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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi di Aprile 2015

 

Comitato legislazione

Post n°3398 pubblicato il 30 Aprile 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”


Il Comitato per la legislazione della Camera non promuove il DDL sulla scuola


Il Comitato per la legislazione della Camera ha espresso il proprio parere: si tratta di almeno 15 pagine fitte di osservazioni e bocciature, anche di natura linguistica

Reginaldo Palermo

La "mazzata" più pesante sul ddl 2994 potrebbe arrivare non dalle piazze e dai cortei ma, paradossalmente, dal Parlamento stesso; è di queste ore infatti la pubblicazione del parere formulato nella giornata del 28 aprile dal Comitato per la Legislazione il cui compito è quello di verificare che il testo dei provvedimenti di legge sia redatto secondo le regole e in modo non equivoco.
E in questo caso il parere è davvero sconcertante: le osservazioni sono decine, sicuramente almeno 150. Non c'è articolo che venga risparmiato; le parti sulle quali il Comitato si sofferma maggiormente sono gli albi territoriali, le assunzioni, ma non solo.
Non passano indenni neppure i riferimenti all' open data e allo school bonus che "andrebbero riformulati senza impiegare termini stranieri". Non mancano insomma anche "bacchettate" per l'uso disinvolto della lingua.
Ma ci sono ovviamente rilievi sostanziali di carattere normativo, come quello riguardante le nuove attribuzioni dei dirigenti scolastici che- secondo il Comitato - andrebbero raccordate con quanto previsto dalla norma istitutiva della dirigenza (articolo 25 del decreto 165/2001).
Il fatto è che per rivedere il testo anche soltanto sotto l'aspetto formale, la Commissione Cultura della Camera dovrebbe lavorare per parecchio tempo.
Vedremo nei prossimi giorni se e in che modo i rilievi del Comitato verranno tenuti nella dovuta considerazione dal Parlamento.

 

 
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PERISCOPE

Post n°3397 pubblicato il 30 Aprile 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Repubblica“


Scherzi e interrogazioni in diretta su Periscope e i professori insorgono


La app per mandare online filmati in tempo reale sbarca in classe I presidi: “È illegale”. Ma c’è anche chi invita a non demonizzarla

Gerardo Adinolfi Laura Montanari

LA SCUOLA va in diretta su Periscope e non lo sa. Ogni mattina collegamenti video clandestini fatti dagli studenti all’insaputa dei prof mandano in live streaming tramite Twitter sugli schermi degli iPhone quello che accade nelle aule. Dalla lezione di latino con l’ignara insegnante che alla lavagna spiega di consoli e senato, alla prof che legge Pascoli e cerca di far tacere la classe, senza immaginare che un mondo fuori la sta seguendo con cuoricini di «like» e commenti magari irripetibili. In diretta anche l’allieva che contesta il voto di italiano o gli sbadigli fra i banchi nell’ora di fisica: «Quanto manca all’intervallo?». Il campionario è vasto: i «cicchini» (le sigarette) fumati nei cortili, la zoomata sulla scollatura della compagna di classe. Ogni mattina c’è un pezzo di scuola italiana che va su Periscope, l’applicazione che consente la diretta video dal cellulare. Facile, come sfiorare il tasto su uno schermo, e in gran voga. Tutti possono commentare e mandare cuori colorati, le dirette sono migliaia e di tutti i generi: dal traffico al frigo vuoto, dai concerti alle aule.

Dall’alberghiero del Friuli allo scientifico in Calabria cambia soltanto l’accento degli studenti. A Pordenone due ragazze di una quarta superiore, è storia di ieri, trasmettono mentre la prof spiega. «Che succede se vi sgama? » chiede un ragazzo online da un’altra città. «Niente, perché? » è la risposta sussurrata al telefonino. Quasi in contemporanea, a Lamezia Terme, tre sedicenni cercano compagnia virtuale durante un’assemblea di classe. «Parlate ragazzi altrimenti mi annoio», dice una ai 31 “visitatori” che seguono il live. Poi inquadra uno studente, da solo in un banco: «L’avete ghettizzato? », chiede un user. In aula ridono: «Si, in effetti è un po’ strano…». Su Periscope l’attenzione si brucia in fretta e da 31 i visitatori precipitano in pochi secondi a 9: «Noo non ci abbandonate », urla la studentessa che ha dato il via alla diretta. Una compagna chiede: «Ma con chi parli?». Risposta: «Con tutto il mondo!».

