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E’ un inseguirsi tra le righe

questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi di Settembre 2015

 

ANIEF

Post n°4016 pubblicato il 30 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Anief

Da "OrizzonteScuola"


ANIEF. Spunta un’assurda norma sui trasferimenti coatti dei docenti soprannumerari: trasformati in impiegati e con lo stipendio dei neo-assunti


di redazione

 

Comunicato ANIEF - Perderanno in media 500 euro netti al mese: nonostante la condizione di esubero, per loro la mobilità viene considerata volontaria. Mentre il personale perdente posto delle province, che la Funzione Pubblica ha deciso di ricollocare al posto degli Ata, mantiene le buste paga dell’amministrazione di provenienza anche qualora siano più favorevoli.

Siamo di fronte ad un trattamento iniquo, che calpesta le indicazioni della Direttiva 2005/36/CE del Parlamento e del Consiglio europeo del 7 settembre 2005 relativa al mantenimento delle qualifiche professionali. Se verrà applicata, il nostro ricorso è scontato.

Per il personale della Scuola, la mobilità intercompartimentale sta assumendo il sapore della beffa: perché in base alle norme introdotte dal Governo Renzi, tutti i docenti in procinto di essere trasferiti in altro ministero o ente pubblico verranno inquadrati come se fossero impiegati neo-assunti. E dovranno rinunciare a tutti gli scatti di carriera. Mentre lo stesso trattamento non varrà per il personale in esubero, come il personale perdente posto delle province, che infatti se collocati nei ruoli del Miur, come si paventa al posto del personale Ata, manterranno il livello stipendiale di provenienza, contemplando anche un assegno ‘ad personam’ maggiorativo qualora la busta paga di provenienza sia di entità maggiore.

La clamorosa iniquità, emersa in queste ore attraverso un’approfondimento della stampa specialistica nazionale, prevede che il personale delle scuola coinvolto nel passaggio ad un altro comparto statale sarà palesemente danneggiato: in base all’articolo 3 del decreto del presidente del consiglio dei ministri del 26 giugno 2015, pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale, i docenti laureati delle secondarie saranno inquadrati nel ruolo dei funzionari (area C) e gli insegnanti di scuola dell'infanzia e della primaria nel ruolo degli impiegati di concetto (area B). Con la perdita in busta paga che in media, per un docente a metà carriera, sarà attorno ai 500 euro netti. E lo stesso trattamento verrà riservato al personale scolastico soprannumerario, costretto al trasferimento: “nonostante la condizione di esubero – scrive Italia Oggi – la mobilità viene considerata volontaria”.

“L’assurdità di questa norma – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – è che ad essere penalizzati saranno anche i docenti ed il personale Ata senza più titolarità. È una palese contraddizione, che non rispetta il buon senso. E nemmeno le indicazioni europee sulla materia, a partire dalla Direttiva 2005/36/CE del Parlamento e del Consiglio europeo del 7 settembre 2005 relativa al mantenimento delle qualifiche professionali. E, in caso di trasferimento coatto, anche dello stipendio di provenienza. Pertanto – conclude Pacifico – se il personale della scuola dovesse subire questo trattamento iniquo, sarà tutelato certamente dall’Anief perché sottoposto ad una penalizzazione chiaramente illegittima”.

 

 
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Mancetta

Post n°4015 pubblicato il 30 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "Micromega"


 La mancetta di Renzi agli insegnanti

 

di Marina Boscaino

Puntuale quasi come la manfrina della “minoranza” PD (che gioca al dissenso, ma poi - dopo una melina ormai ridicola – puntualmente abbassa la testa, perdendo anche quel barlume di credibilità che qualche inguaribile ottimista ancora le accorda) arriva la prebenda con la quale il governo tenta di accaparrarsi (a prezzo veramente irrisorio) le grazie dei destinatari di turno. Nella primavera del 2014 furono i proverbiali 80 euro; oggi i 500 euro in busta paga riservati ai docenti di ruolo; domani saranno le tasse sulla casa, con il twittato funerale di Imu e Tasi.

