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Un blog creato da frank.dakota il 03/03/2009

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BISONTE "TATANKA"

              Tatanka

Il Bisonte è considerato da molte tribù come simbolo dell'abbondanza: la relativa carne ha alimentato la gente, le pelli sono state usate per vestiti ed il covering, le ossa ed il tendine sono stati messi come attrezzi di sopravvivenza, zoccoli sono stati convertiti in colla. Secondo tradizione di Lakota, la donna del bisonte bianca ha dato loro la sacra pipa, l'abbondanza c'è stata finchè hanno pregato allo spirito grande e hanno potuto onorare in pace tutte le altre creazioni della natura.

La medicina del Bison simbolizza un onore, una riverenza o un amore speciale per tutte le cose che la terra offre lei a bambini. Inoltre sta sapendo che l'abbondanza è presente quando tutti i rapporti sono considerati come sacri e quando il ringraziamento è espresso ad ogni parte vivente della creazione.

Il Bison segnala un momento per ricollegare con il significato della vita ed il valore di pace, per elogiare i regali che già avete e per riconoscere la vostra via sacra in tutti i percorsi della vita.
 

 

L'AQUILA

Aquila
Le piume dell'aquila sono usate dappertutto come strumenti ceremonial e sono considerate come gli attrezzi healing più sacri. Sono un simbolo di alimentazione, healing e saggezza. L'aquila rappresenta un dichiarare della tolleranza che è raggiunta attraverso lavoro interno, capente e superante le prove di inizio che derivano dalla ripresa della nostra medicina personale.
La medicina dell'aquila è il potere dello spirito grande. È lo spirito di tenacia. È il regalo della visione libera con cui una può allineare vedere che le cose una vede. È la pazienza per aspettare il momento adatto. Deve vivere nell'equilibrio con cielo e terra.

L'aquila vi ricorda del vostro collegamento con lo spirito grande. Vi dice che l'universo stia dandovi l'occasione volare sopra i livelli worldly della vostra vita, o sopra l'ombra delle realtà passate. L'aquila li insegna osservare sopra per toccare il sole di prima generazione con il vostro cuore, per amare l'ombra tanto quanto la luce. L'aquila vi chiede di assegnarsi il permesso essere libera per raggiungere la gioia che il vostro cuore vuole.

 

IL CONIGLIO

             Coniglio
La medicina del coniglio include muoversi con il timore, vivendo dai suoi propri spiriti, ricevendo gli insegnamenti nascosti ed i messaggi intuitivi, rapidamente pensando, rinforzando l'intuizione ed il paradosso. Il coniglio inoltre rappresenta il humility, perché è calmo e molle ed auto-non asserente.
Il coniglio ci ricorda non essere impauriti. I pensieri spaventosi riproducono (come i conigli) e portano la cosa che stessa temiamo. La gente del coniglio è così impaurita della tragedia, della malattia e del disastro, che denominano quei timori stessi a loro per insegnare loro le lezioni.

Se vedete il coniglio o in qualunque tatto di senso attratto a lui, può dirvi di aspettare le forze dell'universo per cominciare muoversi ancora, per smettere di preoccuparsi e per eliminare i vostri timori. Indica sempre una necessità di rivalutare il processo che state subendo, per sbarazzarsi di tutte le sensibilità o barriere negative e per essere più sereni.

 

IL CERVO

Cervo
La miscela dei cervi molto bene con il loro ambiente ma è molto sensibile ad ogni suono o movimento. Vivono nei gruppi separati fino alla stagione accoppiamento.
La gente con la medicina dei cervi è descritta spesso come essendo rapida ed attenta. È intuitive, spesso sembrando avere percezioni sviluppate e persino extrasensory buone. A volte i loro pensieri sembrano correre avanti e sembrano non ascoltare.

La medicina del cervo include la gentilezza nella parola, nel pensiero e nel tocco, capacità di ascoltare, gratitudine ed apprezzamento per la bellezza di equilibrio, capire di che cosa è necessario per la sopravvivenza, alimentazione di ringraziamento e di dare, capacità di sacrificare per l'più alto buon, il collegamento agli spiriti del terreno boscoso, percorsi alternativi ad un obiettivo.

La gentilezza dei cervi è lo cuore-spazio dello spirito grande che ci comprende il suo amore per tutto. Il cervo ti insegna trovare la calma dello spirito che guarda tutte le ferite, per smettere di spingere per convincere altri per cambiarle ed amare ed accettare mentre sono. La sua medicina è fatta di amore e la pietà.