Provincia milanese, online l’insegnante che disegna il piano inclinato: «Prof, chiedono se sei sposata...». E lei che non capisce: «Chiedono chi? Diego, smettila». Mentre gli studenti scavalcano le mura delle aule e rendono social le mattinate, la maggior parte di insegnanti e dirigenti scolastici si chiede cosa sia Periscope. «Non ne sappiamo nulla» dice Irene Baldriga, preside del Liceo Virgilio di Roma. Stessa risposta dallo scientifico Ferraris di Torino. E il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Giorgio Rembado: «Non so cosa sia, però fare riprese in aula è illegale oltre che scorretto». Fra le cattedre, chi conosce la app lanciata da Twitter lo scorso 26 marzo (un milione di utenti nelle prime due settimane), pensa a come utilizzarla a scopi didattici: negli Stati Uniti c’è chi propone di usarla per conferenze e lezioni. Paola Stufferi, preside dell’alberghiero di Pordenone, dove gli studenti hanno fatto partire uno streaming, ammette di non conoscere Periscope: «Gli studenti sono nativi digitali noi facciamo fatica a tenere il passo...». Fine mattina, ultima diretta, da un liceo romano. La camera è su due ragazze: «Belle, le veline», commentano da fuori. Loro ridono: «Ci divertiamo così. E voi che fate? ».

 
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SCUOLA

Post n°3396 pubblicato il 30 Aprile 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da “Il Messaggero”


Scuola, arriva la pagella per gli istituti


Intervento del premier sulle critiche alla riforma Giannini: «Chi contesta ha il diritto di farlo, ma poi entriamo nel merito».

ROMA Il Sistema nazionale di valutazione fa un passo avanti: sarà attiva da oggi la Piattaforma web che gli istituti scolastici potranno utilizzare per produrre, entro il 31 luglio, il loro primo Rapporto di autovalutazione. Sulla Piattaforma ciascuna scuola troverà un set di dati per potersi confrontare su base provinciale, regionale e nazionale con istituti della stessa tipologia sulla base di 49 indicatori che comprendono, per la prima volta, grazie alla collaborazione fra ministero dell'Istruzione e ministero del Lavoro, anche gli esiti occupazionali degli studenti.
IL CONFRONTO
Ogni istituto, attraverso il confronto con le altre scuole, potrà individuare i propri punti di forza e debolezza e orientare le proprie azioni di miglioramento per i prossimi tre anni. Tutto questo sarà anche raccontato ai cittadini attraverso la pubblicazione on line, questa estate, del Rapporto di autovalutazione che permetterà l'accesso a tutti i dati relativi agli istituti e ai piani di miglioramento di ciascuna scuola, in un'ottica di trasparenza, efficacia ed efficienza del sistema di istruzione. La Piattaforma è stata testata ieri mattina al ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca alla presenza del sottosegretario Davide Faraone: «Autonomia non è sinonimo di anarchia. La Piattaforma di autovalutazione è un ulteriore tassello del mosaico del ddl La Buona Scuola: è uno strumento che fotografa gli istituti italiani e di conseguenza il lavoro dei dirigenti e della comunità scolastica».
A presentare la Piattaforma sono stati il direttore generale del Miur per gli Ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale, Carmela Palumbo, il Presidente dell'Invalsi Annamaria Ajello, il dirigente del Miur Gianna Barbieri, il Direttore generale dei sistemi Informativi, dell'innovazione tecnologica e della comunicazione del ministero del Lavoro Grazia Strano, il dirigente scolastico e componente del Nucleo di Start up del Sistema nazionale di valutazione Damiano Previtali.
IL GOVERNO
«Chi contesta ha tutto il diritto di farlo. Ma il giorno dopo, per favore, entriamo nel merito. La scuola è un bene troppo prezioso per lasciarlo alle ideologie e agli slogan. Noi siamo pronti a cambiare. Ma la scuola è di famiglie, professori, studenti: non può essere lasciata agli addetti ai lavori». A ridosso dello sciopero della scuola proclamato dai sindacati per il 5 maggio, Matteo Renzi, nella sua Enews, ribadisce con toni concilianti concetti già espressi. Conferma anche quanto già anticipato martedì da parlamentari del Pd - «non faremo un decreto legge» - e rassicura su uno dei temi più controversi: la riforma «vuole responsabilizzare il preside, che non sarà certo uno sceriffo, ma non può neanche essere un passacarte di circolari ministeriali», «abbiamo già stralciato la riorganizzazione degli organi collegiali e anzi daremo più ruolo al consiglio di istituto. Siamo pronti a discutere nel merito di come valutare i professori (non è possibile che si abbia paura del merito: la stagione del 6 politico è finita, voglio sperare)» scrive.
M. C

