Esattamente dieci anni dopo dall'uscita dell'album lo ebbi per la prima volta sottomano. Irrealistico. Ebbene si, i primi Metallica che ho conosciuto e subito ascoltato (sigh) sono quelli della débacle del finire degli anni '90, Reload, Garage Inc. e S&M. Un decennio sottotono iniziato con la fine del tour che accompagnò il disco qui in questione. Disco, sembra riduttivo chiamarlo così... pietra miliare forse è la definizione più appropriata, in quanto questo macigno ha fatto storia e non solo, difatti i Metallica odierni sarebbero una band come tante oggigiorno. Ora non voglio sminuire l'immensità di Master Of Puppets, l'Album (notare la A maiuscola) per eccellenza dei Metallica, ma in quel caso rimase troppo underground nel lontano 1986. Metallica o Black Album allora è un disco "commerciale"? La risposta è nì. Mi spiego meglio... i Metallica nel 1991 si presentarono con questo suono accattivante e melodico, potente ma raffinato, deciso con qualche arpeggio di troppo, insomma quel sound che piace un pò a tutti, metallari e non. Veniamo al dunque, la partenza è subito a razzo, l'apripista è la bellissima Enter Sandman, dove Hammet dà il meglio di sé; inoltre il testo è fantastico, costruito sul dualismo luce-notte e sui sogni malefici che infestano le nostre menti bambine, spaventandoci con l'arrivo dell'uomo nero appunto.
Sad But True, canzone molto dura, Ulrich alla batteria rumoreggia, e le lyrics sono alquanto struggenti.
La track n°3 è quella che riprende al meglio la "tradizione", Holier Than Thou, piccola gemma metallica che suona molto anni '80, grazie alla sua velocità. Passiamo a uno dei capisaldi dell'album: The Unforgiven, l'imperdonato, canzone molto personale per Hetfield credo, poichè tutto quello che il soggetto della canzone ha fatto, detto, pensato nel corso della sua vita non è mai apparso veritiero.
Atmosfera orientaleggiante per Wherever I May Roam, veramente molto bella, dove si recitano le gesta di un vagabondo, o viandante dir si voglia, che dovunque appoggia la sua testa si sente a casa.
Traccie n°6 e 7 sono Don't Tread On Me e Through The Never, che non passano affatto inosservate, in quanto dotate di un ottimo suono. Eccoci qua. Nothing Else Matters è la canzone che ha fatto il giro del mondo e ha presentato ufficialmente i Metallica al grande pubblico. Che dire? Un piccolo capolavoro... non riesco a dilungarmi in apprezzamenti vari.
Ottima davvero è la track n°9 Of Wolf And Man, dove il lupo e l'uomo vengono messi sullo stesso piano e Ulrich spacca nel mentre. Il Dio che fallì, The God That Failed, attacchi alla religione del Dio che ricevo orgoglio e distribuisce fiducia. In seguito My Friend Of Misery ci spinge con vigore all'ultima song, anch'essa molto metallica, The Struggle Within, rapida, forte e conclusiva, perchè conclude un ciclo, l'era dei veri Metallica, diversi da quelli che appaiono ora. Quindi ringraziamo coralmente quest'album che ci ha regalato grandi successi e forti emozioni, dato che quello che accadrà in seguito non avrà nulla a che fare con il Black Album.