Creato da Nekrophiliac il 21/02/2005

DARK REALMS V2

So, I've decided to take my work back underground. To stop it falling into the wrong hands.

 

 

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Post N° 45

Post n°45 pubblicato il 27 Aprile 2005 da Nekrophiliac
 
Foto di Nekrophiliac

NIRVANA: NEVERMIND (1991)

Circa 10.000 milioni di copie. Cifra del successo e del commercio. Non importa. Nevermind è qualcosa di più di un disco. È rabbia, inquietudine, dolore, atroce dolore. Da qui tutto è cambiato, da qui tutto è diventato diverso. I Nirvana hanno attraversato quella linea di confine che separa un disco di successo da un disco generazionale. I Nirvana sono diventati, senza accorgersene, il gruppo della “X-Generation”, per poi deflagrare fino al suicidio di Kurt Cobain. Un disco così importante non poteva che avere una copertina semplice e minimale, ma allo stesso tempo piena di significati. Infatti la fotografia di un neonato nella sua piena innocenza, che nuota tra i riflessi azzurri di acqua limpidissima, rappresenta la nascita e la vita, la purezza e l’ingenuità che sono alla base dell’esistenza infantile. Però il piccolo sta inseguendo un biglietto da un dollaro infrangendo così la sua innocenza. Sorge quindi spontanea una domanda: il bambino è forse una cavia di un programma per deviare gli esseri umani e renderli succubi al dio denaro?. I Nirvana colgono nel segno, mettendo in luce fin dalla copertina le loro critiche alla società consumistica, troppo preoccupata per l’ammontare del conto in banca e dei beni materiali, a discapito di tutta la sfera degli affetti e delle emozioni interpersonali. Uomini che producono e consumano, senza sapere cosa producono e cosa consumano. La scelta del titolo fu spiegata da Kurt Cobain con queste parole: << Il nostro secondo album si intitola Nevermind, perché è proprio questo l’atteggiamento oggi più diffuso tra la gente: di fronte a tutto quello che succede, si preferisce dire “non importa”, o “chi se ne frega”, piuttosto di agire, di reagire in qualche modo, magari prendendo una bomboletta di vernice per scrivere graffiti sui muri, o anche formando una rock-band con la quale esprimere qualcosa. L’America sta vivendo un periodo da incubo con un presidente come George Bush, ma proprio perché si tratta di un personaggio così negativo, non richiederebbe nessuno sforzo mettersi a scrivere sui muri “abbasso George Bush”, e non importa se questo può cambiare qualcosa oppure no, quello che conta è che sarebbe comunque un fare qualcosa… >>. Nevermind è, insomma, figlio degli anni novanta, trasuda cattiveria ad ogni poro, mentre la sua copertina emana poesia e cinismo ogni volta che il nostro sguardo incrocia quel bambino sott’acqua. Una foto, un dollaro, un amo, un bambino, tanta acqua, un grande disco. Sì, volenti o nolenti, probabilmente siamo davanti all'album più importante degli ultimi quindici anni per quanto riguarda la diffusione e la commercializzazione del rock. Kurt Cobain (voce e chitarra), Chris Novoselic (basso) e Dave Grohl (neo-batteria), sono sconosciuti al grande pubblico - al loro attivo solo un altro album, tale Bleech, uscito per la Sub Pop di Seattle nel 1989 - quando MTV e le altre televisioni musicali iniziano a mandare a getto continuo il video di Smell Like Teen Spirit, con le ragazze pon-pon che assistono al concerto da college del gruppo e con il pubblico che poga. Il pubblico adolescente impazzisce, l'introduzione entra nell'immaginario collettivo musicale e Nevermind sbanca il lunario. Tuttavia, il discorso in fin dei conti non è neanche così semplice: è vero, l'anima del commercio rock si mette subito all'erta quando fiuta la possibilità di arrotondare i guadagni e improvvisamente viene coniato il termine “grunge”, Seattle viene adibita a patria del nuovo rock, vengono lanciate sul mercato decine di band quali Alice in Chains e Soundgarden come “magnifica exempla” su tutti. Ciò è innegabile. Il suono si presenta meno grezzo rispetto al loro primo lavoro, anche a causa di alcune intromissioni della casa discografica, la Geffen, cosa che farà infuriare Kurt Cobain al punto di farlo arrivare a ripudiare l'album il cui sound non lo soddisfaceva. In ogni caso, sarà proprio questo sound, che riesce ad amalgamare in perfetta armonia la durezza del punk rock e ritmi piú melodici, che porterà Nirvana al successo mondiale grazie a brani di grande intensità e bellezza; il tutto per un'ora di pezzi semplici tecnicamente, trasformati in capolavori del rock dalla voce tremolante, rauca e timorosa di un grande vocalist.