Come la storia ci ha e continuerà ad insegnarci, però tutto ha un costo. Che è per altro sotto gli occhi di tutti: a cominciare dalle prestazioni mediche tagliate, il nostro già vacillante welfare viene subordinato al tentativo di captatio benevolentiae che l'antidemocratica velocità renziana pretende di ottenere con soluzioni di facile impatto. L’acquisto (in senso letterale) del consenso, del resto, è una pratica che nel nostro Paese l’ha fatta e la fa da padrone. Il fatto che i 500 euro fossero previsti dalla legge non dimostra altro che – consapevole del dissenso che ha anticipato e seguito la pubblicazione della 107 – Renzi ha barattato – sulle spalle della collettività – un reale e democratico “ascolto” con la sua versione di panem et circenses, tentando di prevenire il continuare della protesta, pagando un obolo demagogico ed offensivo e sperando di comprare tolleranza e remissività rispetto ai provvedimenti imposti con violenza ed arbitrio inauditi.

Ora tocca a noi dimostrare che non venderemo facilmente la pelle. Tocca a noi confermarci nella nostra dignità e non cedere davanti a un'evidente elemosina, anche se con i tempi che corrono, potrebbe alleviarci di spese che da anni affrontiamo in totale solitudine.

I 500 euro saranno infatti destinati alla formazione. Questa erogazione prevederebbe (e vorrebbe dimostrare, dunque) un interesse e una forma di rispetto nei confronti dei docenti. Ma – analizzando il testo di legge e ascoltando le dichiarazioni del premier e dei suoi meritevolissimi lacchè (primo tra tutti l’impudico Faraone) – ci si accorge che l’atteggiamento nei confronti dei docenti è tutt’altro che rispettoso. Oltre agli insulti e al dileggio continuo portato intenzionalmente avanti contro un’intera categoria, artatamente identificata con il profilo del fannullone ozioso e immeritevole, strapagato e lavativo (per non parlare degli insulti su squadrismo, fascismo, minoranza rumorosa, presi a caso nel triste repertorio del renzismo), cosa c’è di rispettoso, infatti, nella ratio intorno a cui ruota la 107, ossia la repressione del principio della libertà dell’insegnamento, strumento di tutela non per i docenti, ma per la democrazia del Paese; di una scuola realmente democratica e pluralista, in cui ognuno abbia diritto di apprendere e di lavorare?

La libertà di insegnamento non è un privilegio di categoria, ma la garanzia della libertà dell'istruzione pubblica, perché ogni cittadino, senza distinzione di sesso, di religione e così via (art. 3 della Costituzione), deve poter entrare senza disagio in ogni scuola della Repubblica, che esiste ed opera in nome e con le risorse di quest'ultima. Questo principio altissimo, su cui è stato fondato il profilo della scuola statale italiana, è stato violato dal governo in misura così pesante che moltissime ed autorevoli voci si stanno levando a sottolineare la possibile incostituzionalità della sedicente Buona scuola.

