Creato da Nekrophiliac il 21/02/2005

DARK REALMS V2

So, I've decided to take my work back underground. To stop it falling into the wrong hands.

 

 

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Post N° 69

Post n°69 pubblicato il 10 Ottobre 2005 da Nekrophiliac
 
Foto di Nekrophiliac

DREAM EVIL: EVILIZED (2003)

Prima di tutto, scusate il ritardo. La settimana è stata pienissima di impegni: l’esame di Relazioni Internazionali & Studi Strategici, il mio ventunesimo compleanno, il corso di informatica, i tanti colloqui con professori vari, il torneo di calcetto e chi più ne ha, più ne metta. Finalmente, arrivato al venerdì, termine ultimo di una “cinque – giorni” vissuta intensamente, posso dedicarmi ai “miei” Dream Evil, malvagi… ma non troppo. Dunque, Evilized: secondo capitolo, dopo il debut album Dragon Slayer (2002). La giovane band conferma in tale lavoro, ottimo esempio di Heavy Metal classico suonato con verve e convinzione, la stratosferica line-up del disco precedente e precisamente; alla chitarra il talentuoso chitarrista greco Gus G. (Mystic Prophecy, Firewind); dietro le pelli, lo straordinario Snowy Shaw (ex King Diamond, Mercyful Fate); alle tastiere e seconda chitarra Fredrik Nordstöm (si è anche occupato della produzione: per chi non lo conoscesse è il proprietario del prestigioso Studio Fredman, ed ha prodotto tra le altre, bands del calibro di Dimmu Borgir, Hammerfall, In Flames, Arch Enemy); alla voce Niklas Isfeldt, backing vocals per gli Hammerfall e Peter Stålfors al basso. Non un’ accozzaglia di pivellini quindi, piuttosto personaggi di una certa levatura nell’ambito metallico. Musicisti di questo calibro non possono di certo sfornare un disco deforme ed, infatti, Evilized pur non esprimendo particolari novità nell'ambito del melodic power metal, è un album davvero riuscito, con un guitar – work molto in primo piano, metallico e tagliente. In questi casi ci si deve aspettare per forza di cose un lavoro egregio, cosa che, a mio parere, Evilized rappresenta a tutti gli effetti. La produzione è potente e nitida, praticamente stratosferica: i maestosi ed orecchiabili refrain, più o meno potenti ed incisivi a seconda delle situazioni, rappresentano la punta di diamante di canzoni pianificate alle perfezione, costruite per catturare l'attenzione anche dei più distratti (leggi Cane_nero, scherzo!), saturati dalla miriade di gruppi similari in circolazione. 4/5 di Svezia ed 1/5 di Grecia: la strana composizione geografica non è che una delle prime caratteristiche che balzano all’occhio leggendo la biografia del quintetto. La seconda è come la band, grazie anche alla presenza al suo interno di musicisti con una notevole esperienza alle spalle (Frederick Nordstöm e Snowy Shaw su tutti), abbia bruciato molte tappe: formatasi nel 1999, al termine del 2005 si trovi già con tre solidi album alle spalle ed un contratto per una label come la Century Media, che per giunta sembra attribuire loro una notevole priorità. Impeccabili, come si addice ad un gruppo con un contratto così importante, produzione ed artwork. Evilized è meno immediato di Dragonslayer, ma ascolto dopo ascolto cresce e questo è un segnale positivo. I Dream Evil fanno bene quello che hanno imparato in anni di milizia metallica. Chitarre aggressive, toni epici, cori coinvolgenti e ritmi serrati, up tempo a go-go, un paio di “raffinate” ballads: nient’altro che il primo “accenno” all’enciclopedia dell'heavy – metal (leggi, The Book Of Heavy Metal, 2004). La deflagrante apertura è affidata a quella marcia in più di Break The Chains (click), che rompe gli indugi, risultando esser quadrata, potente e soprattutto persiste in testa subito, privilegio solo dei grandi pezzi. Tuttavia, Break the chains è la punta di un tellurico tridente, poiché non da meno sono la granitica By My Side e Fight You 'Till The End, dove riecheggiano sintomaticamente i Judas Priest più duri. Brani aggressivi e coinvolgenti sembrerebbero spianare la strada a un mostruoso crescendo. Paradossalmente, è con la title-track (click), Evilized, che i Dream Evil mostrano il loro lato più melodico e lirico in un coriaceo cadenzato che mette in risalto il lavoro ritmico della chitarra e l'ugola diligente del vocalist. La quinta traccia, Invisible, presenta nuovamente un taglio alquanto heavy - grazie al favoloso drumming di Snowy Shaw e ai duetti chitarristici – risultando essere, nel contempo, decisa e piacevole. Devastante, ancora una volta, per i suoni di batteria e di chitarra, il mid-tempo di Bad Dreams, la song che ho apprezzato di più dell'intero album. Si arriva così alla prima stucchevole ballad: Forevermore, che annovera pianoforte e partiture orchestrali. I Dream Evil esprimono qui tutto il loro gusto per la melodia di classe. Se è possibile, procuratevi il testo. Children Of The Night infiamma l’ascoltatore, profumando, mentre, di Scorpions. Davvero niente male. Di tutt'altro spessore le seguenti tracce Live A Lie e Fear The Night: meno scontate e con un songrwriting più articolato, coinvolgente e accattivante. Un cenno ora al momento epico dell'album, costituito dall'undicesima traccia, la simpatica ma sin troppo stereotipata Made Of Metal (il titolo è già tutto un programma), caratterizzata da un refrain ossessivo e corale che è diventato un quanto mai “pacchiano” inno dal vivo. Di chiara ispirazione Manowar, Made of metal con i suoi cori austeri ed il suo incedere guerrafondaio, ha lasciato il segno. Nel bene e nel male. La lenta conclusione è affidata a The End, scritta da Snowy Shaw in persona in un momento di estro musicale, che mette in evidenza la penetrante ed intensa voce di Niklas Isfeldt, proprio come le semplici linee melodiche, efficaci al punto giusto, senza dimenticare un onesto assolo di chitarra. Ciliegina sulla torta. Da assaggiare.

 
 
 
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