 

IL LUPO

               Lupo
I lupi lungamente sono stati considerare da noi Indiani come gli insegnanti o gli esploratori. I lupi sono ferocemente leali ai loro compagni ed hanno un senso forte della famiglia mentre effettuano il individualism. Nelle stelle, il lupo è rappresentato dal cane, Sirius, pensiero da molte tribù aborigene per essere la sede dei ancients.
I lupi sono probabilmente più compresi male degli animali selvaggi. I racconti di freddo-sanguinari abbondano, nonostante le loro caratteristiche amichevoli, sociali ed intelligenti. Sono vero spiriti liberi, anche se i loro clan sono altamente sono organizzati. Cercano sempre di evitare una lotta.

Tradizionalmente, qualcuno con la medicina del lupo ha un senso forte dell'auto e comunica bene attraverso i cambiamenti sottili nei movimenti di flessione e del corpo di voce. Trovano spesso le nuove soluzioni ai problemi mentre forniscono la stabilità ed il supporto che si associa normalmente con una struttura della famiglia.

La medicina del lupo include l'affronto della conclusione del suo ciclo con la dignità ed il coraggio, della morte e della rinascita, dell'insegnamento di spirito, del consiglio nei sogni e delle meditazioni, instinct collegato con i valori sociali e della famiglia di intelligenza, capacità di passare inosservati, fermezza, abilità nella protezione dell'autocontrollo e famiglia, forza e grande coraggio.
 

 

LEGGENDE INDIANE

La regina delle api  
C'era una volta una coppia che desiderava ardentemente un figlio ma non riusciva ad averne. Un giorno il marito andò in un campo a tagliare del bambù. All'improvviso udì una vocina che lo implorava di non fargli del male. Dove sei?, chiese l'uomo. In questa canna!, rispose la vocina. L'uomo aprì la canna di bambù e trovò un bambino piccolissimo, con il volto da ranocchio. Lo portò a casa e con la moglie si affezionarono subito al bambino, anche se non era molto bello. Lo chiamarono Bambù.
Passarono gli anni e Bambù crebbe. Diventò un bravissimo ragazzo che aiutava il padre nel lavoro. Un giorno, il giorno del suo diciottesimo compleanno, i genitori gli diedero un abito e una spada e lo mandarono al mercato a vendere il riso e a comprare delle stoffe. Bambù attraversò la foresta ed ad un tratto si accorse di essere seguito. Gli si parò di fronte un leone affamato. Bambù gli disse: Non ho niente da darti, oggi. Ripassa domani. Ma il leone gli rispose: Ma io so già cosa mangiare: tu! Allora Bambù gli disse: Vattene via, altrimenti ti infilzerò con la mia spada! Il leone, intimorito, scappò via.
Bambù era quasi uscito dalla foresta, quando incontrò un'ape che gli chiese di salvare la sua regina. La regina era una bellissima ragazza, piccolissima, con due ali argentate, che era rimasta impigliata in una ragnatela. Bambù la salvò, ed allora la regina gli regalò tre semi di melone. Questi semi ti aiuteranno a realizzare quello che vuoi. Basterà che tu lo desideri!
Bambù andò al mercato e concluse i suoi affari. Poi tornò verso casa ed attraversando la foresta rincontrò il leone, ancora più feroce ed affamato. Bambù desiderò di ucciderlo con la spada di suo padre, ed ecco che di colpo riuscì a farlo. Un seme di melone era svanito nel frattempo dalla sua tasca.
Bambù scoprì che i semi erano prodigiosi. Ascoltò il suo cuore e desiderò di essere un bel giovane e di rivedere la regina delle api. I due semi sparirono e Bambù diventò un bellissimo ragazzo: di fronte a lui giunse la regina delle api, che ingrandì fino a diventare una vera ragazza. I due tornarono a casa, si sposarono e vissero felici e contenti.

 

LEGGENDE INDIANE

La leggenda della Luna Piena

In una calda notte di luglio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso.

In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve.

Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati. In breve arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese:

- Cos’hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po’?-

- Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia cucciolata. Sono disperato… aiutami! - rispose il lupo.

La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla.

- Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto - disse, dolcemente partecipe, al lupo in pena.

Il piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio. Con un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte forte a sé e, felice ed emozionato, ma non senza aver mille e mille volte ringraziato la luna. Poi sparì tra il folto della vegetazione.

Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono ammirarla in tutto il suo splendore.

I lupi lo sanno… E ululano festosi alla luna piena.

 

 

SAGGEZZA INDIANA

La sola cosa neccessaria per la tranquillità del mondo, è che ogni bambino possa crescere felice"  Un uomo Sacro ama il silenzio, ci si avvolge come in una coperta: un silenzio che parla, con una voce forte come il tuono, che gli insegna tante cose. Uno sciamano desidera essere in un luogo dove si senta solo il ronzio degli insetti. Se ne sta seduto, con il viso rivolto a ovest, e chiede aiuto. Parla con le piante, ed esse rispondono. Ascolta con attenzione le voci degli animali. Diventa uno di loro. Da ogni creatura affluisce qualcosa dentro di lui. Anche lui emana qualcosa: come e che cosa io non lo so, ma è così. Io l'ho vissuto. Uno sciamano deve appartenere alla terra: deve leggere la natura come un uomo bianco sa leggere un libro.
Cervo Zoppo
Sioux


 

SAGGEZZA INDIANA

Ci sono quattro strade che possono portarti dove vuoi andare.
La prima ti conduce dove ti manda il tuo primo pensiero.
Non è la strada giusta. Rifletti un poco.
Affronti allora la seconda.
Rifletti nuovamente ma non scegli ancora.
Finalmente, alla quarta riflessione tu sarai sulla strada giusta.
Così non rischierai più nulla.
Qualche volta, lascia passare una giornata prima di risolvere il tuo problema.
(Diablo)

Gli anziani meritano il massimo rispetto, perché ci hanno tramandato le tradizioni, la cultura e la Lingua. Essi ancora oggi, con la loro saggezza, ci aiutano a rendere migliore la nostra vita.
(Sinta Glesha)

"Quando siete giunti in questo continente avete trovato un popolo di pelle rossa. Era in armonia con tutti gli esseri viventi. Ma voi non avete visto la sua bellezza sul cammino della vostra civiltà', guardate ora la disperazione che gli ha dato l'avervi conosciuto. E in quella disperazione ammirate quella che ogni giorno date a voi stessi."

Nuvola Azzurra, Sioux Lakota.

 

 

 

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LE SQUAW NELLA TRIBU'

Post n°111 pubblicato il 11 Marzo 2009 da frank.dakota

In quasi tutte le tribu’ native americane, le donne erano il motore economico della tribù e garantivano il buon andamento della vita quotidiana. In alcune tribù la famiglia era matriarcale (negli Apache, ad esempio).

I loro compiti erano innumerevoli: scuoiavano animali, affumicavano la carne, confezionavano tutti gli indumenti, anche i mocassini, erano espertissime conciatrici di pelli: riuscivano a renderla morbida come un tessuto (una donna riusciva a conciare 4 pelli di montone all’anno), e poi raccoglievano la frutta, pestavano il mais e il miglio, cucinavano, montavano e smontavano le tende, e, naturalmente, accudivano i figli. Le donne indiane avevano molta cura dei loro piccoli e non si limitavano ad assicurare loro la sopravvivenza: facevano di tutto per rendere la vita bella e piacevole. Per quanto riguarda i piccoli del il popolo delle Pianure, probabilmente nessuna infanzia è stata piu’ felice : non c’erano bambini piu’ coccolati, viziati, protetti e liberi. Senza scuola, senza orari, senza disciplina convenzionale.. i bambini attraverso il gioco apprendevano le arti, la tecnica, le tradizioni, la cultura collettiva. Ed erano tutte le donne della tribù a prendersi cura del bambino, fino alla sua adolescenza.

Le donne erano anche quelle che massaggiavano i bambini piu’ volte al giorno soprattutto nei gelidi inverni delle pianure, erano quelle che per riparare i piccoli dal gelo, usavano il grasso di bisonte, e che pensavano a raccogliere il muschio fresco e assorbente che fungeva da pannolino per i piu’ piccoli.

Erano ancora le donne a realizzare (di solito durante la gravidanza) e a servirsi poi, caricandoli poi sulle spalle, bellissimi porta-enfant di morbida pelle di cerbiatto arricchita di piccolissime perline multicolori.