Cosa c’è, inoltre, di rispettoso nel blocco di 8 anni di un contratto che nulla aveva già a che fare con i corrispettivi emolumenti degli omologhi colleghi europei, nonostante le bugie propinate dalla propaganda di regime, che ci dipinge privilegiati, vacanzieri, assenteisti? Solo una completa mancanza di consapevolezza politica e professionale potrebbe portare a barattare l’accettazione del bastone (la funzione del dirigente, di fatto ormai in molte scuole solitario emanatore di direttive, in barba alle prerogative degli organi collegiali, nonché valutatore-reclutatore altrettanto solitario; il rinnovo e l’aumento dei privilegi per la scuola paritaria; il demansionamento dei nuovi assunti e la precarizzazione di quelli vecchi) per una carota che si configura come un umiliante donativo per tentare di imbavagliare il dissenso? La mancetta che il Governo ci sta concedendo pretenderebbe una risposta precisa e coerente. Ammesso che quelli che per il momento sono solo annunci della non sempre attendibile Giannini (e cioè che nella busta paga di ottobre dovremmo trovare l’obolo) dovessero realizzarsi, le proposte in merito sono le più diverse. In assenza di un pronunciamento chiaro ed unitario dei sindacati, la creatività – così come sul comitato di valutazione e sul Piano triennale dell’Offerta Formativa – si sta sbizzarrendo. Le posizioni spaziano tra chi parla di rifiuto e chi propone di convogliare la cifra sulla formazione in merito alla legge 107/15 di cui ci sarebbe davvero tanto bisogno, considerando anche il disinteresse o l’inerzia con cui molti docenti, studenti e famiglie stanno accogliendo le novità della riforma.

Al pericolo della consueta captatio benevolentiae se ne aggiunge un altro, ben più grave. Provino – i sindacati ed i lettori – a inserire su un qualsiasi motore di ricerca “renzi" e "sindacati”. È un profluvio di insulti, dileggio, disconoscimento, accuse a cui evidentemente ci siamo abituati, se non ci pare inquietante un attacco così violento e demagogico ad un’organizzazione sociale che rappresenta e tutela un diritto garantito dalla Costituzione. Le manovre renziane sono infatti tutte volte a destituire il sindacato ed il contratto di lavoro dalla sua funzione: se si pensa che al risparmio di 700 milioni dichiarato dal Miur si potrebbero aggiungere i 740 stanziati per il bonus e i 200 del merito, si arriva a una somma che potrebbe consentire l’apertura di un tavolo di trattative sul rinnovo contrattuale.

Invece no: le regalie – che fanno tanto amare il munifico benefattore – si sostituiscono all’adeguamento salariale dei diritti maturati. Si tratta di una strategia piuttosto chiara. Ma, ripeto, pericolosa, alla quale occorrerebbe fornire una risposta adeguata, che escluda ogni pelosa gratitudine e strumentale riconoscenza, ma anche eviti snobistiche testimonianze individuali. Costruire posizioni esplicite, condivise e collettive sui 500 euro in busta paga potrà essere un modo per continuare la mobilitazione e ribadire al Governo che le sue manovre demagogiche non corrompono la solidità di un'opposizione che rimane intransigente.

 

 
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500 Euro

Post n°4014 pubblicato il 30 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “ItaliaOggi”


500 euro, occhio al rendiconto. Bonus per l'aggiornamento in arrivo sulla busta paga di ottobre. I controlli ai revisori


Chi li utilizza per scopi diversi rischia la condanna penale.

Carlo Forte

I costi di emissione, fornitura e gestione della carta elettronica per l'aggiornamento dei docenti di ruolo non potranno essere a carico dello stato. E le spese saranno soggette a rendicontazione. Pertanto, chi utilizzerà intenzionalmente i 500 euro per scopi diversi da quelli fissati dalla legge rischierà una condanna penale. E' l'effetto dell'entrata in vigore della legge 107/2015. Il regolamento di attuazione è stato firmato dal presidente del consiglio il 22 settembre scorso e a breve i docenti di ruolo potranno beneficiarne. Quest'anno, infatti, per evitare che le lunghezze burocratiche ritardassero gli effetti delle nuove disposizioni, i docenti interessati riceveranno i 500 euro direttamente in busta paga. Dal prossimo anno, invece, le somme saranno rese disponibili tramite una carta di credito prepagata.