 
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INVALSI

Post n°3395 pubblicato il 30 Aprile 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Invalsi

Da “Il Corriere della sera”


Invalsi alla maturità, la presidente Ajello: «Pronti dal 2017»


Si fanno sperimentazioni, la prova potrebbe essere «computer based». E dopo il rinvio dei test per le primarie, a rischio quelli per le secondarie, previsti il 12 maggio

di Antonella De Gregorio

Anna Maria Ajello

Test rinviati per sciopero. La decisione di far slittare la prima prova nazionale dell’anno nelle scuole primarie per non farla coincidere con la giornata di protesta «plebiscitaria» (martedì 5) - organizzata contro il disegno di legge di riforma della scuola dai sindacati confederali (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams) e dai Cobas - ha disinnescato la linea «dura» che avrebbe voluto far saltare la prova in toto. Ma quel semplice spostamento di 24 ore ha scatenato una bufera. La politica parla di «intervento a gamba tesa» nei confronti del mondo della scuola; i rappresentanti dei lavoratori di «un’imposizione, illegittima e antisindacale»; gli studenti di «inaccettabile attacco al diritto al dissenso».

La valutazione

Ma intanto la presidente dell’Invalsi, Anna Maria Ajello, difende la cultura della valutazione («che stiamo cercando di trasmettere ai docenti, insegnando loro a leggere e a usare i risultati delle prove per migliorare la didattica») e spiega che «la rilevazione serve a migliorare l’efficacia della scuola per le fasce più deboli della popolazione scolastica e a far emergere e diffondere le esperienze di eccellenza presenti nel Paese». I test, ripetono da tempo gli inquilini che si sono avvicendati del palazzo di Frascati che ospita l’ente di ricerca, non servono per dare un giudizio sull’operato del docente, né per punire o fare classifiche tra scuole, ma per consentire agli istituti di riflettere sul proprio operato e migliorarsi.

Invalsi alla maturità 2017?

Una filosofia che potrebbe essere presto estesa al diploma di maturità. Il 30, anticipa Ajello, si terrà un incontro con i funzionari del ministero proprio per ragionare sulle prove dell’ultimo anno. Il Miur ha affidato da tempo all’Invalsi il compito di sperimentare una prova da introdurre nel quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado. «Stiamo portando avanti tali ricerche e abbiamo fatto sperimentazioni parziali - dice Ajello -. Tante le difficoltà per preparare prove omogenee, adatte a valutare tutti i livelli di scuola superiore. Ma dal 2017 potremmo essere pronti a partire». Le prove dovrebbero essere “computer based”», dice.
Da anni circola l’ipotesi che il test invalsi possa essere inserito nell’esame di stato come terza prova - al posto del famigerato «quizzone» elaborato dalle singole commissioni - o, addirittura, come una nuova quarta prova. Nei prossimi giorni si capirà se il momento è arrivato: la parola passa ora alla politica. Intanto, il match si sposta sui test del 12 maggio per le secondarie: proprio in quel giorno l’Uds ha ind

 

 
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RIFORME

Post n°3394 pubblicato il 30 Aprile 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforme

Da “OrizzoneScuola”


Riforme. Organico funzionale assegnato dagli USR e POF progettato dai collegi non più dai dirigenti. I testi degli emendamenti


di Anselmo Penna

 

Cambia il modo di assegnare l'organico funzionale alle scuole, almeno secondo quanto prevede l'emendamento 2.1037 approvato in VII Commissione.