Tra le puerpere c’era molta solidarietà: se una non aveva abbastanza latte per nutrire il proprio bambino, ce n’era sempre un’ altra che ne aveva in eccesso e che fungeva da balia. La sera, per far addormentare i piccoli cantavano lunghe nenie. Per i problemi meno importanti, come coliche o dolori per la dentizione, erano sempre le donne a fungere da pediatre e curare il bambino con erbe medicinali, (gli analgesici piu’ usati erano la salvia e le foglie di salice).

Il cibo era sempre pronto e abbondante, conservato cotto in modo da poter essere servito in qualsiasi momento. Infatti non era destinato soltanto al consumo della famiglia, ma di chiunque arrivasse, forestieri o parenti.

Nella vita sociale degli indiani il saper preparare e servire il cibo era molto importante. Attraverso l’offerta e la condivisione del cibo, si rinsaldavano i vincoli tra l’uomo di famiglia sia con i capi del gruppo, che con i parenti della moglie.

Tutti i compiti delle donne erano considerati onorevoli e dignitosi. Nessun lavoro era ritenuto servile .

In effetti le donne erano oggetto di premure e di attenzioni: a cominciare dal mattino quando il marito spazzolava i capelli alla moglie (con una coda di porcospino attaccata ad un impugnatura decorata), le faceva le trecce e le dipingeva il viso (se dopo divenne una questione di moda, all’inizio questo cominciò per il fatto che molte donne lakota avevano una carnagione bellissima e molto delicata che mal sopportava il vento caldo e il sole bruciante delle pianure).

Il matrimonio era tenuto in grande considerazione presso i Sioux. La celebrazione (se così si può chiamare) consisteva nel fatto che il fidanzato andava a prendere la ragazza nel tepee dove alloggiava con la sua famiglia e la portava nella loro tenda (preparata precedentemente dalle donne imparentate con la sposa).

Lei dava subito dimostrazione di essere a casa sua: accendeva il fuoco al centro della tenda, sedendosi al posto della moglie a destra del focolare, di fronte si sedeva il marito, nel posto proprio del capofamiglia. Senza altre formalità erano marito e moglie.

Il matrimonio doveva essere consenziente, poteva esserci un accordo tra la famiglia di lei e quella dello sposo oppure si poteva fuggire mettendo entrambe le famiglie di fronte al fatto compiuto o ancora, in casi estremi, la donna veniva rapita direttamente, senza perdere tempo.

Anche se spesso si creavano chiacchiere e “inciuci”, non appena la sposa rimaneva incinta, tutto si metteva a tacere. Una madre conquistava automaticamente il massimo del rispetto collettivo.

La professione di madre era tenuta in grande considerazione e rispetto al punto che nel momento in cui la donna si rendeva conto di essere incinta, troncava i rapporti sessuali con il marito (cosa che non creava tensioni né contrasti: le premure dello sposo rimanevano immutate). Una volta avuto il bambino, i genitori si preoccupavano di non metterne in cantiere un altro almeno fino a quando il precedente non avesse raggiunto l’età di 5-6 anni in modo che potesse avere tutte le attenzioni possibili e che la donna non si sfiancasse troppo.

La moglie non prendeva il nome del marito né del suo clan. I bambini appartenevano al clan della madre.

Se la cerimonia del matrimonio era piuttosto semplice e diretta, il corteggiamento era invece un rito lungo e complicato: un metodo molto diffuso era quello di mettersi sulla via dell’acqua e aspettare che le donne passassero per attingere l’acqua o per lavare i panni, afferrare il lembo della sottana o colpirla a distanza con dei sassolini. Se lei rallentava il passo significava che il corteggiatore aveva il permesso di affiancarsi e parlarle, se non era interessata lo avrebbe ignorato .

Altro tipo di corteggiamento era quello della coperta: i corteggiatori si presentavano dopo il tramonto davanti al tepee della famiglia di lei e chiedevano di sedersi accanto alla ragazza, avvolgendola nella coperta. Se lei gradiva, la conversazione si prolungava, e non era raro che ci fosse qualche “approfondimento” reciproco della conoscenza del corpo dell’altro. Ma sempre da seduti. Era vietato sdraiarsi sotto la coperta. Se lei non gradiva, il corteggiatore veniva congedato in fretta.

La violenza sulle donne esisteva, ma era molto rara, forse anche perché la vendetta da parte della vittima era piuttosto dura e definitiva: le donne lakota, addestrate fin da piccole all’arte della macellazione, maneggiavano il coltello con molta facilità. Si può immaginare come potessero usare quest’abilità.. ma questa pratica non conveniva a nessuno: la donna che riusciva a compiere questa vendetta era tenuta a mantenere l’uomo castrato fino alla sua morte.