Il beneficio riguarderà solo i docenti di ruolo. E sarà sospeso per un anno nei confronti dei docenti che, nell'anno in corso, siano stati fatti oggetto della sanzione disciplinare della sospensione. Questa preclusione, peraltro, non è prevista dalla legge 107. E dunque, i diretti interessati potrebbero avere gioco facile a farla disapplicare in sede giudiziale. Oltre tutto la disciplina sanzionatoria dei docenti è, di per sé, più afflittiva rispetto agli altri lavoratori del pubblico impiego. Perché, in caso di sospensione, oltre a prevedere la sospensione della retribuzione, la normativa prevede un ritardo nella progressione di carriera da uno a tre anni. Che si concreta in un danno economico di circa 1000 euro per ognuno degli anni di ritardo.

Il decreto prevede che le spese sostenute dai docenti per l'aggiornamento dovranno essere rendicontate. E la documentazione sarà fatta oggetto di controlli da parte dei revisori dei conti delle istituzioni scolastiche dove prestano servizio i docenti interessati. L'esigenza di documentare le spese era già emersa in commissione bilancio al senato all'atto dell'emanazione del parere. A questo proposito, infatti, la commissione aveva raccomandato al governo di individuare un obbligo di rendicontazione delle spese. Proprio per evitare che i docenti potessero utilizzare la somma anche per scopi diversi dal quelli strumentali. Il governo ha recepito l'indirizzo della commissione. Ed ha anche previsto che gli importi delle spese non conformi saranno decurtati dagli ulteriori 500 euro che spetteranno al docente interessato l'anno successivo. Ma questo non basta a precludere l'insorgenza di eventuali responsabilità. Il docente, infatti, opera in quanto pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. E viene in possesso dei 500 euro non a titolo retributivo, ma in ragione del suo ufficio. Tant'è che la legge vincola l'utilizzo del denaro così assegnato alla copertura di spese per l'aggiornamento e la formazione professionale. Pertanto, il docente che dovesse intenzionalmente utilizzare i 500 euro per scopi diversi, dandone una rendicontazione truffaldina, potrebbe incorrere nella responsabilità penale.

Tra le varie ipotesi, quella del reato di truffa aggravata e di falso. Meno probabile il peculato. Ancora più improbabile l'abuso d'ufficio. Ma il rischio c'è. E si sarebbe potuto evitare se, al posto della dazione di denaro in via diretta, il governo avesse utilizzato lo strumento fiscale della detrazione o della deduzione. E cioè, rispettivamente, la possibilità di scalare le spese documentate dall'importo delle tasse (decurtazione) oppure la previsione di un tetto massimo per le spese da scalare sull'imponibile (deduzione). In questi casi, peraltro, i controlli sarebbero stati effettuati dall'agenzia delle entrate. E cioè da funzionari e impiegati che vantano una vasta esperienza in materia. Nel caso della carta, invece, i controlli saranno effettati dai revisori dei conti delle scuole. Che non operano in veste di collegio (lavorano in coppia). Svolgendo tale funzione non in pianta stabile, ma solo per arrotondare lo stipendio.

Le coppie di revisori, infatti, sono scelte rispettivamente, nei ruoli dei funzionari del ministero dell'economia e del ministero dell'istruzione. Questi ultimi, non di rado, non hanno competenze di natura contabile, essendo individuati tra i funzionari degli uffici scolastici. In più, la legge prevede che non possano operare nella provincia dove prestano servizio. E ciò complica ulteriormente la situazione. Un altro elemento da considerare sono i costi di emissione e gestione della carta di credito. Il decreto prevede che il ministero darà in appalto il servizio relativo all'emissione, alla fornitura e alla gestione della carta, «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Ciò vuol dire che eventuali oneri saranno posti a carico dell'utenza, salvo sponsorizzazioni. Non è escluso, quindi, che i docenti destinatari possano essere gravati di un costo fisso annuale di utilizzo (come accade per le carte di credito) e, probabilmente, anche dal costo delle operazioni bancarie derivanti dall'utilizzo della carta.

 
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Carta docenti

Post n°4013 pubblicato il 30 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "OrizzonteScuola"


Carta docenti 500€, come e cosa rendicontare? CFIScuola consiglia


di admin

 

OS.it consiglia CFIScuola per utilizzare i 500€ per la formazione docenti e rendicontare le spese!

