamento, le forze politiche devono dare subito risposte, devono reagire, lo possono fare: si possono impedire assunzioni precarie per lavori pericolosi, si può far funzionare la macchina degli ispettori, si possono chiudere gli impianti pericolosi, si può decidere che esiste in Italia un orario di lavoro massimo regolato per legge. Sono tutte misure che non costano.
Lo Stato deve dimostrare che esiste. E Prodi riceve Montezemolo, ancora una volta. Non i sindacati per un piano di emergenza dopo che la ThyssenKrupp ha emanato un comunicato vergognoso e Confindustria non ne ha preso le distanze. Non si può far trascinare nel fango le Istituzioni da chi non ha la dignità morale nel dire cosa fare o non fare, non ha il coraggio di dire che tante imprese che rispettano le norme di sicurezza subiscono concorrenza sleale da chi abbassa i prezzi a scapito della vita di chi lavora.
Noi, noi Sinistra che ieri ci siamo detti portatori di un progetto per rappresentare il lavoro oggi lo dobbiamo dimostrare cambiando qualche cosa, subito, per affermare che oltre l'urlo e il silenzio esiste il pianto e la solidarietà che permettono di ricominciare a lottare insieme.
www.liberazione.it

 
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