Per il divorzio nessun ricatto, nessuna spesa e nessuno avvocato: così come l’entrata della donna sanciva il suo ruolo di sposa, l’uscita dal tepee con le proprie masserizie significava la rottura del legame matrimoniale.

Al marito non restava altro che “suonare il tamburo”: si portava al centro dei cerchi di tende e gridava “questa donna non è piu’ mia. Chi la vuole se la prenda” . Se era la moglie a essere stanca del marito, lo buttava semplicemente fuori dal tepee e, se voleva, accoglierci un altro uomo non doveva dare nessuna spiegazione.

Nessun “avvocato” neanche per la spartizione dei beni: giacchè la terra non apparteneva a nessuno, non c’erano nè terre nè proprietà da dividere. Semplicemente alla donna spettavano oltre la tenda (che già era sua), un cavallo da carico, tutte le suppellettili domestiche, tutti i coltelli tranne quelli da caccia e tutte le pelli che aveva conciato durane la vita matrimoniale (tranne quelle conciate esclusivamente per il marito). A lui spettavano il piumaggio, le armi, i cavalli da caccia e da guerra. Neanche troppe storie per l’affidamento dei figli: i piccoli, quelli che ancora dovevano arrivare alla pubertà, restavano con la madre, i piu’ grandicelli andavano col padre.

In genere i divorzi erano dovuti ai tradimenti, ma se un marito infedele non poteva essere punito dalla propria donna (che aveva solo il diritto di andare in collera e di divorziare), per una donna infedele la punizione era peggiore : al primo tradimento il marito aveva il diritto di tagliarle una treccia (due se era particolarmente geloso) e se l’infedeltà era recidiva poteva arrivare a mutilarla tagliandole via il naso.

L’uomo in teoria poteva avere piu’ mogli ma erano casi rarissimi. E se succedeva era soltanto se la prima moglie era anziana e lui un guerriero ricco con molti cavalli. Era costretto infatti a mantenere tutti i parenti delle varie mogli. Avere molte moglie era anche un investimento economico: se una donna da sola conciava 4 pelli l’anno, più donne, naturalmente, avrebbero conciato piu’ pelli.

Le donne lakota erano di solito silenziose e riservate e in genere non partecipavano alla vita pubblica, ma una donna anziana e saggia o che aveva mostrato un particolare coraggio, poteva diventare parte del Consiglio Tribale.

La donna era per noi una torre di forza spirituale e morale, fino all'arrivo dell' uomo bianco, dei soldati e dei traditori che con forti bevande piegarono l'onore degli uomini e attraverso il loro potere senza valore acquistarono la virtù delle nostre mogli e figlie.

Quando caddero loro, l'intera razza cadde con loro… (Ohiyesa, Santee Dakota)
 

 
 
 
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L'ULTIMO DEI MOHICANI

 

ALCE NERO (Hehaka Sapa)

L'Uomo Santo degli Oglala, 1863-1950


"Ho curato gli uomini con il potere che passò attraverso di me. Certamente, non fui io a curare, ma il potere del mondo divino, le visioni e le cerimonie mi fecero strumento attraverso il quale il potere giunse fino agli uomini"

"Se mai avessi pensato di averlo fatto da solo, mai il potere sarebbe passato attraverso di me. Cosi' tutto quello che avrei potuto fare sarebbe stato sciocco."

 

CAVALLO PAZZO

 

NUVOLA ROSSA

 

MASSAI

 

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IL CANE

                 Cane
In passato era il servant/soldier che ha custodito le dimore della tribù e protetto loro dalla sorpresa di un attacco improvviso. Il Cane ha aiutato durante le caccie e durante inverni freddi quando non c'era ancora il cavallo. È un simbolo di lealtà, di amore incondizionato, di protezione e di servizio. La relativa medicina comprende la bontà loving dell'amico migliore e l'energia protettiva del guardiano.
Se il vostro animale di medicina è il cane, la vostra devozione verso la vostra famiglia ed amici è infinita. Ottenete la soddisfazione grande dalla rappresentazione del servizio ad altre, offrendo la vostra mano ad un amico nel bisogno. Una parola gentile, un carezza, un atto della media di bontà molto più a voi che le cose materiali. Tuttavia, ci è un rischio di venire ugualmente vicino all'altro lato: permettere che la gente li approfitti a causa della vostra natura delicata.