Quando e come arriveranno i 500€?

Solo per quest’anno, i 500€ verranno erogati direttamente in busta paga entro il mese di ottobre 2015.

Cosa posso acquistare con i 500€?

  1. Libri, e-book, riviste e dispense digitali
  2. Hardware e software
  3. Corsi e corsi on-line, svolti da enti qualificati/accreditati presso il MIUR
  4. Laurea, Master e corsi universitari sul proprio settore disciplinare o trasversali
  5. Teatro, cinema, musei ed eventi culturali
  6. Altre attività coerenti con piano triennale offerta formativa e Piano nazionale di formazione

Come devo rendicontare le spese?

Entro il 31/08/16 dovrò trasmettere all’amministrazione del mio Istituto la ricevuta/fattura degli acquisti effettuati che descrivano il prodotto in termini di: nome e tipologia del corso - data di acquisto – costo

Cosa succede se non rendiconto e se non utilizzo tutta la somma?

Se non spendo tutta la somma, il residuo resta nella Carta a disposizione per l’anno scolastico successivo. La somma non rendicontata viene sottratta dalle risorse della Carta.

In che modo CFIScuola mi aiuta a rendicontare?

CFIScuola mi invia la fattura del corso on-line entro 10gg dall’acquisto. La fattura contiene quanto richiesto dal MIUR: nome e tipologia del corso - data di acquisto – costo

Cosa propone CFIScuola, in qualità di ente qualificato MIUR, per il mio aggiornamento?

Mi consente di studiare on-line, ottenere l’esonero del servizio e ricevere il certificato richiesto dal MIUR:

  1. Formazione Sicurezza Certificata
  2. Formazione Linguistica Certificata A1-C1: Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo e Italiano stranieri
  3. Formazione Informatica Certificata: ECDL, EIPASS Teacher, ATA e LIM
  4. Preparazione Concorsi Scuola: Concorso DS e a cattedre, TFA e TFA Sostegno, DSGA.
  5. Aggiornamento professionale: BES, Il procedimento a carico del personale scolastico, Attività negoziali e acquisti sul MEPA, La mappa dei documenti organizzativi e gestionali della scuola, La pubblicità legale e pubblicazione dei documenti scolastici sul sito web
  6. Master, Corsi ed Esami Universitari: Master, Corsi di perfezionamento, Corsi di specializzazione Biennale, Esami singoli, Alta formazione

Per maggiori informazioni: info@cfiscuola.it - 0532 783561 – www.cfiscuola.it

 
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Organico potenziato

Post n°4012 pubblicato il 30 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 


Da "COBAS Scuola Sardegna"


Le indicazioni ministeriali per l’organico potenziato
(fase C del piano straordinario di assunzioni).