L’opener nonché la canzone simbolo dell'album, Smells Like Teen Spirit, è la più famosa canzone dei Nirvana, quella che li ha portati al successo planetario grazie ad un sound travolgente che unisce aggressività e devastazione ad una melodia depressa ma entusiasta. Il titolo è frutto di un errore d'interpretazione: una sera la cantante delle Bikini Kill, Kathlen Hanna, lasciò scritto sul muro dell'appartamento di Cobain "Kurt smells like teen spirit". Il cantante s'illuse che si trattasse di un complimento nei confronti della sua aria ribelle, mentre si riferiva semplicemente alla sua marca di deodorante. Solo quattro accordi formano l’inno rivoluzionario del grunge. Quattro accordi (Fa 5, Sib 5, Sol# 5, Do# 5), ma vomitati in uno sfogo turbolento che le travolgenti rullate di Dave Grohl sorreggono in modo perfetto. L'alternarsi della strofa, melodica, a un ritornello simbolo del calvario generazionale dei 90’s  costituisce uno dei punti più commoventi dell'album. Il testo è quasi non-sense: << with the lights out it's less dangerous/ here we are now, entertain us/ I feel stupid and contagious/ here we are now, entertain us/ A mulatto/ An albino/ A mosquito/ My libido >>. Non importa cosa dice Kurt Cobain, importa come lo dice. Infine, l'assolo, che ricama la linea melodica della voce, suonato davvero con cuore. Memorabile.

Se si rimane sconvolti dal ciclone Smells Like Teen Spirit, dopo pochissimi istanti di tregua inizia un altro capolavoro: In Bloom. Tremendo, fantastico. Le prime parole, mormorate su un giro di basso laconico e depresso, sono la rappresentazione migliore del disagio di Kurt Cobain: << sell the kids for food/ weather changes moods/ spring is here again/ reproductive glands >>. La forza della canzone sta nella sua composta potenza in pieno stile grunge. Inizia e finisce urlando la stessa sequenza di accordi; le strofe sono attenuate per poi impennarsi prima del ritornello: un'esplosione in cui è determinante anche il controcanto di Dave Grohl. L'intermezzo strumentale prima dell'ultimo ritornello è un misto di rumore e melodia studiato perfettamente, tanto da costituire una sorta di acida lezione di grunge. Nel video si consuma un ironico attacco contro chi ascolta la musica underground senza capirne il significato: i Nirvana sono ospiti di un programma musicale e vengono presentati come ragazzi educati e decorosi. Subito dopo iniziano a suonare, di fronte ad un pubblico impazzito, muovendosi in maniera rigida e meccanica e lentamente iniziano distruggere il palco. Ad evidenziare la falsità dell'ambiente musicale provvede il presentatore del programma in questione che, dopo l'esibizione, commenta << non potrei riuscire a dire tutto meglio di loro >>. Epica.

Eppure, il dolore non è solo rabbia. A ricordarcelo è Come As You Are, secondo singolo estratto, malinconica depressione con un giro di basso che è già leggenda. La mania di Kurt Cobain di accordare gli strumenti mezzo tono sotto la scala normale trova qui una valida spiegazione: sembra niente, ma il pezzo suona straniante come non mai, infatti, la terza traccia è caratterizzata dai semplici giri di basso di Chris Novoselic e la voce, graffiante ma più pacata del solito, di Kurt Cobain.

All'uscita della canzone i Nirvana furono citati in giudizio dal gruppo dei Killing Joke, secondo cui Come As You Are sarebbe stata basata sullo stesso tema di Eighties, una loro canzone del 1984. I Nirvana vinsero la causa. Confrontando i temi delle due canzoni si nota una netta somiglianza, ma Come As You Are resta comunque il frutto di una grossa rielaborazione di Eighties, che la eleva ben più in alto del pezzo dei Killing Joke. Come as you are è un vero e proprio classico, sintetizza alla perfezione il carattere e lo stile del trio di Seattle. Si giunge così, tra un feedback e un altro, a Breed: pezzo carico di adrenalina con un Dave Grohl “schiacciasassi” alle pelli. Il titolo con cui veniva chiamata la canzone era, in origine, Imodium, ben noto nome di un medicinale. Per poter pubblicare il brano, il titolo dovette essere cambiato. Tra urla e schitarrate di ispirazione punk, Breed ci accompagna verso Lithium, un pezzo storico, per di più, quarto singolo estratto dal fortunato disco. Come tutta l'attività musicale del gruppo, anche Lithium è caratterizzata da forti contrasti. Dalle pacate strofe contornate solo dal basso di Chris Novoselic e dalla chitarra stranamente leggera di Kurt Cobain si passa ad un ritornello urlato e potente, quasi per sfuggire al clima di irreale calma precedente.