Il cane vi ricorda che la vostra lealtà dovrebbe sempre essere a lei, alla vostra propria verità. Vi ricorda che rispettando e onorando tutto ciò che Dio ha fatto vi permetterà di fare una vita pulita seguendo la sacred way.

 

LA FARFALLA

            Farfalla
La ricerca scientifica ha indicato che la farfalla è l'unica vita che è capace di cambiare interamente la relativa struttura genetica durante il processo di trasformazione. Quindi, è il simbolo di trasformazione totale.
La farfalla rappresenta un'esigenza di cambiamento e della libertà più grande ed allo stesso tempo rappresenta il coraggio: uno richiede il coraggio effettuare i cambiamenti necessari nel corso di sviluppo. La relativa medicina è collegata con l'aria e le alimentazioni mentali. Li insegna trovare la chiarezza nei processi mentali, organizzare i progetti o calcolare verso l'esterno il punto seguente nel nostro sviluppo interno.

Se la farfalla è il vostro animale di medicina, o se ritenete in qualunque senso attratto ad esso, questo significa che state aspettando per subire un certo genere di trasformazione. Esamini quale fase denomina la vostra attenzione più: l'uovo è l'inizio, la nascita di un certo progetto o idea. La larva è la decisione di manifestare qualcosa nel mondo fisico. Il bozzolo riguarda "la parte interna andante", con comprensione o lo sviluppo del progetto o l'idea. Rompersi del bozzolo significa che siete pronti al cambiamento e in armonia con il mondo intero. Una volta che capite la fase che siete sopra, potete scoprire e vivere la sacred way con la butterfly medicine.

 

L'ORSO

Orso
Sopporta il freddo dell'inverno, che può spiegare la loro associazione con "sognare lo spirito grande". La caverna dell'orso rappresenta il ritorno a madre terra. Inoltre suggerisce una funzione femminile forte, una di consolidazione e la protezione. I cuccioli di orso, possono stare sette anni con la loro madre prima della maturità raggiungente.
La gente con la medicina dell'orso è considerata da molti come autosufficiente e piuttosto si leverebbe in piedi sui loro propri due piedi piuttosto che chiedere aiuti ad altri. Spesso è considerata sognatrice. Molti hanno sviluppato l'abilità di prevedere le nuove cose, ma di conseguenza possono ottenere aggiornati nel sognare, realizzare piccolo i progressi nel risveglio della realtà.

La medicina dell'orso include il introspection, healing, solitudine, saggezza, cambiamento, comunicazione con lo spirito, morte e rinascita, trasformazione, corsa astrale, creatura dei sogni, misticismo.

 

IL CAVALLO

Cavallo
Il cavallo rivela in quasi ogni scrittura, folclore e realtà mythological. Ci è il Pegasus alato mitologico, il cavallo otto-fornito di gambe del dio Odin, gli stallions del dio indù del sole, gli stallions dei norvegesi di Apollo e così via. Molte leggende parlano del cavallo come potente veggente e percepire gli esseri umani con le medicine magiche. Nessun animale ha dato ad uomo la libertà di movimento fisica come il cavallo.
Se siete legati al cavallo, avete una medicina nel vostro spirito che è a volte difficile da controllare. Il cavallo è un simbolo di lealtà e di devozione, di amore e di fede incondizionata nel suo padrone. Dice che amate viaggiare ed ha più di un tocco di nomade nella vostra anima. Il cavallo è inoltre il vostro spirito del guerriero, il combattente impavidobrave che vi porta la sicurezza nei vostri viaggi, sia fisici che metaphysical.

La medicina del cavallo include l'alimentazione, lo stamina, la resistenza, la libertà di funzionare liberamente, controllo dell'ambiente, consapevolezza di medicina realizzata con la cooperazione allineare, espandente le sue proprie abilità potenziali, amicizia e la cooperazione, la corsa, la corsa astral, guardiano dei viaggiatori, avverte il pericolo possibile, guida a superare gli ostacoli, trascinatore e riferimento per molti.
 