Il 21 settembre è stata emanata la circolare ministeriale che dispone il contingente regionale
dell’organico potenziato e indica alle scuole le aree disciplinari per le quali si può chiedere il
potenziamento dell’organico. Alla Regione Sardegna sono assegnati 1514 posti aggiuntivi e 162
posti di sostegno per tutti i gradi di istruzione. Sarà l’Ufficio Scolastico a disporre la distribuzione
per provincia, grado di istruzione, tipologia di posti e classi di concorso e l’assegnazione alle
singole scuole.
Le aree del potenziamento per il primo ciclo di istruzione (primaria e scuola media) sono sei,
quelle per il secondo ciclo sono sette, perché per le scuole superiori (“secondo ciclo”) il
potenziamento umanistico è distinto dal potenziamento socio-economico e per la legalità, in
quanto nelle superiori sono previsti insegnamenti come Filosofia, Diritto, Economia che non sono
previste per le scuole medie, in cui l’Educazione civica è attribuita all’insegnante di Lettere.
Le aree individuate dal Ministero sono:
a) potenziamento linguistico
b) potenziamento scientifico area motoria
c) potenziamento artistico - musicale
d) potenziamento motorio
e) potenziamento laboratoriale
f) potenziamento umanistico
g) potenziamento socio-economico per la legalità
Che cosa devono fare le scuole.
Le scuole dovranno inviare al Ministero tra il 10 e il 15 ottobre due schede:
a) nella prima dovrà essere indicato l’ordine di preferenza tra queste aree di potenziamento,
fermo restando che sarà il Ministero ad approvare le aree: è ragionevole pensare che le indicazioni
delle scuole saranno seguite come le indicazioni di provincia dei docenti che hanno partecipato al
pericoloso gioco dell’immissione in ruolo: il Ministero autorizzerà i posti in base alla disponibilità di
docenti nelle graduatorie permanenti; per cui le indicazioni delle scuole sono come il giorno libero
dei docenti: si concederanno se saranno compatibili con le risorse disponibili.
b) nella seconda scheda le scuole dovranno indicare la classe di concorso del docente
collaboratore del dirigente per il quale è stato autorizzato l’esonero, nonostante la Legge di
stabilità finanziaria abbia espressamente abrogato quella norma di legge che lo autorizzava (l’art.
453 del T.U. 297/94). Nel caso in cui l’esonero è stato disposto su una classe di concorso per la
quale non è previsto l’esonero (per esempio: docente di religione cattolica) il Ministero non
assegnerà il posto nell’organico di potenziamento. Non si finisce mai di imparare dal nostro
Ministero: prima si fa il gioco, e dopo si creano le regole.
Per il potenziamento dell'organico di sostegno le scuole non devono far nulla: sarà il Ministero ad
autorizzare i posti in più, con cui verranno integrati in organico i cosiddetti posti in deroga, cioè i
posti che il Ministero non autorizza nell’organico di diritto, sottostimando scientificamente le
necessità degli studenti in situazione di handicap. Da notare come i posti previsti per questa fase
sono ancora molto al di sotto delle necessità: per la Regione Sardegna si prevedono 162 posti, che
sono inferiori al numero necessario nella sola provincia di Cagliari nella sola scuola superiore.
Per la scuola dell’infanzia non è stato previsto alcun potenziamento, in coerenza con la Legge
107 che esclude questa scuola dal piano straordinario di assunzioni.
Che cosa devono fare gli uffici scolastici regionali.
Entro il 22 ottobre gli Uffici scolastici regionali dovranno emanare il decreto di ripartizione dei
posti comuni, attribuendo i posti destinati alle scuole medie e delle scuole superiori per classi di
concorso; prevedendo la ripartizione dei posti di sostegno tra i diversi gradi di istruzione, e per la
scuola secondaria di II grado distinguendo le diverse aree disciplinari. Tra il 12 al 20 novembre gli
uffici scolastici dovranno assegnare alle singole scuole l’organico potenziato, da un minimo di 3
ad un massimo di 8 docenti. La circolare indica di ripartire i posti considerando i seguenti
parametri:
- numero degli alunni (escludendo dal computo le classi della scola dell’infanzia);
- ubicazione delle scuole in aree montane o in piccole isole, in aree interne, aree a bassa
densità demografica o viceversa in aree con una elevata immigrazione,
- dispersione scolastica.
La circolare dice che per quest’anno sarà possibile che i docenti delle scuole superiori siano
assegnati alla scuola media o alla primaria (richiamando il comma 20 della legge 107/2015 che
prevede tale possibilità per l’insegnamento dell’inglese, di musica e di educazione motoria nella
scuola primaria) e che i docenti della scuola primaria possano essere utilizzati per progetti di
continuità con la scuola dell'infanzia.
Anche per questa fase di immissioni valgono le stesse regole della fase b): assumeranno effettivo
servizio solo coloro che non sono attualmente occupati. Coloro che hanno assunto un incarico
annuale resteranno sul posto che occupano.

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

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