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North Vietnam 2 - Ghost bus Station

Post n°181 pubblicato il 18 Aprile 2020 da nem_o

Sveglia sotto la pioggia.

Scendo dalla mia camera sulla palafitta e faccio colazione all'aperto sotto la palafitta dei proprietari. In pratica sotto le stanze ci sono dei tavoli e delle sedie dove ci si può sedere per mangiare, scrivere, leggere, fumare, pensare.

Sono pensieroso, sto meditando di cambiare completamente il mio viaggio e scendere più a sud dove magari non piove. Però poi ricordo che devo e voglio andare la.

Ho letto da qualche parte che ci deve essere una stazione degli autobus in questo paese e mi metto quindi in cammino per andare a vedere gli orari.

Mi trovo in un villaggio a due-tre km dal centro del paese. Il paese si estende in lunghezza lungo la strada principale che lo taglia in due. Se sbagli la direzione devi fartelo tutto nell'altro senso.

E infatti sarà così.

Senza cartina e usando solo lo smart phone smarrisco il senso dell'orientamento che in genere ho abbastanza sviluppato.

Come un deficiente, telefono alla mano, percorro tutta la strada in direzione opposta a quella in cui dovrei andare. Con l'ombrello in una mano e il telefono nell'altra è facile cedere al nervosismo e sentirsi impacciati nei movimenti. Lo zainetto, la macchina fotografica e la voglia di far foto non semplificano i movimenti.

Sbaglio completamente la direzione ma smarrirsi in Asia non è mai così brutto. Mi trovo infatti a passare per il mercato che non avrei visto fossi andato nella direzione giusta. Più che un vero e proprio mercato un gruppo di signore messe a terra con verdure e pollame in vendita. Inutile dire che sono l'unico non vietnamita in quella strada e altrettanto inutile dire che nessuno sa darmi indicazioni sulla localizzazione della bus station anche perché non parliamo la stessa lingua. Uno stentato inglese io e un perfetto vietnamita loro, due idiomi che non hanno la minima possibilità di contatto.

Ritorno sui miei passi e prendo l'altra direzione lasciando alla destra il bivio per il mio villaggio che era più vicino alla stazione dei bus di quanto io pensassi. 

E penso di nuovo male perché la stazione è un paio di km fuori dal paese. 

Ma questo non lo so ancora anche perché non so dove sia.

Lascio un lago-palude alla mia destra, cerco di evitare di farmi lavare dai camion che passano, passo un ospedale-dispensario che ha visto tempi migliori, mi avventuro in una stradina che secondo il mio telefono dovrebbe portare alla stazione e invece porta al nulla e infine la trovo.

Una nuovissima bus station sorta in mezzo al nulla, fiancheggiata da  qualche capanna e il bosco alle sue spalle. Una costruzione così moderna è un pugno nell'occhio in quella posizione, ma c'è. E' questo è l'importante.

Realizzerò a breve che il fatto di esserci non è sinonimo di utilità.

La stazione è infatti abbandonata.

A dire il vero non è che sia abbandonata, non è mai entrata in funzione.

Ha in sé i germi dell'abbandono. Dalle vetrate ormai sporche vedo una grande hall con il tabellone degli orari ma le porte sono chiuse. L'erba cresce nel parcheggio fangoso dove non è probabilmente mai passato un pullman. Una ragazza con una borsa si aggira per il parcheggio non so di preciso a far cosa.

Forse se lo chiederà anche di me.

Deluso lascio questa cattedrale nel deserto e mestamente ritorno a Bac Lac (o Ban Loc)

E' ormai l'ora di pranzo e dal solito menù scritto in vietnamita riesco a farmi portare degli spiedini di cotenna di maiale e una birra.

Intanto la pioggia diventa diluvio e si porta via ogni mio ottimismo per il prosieguo della giornata.

Torno alla mia camera dove ormai sono sicuro di passare il resto della giornata in attesa di spostarmi, non so come, il giorno dopo.

Chiedo allora informazioni al tipo  della guesthouse che mastica un po' di inglese e mi dice che devo andare alla Tong Dau Junctiondove dovrò aspettare il primo autobus che arriva da Hanoi in direzione Dien Bien Phu. 

Si, è li che voglio andare e a sto punto mi toccare finirla con sto stupido giochino di creare attesa non dicendo il nome di dove voglio andare.

Anche perché non gliene frega niente a nessuno  di dove voglio andare e quindi non ha ragione di essere l'attesa.

Il primo problema rimane ora quello di arrivare alla Tong Dau junction .... E non c'è altra alternativa che prendere un taxi il mattino di buon ora.


 

 
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