 

LA TARTARUGA

Tartaruga
Molti nativi si riferiscono all'America del Nord come isola della tartaruga, perché le loro leggende dicono che quando la terra è stata coperta di acqua, la tartaruga si è tuffata alla parte inferiore degli oceani che portano sulla terra sulla relativa parte posteriore in modo che la gente abbia potuto avere una sede sicuro ed asciutta. La tartaruga è nel paese dovunque perché trasporta la relativa sede sulla relativa parte posteriore. Non è fissata ai posti, dato che è libero da cercare le nuove occasioni dovunque possano essere trovati. Quando percepiscono il pericolo, o sono nelle regolazioni scomode ed insicure, si ritirano nelle loro coperture e sono protetti.
Se avete medicina della tartaruga, stimate entrambi l'essere sacro della terra, delle acque della terra e della magia del cielo, dato che la tartaruga simbolizza entrambi la qualità al suolo di energia della terra e la magia del mystical. Usando l'energia della tartaruga può aiutarlo a realizzare l'equilibrio reale nella vostra vita e nel vostro spirito in modo che non otteniate "attaccati nel fango".

La medicina della tartaruga include un collegamento con il centro, le abilità di navigazione, la pazienza, connessione con il femminile, grande forza e potere di guarigioni, rispetto per gli spazi degli altri, idee nuove di sviluppo, buona protezione, fiducia in se stesso, la tenacia, difesa non-violenta.
 

 

LEGGENDE INDIANE

La creazione degli animali
C'era una volta Napi, che era l'aiutante del Sole: il Sole riscaldava la Terra mentre Napi faceva tutti i lavori di manutenzione. Un giorno Napi aveva terminato presto i suoi lavori, e dato che non era abituato a tenere le mani ferme, prese un blocco di argilla e cominciò a modellare con un blocco di argilla...
Una dopo l'altra fece le figurine di tutti gli animali della Terra. Era molto soddisfatto del suo lavoro: soffiò sopra ogni figurina, dando a ciascun animale un nome e un luogo da popolare sulla Terra.
Era rimasto un piccolo blocchetto di argilla. Napi lo pasticciò un po', poi fece un'altra figurina e disse: Ti chiamerai uomo, ed abiterai tra i lupi. Napi tornò al suo lavoro, ma un giorno arrivarono gli animali a protestare: il bisonte non riusciva a vivere in montagna perché era troppo ripida, le capre della prateria non amavano vivere nell'acqua, la tigre non si adattava vicino al mare e così via. Allora Napi ridiede a tutti nuove abitazioni, e questa volta furono tutti soddisfatti. Tutti, tranne l'uomo, che vaga dappertutto per trovare un luogo che lo soddisfi.

 

 

LEGGENDE INDIANE

La leggenda dell'aurora

Molto tempo fa in questo paese era buio fitto. Gli abitanti, tennero un'assemblea e decisero che occorreva una persona che fosse veloce a correre.: Scelsero Ghiandaia Azzurra.
Esso, si mise subito in moto in direzione di levante e finalmente giunse in una capanna di terra in un villaggio molto abitato a giudicare dalla quantità di capanne, ma nessuno in realtà era li, perché se ne erano andati ad una festa non molto distante. Entrato nella capanna trovò un bambino.. Ghiandaia Azzurra chiese al bambino:
"Dove sono andati?'".
Il ragazzo rispose:
"Sono andati via":
Nella capanna c'erano delle ceste di provviste contro la parete: Ghiandaia Azzurra indicò la prima cesta che vide li vicino e chiese:
"Che c'è in quella cesta?".
Il bambino rispose:
"Prima sera".
Poi indicò la cesta accanto dicendo:
"Che c'è in quella cesta?".
E il ragazzo rispose:
"Appena buio".
Le domande alternate dalle risposte si susseguirono, fino all’ ultima::
"Che c'è in quella cesta?".
Il fanciullo rispose:
"Aurora".
Allora Ghiandaia Azzurra afferrò lesto la cesta e se ne scappò di corsa!
Il bambino cominciò a gridare:
"Ci hanno rubato l'Aurora!".
La gente non fece caso alle urla del bambino poco distante, e continuarono a danzare.. Finalmente l’ attenzione di un abitante cadde sulle urla e disse:
"Il ragazzo grida che hanno rubato l'Aurora".
Tutti accorsero allora alla capanna e, spiegato l’ accaduto si misero presto ad inseguire Ghiandaia Azzurra verso ponente.
Egli andava verso ponente, sempre verso ponente.
Vicino alla Grande Valle lo raggiunsero.
Stavano per prenderlo; eran proprio sul punto di farcela, quando egli aprì la cesta e la luce volò fuori.

Aquila Grigia

 
 
 
 

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