In effetti, il litio trova impiego nella farmacologia, per la cura di psicosi maniaco-depressive. Funge da moderatore durante i cambiamenti repentini di umore ed ha, tra gli effetti collaterali, quello di favorire uno stato di confusione. Il protagonista della canzone è un ragazzo che ha perso la fidanzata ed è talmente depresso da volersi suicidare. Prima di farlo sceglie di avvicinarsi a Dio. << Per me, commentò Kurt Cobain, è veramente difficile capire la necessità di questo genere di illusioni, ma lo rispetto. La gente ha bisogno delle illusioni >>. Anche Polly la si annovera tra i grandi classici dei Nirvana. Una canzone musicalmente pacata e banale, costruita su un semplice giro di accordi su chitarra acustica, ma qui si sente la forza decisiva della voce di Cobain. Il pezzo è quasi cantautorale, e si notano qui le influenze dei crooner statunitensi nella formazione musicale del frontman. Il brano è basato su una storia vera, accaduta nel 1987: una ragazza di quattordici anni viene rapita, stuprata e torturata da un uomo; l'unica opportunità che ha di fuggire è quella di pregare il rapitore di slegarla. Se Polly rilassa l'ascoltatore, provato dal muro di suono dei pezzi precedenti, c'è poco tempo per riprendere le forze. La traccia sette inizia parodiando una canzone hippie dei 60’s, cioè Get Together, ma poi esplode in un tremendo urlo: quello di Territorial Pissings. Il punk suonato dai Nirvana, probabilmente la canzone più potente ed arrabbiata di Nevermind e forse di tutta la loro produzione. Con Territorial Pissings, Kurt Cobain torna bambino, ricordando e raccontando come fantasticava un mondo extraterrestre. Come molti bambini - i più intelligenti, a detta di alcuni studiosi – lo stesso Kurt Cobain aveva pensato, per un periodo della sua infanzia, di provenire da un altro pianeta, ecco il verso << When I was an alien >>. Magnifica sintesi della cosiddetta "musica fisica". L’allegra Drain You ha come tema le relazioni sessuali, raccontate attraverso sensazioni ed esperienze, mentre Lounge act,canzone relativamente breve, che riesce a stupire per i suoi contrasti. Per due terzi, il brano presenta toni pacati, quasi pop; una chitarra prepotentemente rock prova ad affacciarsi per meno di un secondo all'inizio dei ritornelli per poi ricomparire alla fine degli stessi. Dopo il secondo ritornello, gli accordi più pesanti rimangono in primo piano, c'è un giro "di riscaldamento", quindi l'ultima parte della canzone, letteralmente ruggita da Kurt Cobain. Si arriva a Stay Away. Un grande pezzo, che si potrebbe definire "da pogo", se solo fosse mai stato suonato dal vivo. Qui Dave Grohl dà il meglio di sé. Ci si avvicina alla fine, introdotta da On a plain, fresca, dai toni leggeri e divertenti. Alla fine di quest'ultima ci sono dei lamenti che preludono all'ultima traccia, immensa ballata. Siamo arrivati. Due note, una chitarra acustica, nient'altro. Something In The Way. Difficile descrivere questa canzone. Credo che il testo, che considero a suo modo una poesia, possa parlare da solo: << Underneath the bridge/ the tarp has sprung a leak/ and the animals I've trapped/ have all become my pets/ and I'm living off of grass/ and the drippings from the ceiling/ but it's ok to eat fish/ cause they haven't any feelings/ something in the way >>. Questo è quanto. Cobain narra i giorni che ha passato sotto un ponte, cacciato di casa e in preda a uno sconforto inimmaginabile. Something in the way è la canzone più tranquilla di tutta la produzione edita dei Nirvana. La leggerezza da ninnananna che la caratterizza è introvabile in altre canzoni del gruppo, nonostante gli accordi siano secchi e l'andamento sa quasi di marcia funebre. Endless, nameless è la ghost-track di Nevermind. Si può trovare alla fine della dodicesima ed ultima traccia del cd, a 13 minuti e 54 secondi dall'inizio, cioè esattamente 10 minuti dopo la fine di Something In The Way. Endless, Nameless nacque quasi per caso quando, venuta male una registrazione, il gruppo ci provò sopra questa "canzone sperimentale". Una registrazione di chitarre dilaniate e annientate in studio, con distorsioni tremende. Senza fine e senza nome, il titolo, senza ombra di dubbio, pare appropriato a questa "composizione". Quasi sette minuti di urla selvagge e dissonanze tremende. Rabbia allo stato puro. Ecco la prova finale dell'alto potenziale tecnico (e pirotecnico) dei Nirvana. In conclusione, questo è un disco da ascoltare tutto d'un fiato, mitologico, una tappa importante della musica moderna.

 
 
 
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