Creato da Nekrophiliac il 21/02/2005

DARK REALMS V2

So, I've decided to take my work back underground. To stop it falling into the wrong hands.

 

 

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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 21 Febbraio 2005 da Nekrophiliac
 
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RAGE AGAINST THE MACHINE: THE BATTLE OF LOS ANGELES (2000)

Personalmente, mi sono avvicinato ai Rage Against The Machine in due singolari occasioni cinematografiche: Godzilla (1998) di Roland Emmerich annoverava nella sua colonna sonora un bel pezzo quale No Shelter, mentre con il primo episodio del Matrix (1999) dei fratelli Wachowski ebbi modo di conoscere la grandiosa Wake Up, 6 minuti di verità. Ne rimasi colpito. Piuttosto, il terzo album dei Rage Against The Machine, è eloquente sin dal titolo: The Battle Of Los Angeles. Ed è a colpi di slogan e virtuosismi musicali che il quartetto intraprende il nuovo cammino di militanza estrema, conquistandosi fama e rispetto in ogni angolo del mondo. Il loro miglior lavoro, perché sono riusciti a combinare perfettamente il peggior rancore punk al più profondo funk mai sentito prima. The Battle Of Los Angeles è il disco più duro e allo stesso tempo, più vario della band, costituisce la perfetta sintesi tra Rage Against The Machine (1992) e il successivo Evil Empire (1996), poiché riesce a conciliare la solita violenza sonora e verbale, grazie ai testi estremamente intelligenti e intrisi di rabbia elevata all'ennesima potenza, con la ricerca di sfumature sempre nuove. L’album si apre con Testify, abilmente introdotta dalla chitarra di Tom Morello che si esibisce anche in un ottimo riff e la vera forza del pezzo risiede nel basso impazzito e nella voce infuriata di Zach De La Rocha. Per Testify è stato realizzato anche un bizzarro video, dove le figure dei due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, il democratico Al Gore e il repubblicano George W. Bush, si fondono in un'unica persona, esprimendo le stesse opinioni e facendo le stesse promesse, praticamente, in qualsiasi ambito, salute, economia, commercio equo e la pena di morte.

Secoli fa, un noto politologo italiano che rispondeva al nome di Nicolò Machiavelli, nello scrivere il suo "Principe", un opera che trattava quali comportamenti e caratteristiche il buon governante doveva apprendere e/o avere, espresse il seguente concetto: << il fine giustifica i mezzi >>. Quanto mai vero nella circostanza sopra citata. La politica americana odierna è tra le cose peggiori che possano esistere oggigiorno, due ricconi, due facce pulite, due profittatori, due guerrafondai, due, due, due, sempre due a sfidarsi per un posto solo, quello che conferisce loro il potere, si sfidano in una lotta che ha le sembianze di uno scontro ideologico tra democratici e repubblicani, ma la realtà dei fatti è assai diversa. Essere democratici o essere repubblicani non modifica gli obiettivi di una nazione come gli Stati Uniti, uscita dal suo caratteristico isolamento in occasione delle guerre, che ambisce ad acquisire sempre più potere economico, il vero motore mondiale. Anche in questo caso ritengo opportuno citare le parole di J. F. Kennedy: << la politica degli Stati Uniti dipende dal loro successo economico >>. Yankees (cioè predoni). << Who controls the past now controls the future, who control the present now contols the future, who controls the future now controls the past >>, questi sono i versi specifici della canzone. Ho chiaramente divagato, ma era mio dovere. La seconda traccia è anch’essa tra le mie preferite, Guerrilla Radio, che oltre a un ritmo incalzante denuncia apertamente i mali di una società capitalistica che ci opprime.

Calm Like A Bomb è, invece, il brano dedicato agli Zapatisti, la cui introduzione di basso e l’incessante batteria, a tempo con la voce, travolge. Per i Rage Against The Machine è fondamentale dare la voce a chi ne ha esigenza, diffondere la notizia di violazioni e abusi è da sempre la loro "missione". Con Mic Chek i Rage Against The Machine realizzano un vero e proprio pezzo hip-hop. L’altro caposaldo del disco è Sleep Now In The Fire. Fantastica. Zach De La Rocha ci regala una performance incredibile. Il lento e costante declino dell’American dream: ecco il testo della canzone. Anche qui vorrei aprire una parentesi sul video, i Rage Against The Machine organizzarono un sit-in di fronte all'entrata di Wall Street a New York, impedendo l'apertura della Borsa fino al sopraggiungere della polizia sul luogo del misfatto. Grandi.

A seguire, Born Of A Broken Man e Born As Ghosts dove le parole assumo un certo peso e il quartetto californiano ci offre ottime prove di quel che si è soliti chiamare “crossover”. L’ottava traccia ricorda molto da vicino la “mia” No shelter. Poi si passa al brano dedicato al giornalista afro-americano Mumia Abu-Jamal, prigioniero politico, divenuto uno dei simboli di un movimento di resistenza all'interno degli Stati Uniti, il titolo è perciò di quelli più appropriati: Voice Of The Voiceless. I testi di The battle of Los Angeles sono perfetti. Bullet In The Head, storico pezzo di Rage Against The Machine (1992), viene sviluppato attraverso New millenium homes, mentre Ashes In The Fall, è l’apice della sperimentazione: la sonorità più “europea” associata al contesto punk-rock. L’ultimo brano del disco è forse il più duro, una canzone manifesto atta a ribadire, ancora una volta, le intenzioni rivoluzionarie della band, infatti, War Within A Breath è a dir poco impetuosa e rappresenta una più che apprezzabile conclusione della battaglia di Los Angeles. Nota biografica. I Rage Against The Machine, malgrado lo strepitoso successo, un posto d’onore nella hall fame of rock, la “macchina” riprese nuovamente ha funzionare. Zack De La Rocha, sentendosi sconfitto, decise di lasciare la band nel 2000 dopo la raccolta di cover Renegades e di dar vita a suo progetto solista, la cui uscita è rinviata di continuo. I tre componenti degli ex Rage Against The Machine, invece, ancora per chi non ne fosse venuto a conoscenza, nel 2001 hanno iniziato un nuovo sodalizio con Chris Cornell come vocalist, ex dello storico gruppo grunge dei Soundgarden, che è sfociato nella pubblicazione di Audioslave (2003), che tra l’altro è divenuto il nome della nuova band. The battle of Los Angeles rimane, quindi, l’ultimo episodio di una seppur breve ma intensa carriera. Consigliato vivamente ai neofiti.

 
 
 
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