L'approvazione è avenuta giorno 28 aprile 2015 e modifica quanto previsto dal testo del DDL presentato alla Camera dal Governo.

Infatti, non saranno più i dirigenti a progettare il piano triennale e sulla base di esso e in relazione alle risorse disponibili vedersi assegnare il personale.

L'iter viene invertito. Sarà il Ministero a determinare, nei limiti delle risorse, la dotazione organica complessiva, quindi gli Uffici Regionali comunicheranno alle scuole la quota spettante sulla quale progetteranno il POF.

Inoltre, la progettazione sarà affidata ai Collegi docenti e non più, come contenuto nel testo del DDL, dai dirigenti scolastici.

I testi degli emendamenti

ART. 2.

Sostituire i commi 4, 5, 6 e 7 con i seguenti:
4. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con proprio decreto, provvede al finanziamento delle istituzioni scolastiche e, secondo quanto disciplinato al comma 2 dell'articolo 6, alla dotazione organica per la realizzazione degli obiettivi con riferimento ai diversi ordini e gradi di istruzione, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente.
5. L'ufficio scolastico regionale individua la dotazione organica complessiva dell'autonomia e la comunica alle singole istituzioni scolastiche per la realizzazione dei piani triennali dell'offerta formativa.
6. Per l'attuazione degli obiettivi relativi alle necessità e priorità individuate per le istituzioni scolastiche fra quelle di cui al comma 3, le istituzioni scolastiche predispongono, entro il mese di ottobre dell'anno scolastico precedente al triennio di riferimento, il piano triennale dell'offerta formativa. Il predetto piano contiene anche la programmazione delle attività formative rivolte al personale docente e ATA nonché la definizione delle risorse occorrenti in base alla quantificazione disposta per le istituzioni scolastiche. Il piano può essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre.
7. L'ufficio scolastico regionale verifica la proposta di piano, nonché eventuali revisioni annuali, presentata dai dirigenti scolastici, in termini di compatibilità economico-finanziaria e di risorse disponibili e trasmette al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca gli esiti della verifica.
2. 1037. (Nuova formulazione) Carocci, Rocchi, Ascani, Blazina, Bossa, Coccia, Crimì, D'Ottavio, Ghizzoni, Malisani, Malpezzi, Manzi, Narduolo, Pes, Piccoli Nardelli, Rampi, Andrea Romano, Rossi, Sgambato, Ventricelli, Mazzoli.

Art. 3.
(Piano triennale dell'offerta formativa).

1. Ogni istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di   tutte le sue componenti, il Piano triennale dell'offerta formativa, rivedibile annualmente. Il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia.
2. Il Piano è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei   diversi tipi e indirizzi di studi determinati a livello nazionale a norma dell'articolo 8 e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, valorizza le corrispondenti professionalità e indica gli insegnamenti e le discipline tali da coprire:
a) il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell'organico    dell'autonomia sulla base del monte orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità, ferma restando la possibilità di istituire posti di sostegno in deroga;
b) il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell'offerta formativa.   

2-bis. Il Piano indica altresì il fabbisogno relativo ai posti del   personale amministrativo, tecnico e ausiliario, il fabbisogno di infrastrutture e di attrezzature materiali, nonché i piani di miglioramento dell'istituzione scolastica di cui al decreto del 80 del 2013. Presidente della Repubblica n.
3. Il Piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli   indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il Piano è approvato dal consiglio di circolo o di istituto.
4. Ai fini della predisposizione del Piano, il dirigente scolastico   attiva i necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio; tiene altresì conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori e, per le scuole secondarie superiori, degli studenti.
5. Il Piano, nonché le eventuali revisioni annuali, sono resi pubblici   tramite la pubblicazione sui siti delle istituzioni scolastiche.

Conseguentemente, al medesimo articolo 2, sopprimere il comma 9.  
2. 2000. La Relatrice.

Tutto sulla riforma

I lavori parlamentari

 
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Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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