Creato da claudionegro50 il 23/01/2012
blog di Claudio Negro

Area personale

 
 

Tag

 
 

Archivio messaggi

 
 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

FACEBOOK

 
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

 
monellaccio19amorino11cassetta2m12ps12WayambleseDesert.69dew83lost.and.foundcuorevagabondo_1962prefazione09loran5marabertowsurfinia60stufissimoassaiacer.250
 

Chi puņ scrivere sul blog

 
Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

 

 
« Lo Stato garantisce la s...Grazie a Gori che sa dis... »

"INSIEME" ossia Arsenico e Vecchi Merletti

Post n°90 pubblicato il 04 Luglio 2017 da claudionegro50
 

La proposta di coloro che si sono radunati sabato scorso a piazza SS. Apostoli è efficacemente e sinceramente declinata nel titolo dell'iniziativa: INSIEME. Presta il fianco ovviamente a ironie (ma insieme a chi..?) e celie (chi non ricorda gli "insieme" invocati da Romano Prodi, coi toni solleciti e amabili di un Cardinale di Curia, ai tempi dell'Unione?), scetticismi: già Fratoianni e Montanari si sono chiamati fuori; è uno dei paradossi storici della gauche minoritaria: al massimo dell'invocazione unitaria corrisponde il massimo della faziosità e dell'intransigenza ("unità unità fuori chi non ci sta" declamava una volta ogni gruppuscolo intimando agli altri gruppuscoli di unificarsi ai suoi ordini...).

Ma sarebbe riduttivo e sbagliato derubricare SS. Apostoli a incontro di combattenti e reduci, anche se i volti e l'atmosfera facevano molto "the way we were". Intanto perché parliamo certamente di una minoranza, ma di una minoranza non insignificante: se tutti gli Apostolini si mettono assieme alle elezioni possono stare attorno a 5% (Berlinguer si rigirerà nella tomba, Togliatti si sarebbe suicidato, io che ero dello PSIUP me la godo...). In secondo luogo perché quel che è stato messo in scena ai SS.Apostoli è una rappresentazione di ciò che la sinistra pensa di se stessa, e di quella che considera la sua missione in questo momento di cambio epocale (crisi economica, quarta rivoluzione industriale, lotta tra sovranismo e globalizzazione, ecc.). Mettiamola così: la Sinistra crede che per far fronte a tutto ciò occorra riunire la Sinistra. Ricompattare tutte le Sinistre delle diverse diaspore, delle diverse sensibilità politiche, civiche ed estetiche. L'attenzione è tutta puntata sul mettere insieme i soggetti sparpagliati, molto più che sul cosa fare. C'è un po' una sorta di attesa messianica, quasi che il risorgere della mitica "Sinistra" potesse riportare indietro l'orologio della storia, ad un'era dell'oro di cui si sono perse le tracce. Il contenitore prevale largamente sul contenuto. E del resto ciò è nel codice genetico di una sinistra che adora separarsi e riunificarsi sulla base di scontri e intese dottrinarie, i cui protagonisti sono gruppi organizzati, piccoli o grandi, sigle che misurano la realtà in base alle distanze o alle contiguità che riscontrano tra di loro.

E comunque risponde ad un'esigenza che ha una sua dignità: mantenere in vita una cultura che è stata un motore del 20° secolo, nel bene e nel male.

Ma se diciamo agli Apostolini che apprezziamo il loro impegno museale si impenneranno, e ci spiegheranno che la loro Nuova Sinistra nasce (mah..?) per un programma ben preciso sui contenuti. Non è vero: ai primi posti del "programma" ci stanno tutta una serie di affermazioni di identità e di schieramento: coalizione di sinistra, no a intese con Forza Italia, via Renzi, viva Corbyn. Solo dopo arrivano i "contenuti", in verità più riconducibili a slogan che a proposte di governo; essi derivano da una percezione luttuosa della realtà del Paese: le dichiarazioni di Speranza ricordano le affermazioni delle Agenzie sovietiche che denunciavano le miserabili condizioni di vita negli USA, o quelle dell'Unità che in pieno miracolo economico predicevano la disoccupazione di massa e la fame. Ma quando poi andiamo sul concreto le proposte indicano ben chiaro la direzione di marcia: TORNARE INDIETRO, su Articolo 18, Jobs Act, Buona Scuola, IMU, taglio della fiscalità, riforma della Pubblica Amministrazione, riforma Fornero. E' la coerente prosecuzione della battaglia contro la riforma istituzionale culminata nel Referendum.

E' la Sinistra che anche quando invoca le riforme inorridisce quando le riforme si fanno davvero. Alla fine, se vai a vedere bene, le "riforme" che ogni tanto invoca consistono nell'istituzionalizzazione di (vecchie) rivendicazioni massimaliste: rigidità nel Mercato del Lavoro (difesa della job property; centralizzazione della definizione delle retribuzioni); divieto di qualunque contratto "precario"; patrimoniale e qualunque manovra fiscale sia funzionale al tax and spend; recuperare un ruolo pianificatore allo Stato in economia (basta privatizzazioni, nazionalizziamo le imprese che non ce la fanno); limitare la globalizzazione là dove possibile, per esempio sul piano del commercio internazionale: e infatti non vota il CETA, con un riflesso condizionato che ci riporta ai bei tempi in cui il PCI diffidava dell'istituzione della Comunità Europea.

INSIEME è (se mai esisterà) un'operazione di autoidentificazione culturale, nella quale paradossalmente confluiranno (forse) personaggi e tradizioni politiche dell'ultima diaspora della sinistra. Tra qualche anno una curiosità storica, come il Partito Carlista in Spagna o il Partito Comunista degli USA. Ma per adesso una presenza concreta e ingombrante: il Partito di chi vuole la Sinistra "come eravamo" contro chi vuole una Sinistra capace di governare la quarta rivoluzione industriale, la globalizzazione, i bisogni di chi è fuori dai recinti di tutela tradizionali, una società fluida destinata a travolgere le rigidità che la vecchia Sinistra le oppone.

Non potrà vincere, ma potrà impedire alla nuova Sinistra di vincere: del resto condannare il Paese a un'avventura cos'è, rispetto ad aver rivendicato e testimoniato la continuità di un'identità condivisa da tante e tante persone?

Ma in fondo potrebbe essere giusto che vada così: i D'Alema & co hanno diritto a un pase de adios prima di scomparire dietro le dune della storia. Il loro ultimo contributo sarà aver affossato l'ennesimo tentativo riformista, dopo i fasti del rifiuto del PcdI ad un fronte comune antifascista, della lotta senza tregua al centro-sinistra, l'esecuzione sommaria di Craxi.

E' possibile che, come sempre, la Sinistra-Sinistra ci faccia perdere un giro. La Storia e gli elettori giudicheranno.

Ma almeno potrebbe essere l'ultima volta. Mi accontenterei..!

 

 

 

 

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963