critica distruttiva

Mi capita spesso, per lavoro, di varcare la soglia del tribunale di Milano ed altrettanto frequentemente mi sottopongo al controllo del metal detector nei pressi dell'ingresso. Le code sono lunghe ed è praticamente matematico che il cicalino che rileva la presenza di metallo suoni al passare di ogni persona. Infatti tutti, chi con la cintura, chi con i bottoni e chi con i bracciali, rendono questo controllo una prassi abbastanza futile. Non si può trattenere 30 minuti una persona per controllare se il suono è sospetto oppure no, ma così facendo la gente passa alla carlona. Per non parlare degli avvocati che non subiscono alcuna perquisizione o ancora, dei 50 modi diversi per introdurre oggetti strani sotto gli occhi dei vigilanti... e fidatevi, ce ne sono!
Insomma mi son sempre chiesto cosa sarebbe successo se qualcuno avesse voluto provarci al servigio di un mefistofelico fine; la risposta è arrivata proprio oggi dal tribunale di Reggio Emilia: durante un'udienza di separazione, un uomo di 40 anni (non capisco la sottolineatura da parte dei media del fatto che fosse albanese...) ha estratto una pistola uccidendo cerebralmente la moglie, il cognato e ferendo le persone intorno a lui, avvocati compresi, prima di essere abbattuto da un poliziotto arrivato in tutta fretta.
Detto questo, colgo l'occasione per dire che mi sembra davvero inutile ed intempestiva la richiesta all'autorità giudiziaria d'informazioni sull'accaduto da parte del ministro della giustizia Clemente Mastella. Che risposte potranno mai dargli? Ed allora perchè fare domande tanto stupide?!
Preoccupiamoci prima che avvegano i fatti...